mercoledì 6 dicembre 2017

Oggi ho una fumetteria da 14 anni. E potrei raccontare di quando...

Sono stati giorni un po' convulsi: un bel problema informatico, le tantissime spedizioni (contando tutto novembre 2017 abbiamo superato già il 2016!), qualche acciacco stagionale... Anche per questo, oggi è passato in silenzio il fatto che il negozio di Antani Comics ha compiuto ben quattordici anni. A marzo festeggeremo i diciotto anni del sito e della nascita dell'attività: ma anche il traguardo odierno, viste le difficoltà economiche generali e quelle particolari del nostro settore, non può passare sotto silenzio...





Mi piace ricordare di quando, agli esordi, facevo nottata, con gli amici o da solo, per sistemare il negozio. O di quando passai ore ed ore a fotocopiare decine di migliaia di volantini. O delle serate a piazza Dell'Olmo, nelle quali improvvisavamo partite a pallone nella piazza deserta, o prendevamo il più piccolo della truppa, lo mettevamo in un carrello della spesa e ce lo lanciavamo. Mi piace ricordare i primi giorni: ero talmente solo, avevo talmente poco da fare, che ingrassai di svariati kg perché andavo a fare merenda al vicino bar. Mi piace ricordare i giorni vuoti: erano tanti, e mi hanno fatto bene. Mi piace ricordare i primi clienti, il primo abbonato, il centesimo fatto la vigilia di ferragosto. Mi ricordo con tristezza di quando andai a lavorare dopo aver seppellito la mia amatissima nonna, che avevo trovato morta un paio di giorni prima. Mi piace non scordarmi delle giornate passate al lavoro con febbre, polmonite o altri malanni, di quando tornai al lavoro solo una settimana dopo un'operazione. Mi piace ricordare dei traslochi: di quando lo feci con l'auto, una ventina di viaggi nella zona a traffico limitato con la municipale che sbagliò a scrivere la targa sul permesso e mi arrivarono venti multe! Di quando, per un paio di giorni, fui convinto di dover pagare una sanzione di ottantamila euro. Di quando facemmo l'ultimo trasloco, pochi giorni prima di quello di casa, con Aurora in arrivo. Di quell'autore che, pagato, per un evento pretese un'auto a noleggio, perché la sua era rotta. Di quello che ci provò con la traduttrice, di quello che all'ultimo non venne - giuro - per colpa di Obama! Mi piace ricordarmi di quell'autore che firmò mille stampe. Di quel cliente che piangeva sulla mia spalla per un problema di cuore, e pochi giorni dopo mi lasciava centinaia di euro di fumetti, mai pagati. Di quella che mi fece chiamare ed insultare del padre perché non voleva prendere delle cose prenotate. Dell'amico che mi fece il database del sito, gratis, di quanto ci abbiamo messo a riempirlo di contenuti! Dei tre Capodanno che festeggiai nel primo negozio con gli amici. Di quando feci centosessanta spedizioni in un giorno, perché un tempo le mettevo insieme in due mesi. Di quando morì un mio cliente ed amico. Mi piace ricordare di quando tornai al lavoro con un fiocco rosa. Di quando chiusi il negozio con un cliente dentro. Di quando, di ritorno da Lucca, telefonammo a Radio Deejay raccontando una esperienza assurda, o cantando Der Kommissar in italiano. O di quella volta che mi capovolsi col furgone. O di quando esplose una gomma o si staccò uno sportello. Mi piace ricordare di quando chiusi il negozio in fretta e furia per correre all'ospedale: tre giorni dopo ne uscii con Lorenzo. Mi ricordo del primo contratto di lavoro firmato dal lato del "datore".
Mi piace ricordarmi delle nottate e dei giorni di festa passati con gli amici a montar mobili, a sistemare i locali. Di quando l'ho fatto da solo, di tutte le tante volte che mi sono sentito solo, perché il negoziante è un lavoro fatto di solitudine. Mi piace non dimenticare anche le brutture: perché fanno parte della mia storia e della storia di chi c'è sempre stato o si è aggiunto all'ultimo minuto. Mi piace ricordarmi che le tante persone orrende, stronze, scorrette, maleducate, non sono che una piccola percentuale dei fantastici clienti, amici e conoscenti coi quali ho interagito, in negozio o online, in questi anni. Dei fantastici amici che ho trovato.
Mi piace pensare di fare un lavoro difficile, ma di essermelo scelto e di averci messo tutto il talento, l'impegno e l'amore che ho.
Mi piace pensare che questi quattordici anni siano i primi, non gli ultimi.
Ma che, un giorno, potrei anche fare altro. Perché non sono questo lavoro.

Mi piace pensare che, leggendo questo post, molti di voi si siano rivisti.
Mi ricordo con dolcezza di Dino ed Otello che non ci sono più.

E sono quattordici...


Quanto scritto qui sopra corrisponde quasi sempre più o meno alla verità.
Nessun animale è stato maltrattato per realizzare questo post o altri di questo blog.
Eventuali infrazioni di leggi o regolamenti vigenti in Italia sono frutto di fantasia.

7 commenti: