giovedì 31 gennaio 2013

Lion Comics: un anno dopo



Parlai della Lion sin da quando debuttò, quasi tredici mesi fa.

Mi permisi di dare qualche consiglio, ma dopo i casini dell'ultimo anno di gestione dei diritti DC di  Planeta/De Agostini, ero essenzialmente entusiasta. E curioso.
A prima occhiata i numeri zero non erano male, si partiva per molti versi col piede giusto.
Certo: vedendo ora che, sia il lancio che la partenza del New 52, gli eventi editoriali Lion dello scorso anno, sono stati entrambi fatti all'interno di un ponte (ovvero: col giorno dell'uscita fissato subito prima o subito dopo un festivo), e con tutte le difficoltà distributive del caso (se un pacco tarda, hai voglia ad inseguire un corriere di sabato o domenica o equivalente festivo), qualche dubbio mi venne.
Ad un anno e passa, tanti dubbi rimangono. Su tutto: come può avere un gruppo editoriale che è tutt'uno con un distributore problemi... distributivi?

Ne riparleremo.


Per stendere queste righe, ho chiesto aiuto anche ad alcuni clienti, dei quali ho raccolto consigli, lamentele, e anche complimenti o soddisfazione, ma anche ad amici librai.

Sono servite alcune settimane, aspetto ora i vostri commenti.




Ecco, nel dettaglio, le critiche maggiori a Lion Comics dopo un anno.


1-Cura editoriale degli albi

Era la principale pecca di Planeta/De Agostini che, ad oggi, è stato forse l'editore più importante della DC in Italia, se non altro per quantità di pubblicato ed investimento sul prodotto nel giro di pochi anni.
L'editore spagnolo ha peccato, essenzialmente, per la totale mancanza di comunicazione, dovuta anche all'assenza di una redazione italiana, e per la poca cura che metteva nelle traduzioni e negli adattamenti. 
Lion, per alcuni versi, è riuscita a fare peggio: partita bene, è poi mano a mano peggiorata.
Stampa spesso pessima (neri che non sono... neri!, macchie), pagine tagliate male col risultato di avere baloon illeggibili, albi scansionati per mancanza degli impianti originali (dirlo prima?), e diverse altre cosucce. Su tutto: cambiare il formato dei (costosi) volumi da collezione, tipo Swamp Thing. Il terzo (i primi due sono stati editi da Planeta), ha poche pagine in meno, ma ha uno spessore nettamente minore... Idem si può dire per la grafica dei primi volumi che proseguivano le serie DC pre-reboot.

Da ultimo, uno dei peggiori scempi che si possa fare ad un fumetto originale: rimontare le tavole.
Pratica diffusa, soprattutto anni fa, e se non erro inventata da Panini Comics o Marvel Italia che dir si voglia (per maggiori informazioni, leggete qui) viene utilizzata quando le pagine di un albo non sono sufficienti a contenere una storia originale, che spesso ha una disposizione particolare delle "doppie" dovuta al fatto che le serie USA contengono pubblicità all'interno delle storie. Altri, magari, modificherebbero il formato o il sommario, spezzerebbero in due parti una storia (male minore), rinuncerebbero a rubriche e/o cover interne. Insomma: cercandola, una soluzione c'è. Lion, invece, ha preso spunto dal creativo editore modenese, rimontando su UNA pagina sola, DUE tavole originali.
Bello, eh?
Stupisce che NESSUN AUTORE su suolo italico, almeno non di mia conoscenza, si sia scandalizzato di ciò: sempre attenti al trattamento ricevuto, pronti a protestare per plagi o per il minimo difetto di pubblicazione, forse questa magagna non merita almeno una segnalazione?

Concludendo, poi, sembra che ci sia una generale volontà di risparmiare su tutto.

2-Qualità

A fronte di prezzi mediamente più alti, confrontando un volume Panini ed uno Lion, la differenza qualitativa è evidente. Ora: i prezzi non sono oggetto di critica, perché l'editore è un imprenditore che deve gestire costi e ricavi, dati che conosce solo lui. Ma quando una certa carenza qualitativa si somma a prezzi maggiori, qualcosa non funziona...
Il tutto, unito a continui aumenti di prezzo per volumi già annunciati (“Comunichiamo alla gentile clientela che il volume “x” costerà 19.95 e non 14.95 come precedentemente detto”), prassi in verità in netta diminuzione negli ultimi mesi.


3-Calendari
Errore che un editore imparentato con un distributore non dovrebbe fare: rimandare continuamente le uscite. Molti lo fanno, ma sono quasi tutti piccoli.
I "grandi" rispettano i calendari: Star Comics, Bonelli.
Panini, ad esempio, ha svariati rinvii, ma su un calendario molto fitto (gennaio 2013: 122 uscite, non contando variant e ristampe, contro le 64 di Lion, contando pack, Goen, e tutti gli albi spostati da dicembre), ci può anche stare.
Se si va a vedere la checklist DC pubblicata sugli albi di dicembre, si scopre che circa la metà delle uscite è stata fatta slittare: il tutto sotto Natale, classico periodo di incremento delle vendite.
Aggravante è data dai dai TRE MESI di anticipo con cui è necessario effettuare le prenotazioni al distributore, cosa mai vista: in genere, almeno per gli editori (mi verrebbe da dire "seri", pensando ai tanti piccoli che, uno o due anni dopo, ancora devono pubblicare albi annunciati e riannunciati...) di media e grande dimensione, che in genere si "accontentano" di soli due mesi di preavviso.

4-Catalogo, long seller e confusione

Ristampe di tanto materiale, ma tantissimi long seller che latitano. Chi ha più visto Watchmen, Batman: the Killing Joke, Sandman, Preacher e tante altre cose? Il tutto in un catalogo SENZA EGUALI al mondo, per opere di primaria importanza, quale è quello DC.
E' stata una grossa pecca, non di Lion, ma semmai di Alastor, il non aver recuperato il catalogo Planeta.
Buona, tutto sommato, l'idea di fare gli spillati di Watchmen e Before Watchmen, che sembra stiano vendendo, ma anche qui c'è tanta confusione: sono edizioni limitate al primo ordine o no? All'inizio sembra di si, poi comunicano di no, ma sui cataloghi c'è ancora scritto così.
Per carità: meglio, almeno non si rimane coi "buchi" in collezione...
Ma... così, si premiano i negozianti che, facendo gli ordini, hanno rischiato poco, prenotando il minimo, ed ora - alla bisogna - possono richiederne altre. Chi ha puntato sul prodotto, prendendone molte copie - come ti invogliavano a fare le promozioni proposte dall'editore/distributore - ha corso un rischio, senza che ci fosse la necessità di farlo.

