domenica 12 aprile 2020

L'Uovo di Pasqua 2020

In queste settimane di quarantena, abbiamo lavorato ugualmente, per fornire consegne gratuite e spedizioni a tutti i clienti.

Personalmente, sono stat giorni molto faticosi. Sono potuto stare a casa più del solito, ma il lavoro online è stato impegnativo, soprattutto come assistenza. Come impegnativo è stare in negozio a far pacchi, ma senza il calore "fisico" dei clienti che ci mancano di brutto.

Due sono le cose che mi hanno dato forza. Le tante mail, i tanti messaggi anche solo di risposta agli ordini. I whatsapp di genitori che facevano leggere per la prima volta qualcosa ai figli, o le persone sole in casa che ci ringraziavano. Chi aveva un disguido - quasi normale in questi tempi difficili - e comunque pazientava e capiva. Poche le polemiche o le frasi fuori luogo.

La seconda è stata la normalità della vita quotidiana.
Essendo in famiglia quello che doveva uscire di più, mi sono occupato quasi da solo di spesa e qualsiasi altro "giro" necessario: ed ho riscoperto l'alimentari vicino casa, quello dove compravo il panino con la cioccolata a fette prima di andare a scuola, che per l'occasione faceva consegne nel quartiere. Gestione familiare, protezioni di fortuna. Ma una vera fortuna per chi abita in zona e non poteva uscire.

Il ferramenta, sprovvisto di tutti gli apparati di sicurezza, che mi ha consigliato i materiali per fare le mascherine, quando non le trovavi neanche online.
Il forno dove passavo quasi quotidianamente tornando dal negozio, i ragazzi coi quali si parlava di affari, salute e misure governative, pane e crostatine per i figli.

E vedere i tanti cartelli di prossime riaperture, per date ormai fissate settimane fa.
Molti di quei cartelli rimarranno li per mesi, anni. Forse per sempre.

Tutto questo mi ha fatto riflettere sul ruolo del commercio, del mio lavoro.
Sulla fortuna (e, perché no, bravura) nell'aver sempre mantenuto e investito nell'online.
Su tanti colleghi in difficoltà.

Settimane durante le quali abbiamo parlato con editori e distributori per trovare soluzioni...


Ma la cosa più evidente che è venuta fuori, che è un po' la salvezza e la condanna della nostra categoria, è che dai guai dobbiamo tirarci fuori da soli. O si è una attività che può permettersi di stare chiusi per un po', magari per tipologia merceologica o di mercato, o per "riserve" proprie, oppure due mesi di chiusura possono essere la pietra tombale del nostro lavoro.
Altrimenti l'unica soluzione che c'è è rimboccarsi le maniche: perché le soluzioni del Governo, al momento, sono poche, dilatorie e al momento insufficienti.

Il che, come dicevo, può anche essere la salvezza: reinventarsi, non fermarsi, fare tutto quello che si può per rimanere a galla. Come la titolare di una gelateria del centro, che fa consegne di ottimi prodotti, o il corriere che mi scrive per reclamizzare una cantina con un'ottima carta di vini, sconto e consegna a casa.
Quello che prima facevano solo App, catene e pizzerie o ristoranti, ora provano a farlo tutti, anche in una realtà commercialmente depressa come Terni.


E in tutto questo è desolante vedere il poco fatto dal mondo del fumetto.
Dopo i botti iniziali, fuochi fatui, tra editori e distributori sono pochi ad aver fatto proposte concrete e utili. Ne parleremo meglio, ma sottolineo con piacere Eris, Canicola, Inkiostro. Non dei generici "se serve ci siamo", ma cose reali, proposte e realizzate.

Perché è chiaro: se sei nel sistema e vuoi fare, oggi hai tutti i mezzi per contattare in autonomia negozi e quelle che pensi siano parti bisognose o da tutelare. Come Rob Liefeld o altri autori, che negli USA hanno venduto tavole e opere per sostenere negozi, o DC Comics che ha donato una cifrona alle fumetterie.

