lunedì 5 dicembre 2022

WHO'S WHO IN THE THUNDERMAN UNIVERSE (parte 2)

ESTRATTO DA “WHAT WE CAN KNOW ABOUT THUNDERMAN” (da ILLUMINATIONS di Alan Moore, 2022).


a cura di Sabino Capogreco

 Qui la prima parte.




14. (Luglio 1960)

Un’azzurra mattina, giorni prima di diventare pubblicamente "Satanico", Sam aveva bisogno di un pasto abbondante prima di affrontare il lavoro negli uffici sulla Lexington. Sotto un cielo di porcellana senza crepe, quasi danzava sul marciapiede scintillante, con il cappello inclinato e la giacca appoggiata sulla spalla come Sinatra; negli occhiali da sole sgargianti, lo spirito stesso di Manhattan, ecco come si sentiva.

Come chiunque alle porte del nuovo decennio, ne era sicuro, la testa di Sam era piena di mostri. I mostri sembravano tutto ciò a cui doveva pensare in quei giorni, ma almeno i mostri di Sam, disegnati da Gold o Novak, erano grandiosi, quindi tutto ciò che doveva fare era inventare nomi strambi. A volte cambiava una parola o due nel dialogo suggerito che l'artista scriveva accanto alla tavola, certo, ma la maggior parte delle volte si trattava di nomi Klorg, Vuxor, Zim Zam Zub, eccetera. Occasionalmente avrebbe dovuto trovare un aggettivo - tipo, 'Vuxor l'Innominabile' - ma, all'epoca, era quello che facevano gli scrittori.

I nomi erano un jazz interiore al cui ritmo i piedi di Sam strisciavano, picchiettavano e saltellavano sulle strisce pedonali: Baragam, Vavu, Zar, Goragoom, Dadeet lo Sconveniente. La campanella che innescò attraversando la porta suonò come dei piccoli cimbali o un triangolo, proprio alla fine. Era una giornata da bebop.

[…]


Il cibo arrivò mentre dibatteva interiormente se Torgam fosse un nome migliore di Targom. Ringraziò 'Ciao sono Judy'. Aveva appena sollevato le sue posate in previsione della prossima battaglia quando, come nella Bibbia, Sam Blatz sentì una voce dal nulla. In quell'improvviso istante raggelante, sembrò possibile che fosse la voce di Dio, la coscienza di Sam, alieni telepatici o una qualsiasi altra cosa di cui la maggior parte delle persone dubita dell'esistenza. Il tono era paterno, preoccupato, eppure oscuramente terrificante.

'Allora, Sammy. Come vanno le cose? Non girarti. Continua la tua colazione.'

C'era qualcuno nel posto dietro di lui, e a Sam passò la fame. Aspettò qualche secondo che il suo cervello finisse di guarnire il pastrami, poi, con voce tremante, azzardò una domanda.

'Dimmi, è tutto a posto?'

[…]

La voce da dietro, ora, ridacchiava.

'Non fare l'idiota, cazzo. Se qualcuno ti volesse fare qualcosa lo farebbe in un deli affollato? Alle situazioni della vita reale, Sam, devi pensarci realisticamente, nel modo in cui le cose funzionano nel mondo normale. È un bene che tu non sia uno scrittore, questo te lo posso dire.'

[…]

'Quindi questa non è una cosa mafiosa?'

[…]

'No, Sam. Non lo è. Ma visto che sollevi l'argomento, come se la cava Frank Giardino alla Goliath? Forse dovresti far passare suo zio Sal e metterlo in posa per uno di quegli albi di creature strane che fai.'

Deglutì, e si rese conto delle mani sudate che stringevano le posate, innaturalmente strette, con il coltello e la forchetta fermi e dritti, come qualcuno in attesa della cena sui fumetti della domenica. La conversazione, al momento, peggiorava.

'Sai di Giardino?'

Posò il coltello facendo un leggero rumore, prese la tazza per buttare giù, come una limonata, il malessere appena sopraggiunto. La voce ora era delusa, come quella di qualcuno che si rivolgeva a un bambino.

'Oh, Sam, andiamo. Tu sai di Klorg, il Fungo che camminava come un uomo? Noi sappiamo di Frank Giardino, di suo zio Sally e tutto il resto. Certo che sì. È come ho detto poco fa: non siamo la mafia. Non siamo la famiglia, Sam. Noi siamo l'agenzia. Ti saluta Ted.'

