giovedì 27 ottobre 2011

Manca 1 giorno a LuccaComics 2011: i 6 mali



Dopo due giorni di bagordi (qui il "meno 3", qui il "meno 2), un post serio.
Attenzioni: per i "critici" del mio esser criticone (MALELINGUE!), in questo post non parlerò delle negatività della manifestazione in sé, quanto dei disagi/problemi che provoca alle fumetterie ed a tutto il sistema distributivo come conseguenza.
Niente che riguardi, quindi, gli organizzatori di Lucca Comics.


1. SALTA IL SISTEMA DISTRIBUTIVO
A Lucca ci sono tutti. Ma tuttituttituttitutti.
Questo si dice. Ma tutti chi? Autori? Quasi. Editori? Forse si. Distributori? Sicuramente si (non c'è Messaggerie Libri, ma si sa... quelli provengono dal mondo distributivo del libro, e mica fanno fiere o vendita diretta al pubblico, quei pigroni).
Fumetterie? Assolutamente no.
In tutta Italia, ad occhio e croce, non saranno più di qualche decina le fumetterie che partecipano alle fiere. Ad occhio e croce: una o due su venti.
Questo per vari motivi: il principale è che vendere fumetti in negozio e farlo in fiera sono due lavori diversi, con logistiche, esperienze ed organizzazioni diverse. E costi. E tempo!
Quindi: degli incassi di Lucca, alla fine, beneficiano tutti tranne le fumetterie, che anzi si vedono sottratte tutte le novità che gli editori portano in anteprima a Lucca, e che vengono vendute direttamente al pubblico a margini ben maggiori.
Tutto questo flusso di vendite baypassa il sistema distributivo, e crea non pochi disagi a chi ha un negozio, oltre ad ulteriori problemi, dei quali parliamo subito qui sotto...


2-DOPING A FUMETTI.
Lo sostengo da anni. Lucca, è "vera"? Nel senso: le vendite di Lucca, le folle oceaniche che comprano tutto, sono sintomo del mercato? O è solo una gigantesca iniezione di “doping” per un sistema in crisi, che “gonfia” le proprie speranze per quattro giorni, tornando poi in crisi subito dopo?
Dunque: per tutto il mese di ottobre i grandi editori iniziano a diradare le uscite, prolungando l'apatia estiva; per i “piccoli”, ovviamente, tale abulia inizia mesi prima. Questa carestia, è in preparazione, ovviamente, dell'orgia di titoli pronti per Lucca, già visibile dai cataloghi in uscita a settembre. I clienti, già da due mesi prima, iniziano a lamentarsi, diradando le prenotazioni, in attesa di decidere se recarsi o meno a visitare la manifestazione toscana, e le fumetterie devono regolarsi di conseguenza, perché dai primi di novembre, si rovesceranno in negozio (e nelle loro tasche!) decine di volumi di vario prezzo, magari ordinati anche sei-otto mesi prima! Quindi: maggiore attenzione agli ordini da parte dei negozianti -quando possibile!- e minori soldi da spendere da parte dei clienti, soldi “tolti” in parte al normale circuito distributivo, che finiscono nelle tasche di editori e distributori, ed in gran parte utilizzati per... pagare autori, pubblicità e le... spese di Lucca.

3-GLI EDITORI SPENDONO SOLO PER LUCCA...
Tre esempi di alcuni anni fa (2007-2008). Tour di David Lloyd (nome importante, ma che è venuto diverse volte in Italia, per cui di richiamo relativo). Quattro tappe in negozi, più una in fiera piccola (Narnia Fumetto). Il risultato complessivo del tour, tra “Kickback”, “V for Vendetta” in varie versioni, ed altri volumi, è stato di oltre cinquecento copie vendute!

