Dall'alto della nostra profonda e plurale umilté, qualche tempo fa ci siamo permessi di fare una lista delle fiere che potevano tranquillamente evitare di invitarci... Eccola: "Le 10 fiere da non fare".
L'intento era ironico, ma non troppo...
L'intento era ironico, ma non troppo...
Dando seguito a quel post, in questa rubrica, il "mestiere della fiera", parliamo delle mostre del fumetto e di tutto quello che c'è dietro: costi, fattibilità, aneddoti. E, ovviamente, retroscena succosi...
Il calendario delle fiere del fumetto è notevolmente incasinato.
Si inizia l'anno col deserto tra gennaio e febbraio, quindi c'è un crescendo che porta ad un intasamento tra marzo e maggio. L'estate scorre via, con svariati eventi a giugno, meno a luglio, quasi nulla ad agosto.
A settembre si ricomincia, e fino a LuccaComics e a metà novembre è un susseguirsi di manifestazioni.
Una decina di anni fa, si respirava: al massimo, ci saranno stati un paio di mostre in contemporanea, ed in tutto erano "appena" quaranta o cinquanta. E, già all'epoca, ci si lamentava di come fossero troppe.
Oggi, che saranno si e no il doppio, visto che nessuna città o paesotto si nega la possibilità di un "Comics & Game", diventa veramente difficile muoversi nel ginepraio delle date.
Nello scorso fine settimana, abbiamo toccato il culmine.
Bassano del Grappa, organizzato da Kolosseo, una associazione che non farà fuoco e fiamme, ma sa come organizzare eventi di settore; BComics, a Bastia Umbra, in un centro fieristico dove non è stato organizzato mai niente di buono per i comics - e noi lo sappiamo bene - basti pensare che, pur essendo a meno di un'ora di macchina da dove si trova il sottoscritto, visti i costi (alti per gli espositori ed il pubblico, tipo OTTO euro di biglietto!) e il programma a dir poco scarso ho preferito evitarla. A seguire, Be Comics a Padova (assonanza con la precedente, ma nessun collegamento, evviva la fantasia), costosissima prima edizione della quale mi hanno parlato male in termini di pubblico; Varchi Comics, vicino ad Arezzo, ormai un appuntamento fisso da svariati anni: il tutto con l'aggiunta di Libri Come, fiera romana che raccoglieva anche autori ed editori dal mondo delle strisce.
Cinque appuntamenti in un fine settimana quando, ad esempio, in quello successivo ce ne è uno solo.
Ora, voglio dire, qualcuno avrà pure piazzato la data per primo, no?
Per anzianità, direi Varchi. Poi, certo: un appuntamento come Libri Come non è che guarda in faccia le fiere del fumetto... ma tutti gli altri?
Qualcuno si chiederà: ma quale è il problema? Se più fiere si sovrappongono, cosa c'è di male?
Diciamo che il problema si pone, innanzitutto, per chi le fa da espositore: tanti appuntamenti, maggiore difficoltà di scelta. Senza considerare i maggiori problemi nel portar gente: è difficile emergere a livello di comunicazione, convincere persone che non sono della propria area geografica della bontà dell'offerta. Quindi, nessuno riuscirà a portare il pubblico delle grandi occasioni.
Certo: se sei a Roma, gli autoctoni ti basteranno.
Ma Lucca Comics, ispirazione di tutti i wannabe organizzatori di fiere del "fumetto", insegna che il pubblico "vero" viene da fuori.
E, se nello stesso fine settimana, ci sono CINQUE eventi, quanto è difficile fare della buona comunicazione, allestire una mostra mercato varia ed accattivante per il pubblico, portare autori e fare tutta una serie di attività complementari?
Del resto, i commenti e le foto visti in giro, parlano chiaro: qualcuno di questi eventi - parlo dei quattro puramente fumettistici - ha fatto il "botto"?
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