mercoledì 13 maggio 2020

Fumetto, giornaletto e Graphic Novel

Sta uscendo una nuova collana di allegati editoriali col meglio delle graphic novel italiane.
Questo termine mi fa sempre un po' sorridere: "fumetto" è sicuramente più indicativo di "romanzi grafici", fa sognare. Graphic Novel non significa nulla: probabilmente fa più figo, ma il termine è utilizzato a sproposito. 

Pochi anni fa, per dire, Hachette lanciò una serie dedicata alle "graphic novel Marvel" (che ora stanno distribuendo anche in fumetteria) con quasi tutti titoli che... graphic novel non sono! 

La comunicazione di questo recente lancio, però, è stata fantastica.
Si è passati da questa:




... (che evidentemente è sballata, perché non c'è nessun romanzo che "si fa" fumetto, quanto romanzi A fumetti punto e basta) a questo:

... sminuendo ancora di più il termine "fumetto".



Il primo pensiero che ho avuto, è che chi idea queste collane, probabilmente conosce i fumetti come "giornaletti": li comprava da piccolo col nonno in edicola.
Ma poi non si è evoluto, come lettore. E' rimasto allo Zagor, o all'Uomo Ragno della Corno. Se più giovane ai primi supereroi dell'era Star Comics, magari.

Ma cose più importanti, "pesanti", non le ha lette.
Non sa che Watchmen, V for Vendetta, Corto Maltese, Pertini, Cronache del Dopobomba, Blueberry, Sandman, Preacher e tante altre sono opere fondamentali della narrativa moderna.

Forse.

Ma, magari, più semplicemente, è il mondo del fumetto che ancora oggi non è in grado di comunicare qualcosa di diverso: che non esistono "graphic novel" o "giornaletti", ma che il media fumetto è forte, potente, ricco e in forma. Che gli autori che ci sono dietro, sono AUTORI a tutto tondo, con una formazione, una cultura dell'immagine e della narrazione che spesso altri media - il cinema tipo - se la sognano.

Forse è un semplice problema di comunicazione del nostro mondo, legato allo stereotipo del "fumetto = roba per bambini" e "roba per bambini = cosa che un adulto non può apprezzare".

Evidentemente un grossolano errore.
Ma che sarebbe bello sfatare facendo un po' di cultura del fumetto.

2 commenti:

  1. Ora giusto per far polemica (si ruzza eh): ma non è che la distinzione che fai te (zagor vs watchmen) è esattamente la distinzione che fa chi si fa bello del termine di Graphic Novel? Non sei caduto nella stessa trappola?
    Ci sono le opere di serie B (i giornaletti) e quelli di serie A (i graphic novel). Se ritieni che queste opere sono cose diverse, allora può aver senso chiamarle con termini diversi.

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    1. domanda interessante.
      per "zagor" come potrebbe essere "topolino" o "tex", intendo il fumetto seriale popolare. Niente da dire: molto lo leggo pure io e mi piace. Ma è un livello di lettura. Poi si può crescere, passare che ne so... a L'Immortale, a 20th Century Boys, ad opere più adulte. E li scatta qualcosa di diverso.
      Sempre fumetti, ma con tematiche, modalità di narrazione e maturità diversa.
      Insomma: Tex non è Blueberry. E non gli si è mai avvicinato.

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