giovedì 8 gennaio 2015

Charlie: le idee a prova di proiettile


La satira (dal latino satura lanx, il vassoio riempito di offerte agli dei) è un genere della letteratura e di altre arti caratterizzata dall'attenzione critica alla politica e alla società, mostrandone le contraddizioni e promuovendo il cambiamento. Sin dall'Antica Grecia la satira è sempre stata fortemente politica, occupandosi degli eventi di stretta attualità per la città (la polis), ed avendo una notevole influenza sull'opinione pubblica ateniese, proprio a ridosso delle elezioni. Per questo motivo è sempre stata soggetta a violenti attacchi da parte dei potenti dell'epoca, come nel caso del demagogo Cleone contro il poeta comico Aristofane.
Per Giorgio Forattini, la satira è una grande dimostrazione, la più alta espressione, di libertà e di democrazia. Secondo Dario Fo la satira è una forma libera e assoluta del teatro; Daniele Luttazzi la definisce «un punto di vista e un po' di memoria». Questo, assieme ai temi rilevanti che affronta, la distingue dalla comicità e dallo sfottò (la presa in giro bonaria), nei quali l'autore non ricorda fatti rilevanti e non propone un punto di vista ma fa solo del "colore".


Alcune riflessioni, dopo quanto successo in Francia ieri.
Seguitemi, se volete.

In questi casi, non mi piace dire cose a caldo.
Perché, spesso, a caldo non hai le idee chiare. Parla il cuore, parla lo stomaco.
Ma certe cose devi saperle affrontare anche con la testa. Non "solo", ma "anche".

Quello che è successo è indescrivibile: violenza contro intelligenza. Intolleranza contro cultura.

Ma sono assurde anche molte delle reazioni: da chi affibbia, più o meno direttamente, colpe a destra e manca, a chi parla di reagire contro l'Islam, a chi si rammarica che l'attacco non sia stato contro chi se la prende realmente con l'Islam stesso.

Sgombriamo il campo: la violenza è sbagliata.
Questo va chiarito.
Perché non si può pensare di condannare un atto estremo, violento, assurdo e barbaro, se non dichiarando che non si può assassinare chi non la pensa come te.

Charlie ce lo insegna: viene attaccato chi è stato ritenuto un nemico più serio e pericoloso, paradossalmente, ovvero la satira! La violenza non è stata rivolta contro politici xenofobi o anti-islam, ma contro chi - evidentemente - minava alle basi stesse la forza del terrorismo.

Perché se ti attacco politicamente, direttamente, magari ti rendo più forte, ma se ti piglio per il culo, ti metto alla berlina e ti rendo ridicolo. E chi è ridicolo, perde in credibilità.

Paradossale davvero, che il vero giornalismo, quello che irrita il potere, che sa tenergli testa e non gli si inchina, sia quello satirico. Una satira che sa pungere, ma proporre anche spunti di riflessione, quando non costruttivi, almeno in un paese, come la Francia, che ha dato sempre grande valore alla cultura, in generale, ed anche al fumetto in quanto forma di comunicazione. E di arte. Tanto è vero che, da noi, riportando la notizia, si è parlato di giornalisti uccisi, ed intervistandone i "colleghi" italiani, di vignettisti.

Ma Charlie, come la vera satira, sa prendersela con tutto e tutti: questa è la sua vera forza. Non essere di parte o, meglio: sapersela prendere con tutte le "parti", anche la propria, criticando a spron battuto ciò che non va.

E sarebbe bello, da vero bastian contrario, che ripartendo, sappia anche far satira su quanto è successo: perché su tutto si deve e si può scherzare, anche su cose drammatiche. Questo è il loro mestiere.

E sarebbe stupendo - come credo avverrà - che sappiamo ricordarci quanto successo: informandoci, non dimenticandoci che la nostra cultura e la nostra intelligenza sono il primo passo verso la democrazia e l'integrazione, e la prima e migliore arma contro la violenza, l'ignoranza, e la violenza.

Sperando che, in casi come questi, nessuno sia dalla stessa parte del terrorismo, e sappia dissociarsi da esso, scomunicando senza condizioni chi lo pratica. Perché il terrorismo non è una idea, quanto una semplice risposta, vigliacca quando posta in essere contro dei civili inermi. O, meglio, armati solo della terribile forza delle proprie idee, ma impotenti contro un proiettile.

Ma le idee, come diceva Alan Moore tramite il protagonista di V for Vendetta, sono a prova di proiettile.

#jesuisCharlie

ps: qui i bellissimi contributi degli autori italiani...

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