Un tizio, stranito per la parodia del suo movimento politico, nonché del suo eroe e mito personale, le aveva promesse agli autori della stessa. Per cui, si è recato presso lo stand dell'editore, nelle uniche due ore (di circa quaranta di fiera...) nelle quali i suddetti non c'erano (insieme alle copie del summenzionato, esauritissime), per lanciare un bicchiere di una nota bibita gassata sugli altri fumetti presenti nello, nonché riferire alcuni epiteti ingiuriosi (prontamente ricambiati dallo staff presente).
Questo, in sintesi, il racconto.
Sull'internet potete trovare foto, commenti, video.
Non li riportiamo ulteriormente: diciamo solo la nostra.
Quando domenica sera ho saputo che "è successo un casino allo stand Shockdom", mi sono preoccupato. Pensavo, francamente, che fosse andata peggio.
Ma, non avendo connessione ad internet, grazie ad una organizzazione che si piglia migliaia di euro, per non darti nulla oltre lo stand, e che magari, in chiusura, ti toglie pure la corrente e l'uso dei bagni (è successo in passato), non ho potuto verificare.
Ma, non avendo connessione ad internet, grazie ad una organizzazione che si piglia migliaia di euro, per non darti nulla oltre lo stand, e che magari, in chiusura, ti toglie pure la corrente e l'uso dei bagni (è successo in passato), non ho potuto verificare.
Terminato il disallestimento, era troppo tardi per farlo.
Poi, ho letto su internet, ho scritto agli autori il giorno dopo. E tutto è rientrato.
Ma, pensandoci bene, mi sono anche detto: è poco?
Quello che è successo, è una semplice risposta - come hanno detto molti - ad una provocazione?
E' sacrosanto dire la propria quando ti provocano? Si? E fino a che punto?
Non torniamo al solito esempio della ragazza in abiti succinti, che "se la cerca".
E' sacrosanto dire la propria quando ti provocano? Si? E fino a che punto?
Non torniamo al solito esempio della ragazza in abiti succinti, che "se la cerca".
Ma, se la risposta alla provocazione è stata, come altri hanno detto, solo una provocazione essa stessa, ora, cosa potrebbe succedere? Che gli autori torneranno alla carica, versando bibite gassate sulla tomba degli avi del tizio che li ha cercati a Romics?
Quindi, questo, che farà? Noleggerà un cargo della nota bibita gassata, per rovesciarlo sulle case dei suddetti? E la cosa andrà avanti quando?
La verità, secondo me, è una: che alla satira, non si risponde.
Quindi, questo, che farà? Noleggerà un cargo della nota bibita gassata, per rovesciarlo sulle case dei suddetti? E la cosa andrà avanti quando?
La verità, secondo me, è una: che alla satira, non si risponde.
E, se lo si fa, si può solo usare l'intelligenza, magari unita ad un pizzico di ironia. O con altra satira.
Ma quello che è successo a Roma, è solo un illecito, penalmente rilevante, che speriamo abbia il giusto epilogo: autoriprendersi mentre si fa i bulli, confidando nell'impunità, non è degno di esponenti di un movimento politico in una nazione democratica.
Ma quello che è successo a Roma, è solo un illecito, penalmente rilevante, che speriamo abbia il giusto epilogo: autoriprendersi mentre si fa i bulli, confidando nell'impunità, non è degno di esponenti di un movimento politico in una nazione democratica.
E', appunto, da bulli.
E i bulli vanno isolati, non giustificati.
E puniti, da uno stato civile.
Il resto, le presunte tecniche per vendere di più, i presunti tentativi di ottenere pubblicità, il tutto organizzato ad hoc dagli autori, lascia il tempo che trova: non rientra in questo discorso.
Perché, se ti provocano per ottenere questo, e tu fai esattamente quello che si aspettano da te... chi è lo stupido?
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