venerdì 16 gennaio 2015

Non venderemo "Je Suis Charlie"

Negli scorsi giorni, abbiamo inviato una newsletter a tutti i nostri clienti, per proporre l'acquisto del volume "Je Suis Charlie", pubblicato da Rizzoli. Qui il testo.



Successivamente, ho saputo che il libro è stato realizzato senza chiedere il permesso a coloro che hanno realizzato le vignette pubblicate: semplicemente, sono state scaricate dai profili personali degli autori.
Sottolineo: senza chiedere nulla a nessuno. O, perlomeno, ai molti che si stanno lamentando.



Una buona, ottima, ragione, ma che non è sufficiente a giustificare la violazione del diritto d'autore. Soprattuto, se pensiamo che è (anche) in nome della libertà di manifestazione del pensiero e di stampa che viene fatta questa operazione: giornalisti (non "vignettisti" come in italia) uccisi perché quello che scrivevano e disegnavano dava fastidio a qualcuno.

Per questa ragione, abbiamo deciso che il volume non sarà in vendita nella nostra libreria. Ne abbiamo ordinato numerose copie, visto il carattere benefico, ma non le metteremo in vendita, se non per coloro che lo hanno prenotato e non dovessero disdire la richiesta, anche dopo essere stati informati delle modalità con cui l'albo è stato realizzato.

Ci interessa offrire il servizio migliore possibile, o comunque provare a farlo: per questo non appoggiando operazioni come questa, che pure è intitolata "Matite in difesa della libertà di stampa".

Ma, come ha detto il celebre collega Daniele Pignatelli: "Affermare il diritto alla “libertà di stampa”, nel nome di Charlie Hebdo, prendendosi la libertà di stampare quel che si vuole, prendendolo da dove si vuole, non è altro che una porcata. Farlo essendo uno dei maggiori editori nazionali, se possibile, è anche peggio.".

Condividiamo pienamente questo pensiero.

9 commenti:

  1. Io però vorrei fare l'avvocato del diavolo.
    A mio parere tecnicamente pubblicare qualcosa su un profilo pubblico di Facebook equivale a rinunciare ai diritti di riproduzione. Vengono regalati a Zuckemberg in primis e al pubblico poi.
    Certo il Corsera non ha fatto una bella cosa ma gli autori dovrebbero capire che Facebook non è un servizio gratuito: non puoi pretendere di avere una piattaforma pubblicitaria tanto capillare ed estesa e non pagare un prezzo.

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    1. Spero che il Diavolo abbia proprio te come avvocato, così perderebbe tutte le cause ed il mio patto con lui sarebbe reso nullo.

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    2. Sei sicuro che FB permetta di raccogliere immagini a chiunque e di pubblicarle a scopo di lucro?

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    3. Non è questo che ho detto.
      Quello che dico è che è decisamente ingenuo non aspettarsi che accadano queste cose con i contenuti postati su profili pubblici di Facebook. Certo, uno non si aspetta che lo faccia il Corsera, ma il punto è un altro.
      Prima di Facebook se volevi pubblicizzarti un pò dovevi pagare fior di quattrini. Con Facebook arrivi a casa di tutti, a qualsiasi ora, a gratis.
      Siamo sicuri che sia a gratis? Io penso di no. Se metti dei contenuti su Facebook di fatto li stai regalando a Facebook, cioè a Zuckenberg, che ne è il padrone. Mi facevano ridere quelli che, un pò di tempo fa, postavano queste formulette in cui si dissociavano dalle politiche sui copyright di Facebook. Facebook è di Zuckenberg, con tutto quello che c'è dentro. Il tuo profilo non ti appartiene, appartiene a lui. Se ci metti una tua foto questa diventa sua. Se ci metti un tuo disegno questo diventa suo.
      Io quindi non dico che il Corsera abbia fatto bene; dico che può farlo, e che mi sorprende che altri non l'abbiano fatto prima.
      Facebook fornisce dei servizi ad un prezzo, e questa è una parte di quel prezzo. E se non volete pagarlo, non usate Facebook.

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    4. Quindi secondo te il Corsera ha pagato Zuckerberg per ottenere i diritti di pubblicazione delle vignette? Perchè se le cose pubblica "sono di proprietà" di Zuckerberg, mi sembra corretto pagarlo, se vuoi pubblicare qualcosa vendendola in giro...

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    5. il fatto che lo faccia, non significa che sia legale.
      non basta mettere, comunque, una condizione d'uso qualsiasi perché sia valida.
      cmq, vedremo: se ci saranno risvolti legali, tra una decina d'anni avremo la risposta :)

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  2. Il Corsera ha preso una serie di disegni distribuiti gratuitamente e pubblicamente, e ci ha fatto quello che voleva. Non gli è entrato a casa di notte a rubare dalla cartellina; è come se quelli avessero fatto mille fotocopie del loro disegno e l'avessero gettate con un elicottero.
    Non è per difendere Corsera, è che mi sembra ironico mettere a disposizione di TUTTI dei disegni e poi lamentarsi se qualcuno ci fa quel che vuole.

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    1. "a disposizione" non significa sfruttabili COMMERCIALMENTE. Altrimenti, io mi faccio un fumetto e lo vendo, con tutte le tavole che trovo su FB...

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    2. Quindi siamo ancora negli anni sessanta, in cui "rubare" voleva dire principalmente "entrare in casa e rubare", ed il furto di proprietà intellettuale non era conosciuto alla grande massa. Capisco...

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