E fu così che la base cranica di Sam scivolò via, proprio lì, nel deli, d'estate, e lui sprofondò di diciotto anni nei freddi anni '40. […] Ted era stato il nome – o molto probabilmente no – del contatto telefonico di Sam all'OSS. […]

'Oh. Giusto. Allora, uh, come state voi ragazzi?'

'Noi ragazzi? Beh, Grazie per averlo chiesto. Direi che siamo stati abbastanza bene, noi ragazzi, in questi ultimi dieci anni. Abbiamo lavorato come consulenti amministrativi in tutto il mondo, in posti come Guatemala e Iran, nelle Filippine, fornendo una leadership più efficace perché, beh, è questo che noi ragazzi facciamo, ed è tutto legittimo, alla luce del sole. Stati di altre persone rientrano nelle nostre competenze. L'idea che possiamo fare qualcosa qui in America rende la gente nervosa, però, per come la vediamo noi ragazzi, che una cosa accada qui o oltreoceano è una zona grigia, una questione di interpretazione'.

[...]

Voleva disperatamente tornare a battezzare mostri, ma l'uomo che non era lì aveva smesso di parlare e Sam senti l'onere di dover riempire quel silenzio, perché il sibilo della macchina da caffè non poteva farcela da solo.

'Io, io non capisco cosa intendi. Come...'

La voce, come invecchiata in botte, intervenne di colpo.

'Ti faccio un esempio. L'arte, Sam. Parliamo di arte. Non mi riferisco alla roba che pubblichi tu, dove paghi quei fessi venti carte a pagina. Parlo di vera arte, roba che viene venduta per una-due centinaia di migliaia di dollari. Magari questo di sorprenderà, Sam, ma noi ragazzi, non siamo dei filistei. Stiamo al passo, Sam. Stiamo al passo con il mondo dell'arte. Si potrebbe dire che siamo dei mecenati. Naturalmente, non ci piace tutto ciò che vediamo. Con l'arte devi avere giudizio, questa è la mia sensazione. Ma per tornare a quello che stavo dicendo, qual è la nazionalità dell'arte? È quella del luogo in cui è stato dipinto o del luogo che è stato dipinto? È quella del luogo di chi ha comprato il dipinto o del mondo che quel dipinto influenzerà? Capisci che voglio dire? Interferiamo con l'arte, è una zona grigia. Come l'arte, è aperta all'interpretazione, giusto?'

Sam non sapeva dove stava andando a parare, e non era sicuro che gli sarebbe piaciuto quando ci fosse arrivato. Con gli occhi fissi e cupi sulla sua colazione fredda, concluse che la linea d'azione più sicura era parlare solo quando sembrava assolutamente necessario. Quindi mandò giù un altro po' di caffè e disse: 'Giusto'.

'Giusto. Quindi, tra l'arte che non ci piace, c'è questa roba sovietica, il costruttivismo. L'avrai visto: tre o quattro grandi ragazzi russi in canottiera, visti dal basso. Muscoli dappertutto, tutti guardano nella stessa direzione, gabbiani seduti su una recinzione, con espressioni severe come se avessero visto qualcuno pulirsi il culo con una foto di Stalin. Uno di questi bastardi mascelloni tiene in mano una falce, e in alto nel cielo ci sono questi jet in parata. "Dignità del lavoro", così lo chiamano, e i collezionisti d'arte stanno tutti dando di matto per questa roba che è fondamentalmente una pubblicità per il comunismo. Puoi capire, penso, come noi ragazzi possiamo considerare un'arte come questa priva di valore estetico. 

'Quello che pensiamo è, come mai non c'è un movimento artistico basato sulle nostre idee, sulla vita qui in America, capisci che voglio dire? Come mai il capitalismo non ha la sua arte, a fargli da campagna pubblicitaria, quando le campagne pubblicitarie le ha inventate? Ok, è difficile rendere eroiche delle persone in fila in banca, o gli scansafatiche alla catena di montaggio Ford, ma che mi dici dei nostri prodotti? Che mi dici del nostro ciarpame, Sam? Barattoli di fagioli e scatole di detersivo, persino fumetti di merda. La roba che vendiamo, perché non la trasformiamo in arte moderna? Ecco quello che facciamo, troviamo ragazzi che fanno cose che ci piacciono – ci sono Robert Rauschenberg, Claes Oldenburg (Roy Lichtenstein e Andy Warhol molto probabilmente, ndt), un paio di tipi come questi – spendiamo un po' di soldi per aiutare le loro carriere e improvvisamente diventano grandi nomi. Pop art, Sam. Arte popolare. Ricorda dove l'hai sentito dire per la prima volta.'

