lunedì 30 gennaio 2012

Intervista a Carmine Di Giandomenico



Da episodi importanti della vita di quelli che sarebbero diventati Devil e Magneto, ai numeri 500 di Iron Man e 600 de I Fantastici Quattro: come si sta evolvendo la tua carriera?


Evolvendo non direi, in questo periodo: sto vagliando molte cose che mi riguardano privatamente, molti lettori e appassionati possono leggere e farsi un' idea riguardo ad un autore e ai suoi prodotti, che siano di piccola media o grande importanza, e farsi delle idee in merito. Su internet mi si danno appellativi di Maestro, grandioso artista ecc..., ma su che basi? In fondo chi fa questo lavoro perché alla fine è lavoro, è molto più vicino alla figura dell'ARTIgiano, condividendo la riflessione fatta da un mio collega Adriano De Vincentiis, e dell'atteggiamento dei bambini, e dei loro occhi.
Già: un ARTIgiano che realizza prodotti e che li da al pubblico giudizio. E sono i lettori a dover decidere se un prodotto (e quindi una carriera) sia meritevole o meno di un continuo e di una evoluzione.
Quindi sono un ARTIgiano capace di ideare, scrivere, sceneggiare storie e di disegnarsele.
Certamente ho raggiunto obiettivi importanti e anche sentimentalmente viscerali, molto vicini alle mie passioni, vedi
Battl'in' Jack Mudock, pubblicato tra il 2006/2007. Un'opera che ha colpito per via di una trama con un concetto forte, con una idea forte, e una sceneggiatura forte, che mi ha dato la possibilità di realizzare un evento unico nel genere. Successivamente è arrivato Magneto Testament, altro progetto importantissimo, viste le origini di Magneto, e per l'agomento importante che lo scrittore Greg Pack ha trattato con eleganza.
Altro traguado è stato partecipare al
numero 500 di Iron Man e al suo Annual dedicato al ritorno del Mandarino, assieme ad autori importanti della serie. E infine Fantastic Four #600 numero speciale e commemorativo della serie che nel 2011 ha festegiato il 50° anno dalla prima apparizione del gruppo.
Adesso sto lavorando su un'altro piccolo evento rispetto a quelli citati, ma ripeto sono un ARTIgiano e sono chiamato alla realizzazione di commissioni.
Quindi se fino ad oggi ho raggiunto alcuni traguardi è solo per la mia affidabilità ARTIgianale manuale, e la capacità ARTIgianale concettuale nel sapersi scirvere delle trame e sceneggiature. E visto che non guasta di essere capace di poter elaborare anche idee, che possano piacere o non piacere. Quindi la mia carriera evolve a seconda della commissione che arriva e dall'apprezzamento del pubblico.
Ma l'evoluzione della mia carriera ARTIgianale, non dipende solo dal prodotto, ma anche di chi ne parla in giro per strada, e nella pubblica piazza come internet attraverso blog linkati su Facebook o siti. Ma ultimamente, solo in Italia, per quanto riguarda il mio lavoro, non se ne parla un granché, se non una semplice nota a margine, perché parlo così...basti vedere, il trattamento dell'autore italiano su FF#600. Ed è un meccanismo strano che si è sviluppato: proprio nel mio paese, per un prodotto importante come questo, col coinvogimento di questo "ARTIgiano italiano", non è importato nulla ai gestori di siti e blog di spazii comunicativi del settore fumettistico, tranne che per i lettori affezionati che mi hanno dimostrato il loro affetto attraverso mail o interventi nella rete. La struttura d'informazione nazionale no: non come avrebbe dovuto, ma alla fine poco importa...
Personalmente mi è stato rimproverato molto spesso che non parlo abbastanza di quello che faccio e che non me ne vanti abbastanza, ed è per questo che la gente dimentica in fretta. Ma mi chiedo, da piccolo ARTIgiano, se a parlare del mio lavoro deve essere il mio lavoro o la mia faccia? Non capisco, faccio l'ARTIgiano e non l'attore, o il musicista, dove è richiesta la prestanza fisica da bulletto di teatro.
E questa situazione riguardo a FF#600, direi imbarazzante per il mio paese, mi ha fatto capire e sposare la stessa filosofia che ha fatto ritirare Lucio Battisti. Dove a voler far parlare di un autore, non è il suo lavoro, l'operato, ma il gossip e i flame. Ed è per questo che ho deciso di non andare più alle fiere nazionali, non sono io a dover essere venduto, ma il mio lavoro, e chi vuole avere curiosità potrà chiedermele direttamentevisto che mi trovo nella rete.
Certo io sono una testa calda e a volte antipatico, e ridicolo, si ridicolo... ma se delle volte perdo la testa in discussioni sulla rete, è solo perché difendo solo il mio operato e storico professionale, e pretendo rispetto storico professionale, cme io rieptto quello degli altri.
Questa è la mia evoluzione professionale e ARTIgianale, attualmente è portare avanti e difendere il mio lavoro ( solo in Italia), e non riguarda la mia figura estetica o creata.

All Winners Squad, invece, è stata "tagliata". Come ti sei sentito?
Mi è dispiaciuto, e molto visto che avevo disegnato fino al numero 7 completo degli 8 numeri previsti. Però necessità aziendali e il cambiamento radicale degli editor, ha portato a questa triste conclusione, ed è un peccato perchè Paul Jenkins ha scritto un' ottima storia.

E' certo che non la vedremo, anche se l'hai disegnata quasi tutta?
Purtroppo è certo...


Ti definisci artigiano: pensi che ci sia posto per questo aggettivo, in un presente sempre più legato al computer?
Perché no, in fondo alla fine è il prodotto a parlare, non il mezzo che utilizzi per realizzarlo.
Puoi utilizzare qualsisasi cosa per poter comunicare attraverso l'immagine disegnata.
La parola ARTIgiano, parte da un concetto molto profondo, da una mia personale riflessione scaturita dopo aver ascoltato la riflessione di Adriano de Vincentiis..., mi ha colpito, il suo definirsi ARTIgiano..., non ero affato sorpreso, anzi ho avertito che quella parola mi appartenesse, che mi rappresentasse, e che rappresenti tutti i miei colleghi (ovviamente non parlo per loro). L'ho mentabolizzata, ricercata, capendo che mi appartenva sempre di più, si questa definizione racchiude perfettamente il mio ruolo sociale.
E non è denigratoria anzi, come molte menti piccole pensano, al contrario è una presa di coscienza che mi ha fatto capire molte cose, come ad esempio il mio ruolo in quello che faccio e il saperne prendere il giusto distacco, allontanandomi dalle distorsioni che vive il mio ambiente lavorativo, che spesso sente di essere superiore alle altre cose della vita reale, solo perchè vive di sole cose fittizie come la popolarità ricercata a tutti i costi ed eccessiva.
Ma torniamo alla definizione:
Se partiamo dagli inizii la parola "artista", o "maestro", non era strutturata a livello popolare; il popolo l'ha appresa..., ma è stata circoscritta e assegnata dalle lobby del potere, La chiesa e i Nobili, che a seconda del loro divertimento accreditavano ad ARTIgiani di questa investitura. In fondo i Grandi Maestri del passato non sono maestri, e mi spiego meglio: Michelangelo, Da Vinci ecc... hanno sempre svolto lavori su commissione. La loro grandezza è stata solo dopo la scoperta della loro ricerca personale, dai loro studi, bozze, frammenti di riflessioni... tutti elementi di alta espressione.
Loro erano comuni ARTIgiani. ARTIgiani pionieri, nel buttarsi in avventure senza pensarci troppo, di accettare sfide inumane, vedete la Cappella Sistina ad esempio.
Solo per il loro gusto di sperimentare.
Di trovare soluzioni nuove attraverso le commisioni affidategli.
Oppure da Vinci, con la sua catalogazione, appunti sulle strutture animali e della flora, incuriosito dalla forza della vita e dalla sua complessità dovuta alla mutazione della stessa su ogni individuo umano, animale, flora. E alla sua capacità di sognare macchine che potessero agevolare l'uomo. Queste cose li hanno resi MAESTRI, restando ARTIgiani, ma con la curiosità di trovare nuove strade per potersi emozionare.
Ecco perchè la parola ARTIgiani ha le prime quattro lettere grandi, perchè pur essendo piccoli ognuno ha la possibilità di poter creare qualcosa in cui crede, utilizzando tutte le ARTI. E questo non potrà togliercelo nessuno né case editrici e né millantatori. Solo noi stessi.
Lo so Francesco sto sembrando un santone fumato di stupefacenti, ma ultimamente sto ponendomi moltissimi interrogativi, e ricercando dentro di me una nuova sfida una nuova formula per poter tornare ad essere ARTIgiano. ARTIgiano come era mio padre.

