domenica 1 dicembre 2019

Gli effetti del Black Friday sulla gente

Finalmente è finito il Black Friday.

Orge di persone in coda, con negozianti che si affannano a far sconti improponibili per far concorrenza SUL PREZZO ai grandi portali online o alle catene di negozi: impensabile riuscirci.
Perché provarci?

Da parte mia, ricorderò alcuni messaggi dei giorni scorsi. Qui solo un estratto dei primi tre che ho trovato...

I primi due da eBay:


Da notare che sul secondo il "ti faccio" lo stesso prezzo significa "ti chiedo" lo stesso prezzo...



L'ultimo messaggio è esemplificativo: riguarda il volume (splendido) Momenti Straordinari con Applausi Finti di Gipi. In vendita a 24 euro, per una serie di considerazioni abbiamo fatto una piccola promo assorbendo parte dei costi, e lo abbiamo messo su eBay a 27 euro spese comprese.

La concorrenza - sito di una grande catena - lo vende col 15% oltre alle spese gratuite: anche volendo calcolarle al minimo possibile, si tratta di uno sconto reale del 25%/30%! L'editore lo vende "solo" col 15%, ma con spese ridotte e non pareggiabili da un negozio, e con una stampa inedita che non si è degnato di dare alle librerie.

Entrambi i casi sono una concorrenza sleale: all'estero, dove ci sono leggi serie a sostegno dei libri, non sarebbe possibile fare altrettanto. Queste promozioni portano i clienti ad abituarsi a promo organizzate a tavolino prima di apporre un prezzo gonfiato sui libri, e producono messaggi come i primi due pubblicati qui sopra: richieste di sconti, ultrasconti magari su albi già in offerta e sottoprezzati.

Certo: chiunque ha il diritto di cercare il prezzo migliore, e ci mancherebbe.
Ma ci sono due considerazioni da fare.
In primis: il prezzo che si paga tutto l'anno, quello di copertina, è deciso anche in base allo sconto che poi verrà fatto? La risposta è si: è il segreto di Pulcinella, ma gli editori decidono un prezzo anche in considerazione del fatto che LORO venderanno l'albo con uno sconto del 10%-15%, che una libreria NON può permettersi di fare regolarmente, e che una volta l'anno faranno una promo al 25%. Gli sconti che vedete li pagate tutto l'anno!

Secondariamente, si tratta di fare una scelta di campo.
Non ho mai pensato né sostenuto che le fumetterie o librerie indipendenti vanno supportate per motivi etici. Va fatto per ragioni commerciali.
Mi spiego: sulla strada tra casa e negozio c'è un forno, si chiama Pizzamania ed è uno dei migliori di Terni. Gestione familiare, pane buonissimo e spesso caldo; pizza e dolci all'altezza.
Io il pane - e spesso altro - lo prendo solo lì.
Perché magari costa un po' di più, ma è buono. Perché è a gestione familiare e so cosa ci mettono.
Se li chiamo me lo mettono da parte, aspettandomi anche ad orari strani per ritirarlo.
Mi danno qualità: quel pane non è lo stesso che prendo al supermercato.

Come anche per il cliente il fumetto o libro che prende in negozio.
Si: NON è lo stesso che trova su Amazon o sul sito dell'editore.
In primis perché lo potete sfogliare, o potete sfruttare la competenza e l'impegno di chi vi sta davanti per avere dritte e suggerimenti. Potete scegliervi la copia, magari farvelo spedire e pure meglio di come vi mandano i pacchi i grandi siti di cui sopra, dei quali spesso i clienti si lamentano: un fumetto o un libro possono anche essere oggetto di collezione!

Per questo non avete uno sconto all'altezza: perché pagate un servizio che altrimenti non vi potrebbe esser fatto in modo gratuito, ovvero col solo costo del prodotto.

E perché correr dietro agli sconti, è voler pareggiare un prezzo che non si può raggiungere, viste agevolazioni e paradisi fiscali che spesso molti nostri concorrenti hanno. Noi librerie indipendenti offriamo un servizio migliore, non impeccabile, ma di qualità. Spesso promuoviamo eventi, ne creiamo di nostri pagandoli completamente di tasca nostra, senza sostegno da editori o distributori, che anzi ci fanno concorrenza.

Rispettiamo tutto questo altrimenti, se non abbiamo riguardo per il lavoro altrui, perdiamo il valore anche del nostro: il futuro e la dignità di quello che facciamo per vivere dipendono (anche) da questo.


8 commenti:

  1. Come sempre dici cose giuste.
    Ma altre meno, non perchè di per se non siano giuste ma perchè è difficile pensare che un mondo che cambia possa venire frenato nel cambiamento.
    E purtroppo & perfortuna (a seconda dei punti di vista) il commercio online è così.