[…]

Intrappolato in una conversazione che non capiva, Sam modificava l’inquietante realtà in qualcosa che avrebbe funzionato per Journey into Strange, dove l'Agente Steel, chiamiamolo così, dice a Sam che Spaktoom l’Impossibile sta arrivando per friggere il mondo, e che Sam, con la sua speciale conoscenza di queste mostruosità dal nome ridicolo, è l'unico a cui l'America può rivolgersi.

'A questo punto, Sam, immagino che tu stia pensando, "Sì, ma cosa ha a che fare tutto questo con me?" È così, no?'

Sam, che in realtà si stava chiedendo come avrebbe gestito l'intera situazione di Spaktoom con l’astuzia e la menzogna, disse semplicemente: ‘È così.’ L'agente Steel, chiamiamolo così, continuò.

‘Bene, Sam, ci è venuto in mente, frequentando le alte sfere del mondo dell'arte, che forse ci manca qualcosa. Voglio dire, la vera arte, certo, ha la sua influenza, ma solo su una piccola e benestante minoranza. Se vuoi raggiungere lo stronzo medio per strada, l'arte elevata non serve a niente, così come le gallerie e le mostre. Per quello, non servono i piani alti. Servono i bassifondi. Serve la feccia della cultura, roba che nessuno in un milione di anni dirà mai che è arte. Ci servi tu, Sam.'

[…]

'E quello che vediamo quando guardiamo i fumetti – non solo i tuoi, di tutti – ciò che cattura la nostra attenzione sono tutti questi super-tizi. Certo, non ce ne sono così tanti come dieci, quindici anni fa, ma, comunque, ci sembra che abbiano ancora del potenziale. Pensaci. Super-tizi, li facciamo solo in questo paese. Dio solo sa perché, ma tant'è. Per come funzionano i simboli, sono straordinariamente americani. Sono i nostri energumeni con le falci, solo che hanno canottiere più belle. Pensiamo che, questi idioti in mutande lunghe, potrebbero essere dei fantastici veicoli di propaganda.'

[…]

Avendo, come pensava, una competenza relativamente solida almeno su questa parte del dialogo inquietante, Sam sentì di poter sollevare fiducioso una questione scomoda.

‘Sì, ma, vedi, a parte la American, nessuno fa più personaggi in costume. È come se nessuno li volesse più dai tempi della guerra. E poi, stai parlando con la persona sbagliata. Alla Goliath, quello che facciamo, sono mostri, albi western, un paio di cosette per ragazze adolescenti – Ellie the Escort e cose del genere – non ci occupiamo di eroi in costume da quando abbiamo rinunciato a Guardia Nazionale, quattro o cinque anni fa. All'infuori di Moon Queen, Thunderman e King Bee della American, i supereroi sono finiti.’

[…]

‘Non sono finiti, Sam. Ci permettiamo di dissentire. Non so se hai visto le cifre che fa Sol Stickman con il suo nuovo albo di Streak alla American, ma io sì, e credimi, sono impressionanti. Forse tre, quattro volte i soldi che stai guadagnando dai tuoi cowboy fighetti e dai tuoi mostri astrusi. E quando tiri fuori l'argomento interessante che la tua azienda non fa personaggi in costume, a me non frega un cazzo perché il punto della nostra raffinata discussione, qui, oggi, è che li farà.

‘Per quanto, non so, stavamo pensando che ti servirà un nuovo nome. Cioè, Golia, era alto forse due metri e mezzo? Sam, abbiamo Harlem Globetrotters più grossi. E viene fatto fuori da un ragazzino ebreo con una fionda? Non è esattamente l'immagine che vorremmo proiettare. Dovrebbe essere un nome più grande di Goliath, che sembri inattaccabile, invulnerabile al male. Lasciamo fare a te, Sam. Sei tu il paroliere.’

