domenica 11 dicembre 2011

Fumetterie: gente di frontiera...


Mi sono sempre considerato un privilegiato, nel fare questo lavoro: non è che “mi piace il lavoro che faccio”, ancora meglio... “faccio il lavoro che mi piace”: sono entrato nella vita lavorativa dalla porta, senza scorciatoie o ripieghi. E così molti miei colleghi.

Da quando è nata l'A.Fu.I. (Associazione Fumetterie Italiane), parlando con altri negozianti, però, mi sono trovato a riflettere che il nostro è, per molti versi, un lavoro da Far West, “di frontiera”, in un mercato senza regole (e con le poche che ci sono vetuste all'inverosimile), in cui il più forte la fa da padrone. E il tutto ignoto ai più!

In primis, le fumetterie sono considerate un mercato di serie “C”, per gli editori. Prima vengono le edicole, nuovi templi in cui edificare magnifiche raccolte de “le saghe migliori di tutti i tempi”: decine di collane, pubblicate dal 2003, quando iniziarono “I classici del fumetto di Repubblica”, il cui scopo primario sarebbe diffondere la cultura del fumetto, allargare il mercato della lettura, ma che servono ad un unico scopo, scontatissimo: far fare soldi agli editori (avete mai letto un riferimento all'esistenza delle fumetterie, o una lista di punti vendita, in un allegato editoriale di Panorama, L'Espresso, o del Corriere della Sera?). Poi vengono le librerie: avete fatto caso al sempre maggior numero di editori che distribuisce anche nel mercato delle librerie di varia? Ed ai commenti entusiastici, come se le librerie fossero la nuova Mecca? Ecco, diciamolo: le librerie hanno il reso! Quindi, se prendono il fumetto sfigatissimo dell'editore Taldeitali, e non lo vendono, poi possono restituirlo. Per le fumetterie, questo non esiste, se non fosse per timidi, estemporanei ed episodici tentativi...
E, domanda da un milione di dollari: perché uno stesso distributore (sia Pan che Alastor), che lavora con le librerie di varia e con le fumetterie, riesce a gestire il reso per le prime e non per le seconde?
Anni fa l'A.Fu.I. proposte un reso del 5% del fatturato. Senza risultati, ovviamente! Tanto per gradire, le fumetterie rimangono una sorta di pattumiera per il distributore/editore, stante l'impossibilità a rendere: le vendite fatte in quel ramo distributivo sono certe e anticipate, perché il negoziante ordina dai due ai sei (!) mesi prima della data di uscita!
Mi si dirà: ma le librerie hanno scontistiche molto più basse, anche di dieci punti! Non è vero: lavorando coi distributori da libreria, si possono spuntare percentuali che saranno anche minori, ma solo leggermente, ed a fronte di alcuni interessanti "bonus": nessuna penalizzazione per l'acquisto di arretrati, spese di spedizione molto più basse, velocità di reperimento e spedizione nettamente più alta. Questo vogliamo dirlo?

Altro problema è dato dalla reperibilità degli arretrati. Con i distributori che si fanno la guerra, e che spesso sottostimano la distribuzione da fumetteria, possono passare anche sei mesi (o più!) perché un arretrato torni come “reso”. Ah... ovviamente, con la distribuzione libraria, il tutto è peggiorato: prima venivano coinvolte solo le serie “da edicola”, ora anche i volumi...

Andando avanti: cosa fanno editori e distributori con la crisi in atto? Poco o nulla! Sono state le fumetterie (e qualche editori “illuminato”) a promuovere e diffondere iniziative come il Free Comic Book Day (perlomeno fino ad un paio di anni fa...), che potrebbero portare migliaia di nuove leve in fumetteria. E sono pochi gli editori che, come le Edizioni BD/Jpop, rischiano promozioni sulla propria pelle: il BD Day, realizzato nel 2008 e nel 2009, ha visto sconti maggiorati e dei numeri "1" di nuove serie manga a prezzo promozionale per i lettori.
Il BD Day è stato premiato a Lucca 2008 come miglior initiativa editoriale dell'anno col P.Fu.I. (Premio delle Fumetterie Italiane).

Quarto punto: le mostre mercato: e ve lo dice un negoziante che ne organizza due, ed espone ad una decina di altre, ogni anno. Gli editori anticipano le uscite a venire (talvolta del mese in corso, ma non è raro vedere un volume distribuito quattro o cinque mesi prima), e questo causa essenzialmente due ordini di problemi: il primo è una perdita di vendite per i negozi, sia del luogo, che anche lontani (pensate a Lucca: i visitatori si muovono da tutta Italia!), che vedono sfumare acquisti, magari già prenotati. E questo è il danno minore: il punto è che, se l'editore inizia questa pratica con regolarità, e la ripete di fiera in fiera, concentrando il grosso delle uscite in due-tre-quattro momenti dell'anno, e diluendole in distribuzione dei mesi successivi alla fiera, la gente inizia ad acquistare sempre più in occasione di questi eventi, snobbando i negozi (che “non hanno mai le novità!”), che a loro volta diminuiranno le prenotazioni! Sembra assurdo...

Avrei tanto ancora da dire, soprattutto visto che leggo in giro che le fumetterie sarebbero delle “edicole con qualche volume in più” o, meglio, delle “Naruterie”, perché non espongono tutto quello che esce, dando fiducia ai piccoli editori. Sarà anche vero: ma senza un reso vero, come si può, visto il momento, investire nei piccoli editori, che non si promuovono e lasciano tutta l'attività promozionale al distributore (che spesso si limita al catalogo) o alla fumetteria? Lamentarsi, senza rimboccarsi le maniche, non serve.

Grazie dell'ascolto.

NB: questo articolo è stato originariamente pubblicato nel numero della rivista Comic Soon uscito per il Napoli Comicon 2009, ovvero due anni e mezzo fa. Risistemandolo e limando qualcosa, mi ha veramente stupito quanto poco abbia dovuto aggiornarlo...

2 commenti:

  1. Grazie, Francesco, per questo bell'articolo, che (da appassionato di fumetti) mi ha chiarito un bel po' di cose nella differenza tra edicola, libreria e fumetteria. Ti faccio una domanda su un tema che non affronti nel pezzo. Quando sta influendo la possibilità di acquisto online (soprattutto Amazon.it, che offre fumetti in vendita con sconti importanti) sui profitti delle librerie e fumetterie, e sulle strategie di quest'ultime e degli editori? Inoltre, che futuro vedi per gli eComics (fumetti per eReaders quali Kindle etc.)? Grazie in anticipo.

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  2. Ciao!
    non lo affronto perché era "off topic".
    -le (s)vendite di amazon e simili influiscono molto. Ora, con la legge Levi, forse le cose cambieranno. Ma, fino a pochi mesi fa, c'erano siti che vendevano IN PERDITA pur di conquistare fette di mercato;
    -ecomics? ancora è presto per dirlo, ma in un mondo così piccolo come il nostro temo che, combinati alla pirateria, potrebbero portare seri danni...

    ciao e grazie

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