martedì 7 gennaio 2014

Rat-Man tra 100 e futuro: intervista ad Andrea Plazzi






Avevamo chiesto all'Ufficio Marketing Managemente Reposition Unplacement dell'Understatement Panini Comics - sezione logistica e varie ed eventuali - l'intervista col guru di Rat-Man, il genio creativo, colui che, negli anni, ha sostenuto e curato tutti i dettagli e la promozione del fumetto.
Insomma: qualcuno di importante e fondamentale.

Visto che altri non erano disponibili, nell'attesa, abbiamo fatto qualche domanda ad Andrea Plazzi, editor dell'albo.



Andrea Plazzi, l'uomo dietro l'uomo dietro il Ratto.


Inquietante, no?
Ma no, mi è sempre piaciuto sporcarmi le mani (ecco, questa è peggio) con gli aspetti pratici del lavoro, qualunque fosse.
Per esempio, anche quando facevo il matematico ho sempre lavorato alle applicazioni.
Lavorare con Leo poi è facile: lui fa tutto quello che conta, io ci cucio il vestitino intorno e in Panini sono bravissimi a portarlo in vetrina in modo che lo vedano tutti quant'è bello.





Tu c'eri dall'inizio: cosa ricordi di quei giorni?
C'erano poi tante possibilità che il progetto decollasse?
Lasciamo stare il senno di poi, che son capaci tutti. Diciamo che ovviamente la speranza c'era: un progetto non parte con la certezza che poi non proseguirà. Ma l'edicola già allora era un posto talmente difficile che personalmente ricordo che cercavo di non pensare ai risultati, solo a fare il lavoro al meglio. Leo era evidentemente più coinvolto ma se era nervoso non lo diede a vedere.
La suspence non durò a lungo perché quasi subito successe una cosa davvero unica, ma mi sposto di domanda così ne parlo meglio.





Ricordo che Rat-Man è stato una delle poche serie che, dopo il numero uno, non ha perso lettori: ne ha guadagnati! Sono cambiati così tanto i tempi, oggi, quando ci si aspetta sempre e comunque un calo fisiologico, oppure Ortolani è un caso unico?
Per quello che so io, assolutamente sì. È più normale, anche per relativi successi (che comunque non si vedono da non so quanti anni).
Una volta, quando si poteva ragionare sul medio/lungo periodo, l'esordio era meno importante e si poteva pensare di avere poi il tempo di lavorare su promozione e passaparola (Dylan Dog vivacchiò per tre anni, prima di esplodere; Tex andò benino da subito ma esplose veramente tra gli anni Sessanta e Settanta: orizzonti editoriali oggi impossibili).
E' sorprendente che nel 1997 questi meccanismi abbiano funzionato da subito: ogni 10-15 persone che comprarono RAT-MAN 1 in edicola e che lo fecero leggere (guardandosi bene dal prestarlo), acquistarono anche il numero 2 e indussero almeno un amico a imitarli. Nulla di clamoroso, in termini assoluti, ma è un meccanismo che di solito semplicemente non funziona, non ce n'è il tempo (la trimestralità iniziale ha sicuramente aiutato).





E... dopo il 100?
Il 101.
Scusate, non ho resistito...
Come Leo ha già scritto si prenderà un po' di numeri (5? 6? Di più?) per chiudere un po' di questioni narrative in sospeso, poi ha sul piatto diverse cose.
Di alcune ha già parlato (ha un debole per "I Sacrificabili"), altre le ha nei suoi numerosissimi cassetti mentali...
Se si accordasse col suo estro, voterei per una serie di miniserie, per esempio. Ma dipende davvero solo da lui e farà quello che è meglio per le storie.





Grazie e in bocca al lupo! E... allora, UNO di questi 100 :)





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