giovedì 8 novembre 2018

Tanto paga un altro!

Un po' di tempo fa, una vendita su una grande piattaforma online.
Il pacco non è in ritardo, ma il cliente chiede maggiori informazioni, anche se gliele ho già inviate.

Gli fornisco tutto.
E' preoccupato perché il pacco è nelle mani di Poste Italiane.
Lo rassicuro.
E mi racconta che recentemente gli sono arrivate delle "buste vuote". Gli chiedo spiegazioni, e mi spiega che alcuni pacchi erano privi di contenuto. Mi meraviglio e gli chiedo se ha fatto denunce, mi risponde: "Tanto paga Amazon"...





Ci rimango un po' male: ti rubano dei pacchi, e mi dici che non c'è problema perché paga qualcun altro?

Gli faccio presente che non è "Amazon" che paga, ma i singoli venditori. O comunque qualcun altro: perché far pesare il tutto su altri soggetti quando c'è qualcuno che - probabilmente - ruba, e non denunciare quest'ultimo? Aggiungo anche che, con tutta probabilità, come spariscono i libri, può succedere lo stesso ad altre tipologie di posta: di minor valore economico, magari, ma comunque utile.

Sembra non interessargli: "Aspettiamo e vediamo se arriva", mi fa.

Lascio correre, ovviamente.

Ma tutta questa storia è paradossale: il fatto che il cliente abbia sempre ragione, il volerlo blandire a tutti i costi, il dargliela vinta anche quando palesemente ha torto, e magari pretende con prepotenza di avere rimborsi che non gli spettano, non lo tutela, ma lo educa a essere sempre più insistente e magari maleducato quando non ottiene ciò che vuole. 
Ovviamente questo non riguarda tutti i clienti, ci mancherebbe: nel 99% delle transazioni non ci sono problemi e tutto fila liscio. E, spesso, anche quell'1% che presenta ritardi o disguidi si può risolvere  facilmente. Ma qualche volta, purtroppo, capitano le pretese assurde: come quel cliente che chiede un rimborso, per un pacco che non gli sarebbe arrivato. Fa un reclamo, ma il venditore dimostra - grazie alla tracciatura - che gli è stato consegnato, addirittura producendo la firma della ricezione. E che succede? Il sistema, pur di non dare torto al cliente, da ragione ad entrambi! Il venditore non ci rimette nulla, il compratore viene rimborsato.

E' questo l'assurdo: si da sempre ragione al cliente, e spesso torto al venditore.
Ma mai, mai, è il primo a rimetterci quando sbaglia!

Ora: è giusto che chi compra sia tutelato: da venditore cerco sempre di farlo al meglio, rispondendo alle mail a ore assurde, agevolandolo nell'acquisto, cercando di essere sempre disponibile, sia in negozio che online. E rimborsando quando sbagliamo.
Ma, allo stesso tempo, pretendendo rispetto per il lavoro che svolgiamo, sia esso il mio o quello di un dipendente.


Recentemente parlavo con un amico che non vedevo da anni: la sua compagna, che ha lasciato il corriere per cui lavorava perché lo stipendio non era conveniente, non riusciva ad avere la liquidazione. "Se ti pago, chiudo", la pretestuosa motivazione dell'ex datore di lavoro.
Scusa assurda.
Ma mi ha fatto venire in mente una cosa: dal corriere o dalle poste private, cerco di spuntare la tariffa migliore e più economica, proprio per reggere la concorrenza online di tante piattaforme, che spediscono a costo zero. E, detto tra noi: spesso gli stessi corrieri lavorano in perdita, pur di tenersele come clienti.
Chi compra da questi grandi venditori, giustifica tutto questo circo: che poi porta i dipendenti dei corrieri a lavorare male, fare turni massacranti, magari perdere il lavoro, o dimettersi, perché troppo gravoso o antieconomico.

Un circolo vizioso. Pensiamo al fatto che, da clienti, pretendendo di avere sempre ragione, carichiamo il torto sulle spalle di chi lavora. E, alla fine, di noi stessi...



2 commenti:

  1. Io il discorso firme però non lo comprendo più.
    Una volta si firmava quasi sempre, orma mai.
    In un centinaio è più di pacchi l'anno mi fanno firmare solo quelli che in cui mi chiedono soldi per lo sdoganamento.
    Il resto zero, e parlo di pacchi con tracciature, di 3-4 corrieri e di poste italiane, non delle spedizioni non tracciate.
    Per carità mi va bene così ma mi chiedo se uno volesse fare il furbo come fa il rivenditore tramite il corriere a dimostrare la reale avvenuta consegna ?

    Sulla liquidazione viviamo in una società malata, quei soldi andrebbero conservati dalle aziende non usati per propri comodi per poi trovarsi in momenti di carenza di liquidità a non provvedere al pagamento.
    Aziende del genere non andrebbero solo costrette a saldare, ma anche multate severamente e l'amministratore andrebbe estromesso temporaneamente dall'incarico.

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  2. firma: non so. mi sono fatto l'idea che paghiamo sempre meno per le spedizioni, quindi ci troviamo di fronte incaricati che devono lavorare tanto, consegnare di corsa e prendono poco. Ergo: turn over veloce, competenze e motivazioni scarse.

    liquidazione: tutto bello in teoria. ma di fatto di liquidità ce ne è poca. Ricorri alle banche che ti impiccano?

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