Lo scorso finesettimana, c'è stata Romics.
Visto che non abbiamo poi molto da dire, in questi giorni, ed anche poco tempo per farlo (Pescara Comics e Napoli Comicon incombono!), ne approfittiamo per parlare un po' di come è andata...
Partendo dall'assunto che, per vari motivi, tra cui abbondanza di offerta e abitudine allo sconto fisso, il pubblico romano è abituato a spendere poco in fumetti (e forse in generale), evenienza riscontrata nell'ottimo risultato che a questa fiera ha sempre ottenuto l'angolo dedicato alle offerte, ho organizzato uno stand che, praticamente, proponeva solo materiale a metà prezzo, a un euro, o comunque a costi notevolmente ribassati. Ho potuto farlo perché mi sono organizzato per tempo, sia con l'usato che ripulendo un po' il negozio da qualche "cadavere".
Il risultato è stato buono: dopo molti anni, ho finalmente incassato quello che rientrava nella mia idea di soddisfazione.
Certo: hanno inciso alcuni importanti fattori, soprattutto nel taglio dei costi.
Rispetto ad una decina di anni fa, quando le fiere giravano meglio, ho diviso lo stand, il furgone, e tagliato tutte le spese inutili. Per dire: meno spazio, significa anche meno personale. Banale ma vero.
E credo di aver fatto risultato perché ho adattato il mio stand alla fiera: chiunque si lamenta di Romics, quasi nessuno la taglia. Probabilmente perché l'incasso - parametro che purtroppo viene considerato più del guadagno... - serve a coprire qualche fattura da pagare, ma anche e soprattutto perché vedo, spesso, i miei colleghi presentarsi alle varie fiere con la stessa tipologia di merce, la stessa esposizione, il medesimo modo di affrontare l'impegno commerciale.
Il che, secondo me, è sbagliato.
Se affronti Romics con materiale "da collezione" (parlando in modo generico), passato il giovedì, rischi di vedere pochi soldi. Se, invece, punti sull'offerta o il prezzo ribassato, visto che il pubblico è principalmente locale, e quindi - come detto - gode di ampia offerta tutto l'anno - forse hai chances migliori.
E Romics, in fondo, è proprio questo: una grossa sagra di paese. Solo che, il "paese", ha milioni di abitanti, e quindi la "sagra" centinaia di migliaia di visitatori, solo in minima parte interessati al fumetto: Romics offre soprattutto altro, dal cibo ai giochi passando per lenti a contatto, scarpe ed abbigliamento, ed essenzialmente è una manifestazione che è nata grazie ai comics, ma attualmente li usa come mezzo di richiamo.
E, se da venditore non sai adattarti, è inutile che la fai.
Certo: quando vedi che, per duemila euro, ti danno quattro pass, cinque biglietti omaggio e devi richiedere un terzo tavolo, per poterlo avere, mentre ti fanno notare che se vuoi altro arredamento, devi noleggiarlo, qualche domanda puoi pure fartela. Soprattutto visto che il biglietto è aumentato del 50% in pochissimo tempo: ben dodici euro per accedere a un area che, alla fine, è solo un enorme mercato...
La mia impressione, al di là di quanto detto, è che la manifestazione stia crescendo come spazi, pubblico e come offerta: la riprova sono anche gli ospiti di spessore degli ultimi anni. Autori di carattere internazionale, che però poco aggiungono alla cifra della manifestazione, visto che sono a disposizione solo di un pubblico limitatissimo, e con criteri complicati, mal pubblicizzati e che definire restrittivi è un complimento...
Insomma: crescere non basta, se non si sa dove andare...
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