giovedì 6 febbraio 2020

Tra fiere, librerie e online: dove vanno i lettori?

Detto e ridetto, non è un mistero.
I lettori calano, si legge sempre meno, e si pubblica sempre di più.
Per vari motivi, con varie modalità, per un editore è necessario produrre libri, fatturare, per tenere in piedi una attività, finanziandola con nuove entrate.

Da una ricerca Istat, appare chiaro come negli ultimi dodici anni il commercio online sia passato dal 3,5% al 24%, mentre sia le librerie che la grande distribuzione hanno perso il 10%.

Negli ultimi cinque anni sono morte oltre duemila tra cartolerie cartolibrerie.



Si legge in meno, e paradossalmente le attività che sopravvivono lo fanno perché si è anche in meno a vendere! Ma poche librerie fanno diminuire ancor di più il numero di lettori, in una spirale viziosa che non porterà a nulla di buono.


La grande distribuzione è stata una chimera: come alcuni editori, c'era chi pensava che lo sconto potesse essere uno strumento di promozione. L'unico da usare per chi non ha idee e competenza.
Invece, evidentemente, piazzare scaffali con libri e fumetti a caso, senza la minima assistenza o un supporto decente, non ha portato risultati.

Per le librerie è diverso: il calo c'è, ma il servizio che offrono in alcuni casi, può fare la differenza.

L'online è una risorsa per molti lettori: non tutti hanno una libreria sotto casa, ma non si possono mettere nella stessa categoria i siti dei negozi, che offrono ANCHE questo servizio, con Amazon e gli altri grandi competitor, che riescono ad offrire sconti e spese ridotte, quando non pari a zero.

Allo stesso tempo, le mostre mercato si sono evolute: le piccole vanno sparendo, le grandi crescono sempre di più come ingressi, ma non come vendite degli espositori. Tutte puntano sempre sul fumetto dal punto di vista dell'immagine, ma sempre meno come contenuti: largo a cosplayers, videogiochi, gadgets anche non originali, cibo di vario tipo, accessori dei più strani.

Il risultato: le manifestazioni, da "Comics &..." sono diventate "& Comics" quando va bene. Il fumetto na visto ridursi spazi e vendite, gli editori portano novità e autori, e molti espositori si riciclano sull'usato e sul gadget. E' raro vedere stand di librerie che espongono solo novità o comunque fumetti nuovi.

Il cliente giovane si rivolge quasi esclusivamente all'online, in particolare ad Amazon.
Il che lo porta a ordinare a colpo sicuro: solo ciò che cerca e conosce.
Mentre prima, nelle fumetterie o in fiera, si poteva spulciare, quasi "gustare" anche qualcosa di nuovo, ora questo si perde: ci sono le scan online per poter vedere, c'è Amazon per comprare.

I "vecchi", al contempo, rimangono spesso legati all'acquisto "fisico": ma solo di quello che conoscono e leggono da tempo. Andando però di persona a effettuare acquisti, possono ancora esser catturati da un titolo che li incuriosisce.

I primi, che sono il futuro della lettura, sono sempre più avulsi dall'acquisto come esperienza "fisica": ricordo che anni fa, quando le fiere ancora funzionavano, era molto più facile dare consigli, ma anche imparare qualcosa da chi ti stava davanti. Oggi diventa più difficile: perché se è vero che anche l'online è una esperienza arricchente per entrambi, se passi attraverso Amazon, anche se chi vende è un negozio del Marketplace (l'area del portale dedicata ai negozi privati) non c'è quasi per nulla uno scambio.

Ed è questo che preoccupa maggiormente: passi chi ha un gusto "formato" da tante letture, fermo restando che un luogo fisico come una libreria è sempre valido. Ma per un giovane che si è appena affacciato, magari a Lucca Comics o grazie a Youtube o a un passaparola, quale può essere il veicolo di nuove letture? Se non c'è un luogo "fisico", negozio o fiera che sia, o virtuale, necessariamente una libreria online, in cui raccogliere consigli, nel quale parlare con chi si occupa dei tuoi gusti, come fai a coltivare le tue passioni, a fare nuove scoperte?

Ricordo con piacere le tante chiacchierate fatte a Lucca Comics in versione "vivibile", quando non a qualche fiera "minore" (come presenze, non per qualità di pubblico o vendite) con consigli dati e ricevuti; ma anche le ore passate davanti al pc a fare liste per i clienti che chiedono.
O su qualche forum o gruppo FB.

Ma tutto questo si perderà, se le fumetterie non tornano ad essere luoghi di incontro e confronto.
Le fiere hanno perso questa connotazione, almeno in parte, quando hanno scelto di marginalizzare il fumetto, almeno negli spazi; Amazon e i grandi portali di vendita online non la hanno mai avuta e non possono averla nelle intenzioni. Rimangono le librerie, che sicuramente in passato sono state maggiormente un luogo di ricerca e crescita, di scambio e confronto.
Cosa che abbiamo perso, probabilmente per colpa dei social e dell'isolamento che portano gli smartphone, ma anche per la difficoltà che abbiamo noi librai nello stare al passo coi tempi, studiando e investendo su noi stessi.

Ora, con la nuova legge sulla lettura, sarà forse il caso di tornare a investire nelle librerie, puntando sulla qualità delle vendite, sulla fidelizzazione e sul servizio: chi lo fa da sempre sarà avvantaggiato, ma non è tardi per iniziare.

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