martedì 18 ottobre 2016

No Tiferno Comics

So di essere uno che rompe.
Se qualcosa non mi piace, lo dico.
Nei dovuti modi, perché mamma mi ha insegnato l'educazione, e perché sono andato alle elementari dalle suore, che se sgarravi finivi in punizione fuori dalla porta, anche per parecchio tempo, fermo e in piedi.

Ammetto quando sbaglio.
Sono abituato a comportarmi con la massima correttezza.

Ma, ripeto: se ho qualcosa da dire, la dico. E, se arrivo a farlo in pubblico, sappiate che è solo perché, in privato, l'ho già fatto dieci volte tanto.
Perché critico? Perché non sono un dipendente, con stipendio a fine mese, ma un imprenditore di me stesso: le condizioni in cui lavoro, sono parte integrante del mio mestiere, di quanto guadagno, della mia attività. Provateci voi a fare fiere all'aperto, mentre piove, con merce fatta di carta; a lavorare con fornitori che ti saltano "per errore" la spedizione settimanale per un mese consecutivo; a fare manifestazioni dove non vedi pubblico, mentre l'organizzazione dichiara quindicimila persone.

Non vi verrebbe voglia di cambiare qualcosa?

Questa doverosa premessa, per spiegare come e perché sono stato escluso dalla mostra di Città di Castello.

La storia è interessante.

Tiferno Comics 2016 si è appena conclusa... Tenete presente questa foto...
Quando l'ho saputo, il mio primo pensiero è stato: "non posso parlarne... Mi hanno escluso da Lucca Comics, che figura ci faccio?".
Poi mi sono chiesto il perché. Cosa avrò fatto mai?

Ho indagato. E ho capito che mi avevano fatto fuori per un commento ad una foto fatto su Facebook, lo stesso per cui mi avevano bannato dalla pagina della manifestazione, nel quale ironizzavo sulla scarsa folla presente sulla foto.
Niente parolacce. Niente insulti. Niente critiche immotivate od insensate: sono un cliente della fiera, uno di quelli che PAGA per esserci, e che coi propri soldi FINANZIA la manifestazione.
Il fatto che non mi sia trovato bene, abbia fatto le mie critiche in privato, come sempre quando le cose non vanno, e poi mi sia limitato ad un commento sui social, francamente non mi sembra un buon motivo per l'esclusione. Soprattutto quando ho sentito almeno la metà degli espositori che fanno il mio lavoro (non considero autori ed associazioni, che hanno altri obiettivi e punti di vista), ovvero almeno cinque su nove o dieci che eravamo, dire le mie stesse cose.

Ma andiamo con ordine.
Partecipo a Tiferno Comics dal 2005.
In tutti questi anni, ci sono stato sempre: non ho avuto questa continuità con nessun'altra fiera.

Dodici partecipazioni, ed ecco tutti i miei commenti, tra sito e blog:
Parliamo di Città Di Castello, o Tiferno Comics: fiera giunta alla nona edizione.
Già tagliare questo traguardo, significa che tanto incapace non sei: significa che qualcosa stai costruendo. Mi sono stupito di quanto poco si sia parlato di questa manifestazione sui siti "informativi" del mondo del fumetto: probabilmente è anche colpa di chi la organizza, per carità. Ma l'evento è valido, pubblicizzato come non mai in tutta la regione. E fatto apposta per gli appassionati. Belle mostre, molti autori (che poi si poteva anche far coincidere la mostra mercato con la presentazione delle esposizioni, così da portare ancora più gente), buona l'organizzione. E, lo ripeto: Città di Castello ADDOBBATA di pubblicità: si vedeva che conoscevano TUTTI la manifestazione, che ne erano orgogliosi, che collaboravano in qualche modo (ad esempio con mostre espositive in vari locali). Insomma, un evento in crescita, anche come mostra mercato, anche culturalmente. Il che non è poco!
 (2011: lo trovate qui)

Continuando, qui mi sono chiesto perché grandi editori e distributori non sostengono le piccole manifestazioni, come Tiferno.

Nel 2012, "difesi" la mostra dalla prepotenza di Romics, che si era sovrapposta con le sue date

Tiferno ha tenuto duro, e presenta - coi soliti difetti già lamentati di scarsa comunicazione e di un pubblico troppo legato al territorio - un programma ricco ed accattivante, tanto da far invidia alla stessa Romics, almeno da un punto di vista strettamente fumettistico.

E ne parlai quiquiqui e qui.

Nel 2014...

Bella manifestazione, apprezzabile nello sforzo di proporre esposizioni sempre nuove, in posti nei quali si mangia bene e si vive tranquillamente.

... mentre nel 2015 ne parlavo come dell'unica fiera valida da fare in questo periodo dell'anno, mentre un mio cliente tifernate recensiva la mostra di Tex.
Finivo criticando diverse cose, ma sempre nell'ambito di un apprezzamento generale...