5-Politica verso i negozi

E il punto precedente ci porta qui.
Come dicevamo all'inizio, stupisce che un gruppo editoriale che è tutt'uno con un distributore possa avere problemi distributivi. In sintesi: tante variant edition, ma con dei paletti imposti negli ordini, che portano il negoziante, necessariamente, a variare il prezzo degli albi "limitati", che non sono liberamente ordinabili. Il tutto, però, con un prezzo diverso stampato in copertina.
Non si potevano lasciare tali albi SENZA prezzo? Legalmente si.

E non parliamo delle variant vendute solo a Lucca... con una copia data (UNA) con grande generosità due mesi dopo, ai soli RW Point...
A livello distributivo, poi, non aiuta per nulla l'avere la possibilità di conoscere le promozioni un mese dopo i miei clienti. Nello specifico: il catalogo Mega con le novità da prenotare esce, all'incirca, il dieci del mese, e contiene l'indicazione delle - spesso macchinose, a dir poco - iniziative promozionali dell'editore: dalle stampe in omaggio ai pack, passando per quelle legate a vari personaggi o situazioni. Per aderire a quelle promo, servono le esatte condizioni praticate ai negozianti, che vengono comunicate alla libreria, di solito, DOPO che questa ha fatto gli ordini, tramite il modulo Business che viene inviato a ridosso della "deadline", se non i primi giorni del... mese successivo!
Senza parlare, poi, della macchinosità di tutto il sistema promozionale: pensate ai Bat-Pack relativi alla Notte dei Gufi, pubblicizzati poco prima Natale, per iniziare ad uscire il 5 gennaio, quando il distributore era chiuso per ferie dal 22 dicembre fino all'anno nuovo! Come ordinare, come diffondere la notizia ai clienti? E, oltretutto: modificare tutti gli ordini per avere pack VIRTUALI, che non erano descritti come tali da nessuna parte. Infatti, quasi nessuno aveva capito...
In genere, quando un produttore prova a coinvolgere un cliente - privato o rivenditore che sia - portandolo a partecipare ad una promozione, semplicità, chiarezza e capacità di invogliare all'acquisto, sono i requisiti essenziali: farraginosità e ambiguità, invece, sono gli ingredienti fondamentali delle comunicazioni alle fumetterie, che spesso si trovano - ribadisco - a non sapere come rispondere alle domande dei clienti, che leggono "in giro" cose che ancora non sono state ben definite e comunicate.
Questo vale anche per il Reboot: vetrofanie arrivate in ritardo, idem per i poster, che tanti negozi non hanno neanche visto.
Infine: casini col corriere o con la tipografia prima di Natale ce ne possono anche essere, ma non esiste che fai uscire la marea di volumi e cartonati prevista per la settimana natalizia con due settimane di ritardo. Non esiste.

6-Pubblicità inesistente.

Ma questo è un problema comune.
Però, per Lion è aggravato dal fatto che l'essere "nuovi" e, soprattutto, l'avere l'occasione del rilancio della DC (starting point migliore degli ultimi venticinque anni), meritava una pubblicità migliore.
Anzi: una pubblicità. Che non c'è stata.
Ma ne abbiamo parlato a suo tempo QUI e QUI.



Questi sono semplici consigli.

Ma, attenzione: non sono né gratuiti, né avventati.
Non sono gratuiti perché sia il sottoscritto, che lavora e punta molto sulla DC, né i fan, che sperano che le cose migliorino e non hanno interesse a sperare in un nuovo licenziatario (l'ennesimo...), hanno appunto alcuno stimolo a demolire la Lion.
Non sono avventati, perché uniscono il punto di vista lavorativo, il mio e quello dei miei colleghi, coi quali spesso mi confronto, e quello del fan, dal quale molte di queste indicazioni provengono.

Personalmente, ad averne di critiche così al mio lavoro... Se non altro, mi darebbero un punto di vista diverso...
E mi piacerebbe, almeno ogni tanto, lavorare COI distributori e CON GLI editori, invece che PER i suddetti.

ps: ora si parla di "4° Wave", abbassamento prezzi, nuove collane: tutto come se fosse periodo elettorale anche per gli editori. Chi vivrà vedrà...

martedì 29 gennaio 2013

Editori Creativi #9: Finalmente, Kappalab


Sabato 26 - e non si dica che gli editori non lavorano, poi! - riceviamo, mentre siamo ad Arezzo Comics, questa mail. In fondo, un commento.

"GENNAIO 2013
Sono finalmente in arrivo i libri della linea editoriale KAPPALAB, presentata in anteprima a Lucca Comics & Games.
AlastorStar ShopFumetto On-line Terminal Video si occupano della distribuzione – ciascuno attraverso i propri canali specifici – a partire dall’ultima settimana di gennaio 2013, mentre Messaggerie distribuirà le pubblicazioni il mese successivo nelle librerie di varia.
Buona lettura!



Federico Memola + Joachim Tilloca
JONATHAN STEELE NOIR

128 pagine, b/n, Euro 9,50
ISBN 978-88-98002-02-3

Chiudete gli occhi e immaginate la nostra cara, vecchia Terra, con le sue nazioni e le sue metropoli. New York, Parigi, Tokyo, Roma, Nuova Dehli, Cernusco sul Naviglio... Ora immaginate di camminare per una qualsiasi strada di una qualunque di queste città. Vi guardate attorno e assistete a scene per voi consuete, vedete vigili che dirigono il traffico, gente che cammina indaffarata o al telefono, ragazzini che portano a passeggio i loro cuccioli. Guardate meglio: il vigile è in realtà un grosso orco che la divisa fa fatica a contenere, nel traffico, oltre alle macchine, sfreccia un tappeto volante, e fra le gente, in mezzo a impiegati e studenti, potete scorgere chiaramente qualche elfo che procede altezzosamente in mezzo alla folla. E attenti a non inciampare nel guinzaglio del draghetto che vi sta tagliando la strada: meglio non litigare con la sua padrona prima di aver appurato che non si tratti di una maga! Siete riusciti a immaginare tutto questo? Perfetto, allora benvenuti nel mondo di Jonathan Steele e delle sue due amiche Myriam e Jasmine, alle prese con demoni, maghi e criminali, ma anche e soprattutto con i loro sentimenti, le loro scelte e le responsabilità che queste comportano.
Dopo la prima fortunata serie lanciata da Sergio Bonelli Editore e il secondo ciclo narrativo prodotto da Edizioni Star Comics, Jonathan Steele ritorna in questa graphic novel d’autore dalle tinte fortemente noir.