Non come si fa da noi, dove di aiuti o proposte concrete e definite, come dicevamo, ufficialmente ancora non si è visto nulla, da parte dei nostri partner commerciali. Ed è un vero peccato, perché se non ora, quando?

Tranne fumetterie.com.
Ci ho pensato molto: ho apprezzato più volte pubblicamente e privatamente il lavoro di un distributore come Manicomix, ma questo sito non mi va giù.

Un sito dedicato alle fumetterie, cui va una percentuale del venduto collegato al codice dei negozi iscritti, che dovrebbero convogliare sul portale i propri clienti.
Non mi va giù perché non ha logica: se hai un tuo online, vendi con quello.Se non lo hai è l'occasione per farlo: eBay, ad esempio, offre UN ANNO di account gratuito a chi si iscrive. E con pochi giorni di lavoro può mettere in piedi un business che ti può portare molto in termini di fatturato anche nel breve periodo.
Ma se un online non ce l'hai, non hai clienti da convogliare sul portale di altri.
Fai solo pubblicità gratuita a un tuo concorrente, mentre hai un negozio, magari senza novità, ma pieno di cose vendibilissime. O, se serve svendibilissime. 

Perché Manicomix, come tutti i distributori e quasi tutti gli editori, è un competitor dei negozi che rifornisce. E' l'unico a vendere con uno sconto fisso - il massimo previsto dalla legge - su un altro portale, e da sempre.

Perché non capisco come un negozio possa contribuire al lancio di un portale che gli fa concorrenza, che sarà pure temporaneo - intanto non chiuderà con la riapertura dei negozi, ma genericamente alla fine della pandemia - ma intanto esiste.

Perché l'unica soluzione che i distributori hanno è vendere direttamente ai nostri clienti.
La soluzione per tutto, a quanto pare.
Senza preavviso alcuno, senza una fase di proposta o richiesta di consulenza, o collaborazione, in un mese in cui alcuni di noi hanno passato svariate ore al giorno - e per passione, pura passione - al servizio dell'Associazione Fumetterie e nel trattare coi distributori per trovare soluzioni.

Perché se vuoi fare qualcosa coi negozi, con imprenditori che hanno una propria attività, la proponi, abbozzi e concordi con loro e/o chi li rappresenta. Ci parli, senti i loro pareri e poi eventualmente procedi: non dai un piano già fatto e deciso, facendolo sembrare un regalo, quando porta comunque clienti e liquidità alla tua azienda.

Questo uovo di Pasqua è andato indigesto a molte fumetterie.
Cari lettori, clienti, appassionati: se volete aiutare un negozio, comprate dal suo online.
Se non ce l'ha, contattatelo direttamente, e fatevi fare una consegna, o chiedetegli di tenervi da parte quello che volete o cercate.

Editori: pensate bene a quali progetti sostenete.
Autori: fate la vostra, contattate una delle tante fumetterie che conoscete, magari regalategli qualche originale da vendere.
Le fumetterie non devono andare avanti per pietà o carità, ma perché sono il tessuto base del settore, soprattutto in un anno senza fiere. 
Se volete consigli o idee su come aiutare, contattate l'Associazione Fumetterie, ALF, o un negozio di vostra fiducia. Stiamo lavorando, e tanto,  e crescendo, e tanto.


Buona Pasqua.

4 commenti:

  1. Personalmente da lettore ne sono contento.
    La mia fumetteria non ha uno store online. Quindi questo è al momento l'unico modo che ho di poter ricevere le ultime novità e comunque una percentuale della spesa va alla mia fumetteria.
    Mi stranisce solo non trovare parte del materiale uscito di recente nelle edicole per Panini...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusami, ma non puoi ordinare loro le uscite e fartele consegnare?

      Elimina
    2. Eh... purtroppo la mia fumetteria è chiusa e resterà chiusa ancora per non si sa quanto tempo.

      Elimina
    3. peccato. di loro di informarsi per le consegne a domicilio

      Elimina