Cosa faceva tuo padre?
Mio Padre era un imbianchino, un pittore di restauro edile, ed è stato lui a farmi scoprire il profumo della tempera bianca. O tinta lavabile. Della carta vetrata ecc...
E' stato un uomo che nel suo essere spesso scontroso, aveva delle regole fondamentali, il rispettare la famiglia, soprattutto i figli, gli amici, e per qualsiasi professione, di qualsiasi entità, visto che lui per primo, prima di fermarsi alla professione di imbianchino ha fatto di tutto.
Unico mio peccato è di averlo capito troppo tardi, perché per la prima volta ho scoperto prima l'uomo e poi il padre.
Ma è un' altra storia...
Comunque sia, quando sarà pubblicata la storia di FF#600, anche se non c'è scritto, la dedico a mio padre. L'uomo che con i suoi silenzi ha creduto in questo piccolo, ma piccolo uomo.

A cosa stai lavorando ora, in generale? Puoi farci qualche anticipazione?

Al momento sto realizzando quattro progetti in contemporanea, la conclusione di un progetto aperto, uno per la Marvel, uno Italiano, e la realizzazione di un mio delirio personale su cui sto investendo con le mie piccole forze, e con il tempo ampio,
Oudeis Frammenti.


In cosa consiste Oudeis Frammenti?
Oudeis Frammenti è una follia, un esperimento non dal lato tecnico dell'opera, ma personale, provare a costruire qualcosa con le "sole proprie forze", un qualcosa di diverso dalle solite pagine stampate. E' la trasposizione dell'opera "Oudeis" edita da Saldapress nel 2004, e rivestendola con un'altra formula comunicativa diversa. Che sarà accompagnata da un elemento musicale e recitativo/ vocale attraverso il doppiaggio basato su miei testi. Gli artisti coinvolti sono Luca D'alberto degli Ex-Wave che sta componendone le musiche, e con alcuni interventi in collaborazione con lo stesso Luca di Mike Garson collaboratore storico di David Bowie.
E proprio in questi giorni sono stati definitivamente registrate le voci dei ruoli diciamo secondari, mentre per la Voce di Ulisse, è ufficiale.
Sarà l'attore Mario Cordova, conosciuto sopratutto per aver dato la voce a Richard Gere.

Mostre: in "casa" hai una delle più antiche manifestazioni d'Italia, Teramo Comix. Che ne pensi?
Penso che sia un'ottima fiera, anche se strutturata purtroppo male, non per via di chi l'organizza, ma da chi dovrebbe investire, il comune, e non lo fa. Ed è un peccato perchè la mia Città offre spazi veramente adatti per una fiera molto più corposa e ricca. MA come diceva Ivan Graziani, il Teramano è PIGRO.

Mostre, incontri, eventi nelle fumetterie: se potessi dire la tua, cosa cambieresti?
Come "utilizzeresti" gli autori?
Prima di tutto le fiere le strutturerai separandone alcune sezioni. In primis gli editori da una parte, e gli autori, i creatori dall'altra.
Gli editori separandone le sezioni che producono in toto un albo da quelli che importano albi, e non tutti assieme.
Mentre gli Autori a mio modo di vedere le cose, non dovrebbero essere messi lì negli stand come un teatrino. Se fossi io a dover invitare autori in una fiera, li utilizzerei per raccontarsi, tutti assieme, fare un' assemblea aperta al pubblico, che possano interagire con loro e scoprire gli uomini che stanno dietro ai fogli disegnati, e non utilizzarli come macchine da stampa per 5/6 giorni di fila.
Creare questa sinergia artistica dove gli autori stessi possano scoprire e conoscersi meglio, e non tra piccoli e semplici incontri fugaci mentre si corre tra uno stand all'altro, e dove si parla solo di quello che si sta producendo. Uno scambio culturale tra autori stessi e perché no, direttamente con pubblico, soprattutto scolaresche, o giovani che vogliono conoscere il dietro le quinte di questo mestiere, creando così, anche una formula di comunicazione Culturale.
Immaginatevi un incontro di tre ore Ausonia, Sicomoro, Camuncoli, oppure Brolli, Bilotta, Boselli sulla sceneggiatura, i coloristi con Cosimo Pancini, Fabio D'auria, ecc... ecc..., prendendo anchei letteristi, e fino ad arrivare all'editoria tra vari editori di tipologie diverse, come Bonelli, Panini, Lizard, Saldapress, e anche tra organi di distribuzione, incontri con redatori che possano spiegare ai giovani autori come preparare in book da presentare.
Far capire il lavoro che c'è dietro.
Creare incontri costruttivi con il pubblico senza parlare in formule burocratesi o da divismi, far arrivare un messagio chiaro al pubblico e che possa così conoscere la realtà professionale FUMETTO.
Sarebbe a mio avviso costruttivo. Ma mi rendo conto che è utopia, perché oggi non esiste il "vero" rispetto professionale di chiunque, e si mischiano spesso l'amicizia fittizia con il lavoro; è questi due elementi non concordano a mio avviso, se non si hanno le capacità di scinderle, e se non si ha la volontà di conoscersi e di crescere assieme.
Mentre per gli incontri in fumetteria, lo trovo interessante e stimolante, per gli autori di fumetti si potrebbero accostare agli stadi per i cantanti che devono fare un assolo in pubblico.
Ma anche qui bisognerebbe a mio pensiero migliorare alcune cose, e so di andare contro corrente.
Se una fumetteria decidesse, di avere tra i suoi vari appuntmenti annuali, incontri con autori che collaborano con realtà straniere, Americane e Francesi, Belga ecc... il negoziante dovrebbe a mio avviso acquistare gli albi originali e non quelli italiani.
Perché? perchè è come se si invitasse un cantante per promuovere il suo cd musicale appena uscito, e durante la presentazione gli toccasse firmare delle ottime copie in Mp3.
In più questa scelta potrebbe anche far scendere il gettone presenza in quanto, si va a stimolare l'acquisto del prodotto originale dove l'autore che lavora con realtà editoriali straniere, ne detiene una percentuale sulle vendite. E avrebbe più interesse a sviluppare rapporti con le fumetterie che sviluppano questi tour fumettistici.
Mi spiego, se ci compra un albo di Magneto Testament a me Carmine di Giandomenico non rientra un euro, prende tutto la Panini.
Quindi. sarebbe, credo una cosa molto più giusta non acquistare materiali tradotti, durante la presentazione dell'autore che lavora per realtà non italiane.
Perché far guadagnare una casa editrice italiana, che non aiuta..., mentre lo sforzo economico resta sul negoziante solo, e che investe, e sull' autore che deve perdere almeno tre giorni tra andata e ritorno di lavoro.
Facciamo le cose costruttive, per tutti, e vedremo che si avranno effetti diversi, come ad esempio anche il risparmio da parte del negoziante, e da parte degli autori che saranno molto più disposti a realizzae incontri del genere, perché va a loro lo favore lo sforzo promozionale, e ne avrebbero maggior interesse a curarlo.
E inoltre il lettore avrà nelle mani un albo che potrebbe eventualmente avere un valore nel tempo maggiore, perchè è l'edizione originale e non tradotta.
Il discorso invece resta normale uguale a quello già consolidato per autori che lavorano con realtà italiane.

