Quando, nel 2004, poco dopo aver aperto il negozio mi trovai a programmare il mio lavoro, feci una scelta: al di là di attrarre gli appassionati di fumetto, per i quali era "sufficiente" offrire un ottimo servizio, ed avere capacità di fidelizzare (non che fosse ovvio o facile farlo, ma il "come", almeno, era chiaro), volevo andare oltre.
Io volevo rivolgermi a CHIUNQUE nella mia città - e non solo, visto che vendevo online da prima di aprire il negozio! - al di là di appassionati già "formati".
Per questo mi sono dato subito alla pubblicità: i social non esistevano, e puntai su cose più immediate, come volantini e locandine, ad esempio.
E poi scelsi di investire su una tipologia di evento nella quale credevo molto: gli incontri con autori.
Premessa: a me è sempre piaciuto vedere disegnatori all'opera nella creazione di tavole e sketch di vario tipo. Ed allo stesso tempo, amo chiacchierare con gli autori, parlando di come nasce una storia, un personaggio, una situazione, di retroscena: per questo, ho sempre pensato che ospitarli sia il tipo di attività che una fumetteria DEVE fare.
Ma, da cliente, avendo frequentato tutti i negozi esistenti a Terni e Perugia da metà anni novanta in poi, ho raramente avuto questa possibilità: fino a qualche anno fa, erano pochissime le librerie specializzate ad organizzare regolarmente eventi.
Ma, da cliente, avendo frequentato tutti i negozi esistenti a Terni e Perugia da metà anni novanta in poi, ho raramente avuto questa possibilità: fino a qualche anno fa, erano pochissime le librerie specializzate ad organizzare regolarmente eventi.
Per questo, ho sempre puntato su questo tipo di appuntamenti, convinto che avrebbero attirato pubblico. E, oltretutto, portato ulteriore pubblicità: se ospiti un autore di una serie che esce anche in edicola, e riesci ad avere due righe all'interno di un albo nelle quali si parla del tuo negozio, ottieni una spinta utile sia per l'evento che per la tua attività.
E, a me, è successo varie volte.
Come dicevo: ero convinto che avrebbero attirato pubblico.
Ho avuto parzialmente ragione: tanto, tantissimo pubblico da fuori, pochissimo da Terni, città che ha sempre avuto poco spessore culturale, tanto da snobbare i pochissimi eventi che qualcuno osa mettere in piedi. Nel corso degli anni, per dirne una, raramente ho visto i tanti aspiranti autori, magari iscrittisi anche a corsi da me organizzati, o in corso anche oggi sempre in città, venire a presenziare agli eventi, almeno per provare a "rubare" il mestiere. Insomma: vuoi fare il disegnatore di fumetti, e nel giro di pochi chilometri hai un Di Giandomenico, un Ponticelli, che "fanno" fumetti gratis ed in bella vista... cosa aspetti?
L'entusiasmo del pubblico, all'inizio tiepido, è cresciuto.Si è creato un gruppo di appassionati decente, come numero, ed esaltante come passione: "appassionati" nel vero senso della parola, roba da farsi anche centinaia di km per venire a vedere l'autore famoso, quando non il Pinco Pallino esordiente, che disegnava (anche) per loro. Gente cui piaceva parlare di fumetto, discutere di autori e con gli autori, veder "produrre" un disegno.
Si cresceva: nel 2007, Gabriele Dell'Otto, disse che quella a Terni era stata sino a quel momento la sua trasferta italiana con più partecipazione.
Nel passaggio all'attuale sede, grande quasi il triplo della precedente, dedicai un'area apposita agli eventi: ed ospitammo in pochi anni anche una decina di autori "stranieri", dal disegnatore di V for Vendetta David Lloyd, quando ancora non veniva in Italia così spesso come fa oggi, a quello di Watchmen, Dave Gibbons, passando per tour nazionali, ma anche eventi creati e gestiti in proprio, o grazie alla collaborazione con Fumetterni e Narnia Fumetto.
Ricordo con piacere, a proposito della manifestazione organizzata a Terni, quando nel 2009 e 2010 facemmo l'aperitivo conclusivo della prima giornata, con quasi un centinaio tra autori ed addetti ai lavori presenti in negozio...
Qui una lista completa degli autori che abbiamo ospitato nel tempo.
Ma qualcosa si ruppe: le presenze agli eventi calavano.
Probabilmente perché ce ne erano sempre più in giro, e quindi il pubblico non autoctono era richiamato altrove. Forse si era creata un po' di abitudine.
E ricordo anche qualche figuraccia, e diverse arrabbiature.
Per queso, nel 2012, quando organizzai il centesimo evento, scrissi questo:
Cosa è cambiato, dicevamo? Essenzialmente, il pubblico, che forse si è abituato a tutti questi eventi.
Insomma: disaffezione, impossibilità cronica di coprire i costi degli eventi; se pretendi di sostituire l'acquisto obbligatorio dell'albo dell'autore con qualcosa che avresti già preso, se ti rifiuti comunque di spendere qualcosa per avere un disegno, un pezzo unico, allora svilisci l'evento e rendi impossibile un qualsiasi rientro economico e, alla lunga, inutile la presenza degli autori.
Aggiungete al tutto la difficoltà, spesso, di star dietro ad autori che neanche si degnano di rispondere ad una mail, combattere con editori e distributori per poter vendere (!) il loro materiale e/o avere conti vendita o reso per il singolo evento. Il tutto unito ad un semplice conto personale: i circa venti incontri organizzati, uniti a una decina di fiere, portano ad una ventina i "sabati sera" liberi durante l'anno, e quindi alla difficoltà di frequentare amici e famiglia in quelle che sono serate libere uniche all'interno di una lunga settimana lavorativa.
