giovedì 15 agosto 2019

Lo sconto scontato? #BaoPublishing

Ho parlato talmente tante volte della legge sul prezzo dei libri, cosiddetta "legge Levi" che ne ho la nausea quasi.
Quasi.


In merito mi preme dire due cose:

-bella o brutta che sia, è la legge. E la legge viene scritta e applicata per dei motivi. La legge si rispetta: facile chiederlo e pretenderlo quando viene violato un nostro diritto. Ma la legge si osserva sempre, sopratutto quando è chiara e univoca come in questo caso;

-questa legge verra a breve - si spera - modificata. L'associazione fumetterie (ALF) ha contribuito ai lavori di revisione: e qui non si tratta di prezzo, o solo di quello. Ma di investimenti nel settore della lettura e della cultura, cosa della quale il nostro paese ha dannatamente bisogno.

E oggi arriva questa iniziativa.




Art. 2, comma 3 della legge 128 del 2011:

Ad esclusione del mese di dicembre, agli editori è consentita la possibilità di realizzare campagne promozionali distinte tra loro, non reiterabili nel corso dell'anno solare e di durata non superiore a un mese, con sconti sul prezzo (...). E' comunque fatta salva la facoltà dei venditori al  dettaglio, che devono in ogni caso essere informati e messi in grado di partecipare alle medesime condizioni, di non aderire a   tali campagne promozionali. 

I rivenditori al dettaglio DEVONO in OGNI CASO essere INFORMATI e MESSI IN GRADO di PARTECIPARE alle MEDESIME CONDIZIONI.
Tradotto: se l'editore fa una campagna che supera il 15%, DEVE, tramite il proprio distributore, comunicare per tempo ai dettaglianti tale iniziativa, dando loro la possibilità di fare LO STESSO MEDESIMO SCONTO ai propri clienti.
E' la legge. Sul primo punto, ovvero il mettere in grado di fare lo stesso sconto, possiamo discutere.
Ma sull'informare no: non ci sono zone d'ombra. Un editore, riscriviamolo, DEVE IN OGNI CASO informare i venditori. DEVE. IN OGNI CASO.

E questo Bao non lo ha fatto.

Ora, possiamo discutere mesi: "E' una promo solo di un giorno". "Che danno fa?". "Le librerie vogliono salvaguardare i propri privilegi"; "non vogliono fare gli sconti".

E' tutto falso: un giorno, due o trenta, la legge va rispettata. Altrimenti si inizia così, e poi si fa come altri editori (e sul blog ne parliamo continuamente) che mettono in piedi intere promo illegittime. Il danno c'è: perché sono tutte vendite perse per i negozianti, finiamola con la leggenda che quello che si vende in fiera o online non danneggia i negozi, perché in linea di massima la clientela è sempre quella. Anche perché nessuno vuole salvaguardare i privilegi delle librerie (quali sarebbero, poi? Le stesse tasse, gli stessi costi di affitto e lavoro e tutto il resto delle "normali" attività commerciali?): no, l'idea sarebbe quella di poter offrire la stessa promo al cliente, mettendolo in grado - guarda un po'! - di poter avere il fumetto in negozio con lo sconto e senza le spese.


Ma andiamo oltre: se queste continue promo sono sostenibili per gli editori, forse c'è anche qualcosa di diverso cui pensare. Ovvero che si parta proprio con l'idea di poter abbassare il prezzo, almeno in talune occasioni: prezzo di copertina che in realtà sarebbe più alto di quello realmente possibile per compensare appunto tali occasioni promozionali.

Idea assurda?

6 commenti:

  1. Non ho mai commentato in merito perché capisco e rispetto l'opinione tua e di coloro che si trovano in questa posizione ma voglio dirlo una volta sola a cuore aperto:

    Non m'interessa.

    Se una volta compravo in fumetteria ora non lo faccio più ma avevo già modificato i miei modi prima, a fronte del prezzo, o meglio, dello sconto.

    La mia prima fumetteria mi faceva lo sconto del 10% solo sui fumetti che ordinavo (ma mi permetteva di metterlo su una tessera e usarlo per qualsiasi cosa).

    Ho cambiato per una fumetteria che mi faceva lo sconto del 10% su qualsiasi cosa (tranne Bonelli).

    Ho cambiato nuovamente per una fumetteria che mi faceva il 15% di sconto su tutto (tranne Bonelli).

    Ora metto i fumetti nel mio carrelo online e li compro quando ci sono sconti importanti del 20% o più... e sono in molti a fare così, e saranno sempre di più in futuro.

    Non mi\ci interessa che i fumetti arrivino dalla fumetteria, dalla libreria o da uno store online, la gente li prende dove gli conviene e sarà sempre di più così, con l'aumento del costo della vita e mille altri problemi i lettori vorrano spendere sempre meno senza rinunciare alla lettura.

    La legge verrà cambiata?
    Sarà un danno ancora maggiore per voi.
    Perché la gente non tornerà a comprare in fumetteria, comprerà semplicemente meno o cercherà altrove, molto probabilmente all'estero.

    Con i giovani che legogno sempre meglio l'inglese quanto tempo passerò prima che si passi dal comprare un volume brossurato in italiano a 18 euro allo stesso in inglese a 14 dollari?

