martedì 24 novembre 2015

Il prezzo "a vista"

Questa mattina, prima di aprire, ho fatto alcuni giri: un regalo per un compleanno, un paio di cose per il negozio.

Quindi passo dal "bazar" che si trova vicino al mio vecchio negozio: non ha prezzi bassissimi, né roba di qualità, ma è comodo perché ha tutto. E' gestito da cinesi.
Chiedo tre pile per il telefono di Frozen (Aurora me lo ricorda da settimane...) e, mentre il tizio trova ed inserisce quelle giuste, vado lungo scaffale delle cornici, e ne prendo quattro per metterci gli ultimi disegni fatti dagli autori ospiti.

Mi faccio fare il conto: i due dietro il bancone confabulano a lungo nella loro lingua, e me ne presentano prima uno di quindici e spicci, quindi un altro che supera i venti. Prendo le cornici, guardo i prezzi, e vedo che i conti non tornano.

Glielo dico: "Vengono 2,90!" e mostro l'etichetta col prezzo stampato.
Lei gira la cornice e mi mostra un 3,90 scritto col pennarello.

Mi girano le balle: sono commerciante anche io, e generalmente, ci sto attento. E se sbaglio un prezzo, a meno che non sia un errore marchiano (3,90 invece di 390, ad esempio!), pratico al cliente il prezzo più basso.
Gli lascio le cornici, pago le pile, e me ne vado.

Poi mi viene in mente che, a giorni, devo pagare un anticipo per le tasse del prossimo anno (ed altro) che è di circa ottocento volte l'importo che ho appena pagato in quel negozio: torno indietro e pretendo lo scontrino. Il primo della giornata, ad oltre un'ora dall'apertura... manco fossero una fumetteria...



Questo comportamento, mi ha ricordato quella che spesso è una prassi, nel nostro settore.
Soprattutto tra i privati, ed in fiera: non prezzare le cose che si vendono...

Art. 14, legge 114 del 1998. 
 1.  I  prodotti  esposti  per la vendita al dettaglio nelle vetrine esterne  o  all'ingresso  del  locale  e  nelle  immediate  adiacenze dell'esercizio  o  su aree pubbliche o sui banchi di vendita, ovunque collocati,  debbono  indicare,  in  modo  chiaro  e ben leggibile, il prezzo  di  vendita  al pubblico, mediante l'uso di un cartello o con altre modalita' idonee allo scopo.
2.  Quando  siano  esposti  insieme  prodotti identici dello stesso valore  e'  sufficiente l'uso di un unico cartello. Negli esercizi di vendita  e nei reparti di tali esercizi organizzati con il sistema di vendita  del  libero servizio  l'obbligo dell'indicazione del prezzo deve  essere  osservato  in  ogni caso  per  tutte le merci comunque esposte al pubblico. 
 3.  I prodotti sui quali il prezzo di vendita al dettaglio si trovi gia'  impresso  in  maniera  chiara e con caratteri ben leggibili, in modo  che  risulti  facilmente  visibile  al  pubblico, sono esclusi dall'applicazione del comma 2.
  4.   Restano   salve   le   disposizioni  vigenti  circa  l'obbligo dell'indicazione  del  prezzo  di vendita al dettaglio per unita' di misura.

La legge mi sembra chiara.
E, come tante altre, non servirebbe, se vigesse il buonsenso...

Invece no: nelle fiere, come per tante altre cose, vige il far west. Soprattutto in quelle piccole, in tanti, tantissimi, non prezzano il materiale in vendita. E, quando tu chiedi il costo di qualcosa, danno l'impressione - e spesso è così - che stanno valutando a quanto possono vendertela...

Ne parlai anche qui, con un aneddoto degno di essere riletto. E che chiudevo così:

Ecco: questo è uno dei motivi per cui, spesso e volentieri, i “fumettari” stanno sulle palle a chi compra quello che vendono. Poco importa che siano negozianti, o privati… 
Se il prezzo è poco chiaro, se - come mi è capitato altrove - tu venditore butti roba su uno scatolone sotto il tavolo, e quando ti chiedo quant'è mi dici che "sono quasi tutti a un euro, più meno, ma dipende dal pezzo", e che guarda caso, proprio quello che ho preso io, ma proprio quello, costa cinque… Beh, se questo è l’atteggiamento, francamente, più che un venditore, sei un piccolo truffatore. 
E non sono io a doverti dire che è giusto che tu stia un po’ sulle palle a chi compra, visto che - indubbiamente - stai pure sulle mie, che sono un (brrrr…) “collega”…


Siamo nel 2015: ci sono tanti, tantissimi modi di verificare prezzi e confrontarli tra di loro.
E i clienti lo sanno.
Possibile che dobbiamo ancora andare avanti coi mezzucci e le abitudini di decenni fa?

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