Dall'alto della nostra profonda e plurale umilté, qualche tempo fa ci siamo permessi di fare una lista delle fiere che potevano tranquillamente evitare di invitarci... Eccola: "Le 10 fiere da non fare".
L'intento era ironico, ma non troppo...
L'intento era ironico, ma non troppo...
Dando seguito a quel post, in questa rubrica, il "mestiere della fiera", parliamo delle mostre del fumetto e di tutto quello che c'è dietro: costi, fattibilità, aneddoti. E, ovviamente, retroscena succosi...
Ovviamente, dal punto di vista di chi le fiere le fa per lavoro!
L'ultima analisi dei costi di Lucca Comics la feci due anni fa.
Se vi va, date una occhiata pure ai link nel post: c'è tutto un dossier su come sono aumentate le spese per chiunque partecipi alla fiera.
L'ultima analisi dei costi di Lucca Comics la feci due anni fa.
Se vi va, date una occhiata pure ai link nel post: c'è tutto un dossier su come sono aumentate le spese per chiunque partecipi alla fiera.
La fila al Palabonelli lo scorso anno. Quanto è aumentata la concorrenza per i negozianti? |
In sintesi (...):
2007: costo di uno stand 6x3 angolare: 1587 + IVA. Ovvero 88 euro al metro quadro.2016: costo di uno stand 6x2,5 angolare: 2600 + IVA. Ovvero 173 euro al metro quadro.
Da notare che si passa da una profondità di tre metri ad una di due e mezzo. Il perché lo spieghiamo qui.
Nel 2018, un 2,5x5 metri - senza angolo perché non è previsto - costerebbe 2350 euro + IVA. Ovvero 188 euro al metro quadro.
Ma qui siamo ancora al limite della banalità: non possiamo accontentarci di una analisi così superficiale, sebbene evidenzi un costo più che raddoppiato (circa il 113% in dodici anni). In realtà è molto peggio: perché fino a pochi anni fa, un 6x3 angolare ti consentiva di avere almeno nove metri di esposizione al pubblico, perché di tanta profondità o "retro" dello stand te ne fai poco, conta quello che riesci a far vedere. Oggi, con la riduzione delle misure (da quest'anno, dopo il mezzo metro di profondità se ne è perso un altro mezzo di larghezza), pagando oltre il doppio, hai cinque metri al pubblico, ovvero circa la metà.
Ma non finisce qui: nel 2006 potevi vendere senza avere accessori. Non usavi un pc, senza POS, senza fare scontrini (magari con ricevute a mano, cosa impossibile se hai molto movimento). Oggi è IMPOSSIBILE avere uno stand senza energia elettrica: al di là della luce - che non è obbligatoria ma secondo me è FONDAMENTALE per vendere - al di là del fatto che puoi non avere un computer (rinunciando a registrare gli articoli che movimenti), non considerando che il POS è obbligatorio per le attività commerciali (e lo trovi a pile, ma deve collegarsi ad uno smartphone, che va ricaricato), devi comunque necessariamente avere una cassa per scontrinare l'IVA e gli shopper per il pubblico (a meno che tu non voglia scrivere a mano una ricevuta per ogni sacchetto venduto!) e quindi ti serve la corrente elettrica. Il che significa altre spese: aggiungendo anche due faretti, che sono pochi indubbiamente, e che comunque non puoi portarti da casa, il costo lievita: 570 euro + IVA.
Totale: un metro espositivo al pubblico, nel 2006 costava 173 euro + IVA, nel 2018 ben 584 + IVA.
Ovvero: oltre il triplo.
Il tutto per vendere in una realtà che, in dodici anni, è decuplicata (valutazione, questa, fatta ad occhio e croce), passando dall'occupare un paio di piazze, a far diventare TUTTA la città, vie, piazze, e negozi un enorme mercato: il che implica concorrenza notevole, e buona probabilità che non tutto il pubblico passi davanti ai tuoi tavoli.
E con questo divieto, che continuo a definire assurdo e ai limiti dell'illegalità, oltre che facilmente aggirabile:
12. TEMPORARY STORE ALL’INTERNO DELLE MURA URBANE DI LUCCAAll’Espositore a cui verrà assegnato uno stand presso Lucca Comics & Games 2018 è fatto divieto, nei giorni della manifestazione, di avere uno o più rivendite temporanee (Temporary Store) ubicati all’interno delle Mura Urbane di Lucca. La violazione del presente divieto comporterà l’immediata chiusura dello stand.
Insomma, di anno in anno, Lucca Comics va sempre più in una direzione contraria alla sua storia, eliminando espositori e negozi che hanno fatto della mostra mercato una delle più belle e più frequentate storicamente in Italia.
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