Arthur Conan Doyle + Hatsuki Tsuji
SHERLOCK HOLMES

Edizione deluxe – Copertina cartonata rigida
92 pagine, b/n, Euro 9,50
ISBN 978-88-98002-04-7

Sherlock Holmes e il dottor Watson si trovano alle prese con il furto di Excalibur, la spada di Re Artù, fino a quel momento custodita presso il Museo Regio. Usando le sue infallibili tecniche di deduzione, Holmes riesce a tracciare un profilo del criminale che è stato in grado di portare a segno un colpo tanto clamoroso. Nonostante i numerosi posti di blocco installati intorno a Londra, l’ispettore Lestrade non è in grado di scoprire il responsabile del furto, e Scotland Yard brancola ancora una volta nel buio. Ma ciò che nessuno intuisce, è che il furto della leggendaria arma è solo la punta dell’iceberg di un piano escogitato dal professor Moriarty, il Napoleone del crimine, nemesi del detective di Baker Street…
Questo volume contiene l’unica graphic novel nipponica esistente legata alla celebre serie animata di Sherlock Holmes, prodotta in 26 episodi nel 1981, sotto la supervisione del Premio Oscar Hayao Miyazaki, autore di numerosi capolavori del cinema d’animazione giapponese, fra cui Il Castello Errante di Howl e La Città Incantata.
L’episodio presente nel volume esiste solo sottoforma di manga: si tratta a tutti gli effetti del 27° episodio della serie, mai apparso in TV!

Alberico Motta
BIG ROBOT
La minaccia di Orkus

192 pagine, b/n, Euro 7,90
ISBN 978-88-98002-05-4

Un fumetto cult da tempo introvabile, il cui mito è rimasto inalterato per oltre trent’anni!
Il Pianeta Terra è giunto al termine della propria esistenza. I sopravvissuti, mutati geneticamente dall’inquinamento e dalle radiazioni, si aggirano per città deserte fra le rovine di un’era felice tragicamente divenuta il passato remoto. L’ultimo barlume di civiltà umana è barricato in Base Union, un centro operazioni-laboratorio che ha accolto una misteriosa bambina di origine aliena, incapace di esprimersi a parole ma dotata di poteri ultraterreni. E benché la piccola Alya costituisca forse l’ultima speranza per la razza umana, la sua presenza attira l’attenzione di Orkus, l’implacabile entità cosmica al comando di un impero brutale e spietato, tanto con gli avversari, quanto coi propri servitori. Le operazioni di recupero della bambina aliena vengono affidate a Fuher, comandante in capo delle forze di Orkus, sotto la minaccia di orribili mutilazioni in seguito a ogni eventuale insuccesso. Ma sulla sua strada si innalza l’ultimo disperato tentativo dell’umanità di salvarsi dall’estinzione: è Big Robot, il colosso d’acciaio custodito da Base Union, progettato come strumento di difesa per gli attacchi alieni. Inizia così il drammatico scontro tra una civiltà sull’orlo del baratro e un invasore che non può permettersi di fallire!
Pubblicato per la prima volta in Italia tra il 1980 e il 1981 dalle Edizioni Bianconi, Big Robot è un fumetto pionieristico e unico nel suo genere, considerato dal fandom il primo ‘manga italiano’, capace di unire uno stile grafico per ragazzi a tematiche adulte.
• Appuntamento con l’autore nel corso di BilBolBul (Bologna, 21-24 febbraio 2013)


Mirko Fabbreschi + Fabio Bartoli
CARTOON HEROES
Gli artisti di trent’anni di sigle TV

144 pagine, b/n, Euro 14,00 - con CD musicale allegato
Saggio-nostalgia con CD
ISBN 978-88-98002-03-0

Che differenza c’è tra “Questo piccolo grande amore” di Claudio Baglioni e “L’Ape Maia” di Katia Svizzero? Nessuna. Sono entrambi brani che fanno parte della nostra cultura popolare. Forse non avete mai sentito nominare alcuni dei tanti musicisti del “genere sigla”, ma di certo conoscerete la loro musica. Attraverso questo libro raccontiamo e celebriamo la loro storia. Per scoprire cos’è una sigla tv, quali sono le sue caratteristiche e le sue modalità di composizione, esecuzione e trasmissione, come sono nate e si sono evolute in Italia, e chi sono gli eroi della ‘cartoon music’, inclusi quegli artisti famosissimi che per le sigle hanno lavorato quasi ‘dietro le quinte’ (come per esempio Roberto Vecchioni per la canzone di “Barbapapà”).
Il CD musicale in allegato raccoglie 14 sigle tv cantate dagli interpreti originali, in una nuova e inedita versione unplugged: “Ufo Robot”, “Candy Candy”, “Kimba il leone bianco”, “L’invincibile Dendoh”, “Belle e Sebastien”, “Jeeg Robot”, “Lo specchio magico”, “Il villaggio di Hello Kitty”, “Ken il guerriero”, “Sampei ragazzo pescatore”, “Lady Oscar”, “Supergal, ragazze alla moda”, “Le avventure dell’ape Magà”.


Andrea Laprovitera + Niccolò Storai
CHE NOTTE QUELLA NOTTE
FRED BUSCAGLIONE, UNA VITA SWING

Introduzione di Nina Zilli
128 pagine, colore, Euro 16,00
ISBN 978-88-98002-00-9

La mamma di Ferdinando suona il piano per diletto e decide di iscrivere il figlio al conservatorio. Il figlio molla subito perchè la musica classica gli sta stretta, è troppo schematica per uno pieno di guizzi come lui. Preferisce esibirsi nei club e vivere la musica liberamente. È ancora un ragazzino ma suona già pianoforte, violino, contrabbasso, tromba ed  è il cantante jazz adolescente più conosciuto in città. Poi capita la seconda guerra mondiale, viene richiamato alle armi e imprigionato dagli americani ancora nemici: in questo frangente inizia a delinearsi il Fred col cappello a falde larghe e il doppio petto gessato. Ferdinando di Torino si fa crescere i baffi e diventa Fred, il dritto di Chicago, quello che fa a botte, sciupa le femmine, fuma sigarette e beve come la splendida Ford Thunderbird che lo vedrà finire troppo presto una vita fatta di concerti e nottate a tirartardi.
Andrea Laprovitera e Niccolò Storai ritrovano in questa graphic novel il clima, le aspirazioni e le speranze di una stagione non solo musicale. Ricordi fluttuanti di un artista irrequieto, spesso scontento, assetato di libertà, sullo sfondo di una guerra ormai in via di conclusione. Per capire come eravamo quando i dischi costavano ancora poche decine di vecchie Lire.
Con la prefazione di Nina Zilli e i contributi di Luca Bertelè, Marco Bianchini, Lelio Bonaccorso, Cristian di Clemente, Massimo Giacon, Ale Giorgini, Stefano Landini, Gianmaria Liani, Christian G. Marra, Denis Medri, Mabel Morri, Riccardo Pieruccini, Gigi Piras, Roberto Recchioni, Luca Russo, Alessandro Staffa, Iacopo Vecchio e Antonio “Sualzo” Vincenti.
• Appuntamento con gli autori nel corso di BilBolBul (Bologna, 21-24 febbraio 2013)


Prossimamente:

Diana Wynne Jones
IL CASTELLO ERRANTE DI HOWL (NUOVA EDIZIONE)
Romanzo

Il romanzo che ha ispirato il maestro del cinema Hayao Miyazaki per il suo omonimo capolavoro animato, torna finalmente in tutte le librerie in una nuovissima edizione!

