mercoledì 3 giugno 2020

Panini/DC: il giorno zero!

Dopo una lunga e spesso travagliata storia editoriale, da domani DC Comics vedrà il suo esordio in casa Panini.
Doveva essere ad aprile, ma la pandemia ci ha messo lo zampino, unitamente al breve ritorno di Lion.
Adesso è finalmente l'ora.


Cinque numeri alfa dedicati ai personaggi più importanti.
Dieci serie regolari.
Un numero limitato di variant (una per ogni "alfa" e per i numeri uno) e tanti tanti volumi.

Così parte Panini Comics in ambito DC.

I numeri ALFA!

Non considerando Lion, il primo vero importante lancio DC in Italia.

Storicamente, i licenziatari "pre-crisis" non partivano con roboanti annunci, semplicemente mandavano le serie in edicola.
Quindi, negli anni ottanta, Play Press (come abbiamo raccontato) iniziò in sordina, per poi acquisire nel tempo i diritti dei personaggi maggiori, mano a mano che il precedente licenziatario li perdeva.

A metà anni novanta poteva contare su tutto l'universo DC, Vertigo esclusa, ma se si esclude l'uscita del quindicinale di Superman, che all'epoca vendette cifre assurde (cinquantamila copie?) per merito del battage pubblicitario e dei servizi giornalistici legati alla sua morte per mano di Doomsday, non ci fu una partenza memorabile. Il perché è legato anche - come detto - alla storia, ovvero all'acquisizione graduale dei diritti da parte di Play Press.

Si arrivò a metà anni duemila, con Planeta/DeAgostini, che "si dice" abbia acquisito i diritti di Superman e Batman in Italia come ripicca verso uno sgarbo fattole in Spagna (paese di origine dell'editore) da parte di Panini Comics: leggenda o verità, per quasi sei anni il binomio tra l'editore iberico e il distributore Pegasus/Alastor regge e vede una proposta organica del catalogo più ricco e vario del mondo. Ma il lancio è veramente trascurabile: un settimanale dedicato al Superman post-Crisis di John Byrne e qualche volume assolutamente non imperdibile.
Sicuramente la gestione complessiva è nettamente migliore della partenza, ma quest'ultima fu tutt'altro che memorabile.

Lion, forte dell'esperienza Planeta, e con una certa continuità editoriale, fa un vero lancio: a gennaio 2012, con i numeri zero, cui segue la prosecuzione e conclusione delle storyline lasciate in sospeso, e a maggio con il New 52, il più grande starting point dall'epoca di Crisis a metà anni ottanta.
Sette mensili antologici, oltre a una - a memoria - decina di volumi periodici che proponevano praticamente in modo integrale tutte le serie del nuovo corso.
Una marea di variant, come d'uso all'epoca, ma con vendite reali importanti, almeno nella fase iniziale.


Ora sta a Panini, che sicuramente ha avuto tempo e modo di programmare un lancio che viene in un periodo doppiamente problematico, sia per il post quarantena, che per i rincari di inizio anno, che hanno portato molto malumore tra i lettori.

Ma, da un lato l'ultimo periodo Lion, dall'altro la discontinuità editoriale che accompagna da sempre la DC in Italia, possono essere un terreno fertile per rilanciare al meglio quello che continua ad essere probabilmente nel suo complesso il catalogo più importante sulla faccia della Terra.

I difetti dell'editore sono noti, ma la mancanza di continuità non è tra questi: e speriamo che giovi per dare la stabilità che Lion è riuscita a garantire solo a tratti.

4 commenti:

  1. Probabilmente come distribuzione andranno molto meglio, più capillare.
    Mi piacerebbe comunque vedere vecchie storie di Bats in formato bonellide, oltre che il giù annunciato BEST SELLER.

    Moz-

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  2. Un disastro questa DC targata Panini con prezzi fuori dalla realtà. Se siamo fortunati, la crisi economica li farà chiudere, o almeno chiudere la divisione comics. Planet Manga, tutto sommato, va bene. Abbiamo scritto un pezzo sul nostro sito. Il titolo è: "Non vi sentite un po' stronzi a pagare un albo di 48 pagine 5,00 euro?". Sta avendo un successo mastodontico. Non lo linkiamo perchè Antani come se fosse Antani non gradisce la pubblicità altrui.

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    1. C'è chi si sente stronzo e chi lo è.
      dai.

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    2. E dove sta la differenza? Se uno spende 5,00 euro per comprare un fumetto di 48 pagine (che un anno e mezzo prima costava 3,50 euro e aveva 80 pagine) per definizione è uno STRONZO. L'unica differenza che conta è: quanto la stronzaggine insita in ogni lettore di fumetti può alimentare le folli politiche della Panini? Il popolo di appassionati si riduce sempre di più e con la crisi che si sta profilando, nemmeno la stronzaggine dei lettori basterà.

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