Un attimo. Cos'è che aveva appena detto? No. No, no, no. Non stava accadendo. Cambiare linea editoriale? Cambiare il nome dell'azienda? Sam sentì l'aria uscire da lui come se fosse stato colpito allo stomaco, come se nel deli gli fosse caduto addosso un pianoforte senza nessuno che se ne accorgesse. E il tono della voce fantasma non era più quello di un suggerimento, di una richiesta educata. Era come se la sua vita fosse appena stata requisita, e non sapeva se stava per vomitare, avere un infarto o deflagrare. Quando le parole sopraggiunsero, suonarono come un balbettio stridulo e supplichevole.

'Ehi, aspetta, voglio dire, non posso, non è, non è la mia azienda, è del padre di mia moglie, Jackie Berman. Lui è il tizio che possiede la Goliath. Non posso semplicemente…, guarda, per favore, non è che non voglio aiutarti, ma devi pensare alla posizione in cui mi stai mettendo. Non potevi – non so – non potevi proporlo alla American? Sulla faccenda dell'eroe in costume sono molto più esperti di noi. In più, hanno tutti i grandi nomi che la gente già conosce, come Thunderman. Non potresti...'. 

'Sam?' La parola, pronunciata sommessamente, mise argine al fiume in piena che era Sam. 

[…] ‘Non ci interessa la American. Una società come quella ha un sacco di soldi e non è tanto sensibile ai nostri incentivi. Quello che stiamo cercando, quello che fa per noi è un operatore bisognoso di second'ordine come voi [..]. E poi, gli eroi del costume della American, sono miliardari playboy, o vengono dallo spazio, o ci sono stronzate magiche. In che modo questo riflette i valori del nostro paese, Sam? Perché i buoni, comuni americani, come gli scienziati nucleari, i cibernetici, i produttori di armi, non possono essere super-uomini? Capisci quello che sto dicendo?

[…]

'Quindi, stai dicendo che questi super-tizi… vuoi che combattano i comunisti?'

[…] 'Beh, quello non fa mai male, Sam. Proprio mai. E questa è un'altra materia in cui il vostro punteggio è più alto di quello della American. Quando mai hai visto King Bee or Thunderman affrontare un comunista? Quindi, certo, un sacco di cattivi rossi, è sempre una buona cosa, anche se questa volta, i rossi non saranno la nostra prima priorità. Questa volta, ti dico la verità, ci interessano di più le bombe atomiche.'

[…] ‘Sai, alla fine della fiera, cosa tiene l'America lassù in cima, Sam? Sai su cosa si basa la posizione dell'America nel mondo? Sono i missili, Sam, Missili Balistici Intercontinentali con grosse testate atomiche, e il fatto che noi ne abbiamo più quegli altri. Per questo è necessaria una buona fornitura di materiale bellico – uranio, plutonio – che a sua volta richiederà un gran numero di centrali atomiche per produrre quel materiale. Allora, la cosa di cui occuparsi per i prossimi dieci anni sono un sacco di posti come questi, in costruzione, commissionati o cose simili. Questa è una buona cosa. L'energia atomica è una buona cosa, ma di tanto in tanto devi essere pronto a tutto, esplosioni, fuoriuscite, cose del genere. E tutti i pacifisti e i liberali diranno: "Oh, santo cielo! Questa energia atomica è una cosa veramente brutta" oppure "Ho vissuto a dieci miglia da una centrale, e ora ho un bambino a due teste", o qualche altra stronzata del genere. Vedi, Sam, a cosa si riduce tutto questo, a un problema di immagine.'

[…] La miglior risposta che riuscì a fornire fu un tremolante, ‘Cosa intendi?’

