martedì 17 dicembre 2013

A fine anno siamo tutti più pirla

Leggo l'ultimo Mega, uscito sabato 14 dicembre.
Tra l'altro: un catalogo che richiede prenotazioni entro fine mese, ed esce il 14.
Come si fa, in un paio di settimane, a girarlo ai clienti, ed a raccogliere le prenotazioni?

Peggio ancora Anteprima, che esce tra oggi domani...
Mah... a Natale siamo tutti più buoni, e la pancia piena post-Lucca si fa ancora sentire. Altro che panettone...

Ma, dicevo: letto Mega 198.
In particolare, l'editoriale di Pasquale Saviano, gran capo di Lion/RW/Goen/Lineachiara e del suo distributore Alastor/Pegasus.
Colloquialmente detto, ma solo per gli amici intimi, "il-distributore-che-diventa-editore".

E noto questo passaggio:
Se potessi usare una forzatura (...), la fumetteria inizia a somigliare più ad una edicola vecchia maniera (...), dove si espongono novità che, quando sono terminate, lasciano spazio ad altre novità, piuttosto che a una libreria vecchia maniera (...) dove "girava" l'intero catalogo.
Questa storia della fumetteria/edicola, non è la prima volta che la sento, e mi fa ridere.
Sono costantemente in contatto con molti colleghi, e posso dire che tutti investono nel tenere vivo un certo catalogo, visto che con le sole novità non si va da nessuna parte. Tutti hanno problemi di spazio e tutti "tagliano", intendiamoci. Non è che, col trascorrere del tempo, le pareti dei nostri locali possano allargarsi, quindi qualcosa deve sparire. E, sicuramente, i primi a farlo sono quei titoli che hai fermi da anni ed anni e che, se li vendi, puoi stare certo che non li riordinerai neanche sotto minaccia (qualcuno ha detto reso? RESO?).



Ma le affermazioni di Saviano, sono interessanti perché lui è (anche) un distributore.
E, quindi, se il mercato è a questo punto, se i negozi sono in difficoltà - dovrebbe saperlo, Alastor ne ha SETTE - qualche piccola colpa dovrebbe averla, no?

Ad esempio, perché come distributore non offre - realmente, eh! - il reso?
Quello si, che servirebbe per investire ed assortire!

Perché non si impegna per dei tempi di rientro veloce della merce, almeno per i suoi esclusivisti?

Non sono il primo né l'ultimo che aspetta due o tre settimane, quando va bene, per riavere un titolo. E, se il cliente passa, e non lo trova, probabilmente - abituato come è a prendere fregature, in tal senso - va altrove. E parliamo di titoli di editori in esclusiva, non distribuiti da altri!

E lo stesso distributore-che-diventa-editore ammette, nell'articolo che c'è una "strabordante offerta editoriale di novità".
Strabordante? E chi la fa?

Guardate qui...

Uno scorcio del retro di Antani Comics, con alcune delle pile del materiale
dell'ultima promo Lion che non siamo riusciti manco ad esporre...


Chi ti spinge ad acquistare mega quantità di materiale, magari con reso (PARZIALE), magari con punti extra di sconto (a vederlo...), sicuramente senza poster o materiale pubblicitario (espositori inclusi), per avere variant ed albi esclusivi (che devi avere, altrimenti i tuoi clienti li prendono in fiera dal... distributore stesso!)?

Insomma: spesso le fumetterie vengono considerate velleitarie, nelle loro proteste.
Ma, sentir dire da un distributore (ed editore, e negoziante!), che le librerie specializzate assomigliano a delle edicole... beh, non ci si può stare. Perché le fumetterie sono state e sono ancora, sicuramente più simili a delle librerie, che svolgono una funzione UNICA di fidelizzazione e promozione del fumetto sul territorio.

Chi altro se ne occupa?
Cosa offrono, oggi, i distributori per meritarsi la percentuale sul prezzo di copertina che il loro lavoro assorbe? O si limitano a raccogliere ordini, e smistare le novità?
Perché, vero è che, se le fumetterie sono, spesso, prive di arretrati a favore dell'esposizione delle novità, è perché, come già detto, i grossisti fanno fatica (eufemismo), molta fatica, a gestire i riordini.

E' evidente, che proprio da questi ultimi, dai sistemi informatici ed informativi spesso vecchi, dai siti non all'altezza, dal personale magari "di passaggio", dalle scarse competenze, dall'esigenza di far cassa con la vendita diretta, nascono le cause che hanno portato, e mantenuto, tutto il "sistema fumetto" in una crisi perenne.

Come uscirne, francamente non lo so. Ho alcune idee, ne parleremo prossimamente.

1 commento:

  1. Capisco il tuo punto di vista, caro Francesco. Ma, ti domando, chi ti obbliga ad avere ancora rapporti con Rw/Alastor?
    Secondo me, affermare che una fumetteria deve o assomiglia sempre di più ad una edicola, costituisce una palese mancanza di rispetto.
    La fumetteria dovrebbe qualcosa di più e di meglio di una semplice edicola, dove si vende praticamente di tutto.
    Una fumetteria dovrebbe essere un negozio altamente specializzato nella vendita di determinati prodotti, in cui il gestore è un superesperto di fumetti.
    Non sono d'accordo sulla tua definizione di Rw/Alastor come un "distributore-che-diventa-editore". Forse sarebbe più corretto dire un "distributore-che-stampa-fumetti".
    Non basta aprire o rivolgersi ad una tipografia afragolese per lavori di stampa per divenire effettivamente editori.
    L'ultimo editore vero della DC in Italia è stata la Planeta.
    Da allora c'è un vuoto.
    Se le fumetterie fossero edicole, allora dovrebbero avere il reso totale di quello che non vendono.
    Però, sappiamo tutti e due che se ti venisse concessa la facoltà di restituire l'invenduto all'editore, determineresti, nel giro di qualche settimana, il fallimento di quasi tutti i microeditori nell'area di esclusività di Rw/Alastor.
    Anzi, è stato proprio il circolo vizioso di questo strano meccanismo volto ad imporre alle fumetterie di acquistare fumetti per la rivendita che ha determinato la nascita di tanti pseudo-editori che editori non sono mai stati, tranne che nelle loro più ardite fantasie.

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