Akiyuki Nosaka
UNA TOMBA PER LE LUCCIOLE

Romanzo
Basato sulle personali esperienze dell’autore durante la Seconda Guerra Mondiale, questo romanzo ha ricevuto il prestigioso Premio Naoki Sanjugo nel 1967, è stato trasposto nel 1988 nell’omonimo film d’animazione diretto da Isao Takahata (celebre per “Heidi”, “Anna dai Capelli Rossi”, “Ponpoko”) e, di nuovo, in uno struggente film dal vivo nel 2005 prodotto dalla NTV. Nel 2013, una nuova versione cinematografiica sarà prodotta addirittura in Occidente.

Mabel Morri
CINQUECENTO MILIONI DI STELLE

Graphic novel
Una graphic novel che svela in maniera chiara, decisa e senza ambiguità l’universo omosessuale al femminile. Mabel Morri ci racconta senza ipocrisie l'altra metà del mondo, firmando una storia italiana a tematica lesbica.
• Appuntamento (e mostra) con l’autrice nel corso di BilBolBul (Bologna, 21-24 febbraio 2013)"

Gli albi annunciati, erano stati presentati PRIMA a Lucca Comics, POI sui cataloghi di dicembre.
Ma non è questa la stranezza.
Né il fatto che a farlo non sia Kappa Edizioni, né Ronin Manga (desaparecida?), ma la nuova etichetta "Kappa Lab": come a dire uno, trino e... quasi nessuna pubblicazione.
Ma anche qui, rientra tutto nella normalità dell'editoria italiana.
Né può stupire quello che traspare da alcune cose lette in giro, ovvero che Kappa (/Lab, /Ronin, /Edizioni) abbia un nuovo distributore: fino a qualche mese fa era esclusivista Alastor, e dal sito di questi ultimi non si capisce se qualcosa sia cambiato, visto che Kappa non è tra i partner indicati sulla homepage, ma d'altronde ci sono Planeta De Agostini, Magic Press e... Play Press! Da questo comunicato, invece, sembrerebbe che tale esclusiva non ci sia più, e che l'editore in questione sia distribuito sia da Star Shop, che Alastor, Terminal ed Alessandro (Fumetto-Online). A confutare ciò, però, la presenza (su Mega di gennaio 2013), di Kappa tra gli esclusivisti Alastor. Da questa confusione, quindi, non si capisce quali siano stati i problemi relativi ad una "nuova distribuzione". Ma, ripeto: non stupisce e, comunque, non è questo il punto.

La perplessità è sul "finalmente": se interessa la distribuzione in fumetteria, in novanta giorni, il modo si trova. Non si presentano con due mesi di ritardo le novità sui cataloghi, non si evitano promozione e spinta mediatica. Non si presta attenzione solo alle fiere, ma si considerano i librai propri partner lavorativi.
E non si manda una mail col "finalmente", quando le responsabilità sono proprie.
"Finalmente" lo può dire che si è liberato da un peso gravante sulle proprie spalle, si, ma per colpe altrui, non per propria volontà.

"Finalmente".

venerdì 25 gennaio 2013

The Walking Dead 3 tarda


Riceviamo un comunicato congiunto Alastor/Saldapress

"Gentili Fumetterie,
A causa di un problema dei corrieri, del tutto indipendente dalla nostra volontà, vi informiamo che la distribuzione dell’albo THE WALKING DEAD N.3 viene rimandata al prossimo martedì 29 gennaio. Ci scusiamo per l’inconveniente."

E' da giorni che se ne parla su Facebook, e finalmente giunge il comunicato.
L'albo, distribuito in edicola tra il 15 ed il 17 di questo gennaio, sarebbe dovuto arrivare in fumetteria venerdì 18 gennaio, ma non si è visto. Tra proteste delle fumetterie e risposte di Saldapress, la quale non si è mai tirata indietro, devo dire con tutta onestà (a differenza di editori che parlano solo per fare proclami, ignorando richieste e problemi posti non solo dai lettori, quanto dai librai, che sono partner commerciali) l'albo doveva uscire oggi, 25 gennaio.
Invece, per un problema di corrieri, è ulteriormente slittato al 29 prossimo.

In tutto questo bailamme, resta certa una conclamata fragilità del sistema distributivo delle fumetterie, che sono state esposte ad una ulteriore figuraccia, non tanto per le mancate vendite - che comunque ci sono ma non sono il problema principale - quanto per l'intempestiva comunicazione. 

Meglio tardi che mai, sempre sperando che da questo si impari tutti.

mercoledì 23 gennaio 2013

Con PINO RINALDI ad Arezzo Comics



Sabato 26 e domenica 27 gennaio, torniamo ad Arezzo Comics, fiera che, undici anni fa, ha visto il debutto di Antani Comics a questo tipo di eventi.
E lo facciamo alla grande con la presenza di PINO RINALDI al nostro stand.
Ne parliamo QUI.

La fiera andrà in onda al Centro Spallanzani: qui il sito ufficiale.

Pino sarà al nostro stand dalle 12,30 di sabato alle 17 (circa) di domenica.
Vi aspettiamo!


lunedì 21 gennaio 2013

Storia di nessuno



Sembrava una bella domenica, poi ho letto qui.

"Storie di Nessuno chiude.
Il blog chiude. Storie di Nessuno chiude.
Basta informazione, basta denunciare fatti, basta ritorsioni.
Magari un giorno cambierò idea e tornerò sui miei passi, magari no. Ho perso la voglia, il desiderio, la grinta. Ho perso il denaro, ma fondamentalmente ho smesso di crederci.
Non sono qualificato a fare l'insegnante di sostegno, non è cosa mia, non faccio l'editore.
Abbiamo tutti due gambe, qualcuno ne ha tre, ma è sempre il companatico che manca. E' la sottrazione che ci frega.
Il problema che mi tocca è proprio la qualità del linguaggio che troppo mi discosta da chi vorrei mi capisse e troppo mi avvicina a chi vorrei defenestrare. E' l'incompatibilità del coesistere, l'interpretazione di troppi su poche parole, quel senso di inadeguatezza che mi insegue e non mi molla, mano appiccicaticcia nelle patatine anni '90. 
Ho nel cassetto articoli su 001 Edizioni, su quell'Arthur King che non esiste in catalogo perchè una beffa; ho articoli sul significato reale/legale di variant cover e limited edition; articoli su volumi che è bello avere; articoli su classifiche personali di vita. Anche qualche racconto volendo, sporadiche interviste.
Ma no, non serve perchè è tutto, tutto controproducente. Chi è contro grida sempre ed è nella sua natura, ma chi è a favore è muto, stupida scimmia. Niente cameratismi e poi rimani lì, solo come un priso.
Fuori piove e il silenzio incombe come una notte che si cala le braghe.
Buonanotte."