    Un solo "appunto", l'esempio della panetteria non lo trovo particolarmente calzante (detto che pure io lo preferisco da panetteria e non da supermarket).
    Perchè? Perchè per prima cosa tu (e io) lo scegliamo per il prodotto in se.
    Perchè è buono, appena sfornato, ecc ecc.

    IL problema con il commercio online però sta nel fatto che in moltissimi casi il prodotto non è diverso ma l'esatto contrario.

    Il tal fumetto, il tal libro, il tal oggetto è lo stesso identico che si comprerebbe altrove, anche in un negozio a conduzione familiare.
    Non è più buono, non è appena sfornato non è nulla di diverso.
    Inevitabile quindi che si finisca per guardare SOLO al prezzo dato che per il resto tutto è uguale.

    Certo c'è anche altro, come il "servizio", e in molti casi persino il poter scegliere il prodotto, o quantomeno anche acquistando SOLO online avere dall'altra parte un fumettaro che CURA confezionamento e prodotto e non rifila "patacche" ovvero albi chiaramente rovinati (poco o molto), mentre le librerie online.... lasciamo stare perchè può arrivarti di tutto.

    Ecco lì la differenza c'è, ma per chi a queste cose non tiene rimane solo il prezzo.

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    1. Il prodotto è diversissimo. Per il confezionamento, per la consulenza, per la cura. Per la comunicazione.
      Queste cose rendono il prodotto diverso, come il pane caldo.

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    2. Mi spiace ma non sono d'accordo, o meglio non è d'accordo la massa che costituisce la clientela.
      E' qualcosa, che ho anche vissuto personalmente, che nasce decenni fa.
      Prima con i grandi supermercati che mangiano i piccoli negozi di alimentari.
      Poi con gli ipermercati e i centri commerciali che mangano i normali negozi di varia.
      Poi con gli store online che mangiano tutti.

      In ogni passaggio si è sempre perso qualcosa nel rapporto con il cliente a fronte di una riduzione di prezzo (o meglio di scontistiche e offerte improponibili per i più piccoli).

      Decenni fa era un classico leggere ad esempio le, comprensibilissime, lamentele dei negozi di apparecchi audio/video.
      "Le persone vengono da noi, si fanno consigliare, testano apparecchi nelle nostre salette di test, e poi.... vanno a comprare gli apparecchi scelti da mediaw a prezzo inferiore".

      Purtroppo ripeto confezionamento, consulenza, cura, e ci metto anche l'assistenza post-vendita (che non sia la sola "rendi pure a costo zero") sono importanti ma alla massa non interessa, o meglio interessa molto meno dell'offerta, dello sconto, del prezzo più basso.

      Certo la volta che sbatte la testa poi magari per un po' ci ripensa....

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    3. ti manca un passaggio: perso qualcosa con la riduzione di prezzo, e POSTI DI LAVORO, perché la grande distribuzione non impiega le stesse persone. E con gli stessi contratti!

      se alla massa non interessa, scegliessero altro.
      La consulenza, l'esposizione, la cura FANNO PARTE del pacchetto. Io non dico che devono capirlo, ma che se non interessa loro, c'è amazon. Punto.
      Ognuno fa le sue scelte, poi ci convive.

      E le spiegherà ai suoi figli che non troveranno lavoro.

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    4. Certo, e aggiungo anche la qualità del lavoro, perchè magari fare il commesso in un negozio non è un lavoro bellissimo ma è comunque di un livello superiore a fare il magazziniere-robot, se non altro per il rapporto umano con altre persone.

      In ogni caso mi pare difficile pensare che il mondo possa cambiare dalla strada imboccata, o almeno non vedo nessuna indicazione in tal senso.

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    5. Lo so, e non si possono neanche combattere tutte le battaglie, etc, etc... Ma qualcuna si...

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  2. Anche noi riceviamo con una certa frequenza messaggi del tipo "posso offrire" e "ti van bene" e la risposta non cambia: leggiamo, ridiamo e cestiniamo senza alcun commento. E' solo tempo perso.

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  3. Io cerco di comprare tutto da negozi indipendenti, se proprio mi tocca cerco catene che pagano le tasse in Italia. Amazon è il male per molti motivi che non si possono riassumere in un post.
    Quello che tutti i "furboni" che ne fanno una questione di prezzo non capiscono è che quando tutte le catene distributive saranno saltate allora chi farà i prezzi saranno in pochi oppure uno, e non saranno certo a vantaggio del compratore. Amen. Ciò detto i messaggi pubblicati sono emblematici della povertà di spirito degli scriventi e della mancanza di rispetto per gli altri.

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