Vuoi dirci qualcos'altro?
Dico che vi mando un abbracio immenso a tutti quelli che stanno leggendo ora l'intervista ( che sicuramente farà arrabbiare qualcuno o più di uno..., in fondo ogni intervista è come organizzare un matrimonio, trovi sempre quello che ha da ridire... EHEHEHE), e
vi rinnovo l'appuntamento su Facebook il 6 Febbraio, dove risponderò alle vostre domande dalle 20:00 alle 22:00, in incontro con i lettori (diciamo) in diretta. Aperto alle vostre curiosità. Non saranno considerati flame, ai quali non si daranno risposte. Inoltre se volete inviatemi attraverso messaggio privato su Facebook vostre foto con l'albo di Battlin' Jack Murdock in mano, in qualsiasi posto vi troviate, in ufficio, all' aperto, dove volete, Ne saranno selezionate tre che faranno da copertina alla discussione in rete. Meravigliatemi con il vostro estro.


sabato 28 gennaio 2012

La pila.


Quando il sito dell'Associazione Fumetterie aveva un forum aperto al pubblico, ricordo che il rappresentante di un editore sosteneva che un negozio non deve solo avere tutte le novità, ma che avendone una "pila", invogliava il cliente ad acquistare.
Quindi: non bastava prendere una copia per titolo da esporre, per soddisfare le pretese dell'editore, ma bisognava fare "la pila". Ovviamente senza reso!
Il risultato sarebbe stato quello di vendere di più.
Per inciso: l'editore per cui lavorava quel tizio ora non pubblica quasi più nulla...

Ce lo vogliamo dire?
Il reso è LA risposta.
Ci sono tanti accorgimenti, tanti miglioramenti che si potrebbero fare. Ma, per citare una vecchia canzone "the word is... reso!". RESO. RESE. RESI. Come volete.
Perché è inutile dire che le fumetterie sono come edicole, che non rischiano, che dovrebbero tenere tutto. Lo spazio non c'è, i soldi ancor meno, e le uscite crescono.
E, se tu editore che pubblichi un prodotto SE CI CREDI, e CI DEVI CREDERE perché l'hai scelto, devi rischiare e dirmi: prendilo, se non lo vendi me lo ridai.
Reso, in qualunque modo, e in qualunqui forma. Ma parliamone.
E che sia vero.

Alternative?
Non ci sono.
Forse sconti MOLTO più alti aiuterebbero, dando la possibilità di fare anche offerte.
Ma se non si fa il reso, se si continuano a fare sconti proporzionati agli acquisti, si continuano ad aiutare solo i negozi pià grandi, a scapito di quelli piccoli. E... alcuni dei grandi negozi, il reso ce l'hanno...
E la "pila", dove finisce?

giovedì 26 gennaio 2012

Quanto la "Trama" è debole


E' andata così.
Leggo qui un bel giudizio su TRAMA, di Rathigher.
Non concordo con tutto quello che dice Recchioni, ma ne apprezzo lo spirito, e quasi sempre concordo con le recensioni, quindi mi fido.
Cerco il volume su un famoso sito di vendite online e lo ordino.
Lo leggo e mi piace.
La confezione è fantastica, la storia allucinata.
E, ripeto, mi piace: non lo recensisco, perché non saprei farlo come lo scrittore di cui qui sopra, e non potrei aggiungere nulla a quanto lui dice.

E' il fumetto dell'anno? Non so, ma se la Bao è l'editore dell'anno, allora Trama può vincere tranquillamente nella sua categoria.

Quello che mi chiedo, che chiedo a chi scrive recensioni, all'autore dell'albo, e soprattutto all'editore è: a giugno avevo una prenotazione di un cliente per quell'albo. A gennaio, non avendolo ancora ricevuto, il cliente me lo ha disdetto.
Ho chiesto al distributore di fare altrettanto, convinto che ormai non sarebbe arrivato.
Detto tra noi: speravo di sfruttare quell'ordine per poter vedere il volume e, semmai, ordinarlo in quantità maggiori.
Ma, dopo sei mesi, mi sono rotto. Il distributore mi ha detto che ha chiesto spiegazioni all'editore, e sarebbe molto facile prendersela col primo per colpe che sono anche (ALMENO anche) del secondo.
Quindi, mi chiedo: fermo restando che il sito vende (a mio parere) il volume con uno sconto dubbio, perché superiore al 15% (contando anche le spese di spedizione gratuite se uno supera i 19 euro di acquisto, e trama ne costa 18, è facile aggiungere qualcosa e superare il 15%, no?), Trama è una autoproduzione, che si trova solo su internet o alle fiere, un po' come il primo Ladolescenza, o è stato distribuito? E come?
Ho interpellato diversi soci dell'A.fu.i., e nessuno mi ha dato risposte soddisfacenti. In pochi conoscevano il volume, nessuno lo aveva mai avuto in negozio.
Ho verificato sui vecchi cataloghi che ho in negozio, e Trama è "riproposto" sul Mega di agosto.
Quindi: se l'ho ordinato a giugno, e due mesi dopo è ancora disponibile, perché non è mai arrivato?
Domande, domande... le risposte arriveranno?

ps: in tutto questo, complimenti vivissimi all'autore. Critico il lato distributivo, ma il volume è bello, ed è confezionato benissimo, per questo gli auguro che sia già esaurito...

martedì 24 gennaio 2012

Le fiere del 2012


Come sembrano volerci dire le due signorine qui sopra, riparte la stagione delle fiere.
Se ne parla anche su Fumetto D'Autore, ma con una piccola imprecisione: la prima fiera del 2012 non è Mantova Comics -questa è sicuramente la prima manifestazione medio/grande- ma Modena, tenutasi lo scorso fine settimana.
Gli editori e i distributori, tranne quelli come Grifo Edizioni o WR Buste e Accessori, che se le fanno veramente tutte (sapete che l'obsoleto sito di questi ultimi è l'unico che presenta un calendario completo delle fiere del fumetto?), sono un po' come le squadre che giocano la Champions League: vanno solo sui campi migliori.
Prima di partecipare a Lucca, Milano, Torino, Roma, prova a vedere anche Teramo, Lanciano, Arezzo... senti un po' come vanno le cose in provincia, quale è la risposta e la "preparazione" del pubblico che non vive in città con dieci fumetterie...