Detto tra noi, quando ho iniziato con questo blog, l'ho fatto anche perché leggevo il suo, e con gusto. Non sempre concordavo con la forma, ma spesso e volentieri coi contenuti si.
E mi piaceva come scriveva.
"Mica è morto" dirà qualcuno.
No, ma con questo blog muore qualcosa: perché quando qualcuno dice quello che pensa, e ci mette la faccia, tutti dovremmo gioirne, anche se non concordiamo. Perché sappiamo - e lui ce lo dimostra - che SI PUO' parlare liberamente, senza temere ritorsioni o ripicche, ma col coraggio delle proprie idee. Perché anche chi è criticato, può trarne il giovamento che ti porta una esperienza diversa ma competente.
Evidentemente, però, non è così nella "realtà".
Con Storie di Nessuno, sparisce una voce stonata, uno che non si limitava a fare articoletti per dare la notizietta, compitino dei siti informativi, ma sapeva cogliere la stortura, vedere la crepa, e denunciarla. Con passione, con veemenza, ma anche ironia e competenza.

Ci mancherà il tuo blog, Max.



ps: il fatto che tu chiuda da ventisettesimo, mentre io sono ventesimo, non ti rende meno sconfitto :)


domenica 20 gennaio 2013

Un peccato. Davvero!


Abbiamo già parlato di DAVVERO qui, qui e qui.
Un bel progetto online che si è trasformato in una serie cartacea davvero inusuale (e coraggiosa) per il mercato italiano.

News di alcuni giorni fa, dal sito Star Comics:
"ATTENZIONE: a causa di un problema tecnico l’uscita del volume 3 di DAVVERO sarà posticipata al 7 Febbraio 2013.
Anche le successive date di uscita subiranno modifiche: il n.4 sarà disponibile il 24 Aprile 2013 e successivamente la pubblicazione procederà con cadenza bimestrale.
Ci scusiamo per l’inconveniente."

Paola Barbato ci tiene a precisare che: "Questo slittamento è dovuto a delle problematiche tecniche che in nessun modo derivano dal lavoro svolto dallo staff di Davvero, sia a livello di testi che di disegni."

Cosa succede?
Abbiamo aspettato alcuni giorni per trovare risposte, che non sono arrivate.
Per cui, due possono essere le ipotesi.
1-La produzione è in ritardo;
2-il fumetto vende poco, e l'editore è subito passato alla bimestralità confidando che il maggio tempo di esposizione possa portare più lettori.

Altri motivi non ne vedo, francamente.
La logica e l'esperienza non me ne danno di plausibili.
Il primo mi sento di escluderlo. Vorrebbe dire che quanto Paola Barbato ha detto qui sopra è falso, vorrebbe dire che né lei né l'editor Giuseppe Di Bernardo, sono stati in grado di pianificare il lavoro, visto che è quasi un anno che questa serie è in programmazione. Oppure che qualcuno ha mentito.
Ma, soprattutto: se fosse un problema di produzione, riguarderebbe il numero 3, al massimo il 4, e sarebbe recuperabile. Invece, il passare alla bimestralità esclude automaticamente qualsiasi problema legato - ad esempio - al lavoro dei disegnatori. Oltretutto, professionisti stimati come i due autori citati, che sicuramente non vivono grazie alla Star Comics (Di Bernardo insegna e lavora per un certo Diabolik, la Barbato scrive Dylan Dog, oltre a svariati romanzi), non hanno nessun interesse a sparare bufale in rete, proprio perché hanno messo cuore e passione in questo progetto.

Quindi, mi sembra ovvio che la motivazione sia la numero due.
E, mi chiedo: scarse vendite, cosa significa?
Significa basarsi solo sui dati - e forse anche parziali? - del nr. 1.
Significa che si arriva alla figuraccia di rinviare il 3 praticamente a ridosso dell'uscita, pur di risparmiare qualche soldo? Significa investire COSA in un prodotto in cui si crede QUANTO?

E, figuratevi che proponevano tour alle fumetterie. Anzi: qualche incontro l'hanno pure fatto.
Quanto deve investire una libreria per un evento, e quanti numeri sarebbero stati necessari per andare - almeno - in pari con le spese, visto che gli albi costano 2,90 euro?
Allora: chi ci deve credere nei propri prodotti?
E tutta l'attività promozionale svolta in rete, principalmente dagli autori? Interviste, sito, social network, profili creati per i personaggi, video, eventi: perché non dare modo alla serie di crescere, visto che si trattava - una volta tanto - di un progetto di alto livello?
Cara Star Comics: che senso ha continuare ancora coi fumetti italiani, se sei in perdita e se non hai neanche il coraggio di credere ed investire nel lavoro dei "tuoi" autori?

mercoledì 16 gennaio 2013

Le 10 fiere da non fare


Tanto per iniziare bene l'anno, cominciano ad arrivare decine di mail di invito a manifestazioni (più o meno...) fumettistiche. Molte classiche, alcune nuove.

Leggendole, mi rendo conto che probabilmente, è proprio in questo campo che si nota di più la mancanza di professionalità che alberga nel nostro settore: improvvisazione, incapacità di fornire i dati essenziali di cosa si offre, risposte spesso latitanti, assoluta mancanza di cortesia.

Per questo un veloce e, spero, divertente (ma non per questo meno veritiero), decalogo sulle mostre da evitare.

Voi fate come vi pare, io mi attengo a quanto segue...


1-LE MANIFESTAZIONI ALL'APERTO.

"Tanto non piove", è la risposta dell'organizzazione. Per esperienza (di chiunque, credo...), anche se è maggio o giugno, può sempre piovere. Statisticamente, posso dire che, nel 90% dei casi, ha piovuto anche se era estate. E basta poco per rovinare un fumetto...
Sia chiaro che per fiere all'aperto intendo quelle "dal gazebo in giù", ovvero con copertura uguale o inferiore a quella di un gazebo. Dalla tensostruttura (vera!) "in su", ovviamente, sono considerate al chiuso.
E, poi, dai... che risposta è "tanto non piove"?


