sabato 21 aprile 2018

Romics 2018: una recensione tardiva

Premessa: la preparazione del Comicon e delle successive fiere primaverili ha preso più tempo del previsto. Qualche acciacco ha fatto il resto.
Non sono solito pubblicare post "tardivi", ma penso che qualche riflessione (seria, mica come questa!) su Romics e sulle fiere "grandi" in generale faccia sempre bene.




Romics si spiega tutta in certi comportamenti dei suoi utenti: se arrivi alle otto di mattina per prender posto per il parcheggio, quando la fiera apre alle dieci, e solo per risparmiare il costo del parcheggio (e le due ore buttate?); se giri ore ed ore per una fiera, teoricamente di fumetto, ma che ha di tutto e di più, da Euronics a gadgets - originali o falsi - di tutti i tipi, cibo - per lo più indecente - con grande assortimento e varietà... e già parti con l'idea di non comprare nulla; e se questa è la maggioranza degli utenti, come si può pensare di trarne qualcosa di buono a livello di incassi?

Perché, meglio chiarirlo: Romics sarà anche una manifestazione che fa il pienone - anche se quest'anno non mi sembra di aver visto tutta questa gente - ma di "clienti" ce ne sono davvero pochi. Tanti, tantissimi, passano guardando distrattamente. Alcuni chiedono, ma quasi nessuno compra.

E questo vale non solo per il sottoscritto, né per i colleghi del fumetto: ma un po' per tutti.
Cibo escluso (forse).

Andiamo con ordine.

Il primo giorno è stato quasi totalmente inutile. Per dire: ero da solo allo stand, ma sono andato al bagno ben quattro volte. E ho pure mangiato un paio di volte!

Giorno due.
Pubblico in crescita, affari anche.
Non ci voleva molto, visto che il giovedì ho fatto il primo scontrino nel primo pomeriggio.

Certo, diranno in molti: si sa che il giovedì ed il venerdì si lavora poco.
Ma è un commento superficiale: mi aspettavo poco, non quasi niente. E i costi che ho con lo stand, coi dipendenti che rimangono in negozio e tutto il resto sono gli stessi degli altri giorni!

La cosa un po' inquietante, poi, è che più o meno tutti i giorni, ma in particolare i primi due, in un momento imprecisato tra le 17 e le 18, la fiera muore: i pochi acquisti diventano zero, anzi se non stai attento vieni pure punito da qualche ladruncolo. Molti stand, addirittura, chiudono abbondantemente una mezz'ora prima.




Sabato e domenica, poi, non sono stati così eccezionali: anzi, sembravano dei giovedì o venerdì particolarmente buoni, quando in altre edizioni generalmente incassi il doppio nel fine settimana, rispetto alle prime due giornate...


Alcune considerazioni personali: indubbiamente non ha pagato il cambio di tipologia di stand. Molto più collezionismo, con tanti albetti supereroistici italiani e tanto materiale originale USA. No manga, essenzialmente perché il nuovo ce l'hanno tutti, e ad una fiera del genere per far cassa devi portarne tanto, rischiando e aumentando i costi per avere comunque un margine basso.

Da un lato sono soddisfatto per la risposta avuta visto il cambiamento notevole e repentino: dall'altro mi aspettavo francamente qualcosa di più, ovvero appassionati e collezionisti che sono mancati.
E questa è la nota dolente: come dicevo prima, tanta gente che viene in fiera solo a vedere.
Non credo per problemi economici: Romics, tra ingresso e costi di cibo e parcheggi, non costa poco. Il fatto è che, da un lato, Roma è piena di fumetterie, chioschi, librerie dedicate al fumetto. Trovi di tutto. Dall'altro, molti appassionati stanno disertando questa manifestazione, che diventa sempre minore nel panorama nazionale, perlomeno a livello di dimensione legata al fumetto.

Certo: come "evento" la crescita è continua. Tanti padiglioni, tantissimi stand, e complessivamente tanti soldi che girano. Ma i costi sono altissimi, e io ho sentito più di un collega poco soddisfatto.

Una curiosità che ho notato, per chi sostiene che gli allegati editoriali vendono, è che in diversi stand c'erano molte offerte del genere...




Insomma: uno "stop" che non mi è piaciuto molto, dopo un paio di Romics buone.
Magari è solo episodico, magari è un nuovo trend da esaminare e valutare.

Certo è che gli incassi di una decina di anni fa sono ben lontani.



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