Non andiamo OT: su www.antaninet.it trovate la lista delle fiere cui parteciperemo. Le date e la certezza, al momento, possiamo averla solo per il primo semestre dell'anno.


Si parte con Arezzo Comics (28 e 29 gennaio 2012).
Nella foto qui sopra, mi vedete debuttare come espositore in una manifestazione, che era proprio l'Arezzo di dieci anni fa. Un metro e mezzo (!) di spazio, la Ford Fiesta (MITICA!) di mia madre in prestito (non avevo un'auto mia), qualche scatolone, e il gioco era fatto.
La fiera è di piccole dimensioni, ed è tutta incentrata sulla mostra mercato che si tiene in un capannone nella zona industriale. Quest'anno ci saranno, però, anche Pagani e Caluri!
Per infomazioni, il sito ufficiale, davvero scarno. Diciamo che... Facebook ed altre "modernità" non piacciono proprio agli organizzatori!

Si continua (parlo delle fiere -ripeto per non offendere nessuno!- cui partecipa Antani Comics come espositore) con Mantova Comics (24/26 febbraio), giunta alla settima edizione.
Dopo i problemi dello scorso anno, che hanno fatto unire oltre la metà degli espositori sotto la bandiera di una petizione di protesta, l'organizzazione (che a mio parere vanta uno dei "commerciali" migliori d'Italia) sembra aver cambiato rotta.
Quello che stupisce è come, tra gli ospiti annunciati, ci siano due italiani (Bianchi e Vitti, quest'ultimo disegnatore della locandina), Adi Granov, già presente all'ultima Lucca, poi Cebulski (un editor) e l'attore che faceva il cugino It (!) ne "La Famiglia Addams" (sic!): un po' pochino, per una fiera che aveva fatto nella presenza degli autori il suo punto di forza. Inoltre, sembrano un po' tardivi anche i primi annunci: il sito è online da pochi giorni, da un paio di settimane c'era una pagina "di cortesia" col logo, ma fino ad inizio 2012, l'home era aggiornata a PRIMA dell'edizione del febbraio 2011!
Le vendite non sono mai state entusiasmanti, e sono convinto che, se risparmiassero un po' sugli allestimenti, riuscirebbero a fare prezzi migliori anche per gli stand dei negozi, ma la fiera è varia e ben organizzata: la consiglio, almeno ai visitatori.

Il 2, 3 e 4 marzo ci sarà Roma Cartoon, seconda edizione.
I miei clienti che l'hanno visitata lo scorso anno non erano entusiasti, ma una fiera a Roma, si fa sempre...
Si continua con Varchi Comics (Montevarchi, Arezzo, 24 e 25 marzo), pure questa alla seconda edizione, abbastanza vicina ed economica.

Sto valutando se partecipare, dopo cinque anni dall'ultima presenza, al Comicon (Napoli, 28 aprile/1° maggio): gli incassi non sono stati mai entusiasmanti, e i costi non sono bassissimi, ma la nuova location mi stuzzica non poco. Inoltre, a livello contenutistico e di "stile", per me rimane uno dei maggiori eventi in Italia.
Ovviamente, consigliatissimo a tutti: se partecipate ad UNA fiera nei primi sei mesi del 2012, DEVE essere il Comicon!

A maggio è pure tempo di un'altra fiera storica: Teramo Comix, che se non erro quest'anno dovrebbe festeggiare il ventennale (date ufficiose 11, 12 e 13 maggio). Partecipo da dieci anni a quella che credo sia, dopo Lucca, la manifestazione più vecchia d'Italia, e devo dire che è organizzata discretamente e con un buon afflusso di gente.
Diciamo che è uno di quei casi dove non rischi di arricchirti, ma ci vai perché incontri un buon pubblico e condividi cene e serate con gli amici autori ed espositori.

Per il momento, queste cinque (o sei se andiamo a Napoli...) saranno le uniche manifestazioni cui saremo da qui all'estate: i nostri fan sono avvertiti!

domenica 22 gennaio 2012

Intervista a Darick Robertson


Darick Robertson è un disegnatore che mi è sempre piaciuto moltissimo.
Plastico, classico ed espressivo al massimo.
Quest'anno lo abbiamo ospitato a Narnia Fumetto e, con l'intermediazione di Luisa Rosati, successivamente intervistato.
Buona lettura!

Dalle classiche atmosfere supereroistiche, a serie iconoclaste come Transmetropolitan (che stanno -finalmente!- per ristampare in italia) e The Boys: con quali scenari ti trovi più a tuo agio?
Ho apprezzato tantissimo quell'aspetto "anarchico" di Transmetropolitan. The Boys era divertente per via dell'intensità delle situazioni drammatiche e della violenza, ma essendo ambientato nella realtà aveva bisogno di molta aderenza ai riferimenti e alle situazioni del mondo reale; da un punto di vista creativo, ciò mi lasciava meno libertà di fare ciò che mi piaceva e quindi creare nuovi mondi e nuovi ambienti. Ad esempio, disegnare il ponte di Brooklyn che viene ricostruito sullo sfondo mentre due personaggi parlano è una sfida creativa. Creare invece un ponte in base a un mio personale design, in una città dove qualsiasi cosa io immagini è possibile, è libertà creativa.

Ennis o Ellis?
Se posso permettermi di osare tanto, direi che in un certo senso io sono rispetto a loro quel che George Harrison era per Lennon e McCartney. Hanno degli stili e delle modalità di espressione artistica molto differenti tra loro. Ognuno di noi da il proprio contributo a quel che facciamo. Non saprei veramente scegliere tra di loro.

Cosa consiglieresti ai giovani che vogliono fare questo lavoro?
L'industria del fumetto di adesso è talmente differente a com'era quando ho cominciato io che non saprei veramente cosa dire riguardo alla professione. Da un punta di vista artistico, direi che è più importante raccontare una buona storia, piuttosto che disegnare bene. È più importante disegnare bene, piuttosto che emozionare. Ed è più importante emozionare, piuttosto che esporre una storia e basta. Will Eisner, Wally Wood, Frank Frazetta e Dave Stevens sono ancora gli Dèi del fumetto per me. Studiateli, e imparerete tutto quel che c'è da sapere.

