giovedì 13 aprile 2017

Una Romics non tanto male

Lo scorso finesettimana, c'è stata Romics.
Visto che non abbiamo poi molto da dire, in questi giorni, ed anche poco tempo per farlo (Pescara Comics e Napoli Comicon incombono!), ne approfittiamo per parlare un po' di come è andata...


Partendo dall'assunto che, per vari motivi, tra cui abbondanza di offerta e abitudine allo sconto fisso, il pubblico romano è abituato a spendere poco in fumetti (e forse in generale), evenienza riscontrata nell'ottimo risultato che a questa fiera ha sempre ottenuto l'angolo dedicato alle offerte, ho organizzato uno stand che, praticamente, proponeva solo materiale a metà prezzo, a un euro, o comunque a costi notevolmente ribassati. Ho potuto farlo perché mi sono organizzato per tempo, sia con l'usato che ripulendo un po' il negozio da qualche "cadavere".

Il risultato è stato buono: dopo molti anni, ho finalmente incassato quello che rientrava nella mia idea di soddisfazione.
Certo: hanno inciso alcuni importanti fattori, soprattutto nel taglio dei costi.
Rispetto ad una decina di anni fa, quando le fiere giravano meglio, ho diviso lo stand, il furgone, e tagliato tutte le spese inutili. Per dire: meno spazio, significa anche meno personale. Banale ma vero.

E credo di aver fatto risultato perché ho adattato il mio stand alla fiera: chiunque si lamenta di Romics, quasi nessuno la taglia. Probabilmente perché l'incasso - parametro che purtroppo viene considerato più del guadagno... - serve a coprire qualche fattura da pagare, ma anche e soprattutto perché vedo, spesso, i miei colleghi presentarsi alle varie fiere con la stessa tipologia di merce, la stessa esposizione, il medesimo modo di affrontare l'impegno commerciale.

Il che, secondo me, è sbagliato.
Se affronti Romics con materiale "da collezione" (parlando in modo generico), passato il giovedì, rischi di vedere pochi soldi. Se, invece, punti sull'offerta o il prezzo ribassato, visto che il pubblico è principalmente locale, e quindi - come detto - gode di ampia offerta tutto l'anno - forse hai chances migliori.

E Romics, in fondo, è proprio questo: una grossa sagra di paese. Solo che, il "paese", ha milioni di abitanti, e quindi la "sagra" centinaia di migliaia di visitatori, solo in minima parte interessati al fumetto: Romics offre soprattutto altro, dal cibo ai giochi passando per lenti a contatto, scarpe ed abbigliamento, ed essenzialmente è una manifestazione che è nata grazie ai comics, ma attualmente li usa come mezzo di richiamo.

E, se da venditore non sai adattarti, è inutile che la fai.

Certo: quando vedi che, per duemila euro, ti danno quattro pass, cinque biglietti omaggio e devi richiedere un terzo tavolo, per poterlo avere, mentre ti fanno notare che se vuoi altro arredamento, devi noleggiarlo, qualche domanda puoi pure fartela. Soprattutto visto che il biglietto è aumentato del 50% in pochissimo tempo: ben dodici euro per accedere a un area che, alla fine, è solo un enorme mercato...

La mia impressione, al di là di quanto detto, è che la manifestazione stia crescendo come spazi, pubblico e come offerta: la riprova sono anche gli ospiti di spessore degli ultimi anni. Autori di carattere internazionale, che però poco aggiungono alla cifra della manifestazione, visto che sono a disposizione solo di un pubblico limitatissimo, e con criteri complicati, mal pubblicizzati e che definire restrittivi è un complimento...

Insomma: crescere non basta, se non si sa dove andare...

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