‘Sono tutti i film, Sam. Tutti i programmi televisivi e le storie di fantascienza, dove ci si becca un po' di radiazioni e subito tutto si trasforma in un mostro gigante. Gente gigante, lucertole giganti, formiche giganti. Voglio dire, una formica gigante, è un Chihuahua con più gambe, giusto? Oppure qualche sciocchezza dove c'è stata una guerra nucleare e sono tutti mutanti con la faccia cadente. La mutazione è una cosa buona, Sam. È la mutazione che fa funzionare l'evoluzione, ma tutte queste rappresentazioni negative, quello che stanno facendo è far credere alla gente che le radiazioni sono pericolose, che li trasformeranno in qualcosa di brutto ed enorme. Allora, stavamo pensando, e se ci fossero storie in cui le persone vengono irradiate, ma invece di finire con la leucemia o qualcosa del genere, si trasformano in super-uomini? Immagino che sia una metafora: l'energia atomica ha reso l'America una superpotenza, quindi forse potrebbe fare lo stesso con i singoli cittadini. È proprio questo il punto che speriamo tu possa segnare per noi. E non ti preoccupare per Jackie Berman. Una volta che gli dirai quanta grana ci guadagnerà, cambierà idea. Sei un tipo persuasivo, Sam. Questo è uno dei motivi per cui ci piaci.'

[…] [Sam] aveva alcune domande, certo, ma erano più pecuniarie che morali.

'Sì, ma, tipo, anche se riesco a uscirmene fuori con tutti questi super-tizi radioattivi, come faccio a sapere che venderanno? Accanto alla American abbiamo solo una piccola fetta di mercato. Poi c'è il fattore tempo da considerare. Questi nuovi albi; cambiare il nome della società; ci vorrà un po'.'

'Hai un anno di tempo. Non negoziabile. Per quanto riguarda i personaggi, tutto quello che devi fare è quello che fai sempre: dai le nostre istruzioni a uno dei veri talenti che hai vicino – un Joe Gold, un Robert Novak, chiunque tranne Frank Giardino – e poi ti metti in disparte e ti prendi il merito. E ti prego, Sam, non affannare la tua piccola testolina fobica a pensare se questi albi venderanno o meno. Venderanno. Venderanno con una tale profusione che attirerà l'attenzione e tu sarai un grande fenomeno, proprio come abbiamo fatto con Rauschenberg. Ecco perché la chiamano pop art, Sam. È popolare. In due o tre anni, per come la vediamo noi, potresti anche superare l'American. Lascia che ce ne occupiamo noi.

'Ora, Sam, devo ammetterlo, sei stato veramente composto in tutto questo. Non può essere stata una chiacchierata facile quella che abbiamo appena fatto, non dal tuo punto di vista. Voglio dire, chi sono io? Vengo qui, interrompo la tua colazione, il modo in cui ti parlo potrebbe essere interpretato come, non so, sprezzante, e non mi sono nemmeno presentato. Una coincidenza assurda, lo so, ma anche io mi chiamo Ted. Sono il tuo nuovo Ted. Comunque, abbiamo pensato che fosse giusto che tu avessi voce in capitolo, in modo da sapere quanto noi ragazzi apprezziamo il tuo contributo. Vai, Sam. Fammi sapere come ti senti, riguardo a me e tutta questa proposta. Non trattenerti. Sono tutto orecchi.’

Bene, bene. Ora si ragiona, trattate Sam più come un vostro pari che come un piccolo imbroglione impaurito che avrebbe fatto tutto ciò che gli si chiedeva solo schioccando le dita. Questo era più uno scenario da Spaktoom. Mise giù quelli che erano diventati un coltello e una forchetta puramente ornamentali, si mise più dritto sulla sedia e strinse la cravatta. Subito avvertì di sentirsi più professionale e più in controllo della situazione, come se un uomo che potesse controllare la sua cravatta potesse anche controllare le circostanze, una cosa del genere. I clienti del deli entravano e uscivano, come prima [...] ma non prestò alcuna attenzione a tutto questo mentre si preparava a dire la sua, con l'eloquenza che solo lui poteva padroneggiare. Poteva quasi percepire che l'agente Ted, chiamiamolo così, si stava sporgendo in avanti, forse tirando fuori un taccuino rilegato in pelle umana in modo da poter prendere nota delle opinioni e delle idee di Sam. Pieno di nuova fiducia, Sam si schiarì la voce e tirò un respiro.

