martedì 2 aprile 2019

"Quanno se scherza, bisogna esse seri!": da #DCItalia a #MercurioLoi

Quando anni fa annunciammo Stan Lee e Steve Ditko a Romics, molta gente ci cadde con tutte le scarpe. Addirittura ci fu un addetto ai lavori che prenotò un albergo e organizzò appuntamenti di lavoro per esserci. E si incazzò di brutto.
Poi abbiamo annunciato l'edizione economica di V for Vendetta e Watchmen, con Alan Moore al Comicon, o Watchmen 2 di Dave Gibbons, o tutto Kirby in edicola generando risate, commenti divertiti, ma facendoci cadere tante e tante persone.

Quest'anno ci siamo limitati a dire la nostra sulla serie TV di Mercurio Loi e su DC Italia.


Ogni anno è più difficile farlo, ma ci piace continuare a provarci, perché ci piace scherzare, fare (e subire) scherzi: e siamo bravini a farlo, viste anche le - infondate - minacce di querela che abbiamo ricevuto in passato.

Ridere prendendo in giro gli altri: cerchiamo di avere "il gusto difficile di non prenderci mai sul serio". Forse a volte pretendiamo troppo: ma d'altronde tirar fuori bufale in un giorno in cui tutti se lo aspettano, e riuscire a farci cadere qualche babbeo ingenuo lettore, non è così facile.

Il pesce d'aprile è questo: forse all'estero è una istituzione un po' più diffusa. Ma che male c'è, se danno non se ne fa? Oltretutto, lo scherzo è una delle poche cose, forse l'unica, nel quale pretendiamo la massima serietà: d'altronde, lo diceva anche il nostro maestro, il marchese Onofrio Del Grillo, che quando si scherza bisogna esser seri, no?


Sicuramente è un mio limite, ma trovo davvero insopportabile l'atteggiamento di chi ti rovina lo scherzo: come quando fai un photobombing... tu ti metti dietro ai tizi fotografati, e chi scatta, invece di far finta di nulla, segnala che "stai facendo uno scherzo". Vedere per credere, soprattutto alle varie fiere di fumetto, con tanto di incazzatura del cosplayer di turno...




Sui social è così: molti si sentono in dovere di svelare lo scherzo, di commentarlo.
Magari per paura che qualcuno pensi che sono così scemi da esserci caduti, nello scherzo, si commenta seriosi: "ma è un pesce d'aprile". Invece di contribuire a diffonderlo, si mandano in vacca le già scarse possibilità di "venderlo" a qualcuno.

E proprio vero: "A via de Li Banchi Vecchi non se po' piscià in pace?"...

5 commenti:

  1. A me i pesci d'aprile non piacciono.

    Quando leggo una notiza voglio che sia tale, tutti i giorni dell'anno, il primo aprile non fa differenza tranne per il fatto che è pieno di balle e navigare tra notizie vere e false in quel giorno è quasi impossibile.

    Magari quacuno si diverte ma per me una cosa simile è uguale identica ad una fake news e come tale dovrebbe essere trattata e se con lo scherzo fai danno a qualcuno che ci cade, beh, dovresti dessere legalmente responsabile della cosa.

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    1. se ora vado sotto casa, e faccio esplodere dei botti, viene la polizia.
      se lo faccio il 31 dicembre, no.

      cosa cambia?
      Il contesto è tutto...

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  2. Se qualcuno li chiama vengono anche il 31 Dicembre e ti puniscono ugualmente se stai facendo qualcosa di sbalgiato.

    La fake news è fake news, anche il primo aprile, il "contesto" non cambia un eventuale danno arrecato a qualcuno.

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    1. il contesto cambia tutto. trovami una causa fatta per un pesce di aprile, altro che fake news. Che, tra l'altro, non danneggia nessuno...

      ps: il prossimo 31/12, provaci a chiamarli i vigili...

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