mercoledì 11 ottobre 2017

Dino non c'è più

Post come questi non vorresti mai farli.

Però, e chi ha conosciuto persone eccezionali questo lo sa, quando se ne va qualcuno fuori dal comune, uno dei sentimenti che provi, passata la botta, è la rabbia.
Sei incazzato perché nessuno sa, nessuno conosceva che razza di persona fosse. Non uno dei tanti.
Non è vero che chi muore è sempre una persona eccezionale: forse è tale nel ricordo dei parenti e dei conoscenti intimi. Ma se tutti, chi lavora a stretto contatto, chi ti conosce per vari motivi, chi dipende da te, riconosce lo spessore umano di chi se ne è andato, siamo di fronte a qualcosa, appunto, di eccezionale.

In un mondo, poi, come quello del fumetto, dove si parla solo di film tratti dai fumetti, o delle anteprime sparate dal solito "autorone", o di quello che ci aspetta a Lucca Comics, una piccola morte passa sicuramente inosservata.


Stanotte è morto Dino De Matteo.
Socio fondatore di una importante (a dire poco) fumetteria napoletana, Infinity Shop, neanche cinquantenne, da una vita lavorava per Pegasus/Alastor: prima come commerciale, da qualche anno dirigeva il negozio partenopeo della catena.

Persona eccezionale, per chi lo ha conosciuto: grandissimo lavoratore, "commerciale" da manuale, di quelli che nessun distributore oggi ha. Capacissimo di chiamarti per segnalare un ordine troppo alto, che magari poteva essere un errore, fregandosene di rimetterci soldi e badando più alla soddisfazione del cliente.
Infaticabile nell'aiutarti quando poteva, tantissime volte ha coperto errori lavorativi miei, accettando un reso, o mi ha supportato nella gestione di eventi e autori.

Conoscitore del settore e delle dinamiche lavorative, anche se non ci si vedeva - in fiera di solito - o sentiva spesso - specialmente da quando era al negozio - quando avevo una necessità lo chiamavo. E lui sempre mi ha risposto, anche quando non poteva farlo. Aveva a cuore il suo lavoro, e il suo lavoro erano i suoi clienti.

Non posso dimenticare che proprio all'ultima Romics, mentre andavo di fretta, ho quasi fatto finta di non vederlo, e sono passato oltre. Poi, sono tornato sui miei passi, e ci siamo messi a chiacchierare.
Non mi sarei mai perdonato quell'errore, se lo avessi fatto.

E, parlando, di lavoro, famiglia, di quant'era bella Narnia Fumetto, faticosa ma piena di soddisfazioni e di belle mangiate, in un borgo che valeva la pena visitare, e discutendo di vita e morte, persone che ci rendono la vita lavorativa impossibile, siamo andati sul tale che "ci seppellirà tutti". Avevi ragione.

E stamattina lo shock: Dino non c'è più.
Il suo grande cuore si è fermato.

Ti conoscevo solo per il lavoro, e ti ricordo magari affaticato o incazzato, ma sempre con un sorriso sul volto.
Lasci una famiglia, anche una bambina piccola: questo post è perché le persone belle, in gamba, vanno ricordate, tenute vive nel cuore - quello si, che continua a battere! - di chi le ha conosciute.
E, sentendo colleghi e addetti vari, pezzetti di Dino saranno in tantissime persone.

Come diceva Ungaretti:

E forse io solo 
so ancora
che visse

Buon viaggio, Dino.

5 commenti:

  1. Non muore colui che lascia eredità d'affetti. R.I.P. Dino

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  2. Può mancare una persona che non potevi definire amico ma con cui avevi scambiato solo qualche parola? Sì, se questa persona la salutavi con piacere alle fiere del Fumetto, in ogni occasione: Lucca, Napoli, Catania, Palermo… Lui se ne stava lì, nel suo stand, come un Capitano sta sul ponte della sua nave. Lui per me era Alastor, la sua presenza era sinonimo di qualità e serietà, lui era più significativo del cavallo alato che simboleggia la catena di negozi. E ci si salutava sempre con piacere, si chiacchierava del più e del meno, delle vendite, e di altro, con i suoi modi misurati d’altri tempi. Ora Dino non c’è più. L’ho scoperto stamattina e con la notizia ho scoperto anche il suo cognome, che non conoscevo, perché per me lui era “Dino di Alastor”, come un cavaliere della Saga di Re Artù.
    Può mancare una persona che non potevi definire amico ma con cui avevi scambiato solo qualche parola? Sì, ora so che può succedere.

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  3. Mi spiace leggere un post come questo.
    Un minimo sollievo l'ho avuto leggendo che, a Romics, sei tornato indietro per due chiacchere. Sarebbe stato un macigno ancora più pesante su un destino già crudele, se non ci fosse stato un ultimo (inconsapevole) saluto.
    Ciao, Dino.

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  4. Amico, fratello, forse qualcosa in più. Una persona che mi occupava solo 2 settimane l'anno ma che è sempre stato disponibile anche quando si incazzava. Un signore di altri tempi che ora non c'è più. Mi mancherai tantissimo come mancherai alla mia famiglia che hai visto crescere. Grazie Dino di tutto di cuore.
    Rosario da Catania.

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