venerdì 1 maggio 2020

Un primo maggio a metà

E' un momento un po' strano per il mondo del lavoro.
Da una parte tanti annunci, dall'altra, al momento, poca poca concretezza.
Perché, se è vero che chi è in cassa integrazione perde gran parte dello stipendio, ci sono attività, ad oggi, che in due mesi di stop hanno perso il 100% degli incassi (cosa molto più grave) mantenendo il 100% delle spese: perché rinviare mutui e - se possibile - affitti, dare un credito di imposta per delle spese, sono aiuti piccoli e non sostanziali.

Ad oggi, bollette, costi, spese di vario tipo, sono rimasti del tutto invariati.
600 euro - per chi li ha presi - in due mesi, non bastano neanche per la spesa alimentare di una famiglia.

Un normale primo maggio a un vecchio Napoli Comicon



Generalmente, il primo maggio lo passavo al Napoli Comicon.
Che tanto per dire, dalla intensa comunicazione che sta facendo da inizio pandemia e con il rinvio della manifestazione senza dare date precise per poi dover ancora rimandare o annullare come stanno facendo tutti, si conferma come la miglior manifestazione italiana per tanti aspetti. Altro che Lucca Comics - per citarne una - che a marzo ha subito puntato ai soldi degli standisti, anticipando di un bel po' la richiesta...

E li, ogni anno, proprio in fiera, vedevi il rispetto che la filiera del fumetto aveva per il tuo lavoro: rispetto dei ruoli e delle professionalità. I nostri fornitori spesso non ne sono provvisti: essendo loro stessi i primi a non avere quest'ultima - fin dai vertici - sono incapaci di valutare quella altrui.

Ho dei colleghi che stimo, e da cui ho imparato molto, che hanno una altissima professionalità: in altri paesi, con sistemi lavorativi più equi, o con altri imprenditori nel settore (veri, non come molti dei nostri) probabilmente sarebbero in grado di gestire editori o distributori, magari anche qualche grande manifestazione. Il tutto perché hanno esperienza e capacità.

E questa mancanza di rispetto da parte degli editori si traduce in anteprime portate in fiera, sconti illeciti, promozioni senza un minimo di etica o valore commerciale, solo per far cassa, tentativo continuo di ingerirsi nel nostro lavoro, per portar via fatturato e ordini.

Anche in questo momento particolarmente negativo, le cose non sono cambiate poi così tanto.
Certo: c'è stata una apertura al reso, ci sono state varie proposte, alcune molto interessanti. Ma la gran parte degli editori ha continuato la vendita online, alcuni anche di materiale non distribuito alle librerie.
Soprattutto, però, è mancato totalmente un fronte comune: un negoziante che riapre il quattro di maggio, dopo due mesi, deve sentire fiducia nel futuro. Il reso gli da la possibilità di ordinare senza patemi, ma i calendari stilati da Panini Comics con un 20% in più di uscite (oltre a svariate decine di albi da edicola ancora non inviati a molte librerie), e da Bonelli, con tutti gli albi di marzo, aprile e maggio in uscita in questo mese, intaseranno scaffali e contabilità. Il reso c'è: ma si fa - e viene "rimborsato" - mesi dopo il pagamento di quanto acquistato.
Insomma: oltre a dover pagare fatture, bollette, affitto e tutto quello che c'è di arretrato, sarà necessario anticipare molta liquidità per le novità in uscita.

Il tutto va ad appesantire ed intasare anche il lavoro dei distributori, che dovranno comunque anticipare capitali: in un momento di scarsa liquidità, senza fiere, coi clienti con meno potere d'acquisto, rischia di essere un boomerang.

Ma, dicevo: è mancata una comunicazione unitaria.
Sarebbe stato bello e utile, ed avrebbe dato maggiore fiducia, se i principali editori e distributori avessero annunciato insieme misure comuni, condivise coi negozi: il momento lo richiedeva, ma è evidente che anche una situazione eccezionale come questa non riesce a coalizzare gli interessi delle varie parti in gioco del nostro settore.


Una festa del lavoro a metà: che mi auguro sia un giorno prossimo ad un periodo di rilancio e rinascita. Che non sarà facile: ma che si baserà su esperienza e capacità accumulate negli anni.
Lo auguro di cuore a tutti i colleghi, e a tutti gli altri membri della filiera del fumetto che stanno lavorando con noi e per noi.

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