Tour di Ausonia: cinque tappe in fumetteria, duecentoventi copie vendute tra i volumi dell'autore. Pochi mesi dopo: il primo “BD DAY”, con un successo clamoroso in oltre dieci fumetterie sparse per l'italia, presentando un autore in ogni negozio, e tutto il catalogo BD/JPOP con sconti maggiorati (oltre ad un paio di albetti speciali realizzati per l'occasione).
Quindi, a livello promozionale,
quando l'editore SPENDE (in termini di soldi, come per il BD DAY, o anche di supporto/passione/tempo, per i tour di Ausonia e Lloyd), e trova fumetterie che sono disposte a seguirlo, talvolta avendo il solo pareggio come obiettivo, si può centrare in pieno il bersaglio. Ovvero: promuovere un volume/un autore, ma anche l'esistenza di un negozio e di un editore, e farlo presso un pubblico più grande del solito. E si può realizzare in fumetteria, luogo deputato a iniziative del genere, o anche in tante piccole mostre mercato, con affluenza non paragonabile a Lucca, ma ben organizzate e molto apprezzate dagli appassionati e dagli autori.

4-
NEGOZI E MOSTRE
Per chi non lo sapesse, e molti nel magico mondo del fumetto lo ignorano, chi vende fumetti per lavoro, ci guadagna, e trae il sostentamento proprio e della propria (eventuale) famiglia da questo commercio. Non tutti, però, partecipano a mostre mercato: costi alti, fatica tanta, fiere organizzate (spesso) in modo approssimativo, lo rendono un vero e proprio “secondo” lavoro, rispetto a quello del negozio. E, le fiere grandi (come Lucca), con costi elevati, comportano si un lauto incasso, ma anche elevati rischi. I quali fanno sicuramente parte del lavoro, a meno che, non siano procurati dall'incapacità o dalla superficialità dell'organizzazione, che è AMPIAMENTE pagata dal costo dei carissimi stand.
Ebbene: lo dicevo all'inizio del post. La maggioranza degli espositori delle fiere NON HA un negozio.
Sono privati, con o senza partita iva, "collezionisti" che vendono doppioni. Nulla di male, non c'è niente di illegale (facendolo in modo occasionale e non continuativo, non serve neanche avere partita iva, infatti). Ma, di fatto: tra privati non negozianti, autori, editori, distributori, i negozi, a Lucca (ed alle fiere in genere), sono meno del 15-20%...


5-SONO UN EDITORE FICO!
Molti editori partecipano ad una sola manifestazione: Lucca. Non vanno a Teramo, a Lanciano, a Narni, dove se ne esci in pareggio, magari, sei fortunato. Dove, se il pubblico vede un volume che costa più di 1 euro, si spaventa. Non sanno cosa sia "la frontiera", o il "far west delle fiere". Chi segue questo blog lo sa!
A Lucca vendono, perché a Lucca si vende di tutto, e spesso anche "molto" di quel "di tutto".
Per cui si fanno una idea esagerata delle proprie potenzialità. Non contano l'effetto novità, magari il fatto di avere l'autore, magari lo stand tutto dedicato a pochi prodotti bene esposti. O, semplicemente, che in pochi giorni passano davanti al tuo tavolo tutte le persone che, in un negozio, entrano in cinquanta anni e, fatto non trascurabile, con una propensione all'acquisto molto alta (spesso in negozio il cliente arriva, punta la novità che voleva, ed ignora il resto).
Questa idea esagerata gonfia le aspettative di vendita, e svaluta le potenzialità dei negozi, ritenuti incapaci di vendere o proporre fumetti al proprio pubblico: "Ma come, a Lucca ho venduto 400 copie, e tutte le fumetterie italiane, invece, me ne hanno ordinate 50?".

6-CHIUSO PER FERIE
Me ne accorgo quest'anno: parlare con un editore, un autore, o -più grave ancora- con un distributore, diventa difficoltoso. Per due settimane, il lavoro si sposta tutto su Lucca, e non esiste altro.
Ma se un negozio riesce a rimanere aperto, sistemare le novità, e partecipare ad una mostra allo stesso tempo, come possono non farlo strutture più grandi?


Mentre pubblico queste righe, i miei colleghi espositori staranno ultimando l'allestimento. E' a loro, al loro lavoro, di alfieri del fumetto in posti spesso sperduti, di pionieri della distribuzione (cacchio!), che dedico questo post. Piove, ma uscirà il sole, e comunque sarà una grande Lucca :)
In bocca al lupo!

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