Cosa da non sottovalutare quando calcoli "costi" e "benefici" di una attività.
Il tutto aggravato da uno scarso supporto da parte di editori e distributori: difficoltà ad avere conti vendita, materiale non disponibile, spedizioni all'ultimo minuto. E una considerazione di fondo: scarsissima proposta, da parte loro, nell'organizzare tour ed eventi.
Negli ultimi anni, dopo il post linkato qui sopra, ho iniziato ad organizzarmi meglio: un po' meno eventi, tutti o quasi con una analisi ponderata di costi e benefici. Niente lasciato al caso.
E le cose sono andate migliorando: le presenze, salvo qualche figuraccia, sono state stabili, con qualche bel picco.
Alcuni dati: in tredici anni abbiamo organizzato centoquarantanove eventi. Considerando che luglio ed agosto sono mesi morti, mediamente parliamo di più di una presentazione al mese.
Più recentemente: nel 2015, sedici eventi e quasi SEICENTO tra libri e periodici venduti.
Nel 2016, "solo" dieci, ma quasi DUECENTO libri e periodici venduti: molti di meno, ma la presenza di Sio ha sballato i conti del 2015, e va detto che comunque quasi venti pezzi ad evento non è niente male, quando spesso non hai supporto o cose da vendere, e lo sai all'ultimo minuto.
Nel 2016, "solo" dieci, ma quasi DUECENTO libri e periodici venduti: molti di meno, ma la presenza di Sio ha sballato i conti del 2015, e va detto che comunque quasi venti pezzi ad evento non è niente male, quando spesso non hai supporto o cose da vendere, e lo sai all'ultimo minuto.
E questo non tiene conto della ricaduta dei mesi successivi, dei fan dell'autore che tornano per prendere altri libri o novità uscite successivamente, o degli appassionati che vengono a scoprirsi tali in queste occasioni...
Ma negli ultimi anni è diventato sempre più difficile organizzare eventi: perché ci sono più fiere (due o tre volte tanto rispetto allo scorso decennio), che hanno sempre più autori, cosa che una volta non succedeva (con Narnia Fumetto fummo i primi ad avere anche CINQUANTA ospiti ad una fiera medio-piccola); perché chi prima non ti supportava, editori soprattutto, ora ti mette i bastoni tra le ruote, organizzando presentazioni in libreria di varia, ritenuta nuova Mecca delle vendite di fumetti; perché molti autori ormai pensano alle fumetterie come a delle "sagre di paese" (parole non mie), mentre la libreria "vera" da loro più soddisfazione professionale.
Questo post nasce un po' come uno sfogo: lo sfogo di un libraio "a fumetti" che ha sempre puntato molto sul fumetto, per la propria attività, piuttosto che su carte, ramen, alimentari (!!), cosplay e giochi di ruolo e gadgettistica di vario tipo.
Oggi diventa veramente difficile: negli ultimi mesi, per ogni singolo evento che sono riuscito a portare a termine, ne ho provati ad organizzare almeno una decina. Al momento, nonostante non ne abbia niente di definito in programma, sono circa una decina le "trattative" in corso.
Sia chiaro che queste righe sono uno sfogo, non una polemica, perché ho sempre trovato favolosa, spesso commovente, la disponibilità di molti autori (alcuni ormai sono vecchi amici, visto che sono venuti tre, quattro o cinque volte in negozio o in fiera): perdere una giornata (almeno) di lavoro e famiglia per fare centinaia di chilometri a puro scopo promozionale (spesso neanche quello) è un reale sacrificio per loro. Ma quella è la passione che anima noi tutti: me, per il mio lavoro, loro per il rapporto col pubblico ed i fan...
Dicevo: persone eccezionali. E per questo, non ho riferimenti precisi ad un evento, o un editore da dare: perché per cose specifiche, quando ci sono state, mi sono già lamentato ed ho scritto a chi di dovere.
Ma la mia è una ottica commerciale: l'evento con autore ha una sua funzione.Francamente, se devo investire nell'ottica di poter creare un pubblico per albi da pochi euro e margine bassissimo, come ho fatto per anni con la Bonelli, ad esempio, per poi vedere che non riesco più ad organizzare eventi quando, finalmente, ci sono dei libri di prezzo più alto da poter vendere, qualche domanda me la faccio.
E, come detto, non vale più la pena impegnarsi tanto in un settore che si sta spostando altrove: investire sul cliente, su offerte, promozioni, anche rapporto umano e personale, forse pagherà di più che passare le serate a mandare mail, proposte, rompere le scatole a professionisti interessati ad altro.
O a sentire editori che ignorano le tue richieste, per poi andare a proporre altrove, loro stessi, presentazioni con autori.
Alcuni anni fa un editore mi promise, in cambio di un favore, la presenza di un autore internazionale per una presentazione in negozio, per l'anno successivo: proprio nel corso di quest'ultimo mi diede la possibilità di averne un altro. Mai visti. Entrambi.
Nel contempo, di anno in anno, rimandò anche la "certezza" (parole sue) di mandare, prima o poi, il suo autore di punta, sempre da Antani Comics.
Il mercato, i prodotti da vendere, i clienti coi loro gusti, gli operatori in gioco: tutto cambia continuamente, anche in un settore storicamente fermo come il nostro. Essere sul pezzo, aggiornati, presenti, costa fatica ed impegno: è un costo pure questo.
Ma, forse, al momento è un investimento migliore.
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