mercoledì 30 ottobre 2019

Una crepa in #LuccaComics - #LuccaCrepa

Sappiamo tutti cosa è Lucca Comics.
Una festa per i più.
Lavoro per tanti.
Una occasione di guadagno vero per pochi.

Personalmente lo so bene: da anni.
Nel 2011 Antani Comics, senza spiegazioni, fu esclusa dalla manifestazione.
Da allora, non siamo più rientrati, per nostra scelta. Abbiamo fatto #LuccaFuori, esperienza poi finita perché non possono chiederti tre o quattromila euro per un negozio semi diroccato per quattro giorni. In nero.

Mano a mano, Lucca è diventata preda dei grandi marchi: dove una volta c'erano (anche e soprattutto) negozi e piccoli editori, ora è uno scorrere di padiglioni griffati con nomi altisonanti.
Ho una attività e capisco il lato economico, non insultate la vostra intelligenza credendo che parli di "cultura" o "impegno" non considerando il lato commerciale: ma si può tenere quest'ultimo come fine, rispettando leggi e dignità di chi lavora, dipendente o imprenditore che sia.


Leggete qui sotto, condividete (il comunicato) e NON condividete (l'operato di chi ha colpa di ciò).





Comunicato stampa di Lucca Crepa - 26 ottobre 2019 
Ci identifichiamo come Lucca Crepa, in opposizione a coloro che negli ultimi anni hanno reso Lucca Comics&Games una manifestazione unicamente incentrata sul guadagno economico per poche persone. Chi siamo? Siamo cittadini lucchesi, studenti, lavoratori, soprattutto ex dipendenti di Lucca Crea, l’azienda che gestisce ed organizza Lucca Comics. Ci siamo riuniti nelle ultime settimane e abbiamo concordato che nel nostro amato Lucca Comics qualcosa non va, si è appunto creata una “crepa”. Questa crepa parla di una manifestazione che, anno dopo anno, ha incrementato i propri utili fino a sfiorare i 20 milioni di euro riuscendo contemporaneamente a dimezzare gli stipendi dei lavoratori. 
Lavoratori. Ragazzi e ragazze molto spesso giovani, lucchesi. Nostri amici, figli, fratelli o sorelle. Lavoratori stanchi di essere presi in giro da pochi signori che dai loro salotti decidono di definire la nostra protesta “strumentalizzata”. Lavoratori stanchi di essere pagati 4,60€ all’ora, quando va bene. 
Quanto guadagna un lavoratore presso Lucca Comics&Games? Un “felpato”, ossia operatore di fiera a tutti gli effetti, viene pagato 4,60€ all’ora, ossia meno di un panino per un’ora di lavoro. Almeno 10 ore al giorno, senza pranzo o cena, che si dovrà pagare. Senza parcheggio, che si dovrà pagare. Senza alcun servizio igienico dedicato. Un guardiano notturno avrà peggior sorte. Si tratta infatti di una paga netta di 3,40€ orari. Al solito senza pasti, servizi igienici dedicati, parcheggi eccetera. Incredibile che una fiera capace di fatturare milioni di euro in utili possa proporre questi compensi a centinaia di lavoratori. 
Come Lucca Crepa abbiamo deciso di dire basta a tutto questo. Lucca Comics&Games è patrimonio della nostra città e di tutti i cittadini lucchesi; vogliamo che a beneficiare di questa manifestazione siano tutti i cittadini, tutti i lavoratori, tutti i lucchesi. Non possiamo permettere che la nostra manifestazione più importante equivalga ad enormi guadagni per pochi (e soliti) cittadini, mentre tutti gli altri debbano accontentarsi delle briciole. Un gruppo di nostri sostenitori, ex dipendenti di Lucca Comics, nella giornata di venerdì 25 ottobre ha provveduto ad eseguire un volantinaggio presso la consueta consegna delle felpe, tenutasi nella Chiesa di S. Francesco a partire dalle 16:30. In un paio d’ore abbiamo parlato con decine di giovani, i quali hanno manifestato il loro disappunto per la ridicola situazione retributiva. Alcuni di questi si sono rifiutati di firmare il contratto e se ne sono andati. Lucca Crea definisce sui giornali come “fredda” la risposta dei dipendenti alla nostra protesta; la loro celerità nel prendere posizione ci fa capire che siamo sulla strada giusta. 
In ugual misura Lucca Crea e amministrazione comunale si sono resi partecipi di questo scempio sulla pelle dei cittadini, e adesso stanno passandosi le colpe dicendo che non è loro responsabilità. Un ping-pong continuo di scuse per far credere alla cittadinanza che non esistano soluzioni. Da due anni rimandano la questione, da due anni ci dicono che “vedremo il prossimo anno”. Il prossimo anno è arrivato, e non basteranno intimidazioni o falsità rilasciate a televisioni o giornali per fermarci. Le cose sono cambiate, e riteniamo che anche nei palazzi se ne siano accorti. 
Lucca Crepa
26/10/2019

Non credo di essere l'unico che ha ancora la forza di indignarsi...

2 commenti: