giovedì 4 giugno 2015

L'etica di questo blog

Quando lanciai questo blog, tre anni e mezzo fa, fui chiaro:

Chi mi conosce, sa che ho la vita incasinatissima, tra lavoro, fiere, vendite online, mostre ed eventi organizzati... Perché pure un blog? Forse per sfogarmi, per scrivere -che è una cosa che mi piace e che non riesco a fare mai per bene- e per tirare fuori qualcosa che resti, e che sia più interattiva di un sito, e più approfondita di un social network.

E nel contempo, aggiunsi anche il sottotitolo che tuttora campeggia qui sopra:

"... la voglia di ridere, di divertirsi e il gusto difficile di non prendersi mai sul serio..."

Da allora, ne è passata di acqua sotto i ponti.
Per l'esattezza, 757 post.

E le cose che mi danno fastidio, rimangono le stesse.

Il fatto che abbia un blog, e lo "usi" come arma per provare a cambiare le cose che non vanno nel mio lavoro, e soprattutto per dare risonanza e maggiori informazioni sui problemi che abbiamo noi fumettari, oltre a tirare fuori qualche scoop o notizia di cui i siti dell'informazione ufficiale non parlano, e magari anche a dare punti di vista originali su fatti e avvenimenti... ecco, dicevo: il fatto che abbia un blog e lo usi in questo modo, autorizza spesso commenti del tipo "però questo non lo mettere online", quando non "non te lo dico, sennò lo scrivi sul blog".

Ecco, sgombriamo il campo da illusioni e considerazioni del genere: qui i "disclaimer" non contano. Qui non si fa pettegolezzo: si pubblica solo quello che si può pubblicare. E, quando le cose sono "private", si omettono riferimenti. Magari si cambia pure qualche parola.

Se si scrive qualcosa con nomi, cognomi e dettagli, è perché lo si può fare.
Altrimenti, evitiamo di parlarne. Non si riportano conversazioni private, o notizie confidenziali.
Ho l'abitudine di chiedere, prima: non siamo una testata scandalistica, non ne abbiamo bisogno.
Altrimenti, vi avrei già svelato due-tre scoop clamorosi che so da mesi...

Se qualcuno la pensa diversamente, e non ho dubbi che ci siano, visto che in cose sballate ne ho sempre sentite dire (la più bella? "Per forza ti hanno escluso da Lucca Comics: con quello che scrivi sul blog!"... peccato che il blog sia nato svariati mesi dopo la prima esclusione dalla manifestazione toscana, e ne abbia parlato quasi un anno dopo!), lo dica chiaramente.

Altrimenti, si rischiano solo figuracce.
Come quel mio fornitore che, a fronte di una richiesta insistita - scusate, ma proprio non reggo quando quello che dovrebbe essere un partner commerciale evita di rispondere ad una mia mail... - mi ha scritto:

Perché richiedi le cose due volte quando già ti è stata data una risposta???

Poi scrivi sul blog che non ti rispondiamo???

Caro distributore, che non nomino perché alla tua privacy ci tengo - e visto che uso una decina di fornitori, ditemi voi in che modo questa potrebbe essere una violazione - ti posso solo dire questo: che la risposta era sbagliata; che avevo ragione (e visto che "pago" i miei torti o errori, pretendo lo stesso, a tutela dei miei clienti); e che, si, "ho scritto sul blog".

Non sono questi i toni da tenere con un cliente: io non me lo permetto.
E non sono neanche - men che meno - i toni da usare con un partner commerciale, come mi sono autodefinito sopra.

In ogni caso, ti ho mostrato più rispetto di quello che tu usi a me.
Ed è evidente che il blog, a questo punto, serve, no?

2 commenti:

  1. Fai un ottimo lavoro con il tuo blog e se qualcuno ha paura, beh...vuol dire c'è ha già la coscienza sporca!! ;-)

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    1. Grazie. Credo che più che coscienza sporca, si tratti di capire come ci si deve rapportare con dei partner commerciali...

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