di Fabio Volino
Secondo alcuni, questa
proliferazione di voci della rete (alcune delle quali,
inevitabilmente, non portatrici di contenuti significativi) avrebbe
annullato il senso critico delle più recenti generazioni di lettori,
che basano i loro acquisti e le loro letture unicamente su quello che
vedono pubblicizzato o seguendo la moda del momento. Sarà così? A
mio avviso è una eccessiva semplificazione, pur essendo vero il
fatto che sia cambiato il modo di approcciarsi alla conoscenza di un
fumetto.
Nei millemila gruppi che
parlano di fumetto presenti su Facebook, roba da far impallidire la
Saga del Clone dell'Uomo Ragno, due sono le domande ricorrenti. "È
meglio la Marvel o la DC?" (laddove si concentrano la maggior
parte degli insulti) ; "Ho sentito parlare del fumetto XY: mi
consigliate l'acquisto?". Una domanda che sembra annullare
qualsiasi desiderio di ricerca personale, di scoperta di un titolo o
di un autore.
Nel Pleistocene di cui
sopra, invece, a chi potevi chiedere consiglio? Ai tuoi amici, ad
esempio, ma se a nessuno di loro piaceva leggere fumetti (sì, queste
persone esistono ancora e sono tra noi)? E quindi il senso critico in
buona parte dei casi dovevi formartelo da solo e lo potevi fare in un
unico modo: leggendo. La sacra missione era: andare alla conoscenza
di nuovi titoli e serie, provare, a volte fallire. Ognuno potrà
raccontarvi le proprie esperienze e ai più giovani (non che io sia
vecchio, intendiamoci) consiglio di farsi raccontare quelle
esperienze, vi apriranno un mondo nuovo.
Ricordo ancora con
piacere una di queste esperienze: doveva essere il 1997 e io ero
quasi alla metà del mio percorso di studi universitari. Vicino
all'Università di Parma che frequentavo aprì una fumetteria, la cui
esistenza durò quanto il battito di ali di una farfalla, e durante
una delle mie visite a questa fumetteria incappai in un curioso
volume. Era immenso, conteneva un numero spropositato di pagine, non
avevo mai visto un tomo così poderoso fino a quel momento ed ero
certo che sarebbe rimasto un pezzo unico (ah, l'ingenuità di
allora!). Guardai subito il prezzo e trasalii: ben 45.000 Lire!
Sembrava essere una buona ragione per andarsene, ma qualcosa mi
convinse ad indagare più a fondo. Osservai il retrocopertina dove
c'erano brevi biografie degli autori, che non conoscevo, lo rigirai e
mi trovai di fronte ad una immagine di vetri color rosa infranti e
macchiati di sangue, con una spilla sorridente insanguinata che
calamitava la tua attenzione. Poi infine aprii alcune pagine a caso.
Ne rimasi all'istante
conquistato: la costruzione delle tavole era qualcosa di pazzesco,
che non avevo mai visto prima, e i colori apparivano così vivi e
intensi. Un paio di personaggi avevano uno strano aspetto e anche
quello mi colpì in maniera favorevole. E così, circa un minuto dopo
aver posato gli occhi su quel volume, presi la mia decisione: l'avrei
acquistato. 45.000 Lire? Le avevo giusto in tasca, per dire come il
destino ci aveva messo del suo. E promisi anche a me stesso che non
avrei comunque più acquistato nessun altro fumetto a prezzi così
alti (ah, la beata ingenuità di allora!).
Tornai a casa e iniziai a
leggere quel volume. Ci misi due giorni buoni. Qualcosa mi sfuggì
nel quadro generale, suppongo più di qualcosa, ma l'impatto anche
dal punto di vista della sceneggiatura fu devastante e imprevisto.
Avevo provato, avevo rischiato, non avevo fallito: un (presunto)
senso critico si stava formando nella mia mente.
Se non fosse ancora
chiaro (ma l'abbiamo specificato nel titolo), quel volume era
Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons, l'edizione era
quella Play Press curata da Marco Rufoloni. La conservo ancora
con affetto e ogni tanto la risfoglio (diversamente da altri volumi
Play Press, non si è scollato). Si potrebbe giustamente ribattere
che è facile andare a colpo sicuro con Watchmen, ma qui forse non
potete capire l'atmosfera di allora, dove ogni titolo (sì, persino
Watchmen) rappresentava una incognita. Dove ogni pagina era una
continua scoperta e nessuno ti avrebbe mai rivelato l'identità
segreta del misterioso eroe o criminale togliendoti parte del piacere
della lettura. Dove, sì, a volte ti ritrovavi a leggere una vera
ciofeca, ma in mezzo a tutti gli altri buoni fumetti che compravi
alla fine eri felice di aver investito bene i tuoi soldi.
Dove potevi
trovare la magia ovunque, anche in una fumetteria la cui esistenza
sarebbe durata quanto il battito di ali di una farfalla.
1997, sfolgio in fuemtteria un manga che mi colpì per la sua crudeltà, per le sue scene veraemtne violente. era berserk, se non ricordo male il numero 3.
RispondiEliminadopo qualche mese cominciai a leggerlo e... sto ancora aspettando il finale! -ma questa è un'altra storia :)-
il suddetto manga lo sfogliavo, non "sfolgiavo"!
Eliminae la fuemtteria?
Eliminada quello che racconta chi scrive... dovrebbe aver chiuso :)
EliminaIl piacere della scoperta del Nuovo è impareggiabile. Peccato che non ho più una fumetteria in cui andare, ordinare su internet non ha lo stesso feeling dello sfogliare il cartaceo mentre si decide se ne vale la pena o no. Gli acquisti su internet sono troppo ponderati e dilatati. Prima, se mi girava di comprare qualcosa, uscivo di casa e la prendevo trasportato dall'impeto. Adesso devo trovare il sito su cui comprarla (Amazon non ha tutto, in ambito fumettistico), caricare la carta, fare l'ordine e attendere l'arrivo...
RispondiEliminahai perfettamente ragione.
Eliminaprova il ns sito e i ns servizi: non sono come sfogliare, assolutamente. ma sono meno gelidi di amazon.
Si però è un po' diverso gettarsi alla scoperta quando si è neofiti rispetto a quando si diventa esperti.
RispondiEliminaIn quel momento avevi davanti a te un mare ricco di pesci da pescare (non conoscevi Moore!) e credo che sarebbe bastato gettare l'amo che qualcosa di grosso avrebbe abboccato subito.
Ma poi, dopo che i vari capolavori son stati già letti e si conosce sempre di più il genere diventa difficile imbattersi in qualcosa di sbalorditivo semplicemente cercando in modo un po' casuale.
Io sono ritornato ai miei amati eroi DC proprio perché incuriosito da una pagina doppia con almeno un centinaio di eroi per me assolutamente sconosciuti. Seguendo le edizioni Cenisio conoscevo una cinquantina di personaggi a malapena !
RispondiEliminaNon potevo resistere, dovevo conoscere tutti visto che in Italia la DC era stata presentata a malapena al 10%.
Da allora (era il 1986) non ho più smesso di seguire il mercato degli originali tra gli alti e i bassi della qualità artistica.