2-QUELLE CHE SI SVOLGONO IN UN CAPOLUOGO DEL PIEMONTE E SONO ORGANIZZATE DA UN EDITORE.
QUI se ne parla.
Questa è una regola "ad personam", ovvio.


3-QUELLE ORGANIZZATE IN UNA CITTA' DAL NOME SIMILE A LUCA.

Voi direte: "E che ti ha fatto Luca?"
Eh... è una lunga storia, ma se non la conoscete, probabilmente, siete sul blog sbagliato.


4-QUELLE ORGANIZZATE DA COSPLAYER.

Non è razzismo (credo).
A Narnia Fumetto, il cosplay contest è organizzato da cosplayer. Ma non la fiera.
Altrimenti, ho l'impressione, viste precedenti esperienze e molte mail ricevute, che il cosplayer tenda ad organizzare manifestazioni per divertirsi coi suoi amici: per questo ha tutto il mio rispetto, ma non il mio tempo. Mi lasci la possibilità di divertirmi IO coi miei, di amici, rimanendomene nella mia città, invece di andare nella sua a buttar tempo e soldi...


5-QUELLE CHE SI TENGONO IN LUOGHI DIVERSI DA "AL CHIUSO". 

"Eddai che non piove!"
Aridanghete!


6-QUELLE ORGANIZZATE "SOPRA" AD ALTRE FIERE

Questione di rispetto. C'è un calendario di date già storicamente bloccate, e se si gira in rete è pieno di link utili (forse questo è il migliore): quando organizzi una manifestazione non puoi sovrapporti ad altre.
Per due motivi: il primo è che rischi di passare inosservato e di farti "coprire", mediaticamente, da altri. O, nel caso inverso, di togliere spazi e pubblicità a chi viene prima di te.
Il secondo è che obblighi appassionati, collezionisti, editori ed espositori a scegliere.
Ma, siccome ogni anno ci sono fine settimana liberi, ed altri con (fino a) cinque o sei fiere in contemporanea, forse è il caso di informarsi un po', quando si stabiliscono le date...
Certo, se si parla di eventi piccoli o medio piccoli, e distantissimi tra di loro, è un altro discorso.


7-QUELLE GRATIS.
Stand gratis, no biglietto per i visitatori.
Si, è fighissimo.
Ma, poi, la fai pubblicità, tu organizzatore? "Eh, no... la pubblicità COSTA!", ti senti rispondere.
Allora... perché non mi fai pagare un prezzo (decente) per lo stand, e non chiedi un piccolo obolo per l'ingresso, INVESTENDO in pubblicità, in modo che qualcuno possa sapere che esisti?
E poi... TUTTI gli eventi che valgono, chiedono soldi. Anche molti.
Perché il fumetto deve sempre costare poco, e gli eventi ad esso collegati, se validi come contenuti e offerta, essere gratuiti?

Poi... se volete offrire lo stand gratis, e fate pubblicità... beh, chi sono io per rifiutare?
Anche se mamma mi ha insegnato a diffidare delle cose che sembrano troppo belle...


8-QUELLE CHE... "SI, DOVREMMO FARE PURE PUBBLICITA' SU INTERNET...

Evvai! All'alba del 2013, ve ne siete accorti! Ed ora, magari, inviteremo pure qualche autore di fumetti che scriva o disegni qualcosa che esce ancora oggi?


9-QUELLE CHE NON SONO AL CHIUSO.

Anche se, magari, in estate non piove.
Quindi, implicitamente, quelli che organizzano fiere AL CHIUSO in estate, sono tutti pirla.


10-QUELLE CHE... NON VALE LA PENA.

Perché, si, è bello stare coi colleghi e gli amici.
E' bello fare le mostre ed avere il contatto con la gente.
Ma stare in fiera - che, ripeto, è un lavoro spettacolare - è, appunto, un lavoro.
Quindi, se per vari motivi, non porta frutti, è meglio starsene a casa, tra famiglia e amici, a vedere crescere i figli.
Che le fiere passano, ma anche le altre cose (quelle che contano).




lunedì 14 gennaio 2013

Comic House: dove il fumetto è di casa

Daniele Pignatelli e la socia Valentina Maielli,  ovvero COMIC HOUSE.
Sembrano persone normali?

Li conosco da anni, ho una stima grandiosa di loro: sono la miglior fumetteria d'Italia.
Fidatevi e leggete.

Comic House: nel 2011 premio come miglior fumetteria del mondo (!) dei lettori Bao Publishing, nel 2012 premio Leone di Narnia Fumetto per la diffusione della cultura del fumetto. Tutti vi amano e parlano di voi: cosa avete di speciale?
Non saprei proprio. Diciamo che abbiamo da sempre cercato di fare del nostro un lavoro “attivo”, ossia non ci siamo mai seduti dietro al banco ad aspettare che i frutti cadessero dagli alberi. Abbiamo organizzato eventi, partecipato a quasi tutti quelli nazionali, promosso il fumetto al di là del semplice concetto commerciale. Evidentemente, tutto questo alla lunga ha reso.

Vendere fumetti in una piccola città di trentamila abitanti. E viverci.
E farlo senza vendere online.
Come ci riuscite?
E senza nemmeno far fiere, aggiungo! E la città è ancora più piccola (poco più di 20.000!) Ci riusciamo con tanto, tanto lavoro, centimetro per centimetro, cercando quanto possibile di curare tutti gli aspetti della libreria.

Avete molti clienti da fuori Sarzana?
Sarzana è una città turistica, quindi frequentata da gente di tutta Italia. Anche fra i forestieri abbiamo clienti fissi, che vengono a trovarci ogni volta che sono qui, e come bacino di utenza “normale” riusciamo a coprire le province di La Spezia e Massa Carrara, con qualche “excursus” anche verso Genova, Parma e Lucca.

Sono oltre dieci anni che siete aperti, ed avete cambiato sede "solo" una volta. Come vanno le cose, rispetto a quando avete iniziato?
Il negozio fu aperto nel 1989, e io lo gestisco dal 1998. Diciamo che da allora ad oggi, è cambiato praticamente tutto! Le cose vanno meglio, siamo una realtà conosciuta laddove prima eravamo poco più di una curiosità per turisti. Merito anche delle persone che hanno accettato la sfida di leggere qualche libro in meno e qualche fumetto in più!

Il vostro è un modello fantastico: la fumetteria ideale che prospera in provincia, e non in una grande città, dove i costi e la concorrenza sono alti, ma c'è sicuramente anche più utenza.
In realtà, i costi anche qui sono piuttosto alti, e non credo (anche se ti ringrazio) di essere la fumetteria ideale, quella non penso esista.

