domenica 24 aprile 2016

E tu da che parte stai? Riflessioni a margine del Comicon

Partito da Terni giovedì mattina, con un gran mal di testa ed in ritardo, arrivato con la febbre, e trascorso tutto l'allestimento e la prima giornata di fiera con una temperatura corporea di quasi trentanove gradi, oltre a lavorare a distanza per negozio ed online, con condimento di una connessione problematica in albergo, capirete che per qualche giorno la mia priorità non sia stata il blog.

E dire che sono stato fermato da molte persone, che mi hanno fatto i complimenti per questo spazio: allo stand, in giro: in tanti seguite e apprezzate. In particolare, mi ha quasi commosso un ragazzo, che mi ha riconosciuto - ero senza maglietta "Antani Comics", eppure mi ha fermato mentre stavo morendo su una panchina, in attesa che aprissero i cancelli il primo giorno di fiera - chiedendomi alcune cose, e preoccupandosi anche per le mie condizioni.

Devo dire che mi fa piacere, e che non avrei mai pensato, quattro anni e mezzo fa, che questo piccolo blog potesse diventare un veicolo di informazione così importante: se ne parla, lo si cita, e sono felice di provare a contribuire a cambiare un po' le cose che non vanno in questo settore.

Questo post non ha un tema preciso, se non alcune riflessioni sparse su distribuzione ed altre cose che mi sono venute in mente in questi giorni dell'ottima fiera partenopea...
E manca una piccola/grande novità della quale non posso ancora parlare, ma che uscirà in settimana, se tutto va bene.



Ieri, mi è "sfuggito" questo post su FB:

Una decina di anni fa, svariati editori accusavano le fumetterie di essere "naruterie" o "edicole", perché esponevano solo manga, e tenevano pochi arretrati. Come le edicole, appunto.
Inutile dire che era una bufala, almeno nella maggior parte dei casi.
Oggi, le politiche di editori e distributori, tra allegati editoriali in edicola e spinta promozionale rivolta solo alla varia, stanno facendo si che le accuse di allora, si siano trasformate in profezia. Unite all'improvvisazione e faciloneria con cui molti aprono una attività (e qui c'è una non piccola responsabilità di chi l'ha sempre fatto sembrare un gioco "facile come bere un bicchiere d'acqua"), sta portando verso l'estinzione un intero settore, quello delle fumetterie.
Sinceramente, e lo penso ormai da anni, è difficile vedere un domani per chi fa il mio lavoro, stretti tra Amazon (che gli editori servono a condizioni innominabili), fornitori che ti fanno concorrenza spietata, spesso sleale, in fiera, clienti che vedono piovere allegati editoriali in edicola, a prezzi di un decimo rispetto all'edizione da libreria.
Non raccoglierò "mi piace" come chi fa selfie o scala le classifiche delle vendite in libreria - anzi mi aspetto pure commenti critici a valanga - ma questo è il semplice sfogo di chi fa questo lavoro da sedici anni, e ogni volta che viene in una grande fiera, vede e sente porcate di ogni genere. E che non si limita a criticare e fare post, vi assicuro, ma lavora spesso fino alle 2 di notte per portare la pagnotta a casa ed offrire ai clienti il miglior servizio possibile...

C'è tutta una nuova generazione di lettori, per i supereroi.
Ragazzi (e ragazze!) che cercano Devil per il telefilm, addirittura vecchi Capitan America & I Vendicatori, invendibili fino a pochi anni fa, Flash Play Press. Li vedono in TV o al cinema, vogliono conoscerli anche (e meglio) sulla carta.

Spesso si accontentano di tutto, purché costi poco: vecchi numeri sfusi di serie del passato, a uno/due euro. Vedono la copertina, o magari chiedono se è una storia completa.
Talvolta ti arriva quello che vuole Amazing Spider-Man 1 originale americano, e non si rende conto di cosa sta chiedendo.
Molti sono informati: ti chiedono Killing Joke, o La Morte di Robin o quella di Gwen Stacy, quando non altre saghe specifiche.

