domenica 1 maggio 2016

#PrimoMaggio e voglia di andare avanti

Dopo svariati anni, ho passato un primo maggio senza lavorare.
Mi fa quasi strano.

Ultimamente, per questa festa, sono sempre stato a Napoli, per il Comicon (l'ultimo anno ne ho parlato qui): è un periodo di fiere, tra aprile e maggio, in tutto, avrò due o tre giorni non lavorativi.
Ma ci sta.

Però oggi mi è capitato di leggere l'articolo 4 della nostra Costituzione:

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. 
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

E mi sono chiesto quanto il mio lavoro "concorra al progresso materiale o spirituale della società".




La mia attività di "libraio a fumetti", mi ha portato spesso in giro per l'Italia: ho conosciuto lettori ed appassionati di tutte le regioni, e credo che questo serva a promuovere il fumetto, non solo come "prodotto", ma anche come forma di comunicazione, quando non vera e propria arte. Allo stesso tempo, organizzando in prima persona eventi con autori, mostre del fumetto (Narnia Fumetto e Fumetterni), credo di aver contribuito a diffondere la cultura del fumetto nella zona in cui vivo e lavoro.
E vale anche per il blog che state leggendo ora, che negli anni mi ha dato soddisfazioni e riscontro, per le tantissime persone che sui social, privatamente o pubblicamente, e di persona in negozio o a alle fiere, seguono quello che scrivo, si informano su problemi e risvolti lavorativi del mondo del fumetto...

Quindi, senza bullarmi particolarmente, posso dire che la mia parte sto provando a farla tutta. Fino in fondo. Non mi sento un eroe, non credo di meritare premi per questo: è il mio lavoro, e provo ogni giorno a farlo al meglio delle mie possibilità, soprattutto perché, quando hai una attività tua, non puoi permetterti di affrontare una qualsiasi giornata a meno del 90% delle tue capacità: non avresti scampo.

Ma non mi sento neanche un privilegiato: faccio il lavoro che volevo fare e che mi piace, ma sento anche sulla mia pelle quanto sia ogni giorno più duro e difficile andare avanti. Vedo quanti colleghi sono "caduti sul campo".

E vedo anche quanto il sistema provi a schiacciarti: ne abbiamo parlato e riparlato, in queste settimane, e mai come in questo momento la nostra distribuzione pare tradire il nostro lavoro. Con le edicole, che vengono riempite di allegati editoriali, che pubblicano quello che noi abbiamo a caro prezzo in edizioni ultraeconomiche; con le librerie, che godono di un trattamento privilegiato e di un aiuto del quale non necessitano, da parte di editori che celebrano vendite e successi, dimenticando che, rispetto alle fumetterie, sono almeno venti volte tanto, come numero. E questo significa qualcosa, soprattutto se si pensa che le fumetterie SONO librerie, lo sono sempre state, ma non godono degli stessi diritti. E dello stesso impegno promozionale.

Il tutto grazie anche al lavoro della distribuzione stessa, vecchia per regole e comportamenti, che impedisce ad altri soggetti di entrare sul mercato, tagliando loro le gambe con sconti bassi e col sistema delle esclusive, considerando anche lo stretto rapporto che alcuni distributori hanno con l'editore di riferimento.

Mai come in queste settimane, mi sono reso conto che dobbiamo essere noi, i "librai a fumetti" a rialzarci, a unirci, per lavorare meglio ed al meglio delle nostre possibilità. Crescere e cambiare un sistema che non va, spesso e volentieri per colpe nostre: ed è proprio questo che ci dovrebbe far riflettere, perché le dinamiche di cambiamento sono in mano nostra.
Possiamo e dobbiamo tentare noi di modificare le cose, e spingere un sistema ad evolversi: col dialogo, con le proposte. Con la forza del nostro peso.

Tra un paio di mesi, almeno una ventina di negozianti si incontrerà a Roma, per parlare anche di questo: è una occasione unica, un treno passato già diverse volte, e che non tornerà, se non lo sfruttiamo al meglio.

Ne riparleremo.

Buon primo maggio.

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