Cosa vendete? Quali sono i vostri punti di forza?
Vendiamo un po’ di tutto, fumetti, gadgets, dvd, manuali per disegno, t-shirts… Il nostro punto di forza sono quelle che i soliti acculturati chiamano “graphic novels”: nel corso degli anni, abbiamo costruito un pubblico molto attento, paragonabile per certi versi a quello della varia, gente che quando viene da noi vuol vedere le nuove uscite per decidere cosa leggere, esattamente come quando si entra in libreria.

E... cosa vi manca, secondo te?
Ci manca un po’ di spazio, perché ci sono categorie di merce che proverei volentieri (qualche romanzo in più, soprattutto inerente il nostro target), e un sacco di materiale, magari minore ma non per questo meno interessante, che sono costretto a tenere in magazzino.


Incontri con autori: ne fate molti, ad occhio uno o due al mese. Come vanno?
Vale la pena? Il rientro è di immagine o anche economico?
Cerchiamo di non fare più di un incontro al mese, per evitare di inflazionare troppo la cosa e di gravare troppo sui portafogli dei clienti che seguono questi eventi, che al 90% sono sempre i soliti ogni volta. Di solito non vanno male, con punte altissime (quasi 90 persone in un pomeriggio per Zerocalcare!), e una buona media. Io credo che valga la pena, sia per l’immagine, sia per l’investimento che si fa sugli autori. Quando da noi venne Burchielli a presentare il numero 1 di DMZ, le vendite della giornata portarono ad un numero di abbonamenti alla serie più alto di quelli che avrei avuto senza l’incontro, quindi, anche se nell’immediato non sempre c’è il rientro economico, diciamo che spesso i conti tornano sulla medio-lunga distanza. E poi, se smettiamo di fare anche questo tipo di promozione, come qualche autore vorrebbe fare, magari perché infastidito dalla “giornata storta” di qualche collega (che può capitare a tutti!), come si vendono i fumetti? Alle fiere?

Cosa vi piace?
Personalmente leggo un po’ di tutto, non amo particolarmente il manga, con qualche significativa eccezione, ma non ho pregiudizi di alcun tipo. A me piacciono le storie, e il modo in cui mi vengono raccontate. Questo, per me, fa la differenza tra un buon fumetto e un fumetto da buttare.

Quali sono i problemi maggiori che incontrate nel vostro (nostro) lavoro?
Vediamo… disinformazione da parte degli editori, mancanza pressoché totale di promozione editoriale, concorrenza sleale alle fiere, distribuzione assolutamente insufficiente, assenza di reso, strumenti a nostra disposizione, tra web e cartaceo, spesso inutili… devo continuare?

Se avessi i tre desideri del Genio della Lampada, dove interverresti, nel nostro settore?
1) ingrandire la “torta”, che al momento, dati i numeri delle vendite del fumetto in Italia, ha più le sembianze di un pasticcino… sarebbe necessario un tavolo comune, con autori, editori, librerie e tutti gli addetti ai lavori, che si ponessero come problema l’allargamento della base di lettori. Personalmente, credo che il fumetto, per sopravvivere ed allargare i propri orizzonti, debba riuscire ad entrare nelle scuole, sia come possibile lettura, sia come strumento didattico. Da lì, sempre secondo me, si può partire per un consolidamento della base e l’allargamento del fronte dei lettori.
2) la promozione va fatta! E questo lo dico sia agli editori, sia agli autori stessi. Non crediate che, una volta disegnato il libro, o una volta stampato e distribuito, che il vostro lavoro sia concluso. Il lavoro inizia proprio in quel momento, quando il libro va portato per mano, e proposto alla gente, fatto leggere e fatto acquistare. Il libraio non può fare tutto da solo.
3) se davvero avessi un desiderio, ma di quelli grossi, vorrei un distributore che mi permettesse il reso della merce che ricevo, che avesse un magazzino capiente, o che riordinasse il materiale che gli chiedo in tempi accettabili, che risolvesse i problemi che via via si presentano senza bisogno di essere sollecitato più e più volte a farlo, che proponesse promozioni personalizzate e non ridicole, con un catalogo che non mi trattasse come un bimbominkia, ma come quello che sono, ossia un addetto ai lavori, possibilmente con una copia online da diffondere via mail a tutti i miei clienti. Vorrei anche un milione e mezzo di euro, un’auto veloce e un lasciapassare per Cuba. Quale dei miei desideri sarà più facile realizzare?

Augureresti a tua figlia di fare questo lavoro?
Potendo scegliere, anche no… Sceglierà lei cosa fare, senza alcuna forzatura. Se deciderà di fare questo, me ne farò una ragione come (immagino) se la fecero i miei genitori a suo tempo!


sabato 12 gennaio 2013

Time Machine #2: la piccola Annie e gli Zombi



Avevamo iniziato qui la nuova rubrica, poi sospesa per... mancanza di cataloghi d'epoca.
Fortunatamente, il buon Valentino Clementoni ci è giunto in aiuto, donandoci la sua collezione privata.
Per cui, da oggi ripartiamo, con l'invito a tutti di inviarci o portarci i vecchi cataloghi (più antichi sono, meglio è!), ma anche di segnalarci albi annunciati, mai usciti e mai cancellati ufficialmente.

Di cosa parla Time Machine? Lo chiariamo per quelli un po' duri: titoli annunciati eoni fa, e poi mai visti. E di materiale ce ne è: basta cercarlo!
Se è vero che ogni editore ha qualche scheletro nell'armadio, altrettanto si può dire del fatto che molti non riescono neanche a metterci i vestiti, nell'armadio, visti i metaforici mucchi di ossa che devono ingombrare scaffali e cassetti!



E come non iniziare col fumetto di qualità? E come non parlare di un araldo della qualità e, soprattutto, della tempestività nelle pubblicazioni? Ovvero... MAGIC PRESS!
Mega 148, ottobre 2009, pag. 53. Veniva annunciato il secondo volume di PLAYBOY'S LITTLE ANNIE FANNY, vero fumetto d'autore. Oggi, ben trentanove mesi dopo, sono caduti due governi, lo spread ha fatto l'elastico per centinaia di punti, ho una figlia che parla, cammina e tra poco si apre un blog, ho anche fatto tre traslochi, l'Italia del calcio ha rimediato una figuraccia ai mondiali ed un figurone agli europei e... quel volume ancora non si è visto...


Da un editore puntuale per eccellenza, ad un altro.
Stesso Mega, stesso mese, pag. 75: PVP - PLAYER VS PLAYER 2.
S'è visto?
Per non parlare, visto che siamo in tema Salda+Zombi, del mitologico THE DEAD, IL REGNO DELLE MOSCHE, annunciato (presumibilmente, visto che non ho il riferimento cartaceo) su Mega 160 dell'ottobre 2010 oltre due anni fa... vedrà mai la luce?