Per il resto, nel tempo, ci ho portato amici, clienti, colleghi: l'ho pubblicizzata in lungo ed in largo,

Come detto, quest'anno avevo intenzione di partecipare anche alla seconda manifestazione, quella di ottobre, visto che avevano curiosamente deciso di sdoppiarle: a settembre il collezionismo, un mese dopo i manga. Scelta buffa, ma che magari poteva anche portare un maggiore incasso...

Detto questo: il 22 e 23 ottobre, non saremo al "secondo tempo" di Tiferno Comics 2016.

Perché? Perché non sono "persona gradita" all'organizzazione della manifestazione.
Lo sono venuto a sapere da alcune settimane dal collega che stava prenotando insieme a me, cui è stato detto che poteva pure partecipare, ma senza il sottoscritto. Collega che, e questo gli fa onore, ha rifiutato di confermare i tavoli (come so anche altri..) per solidarietà al sottoscritto.

E tutto per un commento che ho rilasciato sotto questa foto, postata l'ultimo giorno della mostra dall'organizzazione...


La foto, che colleziona ben TRE "mi piace" (di cui due da parte dell'organizzazione), viene commentata da me - e almeno da un altro utente locale, poi bloccato - con una frase del tipo "che folla". Non ricordo, francamente, le parole esatte.
Ma, sentendo un paio di testimoni che le avevano lette, il tenore era quello.
E, d'altronde, quando cancelli un commento, cosa che personalmente trovo odiosa, cancelli la TUA possibilità di replica, di critica, ed anche la memoria dello stesso.

Incomprensibilmente, mi ritrovo bloccato dalla pagina FB della manifestazione.

Ora, fatevelo dire da uno che di pagine, in vita sua, ne ha gestite un bel po', non bloccando mai nessuno, se non i profili falsi che si limitavano a spammare, e non cancellando mai commenti, se non quelli che pubblicizzavano - senza chiederlo - eventi o attività altrui. MAI.

Il concetto di social implica accettare il confronto: rispondendo o non rispondendo, contestando o meno. Ma non si può bloccare qualcuno solo per un pacato commento negativo, che tra l'altro ci stava tutto, per la scelta sbagliata della foto (insomma... pubblica una immagine con più folla, per celebrare il successo di una manifestazione, piuttosto che una che fa vedere meno di dieci persone in un corridoio che sarà di centocinquanta metri quadrati, no?) e per il fatto che, a detta di molti, il pubblico non era stato poi così tanto...

Ma dicevo: mi ritrovo bloccato dalla pagina FB, mi stupisco, ma mi faccio anche una ricca risata.
Quando, però, scopro che sono stato "bloccato" anche dalla manifestazione, mi cadono le braccia.
Non ho neanche il tempo di incazzarmi.

Provo a sentire l'organizzazione, ma è una sequela di scaricabarile: c'è chi non risponde al telefono (pur avendo il mio numero memorizzato), e alla fine mi fa dire dalla moglie che non vuole parlarmi, chi non sa, chi prova a consigliarmi: "non so cosa sia successo effettivamente (...) sarebbe meglio andare direttamente dove lavora cosi sicuramente ci puoi parlare a quattr'occhi", come se duecentosessanta km si facessero per andare a passeggio, chi finalmente mi risponde e mi dice quello che ho scritto sopra. Sono stato escluso per le critiche fatte personalmente e per il commento sulla foto.
Tutta roba pacatissima.
Ma d'altronde, cosa potevo aspettarmi da una organizzazione del genere?


Non sapevo se raccontarlo, perché temevo il giudizio del pubblico.
Ma, alla fine, mi sono detto, sono IO a doverlo temere?
Io?

4 commenti:

  1. E io Tiferno Comics a 'sto giro lo salto. Vediamo chi la dura di più.

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  2. Ma com'è che in 'sto paese ormai anche le fasce di popolazione (teoricamente) adulta si comportano tale e quale ai frequentanti l'Asilo Mariuccia? C'è veramente di che farsi cadere le braccia...

    Sui gestori di pagine coda di paglia, che vogliono esibire in pubblico le proprie cose, ma non accettano il minimo confronto o reazione men che adulatoria che dal pubblico giunga, lasciamo perdere, ché ormai tutto l'internet è così (qualcuno ha detto Youtube?) e il confronto adulto è merce ormai buona solo per l'antiquariato.

    Ma è quando poi la codadipaglite da web fa cortocircuito con la vita reale e gli scambi d'affari tra (sempre teorici) individui ben oltre l'età della ragione, che la cosa si fa decisamente "oltre" (ancorché ridicola).

    Mi spiace per com'è andata. Direi che tutta la faccenda squalifica per primi loro e la manifestazione che rappresentano. Sempre che gliene freghi qualcosa. Bah!

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    1. E' per quest'ultima cosa che ho detto, che ho voluto raccontarla...
      Grazie.

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