venerdì 31 gennaio 2025

Umbriacon, il nuovo che avanza #1735


dal nostro inviato Sabino Capogreco.


Dopo una promettente prima edizione, Umbriacon cresce ulteriormente e si colloca di diritto tra le convention più interessanti del panorama nazionale. “Comics, games, pop culture, music, art”, sono l’oggetto della manifestazione. Mi occuperò quasi prevalentemente del versante comics, per quanto, a giudicare dagli ospiti convenuti, non posso che rilevare una certa crescita della manifestazione anche negli altri settori adiacenti (?) ai comics. Mi riferisco soprattutto ad Elio e le Storie Tese e Jason Isaacs, ma potrei buttaci dentro anche i più adusi a certe apparizioni nostalgiche come Cri-Cri D’Avena e Giovanni Muciaccia. Non saprei invece inquadrare la presenza di Giorgione Orto e Cucina se non con la constatazione che “pop culture” è un concetto così vasto da rendersi adiacente a qualsiasi categoria dello scibile umano, dalla carpenteria industriale alla speleologia e, dunque, anche ai nostri beneamati comics. Da tempo, tra l’altro, speculo sul perché, anche quando minoritari (sempre) o assenti (raramente) i comics non mancano mai nei titoli/sottotitoli di tutte le convention da Lucca in giù. Serve a circuire i tantissimi (scherzo, eh) appassionati di comics o (sentite questa…!) a dare una qualche dignità “di tradizione” al resto del palinsesto? Non saprei, ci sto ancora ragionando

Ho preso parte alla fiera nella giornata di sabato 18. L’affluenza generale, per quanto ho constatato, è stata ottima e ben distribuita negli enormi spazi del polo fieristico di Bastia Umbra. Ogni area tematica aveva il suo padiglione e laggiù, appartata ed intima, dopo una bella camminata attraverso le aree eventi di interesse generale, food, cosplaying, Lego, pop merch, ecco la prestigiosa Artist Alley di Umbriacon. 

Darick Robertson, Enrique Breccia, Giorgio Cavazzano, Eduardo Risso, John Romita Jr., Gabriele Dell’Otto e Glenn Fabry. Questi erano, in senso antiorario, i più illustri “internationals” convenuti. È vero, sono tutti artisti già venuti su suolo italiano in altre occasioni o in molte altre occasioni (pure J.R. Jr ormai sta quasi più qua che a casa sua…) però, averli tutti insieme (probabilmente anche con l’apporto decisivo di Mirage Comics, unico editore presente) in una fiera che esiste solo da un anno e non si chiama Como o Lucca o Napoli fa una certa impressione.

A questo meraviglioso gruppo di autori, riuniti nel proprio personale incontaminato spazio a tema, era delegata la trattazione dell’intero aspetto “comics” della manifestazione, perché non esisteva alcuna mostra mercato e neanche uno che fosse uno stand di qualche fumetteria. Mai mi era capitato di non vederne, ce n’erano addirittura alla sagra del Crostone di Ronco Bilaccio, ma, per non essercene nemmeno una, devo necessariamente ricondurre il fenomeno ai costi elevati di cui mi ha riferito il mio amico e mentore Antani. Non saprei dire che cifre si parli ma, ribadisco, per non esserci andato NESSUNO, temo che anche il discorso dell’allestimento specifico con soli pezzi destinabili alla sottoscrizione/sketchatura degli autori presenti sia stato ritenuto non sufficiente garantire il pareggio del bilancio, anche perché collectors, brokers, dealers, resellers e sketch/autograph hunters sono tutte categorie molto “svoltarelle” e che riducono all’osso le spese “vive”. Infatti eravamo tutti abbondantemente premuniti da tempo.

Una cosa che non mi spiego, non solo di Umbriacon ma di quasi tutte le convention, è perché vengano fornite informazioni parziali sulle regole d’ingaggio degli gli autori e, normalmente, solo su prestazioni remunerative tipo commission, affreschi e mosaici. Per tutto il resto della gamma pelosa (autografi, sketch, remarks) la risposta è sempre “eeh, certe cose le decidono loro sul momento in base a come gli gira”. Ma dopo il primo giorno di fiera non sarà il caso di comunicarle da qualche parte? Devo dire che mediamente “ha girato bene” un po’ a tutti. J.R. si prendeva i consueti 25 sacchi ad autografo, ma tutti gli altri, chi con limite chi no, firmavano qualsiasi cosa “gratise”. Il più magnanimo è risultato Dell’Otto il quale non ha posto limiti di sottoscrizione e senza battere ciglio remarkava almeno una blank cover a chiunque. Sempre gratuitamente ha spiegato le corrette dinamiche di curvatura della “texture” ragnatelosa sugli avambracci di Spidey al momento di “thwippare”. Ne riparleremo quando mi travestirò e proverò a sparare la tela.

Meet&greet con J.R.: 250 sacchi per 10 autografi, una capoccia (“headshot”), una stampa limitata, possibilità di vincere disegno originale della stampa con riffa, cazzeggiare singolarmente con J.R. Jr per qualche intenso minuto. Nulla di nuovo, lo aveva già fatto a Napoli e altrove. Dato anomalo: per sapere l’orario della sessione m&g ho dovuto chiedere su messenger. Né sul sito sé sui 47 canali social ne era stata data notizia. Poi mi aspettavo che l’intimo m&g si facesse box omonimo appositamente allestito, invece si è fatto lì nel padiglione Artist Alley diventando di fatto solo “greet” ma con qualche gratifica estemporanea che forse lo ha reso ugualmente gradevole: 

1) J.R. Jr aboliva (tacitamente) il limite di 10 autografi spingendosi alla soglia dei 20 e non disdegnava “doodlamenti” spontanei random o a richiesta. Io che già avevo portato qualcosa di straforo, per amore delle regole e per timore dell’arcigna mugliera (vigile sentinella vista all’opera a Como), lasciavo in macchina altri 5-6 volumi che mi avrebbero “romitizzato” tutto il “romitizzabile” in mio possesso. Sapevo che anche questa volta, come sempre, me ne sarei andato con qualche rimpianto.

2) Le capocce me le ricordavo da Como molto più “minimal”, invece… Ho preso quella dell’UR per ragioni storiche e affettive ma devo dire che quelle degli altri personaggi Marvel (Thing su tutti) erano più belle.

3) J.R. Jr è una forza della natura. Come a Como ha affrontato 8 ore filate di incontro col pubblico sempre col sorriso in volto, prestandosi a foto e vari convenevoli con la massima cordialità. Ti fa davvero sentire coinvolto come appassionato. A Cavazzano ho chiesto un autografo su “Uomo Ragno – Il segreto del vetro” e sembrava che gli avessi annunciato la morte di un parente. Liberatore prima di autografarmi (a malincuore) “Lucy”, mi ha detto in franco-abruzzese che almeno lì (LCCAF di Como) non si aspettava di doversi prestate a certe richieste di bassa lega. W J.R. Jr!

Conclusioni

Ottima fiera che va distinguersi con la propria diversità “operativa” nell’assortito panorama nazionale in cui convivono l’orrendo bazar di Romics, la devastate Lucca e la salatissima Como (di Napoli e Etna non posso dire perché non ci sono stato). Può migliorare in qualche aspetto organizzativo ma se persevera a portare tanti e tali ospitoni soprassiedo anche sulle manchevolezze.

Nessun commento:

Posta un commento