mercoledì 26 ottobre 2016

A Lucca siamo tutti Cinesi

Come raccontato talmente tante volte che non ho voglia neanche di linkarle (mi limito a segnalare solo l'ultimo pezzo che ne parla, LuccAddio), dopo l'esclusione da Lucca Comics, per quattro anni abbiamo aperto una serie di negozi, durante la manifestazione.

Temporary Shop, li chiamano in molti, con una certa figaggine: in realtà sono delle semplici attività che aprono e... dopo pochi giorni vengono chiuse.


Quando ho iniziato a muovermi nel 2011, addirittura i lucchesi non si sporcavano le mani per "quattro" soldi: se gli chiedevi per alcuni giorni, massimo una settimana, un locale sfitto, magari offrendo loro una mensilità intera in cambio, non perdevano tempo, negandotelo subito: troppa fatica.

Poi, da un anno all'altro, di fondi liberi non se ne trovavano più.
Quelli già occupati, nei giorni della fiera chiudevano, per riaprire come temporary shop, subaffittati a venditori di panini, ramen, pupazzi e simili.



Nel giro di qualche anno, tutto è cambiato: con l'imperdonabile colpa di alcuni "colleghi" commercianti che, girando e rigirando, e non trovando nulla di interessante, andavano a rubarli - scusate, non trovo un termine migliore - a chi già li aveva, contattando il proprietario ed offrendo di più. Qui abbiamo raccontato la cosa. Per carità: niente di illecito, almeno per chi non crede nella correttezza e nella lealtà, anche se, in questo modo, si fa solo il gioco di chi ci specula...

Detto questo, per quattro anni siamo stati - nella miriade crescente di temporary shop - uno dei pochi - se non l'unico - negozio che vendeva SOLO fumetti.

Ora, siamo alla fase successiva: il commerciante lucchese che, nei giorni della manifestazione, cambia la sua attività, modificandola in modo da vendere merce attinente alla mostra. Niente fumetti, eh... per carità! Ma, magari, gioielli del Signore degli Anelli, o pupazzi di vario tipo, o alimentari.
Nel giro di pochi anni, si passerà ad avere, in fiera, solo padiglioni dedicati agli editori maggiori, e come negozi solo gadgets e tutto quello che non è fumetto, con grosse ditte interessate a subentrare direttamente, per massimizzare utili, investendo quanto basta.
Privati, piccole attività: il meno possibile, sia in fiera che fuori.

Ma non andiamo troppo off topic.
Quest'anno, dopo le difficoltà già raccontate, abbiamo detto addio a Lucca, #LuccAddio: in sintesi, visto che i negozi crescono di prezzo di anno in anno (tipo quasi il doppio in un anno), visto che in fiera non ci sogniamo neanche di provare a rientrare (e che, comunque, in pochi anni i costi sono raddoppiati anche lì!), il gioco, lo stress, la fatica, non valgono più la proverbiale candela.
Quindi, basta.

Continueremo a vendere fumetti tutto il resto dell'anno, ed anche nel prossimo finesettimana, in negozio, online ed in fiera, come facciamo da quasi diciassette anni, ben prima di andare a LuccaComics.


La storia ha iniziato a farsi interessante poco più di un mese fa, quando un amico ci ha chiesto aiuto per trovare un locale ad una persona che voleva proporre un libro, visto che noi, non esistendo più #LuccaFuori, non potevamo ospitarli in negozio. Abbiamo chiamato tutti i vecchi locatari dei "nostri" negozi degli anni precedenti e, proprio in quell'occasione è venuto fuori il discorso del "non affittiamo, ma organizziamo noi stessi dei temporary". Roba da brividi.

Ma il meglio deve ancora venire.

L'amico, una decina di giorni prima di LuccaComics, ci ricambia il favore: un conoscente ha trovato un locale che non può prendere, proprio in centro. I giorni sono pochi, pochissimi.
Chiamo, pieno di dubbi, il numero che mi ha dato.
Parlo con il proprietario: ci accordiamo su prezzo e dettagli.
Nel giro di mezz'ora, trovo qualcuno che mi starebbe nel negozio (io, mi spiace, ho promesso ad una bambina di sei anni che l'avrei accompagnata in giro, finalmente, per Halloween: e una promessa è una promessa!), gli rimedio posto letto, il furgone, ed organizzo mentalmente la merce da portare.
Sembra assurdo, ma in meno di un'ora ho organizzato quello che tanti dilettanti che si spacciano per professionisti, tra cui molti editori, impiegano mesi per mettere in piedi. In un'ora, siamo di nuovo a LuccaComics, anzi a #LuccaFuori!

Poi, la burocrazia ammazza tutto.
E questo è davvero interessante: a Lucca, per legge, devi avere una insegna, se hai un negozio.
E' OBBLIGATORIO.
E deve essere un'insegna definitiva, non provvisoria.
"Ma molti non ce l'hanno!", dirà qualcuno.
"Ma molti hanno quella provvisoria!", affermerà qualcun altro.
Si, perché è dallo scorso anno che le cose sono cambiate: PRIMA, dovevi averla ma, giustamente, nel tempo che passava tra domanda inviata all'amministrazione e loro risposta, aprivi e chiudevi l'attività, cavandotela - come avviene dappertutto - con quella provvisoria, evitando questa situazione assurda.

Dallo scorso anno, invece, è necessario fare una complessa pratica ambientale, per avere una insegna nel centro storico. Tempi lunghi, costi elevati: c'è da metter di mezzo un professionista.
Di fatto, sei tenuto a fare quello che deve porre in essere un qualsiasi negozio, anche se chiudi prima che l'amministrazione completi l'iter e ti dia la dovuta risposta.

Ne parlo - ovviamente - con addetti ai lavori coi quali, avendo avuto una attività a Lucca, sono in contatto da anni, e uno mi dice - chiaramente - che essendo il comune pappa e ciccia con Lucca Comics (in realtà sono proprio la stessa cosa...) è ovvio che cerchi di aiutare la manifestazione, mettendo i bastoni tra le ruote ad un fenomeno dilagante, e che si pone in diretta concorrenza con gli spazi "ufficiali" della fiera. Gli faccio notare la quantità di soldi che, questi temporary, portano direttamente in città, ma è evidente che le istituzioni preferiscono avere un certo controllo della situazione.

Quindi, questa è la situazione: quest'anno rimaniamo fuori, ma alla finestra per il futuro.
Ove capitasse una occasione, torneremmo in pista. Altrimenti, vivrò la mia vita, che mi da soddisfazioni ben diverse e molto più reali...


Quando iniziammo #LuccaFuori, cinque anni fa, parlando con una commerciante lucchese, ci lamentammo della scarsa accoglienza che, chi partecipa alla manifestazione, vede da parte dei residenti: pur capendo lo stress che genera la fiera, andrebbero considerati anche gli enormi entroiti per comune e cittadini, sostenevamo. La signora mi rispose qualcosa tipo: "Qui a Lucca, hai visto negozi gestiti da cinesi, in giro? Fuori si, dentro no. A Lucca, non li facciamo entrare."

Ecco, a Lucca, noi "dei comics", siamo come i cinesi...

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