Ora, finita la tua collaborazione con The Boys, a cosa stai lavorando?
Ho intenzione di dedicarmi di più a creazioni originali la cui proprietà appartenga all'autore, e tentare l'approccio a nuovi generi del fumetto. Sto contribuendo con Christos Gage alla creazione di un nuovo universo di supereroi per una miniserie di sei volumi della DC Comics che uscirà quest'anno, e sto anche collaborando con alcuni entusiasmanti nuovi scrittori che hanno avuto grande successo fuori del mondo del fumetto, e che vogliono adesso entrarci.

Come ti sei trovato a Narnia Fumetto? Ti sono piaciute le atmosfere di un evento piccolo ma molto "caldo" (non vogliamo fare doppi sensi col clima della location!)?
Perché dovete torturarmi così? Certo che sì! Sono stato benissimo! Voglio tornare come vostro ospite ogni anno! È stato grandioso e adesso sono frustrato perché so che farete altre fiere senza di me!... Scherzi a parte, è stata un'esperienza davvero fantastica. I fan e tutte le altre persone incontrate sono state generose e amichevoli e a me l'Italia piace sempre tanto. Avendo vissuto a Firenze, quando mi trovo in Italia mi sembra sempre di tornare a dove ho lasciato il mio cuore.

venerdì 20 gennaio 2012

Terni/Antani/Leo Ortolani/Rat-Man...


La scena è ancora ben chiara nella mia testa.
Era un afoso pomeriggio di fine estate, ed io stavo parlando col seniormarchetingmenagiarss di PaniniComics, Alex Bertani. "Allora siamo d'accordo? Mi mandate Ortolani, quello di Rat-Man? Non il solito autore di qualche serie sfigatella, che poi fate finta che sia una miniserie quando scoprite che non ha venduto abbastanza manco da ripagare la carta su cui è stata stampata?".
"Certo, certo!".
Sentivo che era distratto... probabilmente stava programmando qualche rilancio dell'Uomo Ragno (SPIDER-MAN! Ora si chiama SPIDER-MAN, col trattino!), che dal numero 583 (nuovaserie 310, nuovissima serie 94), sarebbe diventato "serienuovanuova, ma nuovanuova per l'ultima volta" nr. 1, anzi direttamente nr. 2, così l'1 sarebbe stato veramente introvabile.
Quindi, Bertani non mi ascoltava.
Ed ora mi ritrovo a dover ospitare Emiliano Caluri e Daniele Pagani.
L'ho chiamato, glielo ho detto, protestando veementemente. E lui mi fa: "A parte che li hai invertiti -e certo... che se erano Daniele Pagani ed Emiliano Caluri cambiava qualcosa!- ma guarda che Pagani scrive sul Vernacoliere, Caluri disegna Martinmister per la Bonelli".
Non gli ho dato peso ed ho attaccato.
Fermo restando che ho verificato, e il Vernacoliere non esiste (si dice che sia un giornale di satira su Berlusconi, ma Berlusconi è un invenzione dei Comunisti, i quali a loro volta non esistono, per cui...), mentre dal sito della Bonelli, non risulta nessun Emiliano Caluri (c'è Daniele Caluri, sarà al massimo un cugino, se non un anonimo col nome simile! Certo che ci vuole del coraggio a far finta di essere un altro), ora confermo che, domani sabato 21 gennaio 2012 ospiteremo gli autori della miniserie di 4 numeri Nirvana, Pagani e Caluri (di quest'ultimo non metto il nome, così qualcuno pensa che è il disegnatore di Martinmister!
Tra l'altro, pare che questi due siano anche i creatori di Don Zauker, serie di stampo ecclesiastico pubblicata dalle Paoline, che un po' di pubblicità non ci sta mai male.

Quindi domani, visto che ho provato a sbolognare l'incontro alle Paoline qui vicino ed alla libreria vera dall'altra parte del corso, ma mi hanno attaccato in faccia il telefono (oppure facevano benissimo Tu-Tu-Tu con la voce), venite numerosi: non sarà come la scarlattina o l'acalasia esofagea, farà meno male, e magari quattro risate ci scappano.
Portate le vostre copie de Il Giornalino da farvi autografare dagli autori di Don Zauker. Se avete crediti da vantare, portatevi la mazza, ma fate tutto fuori dal negozio, sennò devo imbiancare.
Le donne che hanno avuto il cuore spezzato da Caluri, che dicono essere un figaccione, possono portarsi dietro il fidanzato poliziotto; quelle illuse da Pagani lo psicologo.
Se c'è qualcuno offeso da Don Zauker, venga prima delle 16 per essere confessato.
Se c'è qualcuno che ha speso per Nirvana i soldi della paghetta, venga a fine incontro per i rimborsi.
Se qualcuno vuole insultare, invece, o picchiare il sottoscritto, invece, per questo articolo, venga pure: tra una lezione di Karate, una di giùgitsu ed una di pugilato, mentre rompo le tavolette di marmo con la mano destra e sfondo un muro col calcio sinistro, possiamo pure parlare liberamente. Uatà!
Amen.

ps: ULTIM'ORA: mi dicono che Nirvana non è una miniserie di 4 numeri, ma una serie regolare di 2! Mi scuso con gli interessati!

pps: mi mandano questa foto, da Fumetterni 2010, di Pagani e Caluri. Tanto per identificarli, mi dicono. Ma qui si fregano da soli: può esistere qualcosa che si chiama "Fumetterni"? Ma dai... saranno due cospleiers!

Nuff' Said!

mercoledì 18 gennaio 2012

Il giusto prezzo


In passato ho parlato del servizio che le fumetterie offrono, spesso gratuitamente, ai propri clienti.
Un servizio che ha un costo per i negozi, costo che talvolta, oltre a non essere imputato al cliente, viene totalmente ignorato da quest'ultimo, che ne tradisce totalmente lo spirito, abbandonando il materiale prenotato, sparendo dalla circolazione, in spregio a quelle che sono le semplici regole di buona condotta (e della pura onestà).

Sull'argomento, non voglio tornare ora: mi serve, però, come spunto per parlare di prezzi.
L'attuale governo si sta occupando di liberalizzazioni: argomento delicato, che tocca più o meno tutte le categorie (lobby potenti in alcuni casi, gruppi di poveracci che cercano solo di arrivare a fine mese in altri), e che non conosco abbastanza da potermici (e volermici) addentrare.
Ma, quando si tocca la questione prezzi/tariffe, un pensiero mi viene in testa, anche in relazione a quanto detto in apertura: quanto è giusto pagare un bene o un servizio?
Chi lo fa, il prezzo?