    Che poi per esempio io amo tanto la light novel di Overlord da comprare la versione brossurata italiana a 14 euro... anche se allo stesso prezzo ho già i primi 9 belissimi volumi cartonati in inglese (anzi, a meno visto che li avevo preordinati), ma è un caso.

    Il prezzo diventerà sempre più importante in futuro e i clienti andranno dov'è più basso e dove possono ridare indietro un fumetto entro 30 giorni dopo averlo letto se non gli è piaciuto indipendentemente dal fatto che sia fallato o meno.

    Non avete il reso, siete overtassati, avete mille concorrenti, compresi i distributori e perfino le stesse case editrici.

    Mi spiace davero.
    Ma non m'interessa.
    Non è un mio problema.

    E questo è ciò che pensa la stragrande maggioranza del pubblico quindi mettetevi il cuore in pace perché le scelte strade sono solo due:

    - Fare in modo che i vostri privilegi siano aumentati permettendovi il reso, sconti maggiori e altro.

    - Chiudere per l'impossibilità di raggiungere la concorrenza.

    Diminuire gli sconti che gli altri possono fare, regolamentarli tirandoli all'osso e via dicendo non è una soluzione viabile perché il cliente se ne sbatte i coglioni e compra all'estero o non compra più.

    So che questo post puo' sembrare odioso e insensibile ma è la cruda realtà dei fatti.

    P.S.
    L'idea non è assurda, i prezzi d copertina sono probabilmente un po' gonfiati per questo motivo, perché funziona, perché sono pochi ormai ad essere disposti a comprare senza un grosso sconto ma anche questo in futuro non funzionerà più perché ci sarà sempre più possibilità di comprare all'estero edizioni migliori a prezzo inferiore.

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    1. fermo restando che:
      -le promozioni le hanno pure le fumetterie;
      -nessuno vuole limitare gli sconti punto e basta, solo avere una concorrenza LEALE;
      -gli albi USA si possono avere pure in fumetteria...

      ognuno è libero di fregarsene quanto vuole. Per quanto prima o poi la realtà non ti presenti il conto.

      Mi sono sempre lamentato del terribile servizio che offrono i corrieri in italia. Poi ho saputo come lavorano: quanto guadagnano, quante ore deve fare uno che fa consegne, orari e condizioni. E mi sono ricreduto: lavorano pure troppo bene, spesso e volentieri. Potevo fottermene? Si.
      Do loro ogni mese svariati migliaia di euro, potrei pretendere un determinato trattamento e dire "me ne frego".
      Ma il mondo non funziona così.

      Non possiamo fregarcene di tutto: dall'inquinamento, alle condizioni lavorative degli altri, che potrebbero essere in futuro le nostre o quelle dei nostri figli; dalla politica alle scelte economiche.

      Altrimenti, ripeto, un giorno ci presenteranno il conto...

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    2. Se fosse così semplice il commercio al dettaglio sarebbe già scomparso.
      Che senso avrebbe per Panini o Star o Apple (per cambiar settore) non vendere SOLO direttamente i propri prodotti?
      Potrebbe ridurre il prezzo dato che non ci sarebbero più 2 (o 1) anelli della catena, distributore e rivenditore.
      Prezzo più basso = più vendite = più guadagno (anche perchè nel prezzo sicuramente si terrebbero un margine maggiore).

      Eppure non è così, le vendite online dei produttori non decollano, e se nell'editoria c'è il freno della legge levi (ma nulla vieterebbe di aggirarla scegliendo di NON DISTRIBUIRE ai rivenditori) in altri settori così non è, che poi Panini e Star nemmeno fanno il legale 15% dei normali canali online.

      Anzi persino Apple negli anni ha aumentato la vendita/distribuzione nel canali terzi, aiutata anche da margini molto bassi (ma comunque presenti).

      Semplicemente la vendita al dettaglio ancora oggi pesa tanto, può cambiare il canale, dal negozio al grande sito di ecommerce, ma rimane un referente importantissimo per il produttore così come per il cliente.

      Ognuno sicuramente decide autonomamente cosa e come e dove comprare ciò che vuole, ma da lì a dare per certo che "la stragrande maggioranza del pubblico" si comporti allo stesso modo forse suona un po' (tanto) pretenzioso.


      Detto da chi oggi spende ancora 150-200 euro ogni mese nella propria fumetteria, che non è Antani, prima che mi si accusi di leccaculismo ;)



      PS: Non è Antani per questioni geografiche, vivessi a Terni la sarebbe.
      (e così ho dato il colpo anche alla botte)

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    3. grazie, bonifico in arrivo :)

      ps: non è così perché il venditore al dettaglio è ancora il miglior consulente esistente...

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  2. Per l’acquirente occasionale é utilissimo, anzi nei settori molto specializzati é forse indispensabile.
    Me ne rendo conto in fumetterie tutte le volte che entra un cliente “sperduto” spesso un adulto ma a volte anche amici in cerca di regali di compleanno.
    Il consiglio del fumettaro é decisivo.

    A questo proposito tu domando, quanto pesano nel tuo caso, a spanne, le vendite regolari e quelle diciamo occasionali, di clienti mordiefuggi?

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    1. guarda, non sono facili da classificare, perché esistono 100 categorie di clienti "sfumati" tra le due...

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