mercoledì 8 settembre 2021

"Il libro più venduto è un manga". Si, ma attenti...

E' sotto gli occhi di tutti l'importanza - anche culturale - che il fumetto sta assumendo finalmente anche in Italia. Dopo decenni anche i mezzi di informazione si accorgono che c'è un mondo oltre Manara e Pazienza, Pratt e Zerocalcare. E non è fatto solo di "manga che in giapponese significa pedofilia".

Il tutto, alla fine, è dovuto all'aspetto commerciale: l'incredibile decollo delle vendite dell'ultimo anno, dovuto a tanti fattori, che ha finalmente spinto anche la stampa generalista a parlarne.

L'occasione è nota: ovvero il fatto che la variant di One Piece 98 occupi la vetta della classifica dei libri più venduti. Se ne parla qui, con un'intervista a Claudia Bovini di Star Comics.

Un successo per il mondo del fumetto?
Forse.
Sicuramente una vittoria per l'impegno ultratrentennale di Star Comics: ma per quanto riguarda il "nostro" settore, ci sono alcune cose che vanno chiarite...


L'angolo "fumetto" di una libreria media...
In primis, diciamocelo: ci si sarebbero aspettate due parole sulle fumetterie, che da decenni ormai sostengono l'intero settore. In quasi due anni in cui le maggiori fiere sono sparite le vendite delle librerie specializzate sono state determinanti. Fumetterie che, ricordiamolo: lavorano senza reso, se non quello episodico, talvolta anche cervellotico, che alcuni stanno dando per via del Covid.

E, se girate per librerie come il sottoscritto, non potete non concordare che fino a poco tempo fa il novanta per cento aveva un "settore fumetto" come quello della foto qui sopra: povero, mal messo, spesso svenduto di quando in quando. Senza competenza, senza investimento alcuno.

Ma, anche senza reso, le vendite dei negozi specializzati sono molto più significative: poche centinaia di fumetterie vendono più di migliaia di librerie. Chiaramente questo non basta per far avere alle prime strumenti di lavoro migliori: come assistenza o supporto, termini sconosciuti nel nostro settore, se non un reso stabile e duraturo che possa fare da traino per gli investimenti.

Ma non si parla solo di quello: ha senso avere una classifica di vendita in cui un romanzo o un saggio da venti euro sono in lizza con un periodico, per di più con allegato da collezione? E in cui mancano i dati del comparto fumetterie, oltre a quelle del sito dell'editore? E' come dire che La Gazzetta dello Sport vende più di Grisham o Stephen King di Famiglia Cristiana: dati buoni per le chiacchiere al bar, non per una analisi seria.

Certo: dal pezzo scopriamo che Demon Slayer tira duecentomila copie, e non è poco (come informazione, dico), visto che le tirature dei fumetti sono più nascoste del terzo segreto di Fatima.
Ma c'è un dato di fondo, che rimane: che tanti, tantissimi lettori acquistano anche decine di variant come investimento, visto che ci sono pezzi che decuplicano il loro valore o ancora di più.

Edizioni speciali che sono un fenomeno recente nel mondo dei manga, ma che hanno radici antiche, visto che negli anni novanta "colpirono" fortemente il mercato USA con un immenso boom speculativo che portò quasi la Marvel alla chiusura...

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