Nel nostro settore, il prezzo è "di copertina", ovvero imposto da chi pubblica, l'editore.
Il prezzo comprende l'Iva del 4%, che viene assolta (pagata) dall'editore; comprende i costi di stampa, quelli della distribuzione (generalmente circa il 50% del prezzo di copertina, diviso tra distributori e negozianti), il compenso per l'autore. Insomma: l'editore rischia, pubblica, è lui che decide la confezione, le modalità di distribuzione e tutti i dettagli, quindi è lui che, giustamente, decide il prezzo. Lo fa secondo i suoi parametri: diamo per scontato che non sia scemo, che non sia un viscido profittatore, che non usi un tabellone e le freccette per farlo.
Poi saranno gli altri elementi della catena (distributori, negozianti, clienti) a "rispondere" alla proposta del primo, ordinando o meno, acquistando o meno il prodotto finale.
Ma, ripeto, è l'editore che impone un prezzo.
E il prezzo dovrebbe essere quello.
Ma non è così. Non sempre, almeno.
Il prezzo varia: ci sono sconti, offerte. Ci sono siti che vendono a prezzi scontati.
La legge Levi (che sembra essere nel mirino del governo), varata solo da pochi mesi, limita gli sconti che i venditori (siano essi negozianti o editori) possono fare al pubblico.
Ma, prima di questa legge, c'era chi vendeva a prezzi minori di quello d'acquisto.
Lo ripeto: prima della legge Levi, c'era chi vendeva a prezzi minori di quelli cui acquistava.
Possiamo pensare quello che vogliamo di questa legge (anche per il sottoscritto non è il massimo), ma sicuramente salvaguarda il mercato da comportamenti molto "strani".
Di fatto, circa dieci mesi fa, ho acquistato del materiale a prezzo scontato, approfittando di una offerta di un noto sito. Tutto materiale che mi serviva per il negozio, e che è stato regolarmente fatturato. Questi albi, la cui particolare scontistica non derivava dal fatto che fossi un negoziante, mi sono arrivati con una decina di spedizioni diverse, mano a mano che (evidentemente) il sito venditore li riceveva da un fornitore. Tra sconto effettivo, e costi di spedizione, costui non può aver incassato che una percentuale ridicola del prezzo di copertina, minore (e di molto) del margine di un editore, addirittura.
Questo significa solo una cosa: o qualcuno acquista a prezzi minori di quelli cui, solitamente, sono pagati dai distributori (minori DI MOLTO), oppure qualcuno vende in perdita. Oltretutto, se il caso è quest'ultimo, non si tratta di una svendita per liberarsi del materiale in esubero, perché questo era (evidentemente) stato riordinato (e quindi pagato ex novo) all'editore.
Le finalità di tutto ciò le lascio alla vostra immaginazione...

E di prezzi si parla per l'abolizione delle tariffe minime degli ordini professionali.
Se un avvocato vi chiede 100 euro (prezzo puramente indicativo) per una lettera, beh... domani un altro potrà chiedervene 10. E, ovviamente, questo sarà meglio per il cliente medio. Nulla importa il perché di tutto questo: l'avvocato che chiede 10, lo fa perché, magari, è all'inizio, e gli basta poco per farsi un nome. Oppure fa parte di una grossa società, che sta cercando di farsi pubblicità e sbaragliare la concorrenza. Si potrebbe scatenare una guerra di prezzi, magari portando ad un costo finale minore per il cliente. Ma questo, effettivamente, condurrà il mercato ad un miglioramento? Questo, effettivamente, farà sì che tutto il sistema trovi giovamento?
E' così giusto che la prestazione di chi ha studiato sette, otto anni per diventare un professionista, venga svilita e ridotta ad una semplice contrattazione di mercato?
E' il prezzo l'unica discriminante di una prestazione, e questo vale sempre?

E' giusto, in sintesi, che il cliente cerchi sempre e comunque il prezzo minore, senza comparare anche quella che è la prestazione? Quello che è il bene che riceve o, a parità di questo, il servizio che gli fa arrivare quel bene a domicilio?

domenica 15 gennaio 2012

Tex Willer: giudice, giuria e boia?


ATTENZIONE: questo post conterrà spoiler su Tex 615, uscito pochi giorni fa!

Leggo Tex da quasi venti anni. Adoro il genere western, mi spiace leggere sempre meno fumetti e vedere sempre meno film con queste ambientazioni. In particolare, la qualità della serie è incredibilmente lievitata negli ultimi anni: Tex è sempre stato il fiore all'occhiello della Bonelli, ma anche con l'avvicendarsi degli sceneggiatori (Boselli e Manfredi su tutti), e con l'arrivo di tanti disegnatori di primo livello, era impensabile immaginarsi una crescita così repentina, se si pensa che il personaggio ha oltre sessant'anni.
Negli ultimi due numeri e mezzo (Tex 613/615), mi ha entusiasmato la saga de "I Sabotatori", brillantemente scritta dal solito (per qualità e quantita!) Mauro Boselli e disegnata da un debuttante, e sempre più bravo, Leomacs. Quest'ultimo, che ho ospitato da Antani Comics alcuni anni fa, è da tempo completo, maturo ed efficace, ed ha realizzato delle tavole davvero "potenti".
La trama di queste circa duesessanta pagine è intrigante: Tex e Carson si trovano invischiati nella guerra tra due compagnie ferroviare, che si contendono i lavori da effettuare in una determinata tratta. Una delle due, scopriranno i ranger, utilizza gli uomini della propria sicurezza, per minacciare, e se serve massacrare, coloro che non intendono cedere i terreni sui quali dovranno passare i binari (ed i circostanti: il passaggio di una strada ferrata incrementa sempre il valore delle proprietà circostanti!). Nel frattempo, parallelamente, un killer prezzolato di nome Mondego, cerca di uccidere la proprietaria della compagnia, che lui sa essere una spietata assassina, in quanto assoldato da alcune vittime dei crimini suoi e del defunto marito.
Non entro in maggiori dettagli sulla storia.
Nel concitato finale, la suddetta proprietaria muore, e Mondego, attardatosi per recuperare il corpo di un proprio complice ed amico, viene catturato da Tex e Carson.
Dopo averlo seppellito (insieme ad un altro personaggio cardine della storia), Tex invita il killer ad arrendersi. Gli riconosce di aver "combattuto per una giusta causa", come dice Carson, ma "non per i giusti motivi". Mondego attardatosi, ricordiamolo, per dare degna sepoltura all'amico, viene posto di fronte ad una scelta: arrendersi o essere catturato con la forza, ovvero misurandosi in duello con Tex ("Se il più veloce sarà lui -dice all'amico Carson- dovrai lasciarlo andare col mio cavallo").
E Tex, in duello, lo ammazza.
Ora, era così impensabile lasciarlo andare per qualcuno che ha spesso preso la legge nelle sue mani, sapendola anche infrangere, pur di rispettarne la sostanza?
Oppure, era a così impossibile per i DUE ranger, con altri rinforzi in arrivo, catturare UN bandito ferito?
Carson: "Forse era il più veloce in Messico! Ma non più veloce di te, satanasso!"
Tex: "Non dirmi che hai nutrito qualche dubbio, vecchio mio..."
Carson: "Neppure per un istante".
Una volta tanto, oltre ad intrattenermi per qualche decina di minuti, una storia di Tex mi ha lasciato allibito: è forse il ranger anche una giudice ed un boia? E' così facile per un "buono" ammazzare un "cattivo" così sfaccettato? E' tutto bianco o nero?
Forse, nel mondo di Tex, si.

giovedì 12 gennaio 2012

Momenti di gloria 3


Qui trovate Momenti di Gloria #1, e qui Momenti di Gloria #2.

"Ce l'hai Tolu Tolu? O Toru Toru?"
"No, sono sicuro, esiste, si mia figlia l'ha comprato a una fiera!!"
(sottinteso: tu non sei bravo, perché non ce l'hai).
Poi l'abbiamo trovato. Era "To Love Ru".
Tolu Tolu...