I Supereroi sono tornati di moda. Da anni.

Per fumetti i francesi è diverso: a parte rare eccezioni, in Italia hanno sempre venduto poco. Formati costosi, storie un po' più difficili: piacciono molto agli autori o a chi segue un tipo di letture più sofisticate, a volte un po' pretenzioso. In edicola, quando li presenti in formati infimi o comunque a prezzi "popolari", vanno meglio: paradossale, visto quello che rappresenta il fumetto in Francia, ovvero una forma d'arte, che non si svende in nessun modo, visto che lì il tetto massimo fissato dalla legge "Anti-Amazon" è del 5%. Ma lì, si sa, c'è rispetto per chi i fumetti li vende, oltre che per chi li crea.

Eppure qui da noi, dove si sta - da poco - apprezzando e valorizzando anche l'aspetto creativo, dire che si lavora nei fumetti è ancora denigratorio.
Avere una fumetteria, è un lavoro che ha una bassa considerazione, è evidente.
Se il sistema spinge verso le edicole - che hanno già dimostrato, e pure quando erano economicamente più forti e numericamente più importanti, di non essere interessate - e verso le librerie di varia - che continua a dare spazio ai fenomeni, relegando i fumetti in un angolo - snobbando quelle che, storicamente, sono state le uniche realtà a supportare editori e distributori, ovvero le fumetterie, il segnale è chiaro.

Oggi, evidentemente, non basta più quanto fatto finora: le librerie specializzate, che in Italia sono diffuse da una trentina d'anni, non garantiscono la sopravvivenza di un settore che era caricato interamente sulle loro spalle, quindi si punta ad andare altrove: ne abbiamo già parlato.

Per cui, invece di fornire nuovi strumenti a quei negozianti, si trasloca in altri ambiti, dove... quello che le fumetterie spingono da anni per avere è già una realtà consolidata: reso, promozione, professionalità.

Quanto dico è evidenziato da una serie di indizi: solo in questo mese, che non è ancora finito, sono stati annunciati ben QUATTRO nuovi allegati editoriali, ovvero serie già uscite in altro formato, che verranno riproposte in edicola a prezzo minore, andando a mettersi in concorrenza con altre pubblicazioni, alcune delle quali ancora in corso, che le stesse fumetterie hanno a prezzi ben più alti.
Per capirci, CIVIL WAR va in edicola a pochi euro - non si è ancora ben capito se in uno o due volumi, ma comunque siamo in un range tra i due ed i sette euro complessivi - ed in fumetteria si trova a SEDICI euro (edizione economica), TRENTANOVE euro (edizione Omnibus) e CENTONOVANTANOVE (edizione con cinque Omnibus e cofanetto).

Certo: le ultime due sono edizioni "da collezione", ma la prima no!

A questo punto, direte voi: il lettore medio - non il collezionista - la prenderà in edicola o in fumetteria?

Mi verrebbe da dire che, in questo momento, è ora di scegliere proprio "da che parte stare"...

ps: e, come dicevo, "il mese non è ancora finito"...

2 commenti:

  1. L'unico modo in cui le fumetterie possono differenziarsi e sopravvivere è a mio avviso fornendo il valore aggiunto che hanno a disposizione, cio è affidabilità e competenza nel settore. Se entro in fumetteria e il negoziante non saluta, non consiglia, non cosce ciò che gli chiedo, si scorda le richieste di arretrati che faccio per telefono, mi salta dei numeri sugli abbonamenti, etc. etc. - allora ahimé mi dispiace ma amazon.it eccomi qua. :-(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. questo è la base del commercio, e non è in discussione. Ma l'educazione c'è, figurati. Il servizio anche. Ove mancano, non si regge alla lunga.

      Purtroppo è vero il contrario: educazione e servizio, non bastano. Anzi.

      Elimina