‘Prima di tutto, o cercatore surrettizio della sicurezza, lasciami dire che con Snappy vi siete assicurati qualcuno esattamente bastevole per il vostro sotterfugio, quindi non esaminate sostituti, señor! Hai una promessa placcata platino da un pilastro del protettorato pubblicistico che si impegna a provvedere a una pletora di paragoni post-atomici per perplimere, compiacere e spingere la perniciosa propaganda pro-bomba ai preadolescenti con probabile presuntuosa impunità! Blatz è il tuo bingo, imbarcati per farti abbagliare da un abbondante bouquet di brillantezza del boss del badinage! L'iterazione di idee e immagini intese ad iniziare e influenzare, insidiosamente, l'immaginazione immatura e introspettiva degli innocenti nell'interesse di istrumenti di infamia intercontinentali è la mia immediata intenzione!’

Stava andando bene, pensò. Sembrava che l'agente Ted Steel, chiamiamolo così, pendesse dalle labbra di Sam, con l'attenzione rapita come se fosse in una specie di ridicola trance, incantato da un maestro ipnotizzatore. Non si sentiva volare una mosca. Così incoraggiato, Sam continuò con la sua chiacchiera.

‘Rammenta le mie meditazioni con mascolinità, o mentore di Machiavelli! Medita in modo molto più massiccio, maestro, sui miracoli mentali montati mensilmente dalla mia mente massimamente infiammata! Saggia le suggestioni spontanee sorprendenti - si direbbe spettacolari - che spuntano come spermatozoi, schizzando dal subconscio sovralimentato di Sam, lo swami! Mutant Mike, un ragazzo che amerai! L'uomo piedistallo dei raggi-X e Brillantino il ragazzo luce notturna. Ditainpiù il ragazzo clavicembalo! Questa roba si scrive da sola! Davvero intelligente: la Donna a sei teste! Il crociato cromosomico danneggiato! Gli incurabili! Risparmiami la sofferenza di stare in sospeso, nostromo! Semplicemente segnala la tua singolare selezione dalla mia vasta scelta di sentinelle allo stronzio, così possiamo subito sussurrare i nostri soffici sayonaras. Che ne dici, mio taciturno tormentatore?'

Evidentemente, era una scelta difficile. Sam quasi sentì gli ingranaggi della riflessione ronzare nella testa dell'agente dietro di lui. Sapeva di poter essere impressionante quando doveva, e così si concesse un sorriso di soddisfazione diretto alla sua colazione rovinata mentre aggiunse: ‘Allora? Aspetto una risposta. È tempo di mettere in moto la mente, muchacho!'

[…]

Mentre il deli si svuotava, Sam sedeva con gli occhi fissi sulle uova ormai catarattate, e iniziò a sentirsi leggermente messo in disparte dall'indecisione dell'agente. Improvvisamente, gli venne in mente un pensiero inquietante. Lentamente e impercettibilmente, iniziò a ruotare la testa, un grado alla volta, e poi, quando non sentì alcun ordine di fermarsi, girò la parte superiore del corpo in modo da poter vedere il tavolo dietro. E poi disse: 'Figlio di puttana.' […]

Mormorando con rabbia, raccolse gli occhiali da sole, il cappello sbarazzino e la giacca decorativa per la spalla prima di incamminarsi stizzito nell'aria mattutina. Neanche a dirlo, dopo aver arrancato affamato e umiliato lungo la strada, chi si muoveva goffamente dall'altra parte se non Spaktoom l'Impossibile? Oh, finalmente! Spaktoom era alto circa trenta metri e di color rosa sporco, come se fosse fatto di candele di compleanno squagliate. Il suo peso tremendo lasciava impronte a tre dita di asfalto compresso e macadam grandi come camion ovunque calpestasse, e quando parlò, le tiranniche parole interstellari avevano una spessa bordatura nera tutta intorno per trasmettere il loro timbro gutturale e inumano.

'Dov'è l'umano conosciuto come Blatz l'Incredibile? A Spaktoom è stato detto che Blatz è l'unico terrestre che potrebbe dissuaderlo dal friggere il tuo pavido pianeta!' Sam valutò le sue opzioni. Poteva prendere un altro sandwich da qualche altra parte e mangiarlo nel suo ufficio sulla Lexington. 'Mi spiace, amico', disse mentre oltrepassava l'abominio torreggiante e proseguiva lungo la strada, 'mai sentito nominare.' Dietro di lui, poteva sentire lo sfrigolare del deli mentre l'abnormità extraterrestre liberava la sua furia sdegnata. Era un vero peccato, ma Sam Blatz aveva cose più importanti a cui pensare. 

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