venerdì 19 dicembre 2014

Rifornire le fumetterie, ai tempi del Natale

Mi scrive un distributore non di fumetti, proponendomi i propri prodotti.
Gli dico che non li tratto ma che, essendo quasi Natale, mi interesserebbe provarli.
Ovviamente, visto che non è il mio settore, e che per me non ha senso investirci, in questo momento, gli chiedo un conto vendita.

La risposta: mi concede solo un reso parziale. Perché? Perché "questo assicura a noi che almeno qualcosa mantiene e che spingerà il prodotto invece di relegarlo in un magazzino".

E' una opinione diffusa, anche tra editori di fumetti: se viene dato il reso, o il conto vendita, il negoziante comunque punterà a vendere prima quello su cui non ha questa possibilità.

Ragionamento machiavellico: come se il negoziante non fosse interessato a far soldi su tutto.
Come se il farsi mandare qualcosa, per lui fosse un capriccio o il gestirla non avesse costi.

Magari, in concreto, qualche esempio di questa malagestione ci sarà stato: non dubito che, chi afferma di aver rilevato questi comportamenti, poi, sia in buona fede.

Ma ricevere dei prodotti nuovi, almeno per me, ha dei "costi organizzativi" (anche solo metterli sul sito, con immagini, quantità e codici), che mi portano a non prendere cose che so di non potere (o non volere) lavorare. Insomma, soprattutto in questo periodo, non è che mi metto in coda ulteriore lavoro che giudico inutile.

Le affermazioni di questi editori, unitamente ad alcuni post che ho letto in giro in questi giorni, spesso da parte di editori che si lamentano del lavoro delle fumetterie, mi hanno portato a fare una brevissima riflessione su Natale, vendite e distribuzione.

Seguitemi.




Premessa: abbiamo detto ieri che, nella settimana di Natale e nella successiva, la distribuzione si ferma.
La distribuzione DEL FUMETTO. In modo incomprensibile, per chi lavora nel mondo del commercio, si hanno almeno due settimane di stop quasi totale, con una terza che serve ai distributori per lavorare ordini di novità ed arretrati. Diciamo un bel periodo di assenza di titoli nuovi. E senza rifornimento di arretrati.

Il tutto, in un momento di massima spinta commerciale: i clienti abituali passano a ritirare le novità, ma quasi chiunque passa a fare regali, soprattutto persone che vedi una o due volte l'anno.
Una grande occasione.

E qui nascono due problemi:

-i negozi non hanno novità da vendere. E, come si sa, queste fanno da traino a tutto il resto;

-cosa ancor più grave: non si possono rimpiazzare i prodotti che finiscono.
Gli editori ed i distributori, preferiscono tenere nei magazzini albi e volumi, piuttosto che "appoggiarli" sugli scaffali delle fumetterie. Tutto quello che si vende o finisce, difficilmente può essere rimpiazzato.

Questo provocherà due domande, nel lettore medio:

-Perché non si fa scorta PRIMA delle "vacanze" dei distributori?

-Alla fine, cosa ci rimette l'editore? Chi cerca quel prodotto, lo prenderà o subito altrove (internet?), o magari addirittura nello stesso negozio, quando sarà rifornito: al massimo, nel primo caso, ci rimetterà la fumetteria!

Le risposte:

-Banalmente: le fumetterie FANNO scorta. Ma non hanno il reso, e non possono permettersi di rischiare tanto neanche sugli evergreen... I volumi "tosti" in quanto a vendite, costano dai venti ai cinquanta euro: acquistarne una decina di copie, per almeno dieci o venti titoli, costringerebbe ad un investimento non indifferente. E, ripeto: senza reso.

-Ma è la seconda domanda quella più interessante: in realtà, possono succedere due cose, nel novanta per cento dei casi: o il cliente è fidelizzato, e ordina l'albo per gennaio o quando tornerà. Oppure, deve fare un regalo: e probabilmente, si girerà e guarderà verso un altro scaffale. In tutto questo, indirizzato e spinto dal libraio, che tenderà - come è OVVIO - a non voler perdere vendita e cliente.

Gli scorsi anni mi è capitato di far uscire dal mio negozio tizi che volevano Watchmen, con Akira, o magari chi cercava L'Eternauta con Deathnote. Tutto è possibile, quando hai un cliente che vuole fare un regalo, ha deciso di comprare un fumetto, e non sa cosa cerca...


Quindi, almeno in questo caso, è l'editore, a perdere. Lo stesso editore che, magari, da Lucca, non ha ancora distribuito le novità (ci sono!) e non si è ancora reso conto che è LUI a dover vendere - o far vendere dal distributore - i propri prodotti, perché ancora crede che sia solo LUI a possedere la verità, e i migliori albi del circuito. E chiama "illuminate" le fumetterie che espongono i suoi prodotti, tra l'altro con notevole onestà intellettuale...

Lavorando con editori che trafficano con altri prodotti, magari anche in fumetto, ma non solo, va detto che lavorano con maggiore celerità: hanno tutto in pochi giorni, posseggono siti che ti segnalano i tempi di rifornimento... E sanno farti condizioni personalizzate.

I distributori classici, invece, se non hanno qualcosa subito - e con qualcuno non hai neanche questa informazione - magari ci mettono anche un mese a reperirla.

Altro che Natale!


E, mi chiedo: dopo una esperienza ultradecennale, con tantissime vendite perse ogni anno, che io rimpiazzo con altri prodotti, ma che l'editore vede sfumare in via definitiva, PERCHE' non si introduce il RESO, e non lo si fa quanto prima?

I motivi che mi frullano in testa, sono due: i costi che questa procedura ha, e il fatto che gli editori, alla fine, NON SANNO credere nei propri prodotti.

La prima questione, si risolve.

Qui ho parlato di come il reso cambierebbe il modo di lavorare dei negozi.
Qui, invece, ho esposto una piccola idea per recuperare i costi del reso:

Il reso "costa" 10-15 punti percentuali al sistema?
E SE LI PAGASSE LA LIBRERIA?
Se la libreria si offrisse di rinunciare al 10% del prezzo di cover, MA SOLO PER QUELLO CHE RENDE?
Così, il costo verrebbe pagato solo su quello effettivamente reso, ed il libraio avrebbe si il suo margine, ma anche un piccolo paracadute, che gli farebbe perdere dei soldi (renderebbe perdendo comunque parte di quanto pagato all'inizio), ma gli permetterebbe di rientrare di parte dell'esborso iniziale, SENZA FARE SVENDITE, che danneggiano il sistema senza che ci sia un effettivo beneficio per nessuno.

Sarà forse che, alla fine... sono proprio gli editori, che attaccano sempre e comunque chi non compra propri albi, e che solo e solo quelli deve ALMENO avere, secondo loro... i primi a non credere davvero in ciò che fanno?

Meditate, gente...



ps: intanto, nel 2014, facciamo Natale con Watchmen, V for Vendetta, magari con L'Eternauta, per i pochi fortunati che se lo sono procurato... Dai, sorridiamo, almeno pensando agli scorsi anni...

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