martedì 13 gennaio 2015

Walking Rat, con Lovecraft, Watson, pizza e birra!

Sabato 17 gennaio 2014, è la notte dei ratti viventi... ovvero la serata dedicata a WALKING RAT, con la presentazione del primo albo di Rat-Man (numero 106) dedicato alla saga/parodia di Walking Dead...

Prendete il ratto, quindi, aggiungete Watson, Lovecraft, pizza & birra... ed otterrete una bella serata da passare nel vostro amichevole Antani Comics di quartiere...

Leggere per credere!





Per quanto riguarda Rat-Man, come già detto, dalle ore 20:30, apertura speciale con RAT-MAN: LA NOTTE DEI RATTI VIVENTI, con ricco aperitivo.

L'edizione di Rat-Man 106 presentata durante l'evento, sarà speciale e limitata: conterrà infatti in allegato uno speciale albo con cover inedita di Leo Ortolani e all’interno tanti contenuti extra.
L'albo non verrà commercializzato, neanche successivamente, in alcun modo.

La versione distribuita in seguito (dal 22 gennaio) sarà sprovvista dello speciale albo allegato.
Entrambe costeranno il "solito" prezzo: 2,50 euro.

Per prenotazioni, sia per Rat-Man 106 (euro 2,50) che per 221B Baker Street London 1927 (euro 14,90): info@antaninet.it oppure 0744.471523.

Qui l'evento FB!



Concludiamo con un pezzo di Edoardo Rohl, uno degli scrittori di 221B Baker Street London 1927 (Cagliostro E-Press), ed amico di vecchia data di Antani Comics, che ci parla del proprio lavoro e del volume che verrà presentato sabato.

Cominciamo dall'inizio. L'inizio è il bando:

Cagliostro E-Press presenta una nuova iniziativa editoriale per scoprire e valorizzare nuovi talenti del fumetto. Cagliostro E-Press lancia l’invito a sceneggiatori e disegnatori - esordienti o emergenti ma anche professionisti che vogliano cimentarsi con questa idea - a partecipare alla realizzazione di un progetto antologico ucronico a fumetti dedicato all’incontro tra due dei mondi narrativi più affascinanti della letteratura fantastica.

H.P. Lovecraft incontra il Dottor Watson. Il visionario di Providence nella Londra anni ’20 di Sherlock Holmes.

Lo spunto narrativo

17 aprile 1926: H.P. Lovecraft torna a vivere a Providence in seguito a problemi economici. Il suo matrimonio con Sonia Greene è in crisi, la sua esperienza a New York lo ha segnato nuovamente e ancora più profondamente. Lovecraft ricade di nuovo in depressione. Ha iniziato a scrivere “Il Richiamo di Cthulhu “ ma non riesce a completarlo. Lord Dunsany, venuto a sapere dello stato in cui versa l’amico Lovecraft, lo invita a recarsi a Londra per mettersi nelle mani di un medico capace: il Dottor John H. Watson. Lord Dunsany si offre anche di pagare il viaggio di andata e ritorno e le cure di Lovecraft a Londra che dureranno un anno.

1 gennaio 1927: H.P. Lovecraft arriva a Londra e va ad alloggiare al 221B di Baker Street ospite del Dr. Watson. Lovecraft ripartirà da Londra per tornare a Providence il 31 dicembre del 1927. Avrà completato per allora “Il Richiamo di Cthulhu” e vissuto incredibili avventure mai raccontate insieme al Dottor Watson.

Questo appariva sul sito di Cagliostro E-Press a gennaio scorso, circa. Ora, è bene specificare che, per quanto mi riguarda, il mondo si divide in due categorie di persone, quelli che ammirano Lovecraft e quelli che non leggono.

Per quanto mi riguarda, adoro le opere del solitario di Providence, non tanto per la sua capacità espressiva, quanto più per l'universo sconfinato che deve essergli germogliato nella testa, ai suoi tempi. Lovecraft e i suoi antichi sono alla base di un sistema narrativo che, tutt'oggi, porta grandi scrittori alla fama che meritano. Questo per dire che, se hai velleità da story-teller, magari puoi non apprezzare il come, ma il cosa non può lasciarti indifferente.

Quindi, con gli anni, ho cominciato a vedere Lovecraft sempre più come un cronista, piuttosto che uno scrittore. Nel mio immaginario (e non solo, a quanto pare), poteva tranquillamente essere entrato in contatto con gli esterni che così bene aveva descritto nelle sue opere, cercando di imprimere su carta stampata una bibliografia di mostri ed incubi che, in passato, davvero attanagliarono il nostro mondo.

E, da qui, parte tutto il mio lavoro. Nella mia storia "L'Avventura del Connazionale Morente", il personaggio storico incontra il personaggio fantastico proprio in virtù di un terzo occhio che, per chissà quale motivo, gli ha spalancato una finestra sul piano divino. Immaginavo che Lovecraft potesse, anzi, dovesse vivere un'avventura che poi, a mente lucida, fosse stato in grado di rielaborare in forma di racconto, al fine di informare le masse dell'esistenza di creature antiche e potentissime che vogliono la loro distruzione.

E, devo ammettere, la singolare personalità dello scrittore ha di gran lunga agevolato la sua riduzione in personaggio. Dalle fonti che abbiamo, Lovecraft può essere tradotto in un protagonista da narrativa horror con estrema facilità. Le sue fobie e le sue abitudini ben si prestano a caratterizzare i tratti di un personaggio affascinante, a prescindere che questi sia reale o no. Inoltre, l'ambientazione affondava profondamente in quel mondo incredibile creato da Lovecraft. 

Lo scrittore ci ha spigato che c'è qualcosa di terribile, nelle tenebre, e io non vedevo l'ora di raccontare cosa fosse.

Questo per dire quanto fossi elettrizzato all'idea di mettere le mani su un contesto così vasto, e quante idee mi ribollissero nella testa al momento di ticchettare le dita sulla tastiera. Il bando richiedeva un massimo di tre soggetti ma, credetemi, avrei potuto presentarne almeno dieci, e ringrazio i curatori per avermi concesso questa possibilità.

Ma, dopo tutte queste parole spese per il cronista di Cthulhu, che ne è stato del secondo protagonista della storia, il dottor Watson?

Ok, non sono mai stato particolarmente attaccato alle opere di Conan Doyle, nonostante la qualità dei suoi racconti sia assolutamente indiscussa. Non sono mai stato attratto dalle storie investigative e non ho mai subito il fascino di Sherlock Homes in nessuna delle sue incarnazioni, ma questo non vuol dire che non gli riconosca tutti i meriti che la gente che conta tende ad affibbiargli. 

Fondamentalmente, è questo il motivo per cui ho lasciato al buon dottore il ruolo di spalla in cui siamo abituati a vederlo. Non avrei trasformato Lovecraft in un detective dell'incubo, piuttosto avrei decontestualizzato Watson, costringendolo a confrontarsi con misteri di tipo diverso, rispetto a quelli con cui è solito avere a che fare.

Inoltre, nonostante la sua età, Watson era perfetto per gestire l'azione tipica delle avventure di Holmes. Lovecraft non è tipo da menare le mani, non è assolutamente provvisto del necessario per essere un uomo d'azione. Watson, dal canto suo, non è impreparato davanti a crisi del genere, e può di certo ovviare alle incapacità del suo paziente. Al momento della scrittura, già sapevo perfettamente che, se davanti ad una creatura, lo scrittore sarebbe rimasto pietrificato dalla paura, il dottore avrebbe invece reagito in qualche modo.

L'idea di base, quindi, era buona e sfiziosa, qualità che spero appartengano anche al mio lavoro. Ad ogni modo, nel volume sono contenute altre undici storie, oltre alla mia, che vi assicuro valgono il prezzo del biglietto. 

Sabato 17 gennaio, presenteremo il volume in compagnia dell'editore e di qualche autore che ha partecipato. Se sei un fan di Lovecraft, di Conan Doyle, se ti piacciono i buoni fumetti o, semplicemente, sei curioso e non hai altro da fare, facci un salto. 

Non perdere l'occasione di dirmi in faccia che la mia storia è l'unica che fa schifo.

Edoardo Rohl

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