domenica 6 aprile 2025

EGO #2: MONEY FOR NOTHING #1741

Ancora debitori verso DANIELE TOMASI, disegnatore bravo, veloce e versatile, che ci ha fatto il favore last minute di sostituire il "titolare" alla copertina del numero 2, ecco il secondo fascicolo di EGO THE LIVING FANZINE, che si fregia di un omaggio al (chiaramente) secondo tomo della prima serie delle TMNT. E' uscito due settimane fa a Lucca Collezionando ed online: finalmente ne parliamo anche qui.

Vi ricordo che... EGO, che cita ALTER EGO, forse la più importante rivista amatoriale mai prodotta, ma pure il mitico Pianeta Vivente nato sulle pagine di THOR uscirà ogni due mesi, avrà all'interno sempre una serie di articoli, un inserto che pubblicherà le storie "messicane" di Spider-Man, con relative "note" ed approfondimenti per tutti i collezionisti e gli appassionati, il tutto sotto una cover inedita. 32 pagine, 6 euro!


Vi anticipo che il numero 3 avrà una cover strepitosa di Federico Mele, che sarà in negozio a presentarlo a maggio, e probabilmente un paio di variant, visto che festeggerà i 25 anni di Antani Comics.

Come sempre questo è il link al nostro sito per ordinare la fanzine, mentre info@antaninet.it è la nostra mail per domande, collaborazioni, posta e abbonamenti (SONO POSSIBILI!).



“Francé... mi hai ordinato 100 copie di Wolverine e end… ti sei sbagliato?”.

“No, Dino… ho l'autore in negozio - rispondo al dato commerciale di Alastor - ma grazie per avermelo chiesto”.

20 anni fa…


MONEY FOR NOTHING

di Francesco Settembre


“Money for nothing”, soldi facili, cantavano i Dire Straits. Loro parlavano di MTV, noi oggi qui di distribuzione del fumetto. Un tasto dolente: per due motivi. Perché - anche se nessuno ne parla mai - distribuire un prodotto è l’atto centrale del processo “vitale” dello stesso, e perché - nel nostro settore - è anche l’anello che rende più debole la catena.


In primis perché sono pochi e troppo “coinvolti”: i distributori sono essenzialmente tre, se parliamo di quelli che hanno più o meno tutto, e sono di proprietà di un editore, o almeno coinvolti con uno di essi. Tutti vendono online e hanno negozi di proprietà, molti anche franchising: quindi sono grossisti, ma anche produttori e venditori al pubblico. Queste caratteristiche - che in altri mercati non ci sono! - li rendono inadatti al ruolo che svolgono: quando entrate in una fumetteria, sapete che chi vi consiglia - se capace, ma sicuramente lo è se voi lo avete scelto! - lo fa in base ai vostri gusti. Personalmente, se ritengo che un cliente abbia scelto una cosa per lui “sbagliata” a fronte di una “corretta” che magari costa meno, gli consiglio la seconda: per me è vitale accontentarlo, perché è quello che nel medio e lungo periodo porta un rientro per la mia attività.

Il mio fornitore non ragiona così: lui deve fare i big money subito. E deve farli coi prodotti “della casa”: quindi mi consiglierà quelli, farà le promo su quelli, li spingerà come se fossero tutti Watchmen e cercherà di darmene più di quanti me ne servono. Paradossalmente, ottenendo spesso l’effetto contrario: perché io non mi fiderò più, neanche quando mi proporrà cose valide!

E qui c’è il secondo punto: perché non conoscono i prodotti! A parte quelli della casa, e non sempre, non sanno cosa vendono. Non parlo di aver letto il numero uno di un manga o la bio dell’autore: non conoscere i prodotti è uguale a non saper consigliare a un punto vendita quello che è meglio per lui. Tu sai che devi vendere tot copie di quel numero uno, e fai una promo in cui inviti i negozi a prenderne trenta per avere x vantaggi, 40 per averne x per due e dei poster, e 50 per averne x per tre più una fantastica sagoma! Senza possibilità di reso, spesso.

Questo porta solo a svalutare il prodotto, perché tutti lo avranno in quantità, e senza un valore di fondo, senza un contenuto e una promozione vera, non lo venderanno. E i negozi perderanno capacità di investire…

E poi, sottolineiamolo: come detto i distributori hanno vendita online, hanno negozi, fanno le fiere: sono in DIRETTA CONCORRENZA coi negozi che riforniscono! Come gli editori d’altronde! La grande crisi che sta colpendo le vendite dei fumetti affonda le sue radici anche nelle scelte sbagliate fatte durante il boom seguito al Covid: i fumetti vendevano tanto, allora la distribuzione è stata allargata alle librerie, alle grandi catene di supermercati, e a qualsiasi punto vendita fosse interessato, dai Game Stop a Buffetti; sono nate centinaia di nuove fumetterie. In pochi mesi gli attori in campo sono decuplicati. Risultato: quando il boom è finito, sono rimaste le macerie. E tutti pensavamo che il problema fosse Amazon…

Ora le fumetterie stesse, ma anche le librerie o gli espositori in fiera, vendono in gran parte gadgets, spade, food, e tutto quello che al massimo ha una etichetta da leggere. Il fumetto si è avviato verso la morte…

E quindi, quarto e ultimo punto: non c’è fiducia. Il distributore è visto come un concorrente, come una entità sorda alle richieste del negozio, le sue proposte sono accolte con diffidenza.


Il problema di fondo è che tutti stanno premendo per puntare sulle librerie piuttosto che sulle fumetterie. E non è qualche anno che succede: d’altronde è più adatto a sopravvivere un sistema che, a parità di margini, ha il reso, ha gli agenti e tutta una attività di promozione, o un altro che non ha possibilità di ridare indietro l’invenduto, lavora coi cataloghi che vengono dati ai clienti (altra nota dolente…) e deve puntare tutto solo sulla qualità del servizio? Considerando che molte librerie sono dell’editore/distributore (significa avere margini complessivi altissimi e capacità finanziarie notevoli), il quadro ora è completo.


La frase che ho messo in apertura, era di un commerciale, un ottimo commerciale, che aveva notato un mio ordine un po’ strano, e per questo mi aveva contattato perché, nella sua ottica, avrei buttato soldi, anche se lo avrei fatto a suo favore! Oggi tutto questo sarebbe improponibile.


Sono soldi facili, si, “money for nothing” quelli che i distributori prendono: vediamo dove tutto questo porterà nei prossimi anni. Le sensazioni non sono buone.

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