LE CHICCHE DEL MESE, by Magic Press (of course...)
Dal preistorico Mega 113, pag. 34: parliamo del novembre 2006.
ROMANO 1
WILDSTORM 1 NUOVA SERIE (WS 36)...
Qualcuno ci ha mai detto che non usciranno, su qualche catalogo?
Beh, ormai la quasi certezza la abbiamo...

Dall'editore che annuncia l'Absolute Promethea, perde i diritti, e per anni non dice nulla, come aspettarsi di meglio?

giovedì 10 gennaio 2013

11 gennaio 2013: DAW a Terni



Nonostante i buoni propositi di qualche tempo fa, domani tornerà un autore.
Sono stato convinto ad ospitare DAW, già vistosi da queste parti tre anni e mezzo fa, proprio dai suoi fan. Come linkato qui sopra, da qualche mese gli eventi si vanno diradando per una precisa scelta, sulla quale non intendo tornare.
Ma tanta gente mi ha chiesto di far venire DAW, e chi sono io per dire di no ai fan di cotanto autore?

Se venisse un decimo della gente che è in zona e che su FB tagga le vignette dell'autore, saremmo a cavallo... altro che Gibbons o Breccia!

QUI l'evento FB.

Saranno disponibili gli albi ed i gadget di A COME IGNORANZA.

Daw ed i suoi fan autoctoni da Antani Comics nel 2009... domani vedremo scene anche peggiori?

domenica 6 gennaio 2013

Le riserve fanno 20



Campionato USA di Football. Anno 1987.
Siamo quasi alla fine, e i giocatori iniziano uno sciopero per motivi contrattuali.

I Sentinels, che necessitano di far punti, ingaggiano un allenatore in pensione (Gene Hackman), ed un gruppo di ex giocatori che, per tanti motivi, non è riuscito a sfondare. Tutti fanno altri lavori: il neocapitano, Shane Falco (Keanu Reeves) addirittura lo scaricatore al porto.
Persino le cheerleader aderiscono allo sciopero, e gli unici rimpiazzi che si riescono a trovare in poco tempo sono... spogliarelliste!
Nelle poche partite rimaste, le "riserve" dimostreranno che, come dice il coach, "la grandezza, per quanto breve, un uomo la porta sempre con sé"...

Così è successo a dicembre.
I maggiori blogger italiani erano distratti dalle feste e così, dopo aver sempre navigato tra la posizione quarantaqualcosa e la sessantaqualcosa, il vostro blog preferito è diventato ben VENTESIMO nella classifica "top blog di fumetti ed illustrazioni" di Ebuzzing!
VENTESIMI. VENTI. ESIMI.
Per dirvi: il blog dell'amico Max è ventisettesimo, il miglior blog di informazione fumettistica, quello di Comix Factory trentacinquesimo.

Sicuramente un'enorme ingiustizia.
Ma, intanto, ci godiamo i dolci nella calza della Befana stando nell'ultima posizione della PRIMA pagina della classifica.

Post rilevanti, secondo Ebuzzing:
Le aste di NarniaFumetto 1;
Le aste di NarniaFumetto 2;
Il portfolio di Pino Rinaldi.


"Voi avete in mano un'arma straordinaria... non c'è nessun domani per voi!"
Sicuro?



E mi è anche ripresa voglia di rivederlo, questo film...
Quasi quasi...

venerdì 4 gennaio 2013

Quei "clienti" che...

Per tutti quei ragazzi, cosplayer, otaku, nerd, "veri credenti", che accecati dalla passione hanno deciso di aprire una fumetteria, perché fa figo, perché si parla di fumetti tutto il giorno, perché si fanno un sacco di soldi, una piccola guida: come si distingue il "cliente" dal "non cliente"?
Prima regola: si vede alla cassa. Il primo ci passa, il secondo se ne tiene bene alla larga.
Come se fosse la peste.
Facile, direte voi. Ma se io libraio volessi continuare la mia partita a Magic, o a leggere il fumetto vicino al termosifone, o spolverare (?) le mensole più alte, senza andare alla cassa ogni volta che entra qualcuno, come posso riconoscere chi non compra preventivamente, senza quindi perdere del tempo?

Ecco le tre regole d'oro.


Chi compra fumetti:

1-Non li fa cadere continuamente.
Non parlo del cliente (vero) che arriva con una pila di fumetti messi malissimo, e ne butta un paio, o di quello un po' maldestro che fa qualche danno scusandosi immediatamente. Parlo di quello che, con nonchalance, butta il cartonato da 40 euro e, mentre tu, negoziante, lo prendi al volo, lui si scansa ed urta l'Omnibus da 60 euro, tu ti tuffi e il figlio sovrappeso del suddetto si sta arrampicando su una mensola fatta per reggere qualche chilo...
Ovviamente, la riprova di tutto questo, è che il presunto cliente mai e poi mai si scusa, né - soprattutto - si offre di risarcire il danno. Ah.. perché... non lo sanno in molti, ma se un libro/fumetto cade (male) si rovina...

2-Non commenta la bellezza del negozio.
Anche qui, non parlo di quello che, pagando, o andandosene, ti fa "Comunque... davvero bel negozio: complimenti". No, quello è nella norma (modestamente). Parlo di quello che entra, generalmente non da solo, e si guarda intorno come se fosse al Louvre, o dal Papa, o a vedere del burlesque e, stupito dallo scorrere della vita, sentendosi parte dell'universo intero, che lo trascina in un vortice di bellezza e meraviglia, ti dice con aria sognante e voce profumata di mirtillo e lavanda: "Ohhhh... chebbello! Spettacolare! Questo posto è fantastico". Possibili varianti: "Comprerei tutto" (ndr... tra TUTTO e NIENTE ci sono moolte sfumature), "Ah... se ne avessi la possibilità", "Quando vinco al superenalotto torno qui!", "Ah... fammene andare, sennò...", "Ah, se ci passa mio figlio/nipote/cugino...", ed altre simili.

3-Non legge ad alta voce ogni titolo che gli scorre davanti agli occhi...
Passando con l'amica "MEMORIE DI UN UOMO IN PIGIAMA" davanti ai volumi esposti "BRACCIO DI CULO" non può fare a meno di urlare ogni titolo "CONAN MA NON E' IL MANGA" che gli/le capita davanti "LA DISPERAZIONE DELLA SCIMMIA", aggiungendo commenti e risatine "PORCO ROSSO", magari associandoli ad un/una amico/a.
Particolarmente recensiti da questo tipo di pseudocliente, gli albi dei Dentiblù, Rat-Man e i Super-Eroi, con commenti tipo "Ma escono ancora" oppure "Si, sono quelli del film".

Fate attenzione, che ne basta uno, di questi requisiti...