"Buonasera, cercavo un coso giapponese per mio nipote..."
Io: "Coso?"
"Si... 'sti cosi... fumetti?"
Io: "Manga?"
"Eh... quelli che vanno per la maggiore... mi dice i titoli"
Dopo un po' che provo...
"Eh... manga! Forse è manga!"

Entra un cliente: "Ciao! Ti ricordi di me? No?".
Lo vedo sempre alla stessa fiera, una volta l'anno.
Non lo vedo da 10 mesi.

Una mail:
-"La Bonelli ritira fumetti dal proprio sito?".
-"Ritira?".
-"Si, li compra?"
-"Ma... la Bonelli è un editore, non compra fumetti!"
-"Neanche quelli degli altri?"

2 gennaio.
"Ce l'avete l'ultimo Naruto?"
"Questo?".
"No, quello di gennaio!".
Sic...

lunedì 9 gennaio 2012

Il culo piatto


"Scusate, ricomincio".
La celebre scena dell'audizione di Flashdance.
La protagonista, la giovanissima e bellissima Jennifer Beals (che sparirà dopo questo film) vuole fare la ballerina. Lo vuole talmente tanto, che si allena mentre lavora per mantenersi: e lo fa come operaia metalmeccanica (!!) e ballerina in uno strip bar (!!!). Ora: il secondo lavoro ha pure attinenza, ma il primo? Ma non è questo che conta; conta quanto lei voglia raggiungere un obiettivo impossibile, e quanto faccia per ottenerlo: tanto quanto merita un traguardo difficile.
Più in alto devi andare e, non importa quanto bravo tu sia, tanto e tanto devi lavorare.
E lei ci riesce: nella celebre audizione in cui inizia male, sbaglia, ed ha le palle per stoppare la musica e dire "Scusate, ricomincio". Ma questa è un'altra storia...

Mi è venuto in mente, giorni fa, un discorso fatto col bravissimo Riccardo Burchielli. Riccardo è un autore fantastico, con delle mani fatate ma, soprattutto, è una persona in gamba, uno di quelli che potrebbe farlo, ma non se la tira. Uno che ti tratta alla pari, da amico.
Insomma: quando due anni fa invitai l'ultima volta Burchielli in negozio (insieme a Davide Gianfelice, che tra l'altro torna il 4 febbraio per presentare il "suo" Devil!), sostenevo il fatto che i disegnatori che hanno maggiore talento, sono avvantaggiati perché devono lavorare di meno rispetto a quelli che hanno meno qualità (oh... ne parla anche Giuseppe Di Bernardo qui).
Riccardo, invece, se ne uscì con un discorso del tipo che chiunque (CHIUNQUE!) con TANTO IMPEGNO e la GIUSTA SUPERVISIONE (consigli, indicazioni sul lavoro da fare e costanti aggiustamenti) può diventare un disegnatore decente. Lui definiva l'impegno, per farne capire la quantità e la gravosità, come "culo piatto", ovvero il risultato di una vita passata seduto a disegnare.
Col "culo piatto", diceva, chiunque può sfondare, nella vita.
Col "culo piatto" qualunque obiettivo, lavorativo o personale, si può raggiugere.
Allora lo vedevo per quello che riguarda l'attività del disegnatore (o autore di fumetti): esistono tante scuole, tanti studenti, ma spesso non c'è impegno, non c'è la passione del voler leggere, apprendere, ci si limita alla lezioncina. Capitano continuamente in negozio studenti di qualche scuola o corso di fumetti, indirizzati dai prof verso acquisti di vario genere, ma che scopro non essere lettori (paradossale: vuoi disegnare fumetti ma... non li leggi!).
Ma il discorso sul "culo piatto" si applica non solo ai disegnatori, quanto a tutti quelli che nella vita inseguono un sogno: il sogno è bello, ma si deve lavorare (e lavorare, e lavorare, e lavorare) fino a non poterne più, per arrivare. E certe volte non basta.

Take your passion
and make it happen.

giovedì 5 gennaio 2012

RW-LION: oggi è il "giorno zero" della DC



Stamattina mi sono alzato prima del solito, e sono uscito prima del solito.
Le strade deserte, le scuole chiuse. Freddo ma non freddissimo.
Arrivo in negozio, con le novità uscite ieri ancora da sistemare. Tanti arretrati, frutto degli oltre dieci giorni di abbandono totale da parte dei distributori, qualche novità.

Oggi è il giorno del debutto della RW come licenziataria dei diritti DC.
Oggi arrivano i numeri zero!
ECCOLI!
BATMAN N.0
di Ron Marz, Berni Wrightson, Dennis O’Neil, Frank Miller

(contiene Batman Hidden Treasures 1; Christmas with the Superheroes 1)

9788866910008

16,8x25,7, S, 48 pp, col.

€ 2,95

Una storia disegnata dall’immenso Berni Wrightson (creatore grafico di Swamp Thing) e il primo approccio grafico di Frank Miller al personaggio che avrebbe rivoluzionato con Batman Anno Uno e Il ritorno del Cavaliere Oscuro. Due chicche imperdibili per ogni appassionato DC presentate per festeggiare l’arrivo della RW-Lion.
SUPERMAN N.0
di Jim Steranko, Paul Chadwick

(contiene Superman 400; Christmas with Superheroes 2)

9788866910015

16,8x25,7, S, 48 pp, col.

€ 2,95

L’incontro dell’Uomo d’Acciaio con due degli artisti più rappresentativi degli ultimi decenni. L’unico lavoro del grande Jim Steranko (Captain America, Atmosfera Zero) con la DC Comics, e l’arte di Paul Chadwick (Concrete), entrambi alle prese con l’icona per eccellenza dei comics americani: Superman.

LANTERNA VERDE N.0
di Robin Snyder, Alex Toth, Keith Champagne, John Byrne

(contiene Green Lantern 171; DCU Infinite Holiday Special 1)

9788866910022

16,8x25,7, S, 48 pp, col.

€ 2,95

Dalla notte più profonda del passato, ecco riportate nel giorno più splendente del presente due avventure poco conosciute di Lanterna Verde. Alle matite, due maestri dei comics americani: Alex Toth e John Byrne.
FLASH N.0
di Bob Haney, Alex Toth, John Byrne

(contiene Brave & the Bold 53; Flash 80 page giant 1)

9788866910039

16,8x25,7, S, 48 pp, col.

€ 2,95

Due generazioni a confronto: l’elegante Alex Toth e il brioso John Byrne danno il loro tocco personale al Velocista Scarlatto, protagonista fondamentale nei momenti di crisi dell’Universo DC, in due storie dove si trova fianco a fianco con Atom e con il Flash della Golden Age.
WONDER WOMAN N.0
di Eric Shanower, Roy Thomas, Gene Colan

(contiene Christmas with the Superheroes 2; DC Comics presents 41)

9788866910046

16,8x25,7, S, 48 pp, col.

€ 2,95

Il tratto raffinato di Shanower (L’Età del Bronzo) e quello classico di Gene Colan si affiancano in questo numero zero dedicato alla Principessa delle Amazzoni. Due recuperi eccezionali con una breve storia a tema natalizio e il prologo al ciclo di storie con cui Roy Thomas ha ridefinito il personaggio negli anni ’80.

