mercoledì 30 settembre 2015

#ilMestiereDellaFiera #5: Romics? Meglio a casa...

Quasi un anno fa, abbiamo aggiornato il "regolamento interno" sulle fiere da non fare: pochi pratici consigli, per evitare di buttare tempo e soldi.

Poi, abbiamo parlato del "mestiere" della fiera e, visto il buon successo, abbiamo presentato i "conti" di una vera manifestazione, dimostrando che, se non si sta attenti, è facile uscirne con le ossa rotte...

Quindi, il discorso è continuato parlando dei costi di Lucca Comics che - nessuno ne parla - sono aumentati del 70% negli ultimi otto anni.

Pensavamo di finirla lì, invece siamo tornati a parlare direttamente delle fiere che facciamo spiegando perché... non ne faremo poi molte in questo scorcio finale del 2015!

E, appunto, rimanendo in tema, vi sveliamo perché, quest'anno, per la prima volta da quando è alla Nuova Fiera di Roma, non faremo Romics... e lo faremo, facendo un viaggio nel tempo!

Il nostro stand a Romics alla "vecchia" Fiera di Roma: era il 2004!


Intanto, niente di sconvolgente: l'avevamo anticipato qui e qui.

Gli incassi calano, i costi restano alti: l'edizione autunnale è penalizzata anche dalla presenza di Lucca Comics, a meno di un mese di distanza. Molti clienti vengono, vedono, ma non spendono...
Oltretutto, la presenza grandi editori/distributori agguerriti (Panini su tutti), con novità a iosa; di tanti stand che vendono altro, dalle scarpe alle lenti a contatto, dalla porchetta ai droni, passando per praticamente qualunque cosa vi venga in mente, ha nel tempo moltiplicato a dismisura l'offerta, danneggiando i - pochi? - che vendono fumetti.

Questi, a grandi linee, i problemi.

Ecco, invece, il nostro stand all'ultima presenza autunnale: era il 2014...


Qui sotto, invece, come spesso facciamo, vedrete alcuni conti, che ben rendono la "drammaticità" - se mi passate il termine - del crollo della manifestazione... come convenienza, almeno. Di biglietti - pare - se ne strappano sempre di più...

Nel 2004, alla vecchia Fiera di Roma, facendo "100" di incasso, spendemmo in rapporto circa "12" per lo spazio. All'epoca c'erano molti più "box collezionisti" di oggi, ed eravamo in tanti ad usarli.

Per chi non lo sapesse, essenzialmente si può partecipare alla maggior parte delle fiere "grandi" in due modi: con gli stand allestiti, o con i tavoli. La seconda tipologia di spazio è meno comoda, ma molto più economica. A Romics, si chiamano "box collezionisti": un tempo erano molto più diffusi, oggi sono stati relegati in un altro padiglione, ed hanno delle restrizioni, come i tavoli bloccati per evitare che l'espositore si allarghi troppo.

Nel 2014, ben dieci anni dopo, abbiamo speso, per uno stand molto molto piccolo, e sempre rimanendo nella proporzione di cui qui sopra, ben "29", realizzando un incasso di "70".

Quindi:
2004: costo stand 12; incasso 100
2014: costo stand 29; incasso 70.

Badate bene, tanto per esser chiari: da quando siamo alla Nuova Fiera, abbiamo investito in spazi più grandi e costosi, realizzando anche ottimi incassi: tipo 300 (sempre nella proporzione).
Ma, negli ultimi anni, siamo mano a mano stati costretti a ridurre i costi, e quindi - soprattutto - la metratura dello stand, causa una progressiva ma ineluttabile diminuzione delle entrate.

Fa tanto strano, però, vedere che, con uno spazio più piccolo e meno curato, dieci anni fa, si sia riusciti ad incassare molto più di oggi. Il tutto è aggravato anche dalla considerazione relativa al costo della vita, molto più basso all'epoca.

Il trend delle fiere, in generale, non è quello di Romics.
Sicuramente c'è una certa depressione: la crisi e la tanta concorrenza (vendita online, sempre più espositori e... soprattutto, sempre più fiere!) non aiutano.
Ma devo dire una cosa: negli ultimi tre-quattro anni, parallelamente all'online, Antani Comics ha investito molto nelle fiere: scelta del materiale, attrezzature, esposizione e cura dello stand. E, spesso, molto spesso, questo ha ripagato, in termini di incassi.

Sarà ovvio, ma uno stand ben organizzato, ricco del materiale "giusto", e ben disposto, magari bello da vedere, paga in termini di vendite. A Romics, non più: le ultime edizioni autunnali sono state un vero bagno di sangue.

E, su tutto, la cosa più sconcertante - come spesso capita - è la fiera stessa. O, meglio, chi la organizza.
E' deprimente come si pensi solo al guadagno, e non ci sia la percezione del rispetto del lavoro dell'espositore. Chiariamoci: chi fa l'evento, deve guadagnarci, come è giusto che sia.
Ma, nel contempo, oltre a vendere i biglietti anzi, PRIMA di fare questo, vende spazi espositivi a librai, privati, editori, distributori, autori, associazioni: addetti ai lavori che "fanno" la fiera. Non "partecipano", ma contribuiscono in modo fondamentale a crearla.

Ecco: l'impressione (la certezza?) è quella di essere solo delle vacche da mungere.
Non c'è attenzione per le critiche, i costi crescono a dismisura, e l'abbiamo visto anche con la regina delle fiere, Lucca, e nessuno si rende conto che è anche per questo, poi, che i prezzi del prodotto finale, nuovo e usato, crescono.

Forse qualcosa inizia a muoversi: editori, fumetterie e distributori se ne stanno accorgendo e smettono di partecipare, almeno a Romics. So di colleghi che, proprio quest'anno, lo hanno fatto. Anche Star Shop Distribuzione non ci sarà.

Magari un piccolo segnale, ma può essere un inizio.
Qualcuno ascolterà?

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