A questi si aggiunge un altro albo, uscito il 23 dicembre:
JLA N.0
di Grant Morrison, Curt Swan

(Contiene Secret Origins 46)

16,8x25,7, S, 24 pp, col.

Omaggio

ALBO SPECIALE DA COLLEZIONE! In omaggio esclusivo per le fumetterie.

Questo esordio è importantissimo: dopo il flop della Play Press, dopo le diverse buone cose, ma condite da tantissimi errori della Planeta, con il restart delle nuove 52 serie, si sente il bisogno di un rilancio dell'universo DC. LION sembra l'editore giusto: Lorenzo Corti è competente ed in gamba, e merita fiducia. Alastor è una struttura distributiva talvolta un po' caciarona, ma sicuramente affidabile e competente.
Mi sento, in chiusura di questa breve presentazione, di dare alcuni consigli, da addetto ai lavori, allo staff del nuovo editore:

-I numeri zero sono di buon livello, almeno pari a quelli con cui debutto Marvel Italia quasi 18 anni fa. Il piglio sembra diverso: sono numeri "da collezionisti", non fatti per l'alta diffusione, ma in pratica già esauriti al momento dell'uscita, a differenza di quelli Marvel Italia, che ancora si trovano facilmente e a pochissimo prezzo. Questo da un lato è ottimo, dall'altro pone dei dubbi per l'attenzione verso il nuovo pubblico: è necessario fare qualcosa per coinvolgere chi non legge, o non legge più, i fumetti DC, ma è interessato ai Super-Eroi, o comunque al mondo più adulto dei titoli Vertigo (arma in più rispetto alla concorrenza della Marvel).

-Promozione! Bella l'idea dei numeri zero, ma perché farli uscire a cavallo di un ponte vacanziero? C'è chi li avrà oggi, chi (difficile) sabato, chi lunedì o martedì. E mancano locandine o espositori per "fare spazio".

-Dialogo coi lettori: già c'è, anche su Facebook, ma serve un contatto più diretto con le fumetterie, che devono essere maggiormente informate sulle uscite, sulla reperibilità degli albi, sulle promozioni. I pack, gli sconti "ad obiettivo", non bastano: il prodotto deve essere fatto conoscere, perché è valido. Il marketing esiste, a differenza di come la pensano altri.

-Per finire: il catalogo Planeta va recuperato in tutto e per tutto!
Sui contenuti dei numeri zero non mi esprimo ancora, non avendoli che sfogliati.
In bocca al lupo, da uno che ha sempre creduto nella DC in Italia.

mercoledì 4 gennaio 2012

Aste di beneficenza di Narnia Fumetto - Aggiornamenti


Per completezza di informazione, ufficializzo che le aste di beneficenza di Narnia Fumetto (QUI se non sapete di cosa parlo), unitamente alla vendita di stampe a tiratura limitata (QUI) hanno fruttato circa 1260 euro!
I fondi ricavati saranno devoluti INTERAMENTE per effettuare acquisti di materiale per il reparto pediatrico dell'ospedale Santa Maria di Terni, in base alle indicazioni forniteci dal personale dello stesso.
Stiamo aspettando di ricevere gli ultimi pagamenti e, soprattutto, le indicazioni di cui sopra.
Appena arriveranno, vi rendiconteremo.
Intanto ringrazio in primis gli autori dei disegni (mai belli come quest'anno) e chi ha partecipato alle aste, chi ha sparso la voce, parlandone in giro o pubblicando la notizia. Tralascio chi ci ha ignorato: semplice noncuranza o volontario (e sciocco) dispetto? L'anno prossimo vedremo di condire il tutto con un po' di polemica, in modo da poterci meritare un po' più di attenzione...

Grazie ancora.

martedì 3 gennaio 2012

Come tu mi vuoi... Dog Style!



Il mondo del fumetto, visto da sotto.
Anzi, da dietro...

Mega 174, pag. 75. La 001 Edizioni propone dei cofanetti da collezione per le sue collane di materiale "classico" (Weird Fantasy, Weird Science, etc... tanto per capirci). I cofanetti si possono prendere vuoti, o con gli albi. Prezzo? X+costo degli albi, se si prende pieno, X se si prende vuoto.
X cosa è? E' ovviamente una incognita, ovvero il costo del cofanetto che, si apprende dall'editore, "maggiori saranno gli ordini e minore sarà il prezzo (...) che oscillerà tra gli 8 e i 13 euro".
Faccio anche presente che, i precedenti cofanetti, ordinati da me a luglio 2009, non sono mai arrivati...

Sempre Mega, pag. 79. SaldaPress, che non ha -giustamente- fatto uscire il compendio di Walking Dead per Natale, ci informa che è già disponibile Twisted Toyfare vol 3. Tra l'altro: consigliatissimo: prendetelo e recuperate i primi due, sono letture obbligatorie per gli appassionati di supereroi o vecchi giocattoli (o vecchi cartoni animati).
Ma... il problema è che tale volume è in ordine dal febbraio 2010: che fine ha fatto?
E, se Mega è uscito un mese fa, perché il "già disponibile" volumetto non è arrivato?
E, visto che il vol. 2 è uscito (vado a memoria) tre anni fa, dove saranno ormai i clienti che mi hanno spinto a prenotarne tantissime copie? Dimezziamo l'ordine? Si, dimezziamo!

Ehi... ma Dog Style della Goen ve lo siete perso? COME? allora rifatevi gli occhi con un titolo... ehm... simile? Ovvero: DOG STYLE della Kappa Edizioni/Ronin Manga (due editori al prezzo di uno...) presentato su Mega 174, pag. 66!
E... amici librai, mettiamoci tutti Dog Style...

PS: intanto, oggi, è passato il rappresentante (esistono!) di un distributore da libreria, e mi ha portato il catalogo dell'editore di riferimento. Prima di ordinare un volume del tale autore, ti comunicano i dati di vendita dei volumi precedenti dello stesso.
Tanto perché si diceva che non servono a nulla...

pps: un grazie a Max e Federico per la dritta :)

lunedì 2 gennaio 2012

Autori: un 2012 da fine del mondo!




Cosa dire? Abbiamo voluto fare le cose in grande, non tanto per i (BELLISSIMI!) nomi coinvolti, non tanto perché saranno (quasi) tutti legati a presentazioni di volumi o nuove serie, o perché sono veramenti molti, quanto per la programmazione degli stessi.
Da dicembre, infatti, abbiamo voluto pubblicare le date su Facebook (qui l'evento, qui la nostra pagina: iscrivetevi ad entrambi!!) per dare modo a tutti quei pigroni dei nostri clienti (e non parlo degli avventori fissi degli incontri con autori) di organizzarsi per poterci essere. Se interessati, ovvio! Inoltre, le date sono opportunamente distanziate, per dare la possibilità a tutti di partecipare ad ogni evento.
Faccio anche presente che tutte le presentazioni sono organizzate da Antani Comics, senza supporti esterni, se non di colleghi che mi hanno fornito qualche contatto.
Speriamo che il gioco valga la candela!

Buon 2012!

ATTENZIONE: il 2 febbraio il calendario eventi è stato modificato.
QUI TROVATE QUELLO GIUSTO.