Siamo stati all'Arf.
E, va detto, a livello organizzativo la fiera ha dato una bella risposta.
Allestimenti solidi, come non se ne vedono in giro (a Romics, se ti appoggi ad una "colonna" dello stand, se ti va bene crolla e basta), logistica buona, anche se un po' dispersiva, bel programma, con tanti autori ed una idea di fondo: il fumetto al centro del progetto.
Postiamo un po' di foto, e vediamo cosa ha funzionato e cosa meno, in questa prima edizione dell'ARF...
Il nostro stand, grande, bello e pieno di tanti autori...
L'esterno della manifestazione, sempre pieno. Sullo sfondo, potete notare gli stand gastronomici, con panini, tigelle, frullati, centrifughe e tante cose buone. Meglio di porchetta e ramen.
E, oltretutto, a prezzi umani: con quindici euro, si pranza in tre...
Le conferenze: sempre piene. Roba da far spavento...
Questa era quella di Mirka Andolfo.
Questa era quella di Mirka Andolfo.
L'ARF, per essere una prima edizione, ha funzionato benissimo.
Spazi non facili da gestire, ma ben messi e ben collegati con una cartellonistica che è raro trovare in fiera. Conferenze, tante e tutte interessanti. Soprattutto: piene!
Questo significa che si è raccolto un pubblico interessato, con una comunicazione in larga parte efficace.
Ma poi vengono le pecche: il pubblico, si di qualità, non è stato tantissimo.
La comunicazione, dicevamo, ha ben funzionato, ma forse ha puntato un po' troppo sul lato autoriale e autoreferenziale: chi legge fumetti e va alle mostre mercato, vuole sapere, appunto, che di mostra mercato si tratta. Coraggioso puntare sul solo fumetto, metterlo al centro: ma il lato commerciale deve essere presente ed evidente, perché è imprescindibile da quello autoriale: non campi di fumetto, se qualcuno non te lo vende. Che siano l'editore o la libreria, a farlo, cambia poco.
E, di tutti quelli che sono venuti in fiera, pochi hanno comprato fumetti. O, almeno, pochi hanno fatto acquisti negli stand dei negozi.
Questo, probabilmente, è dovuto al fatto che si è in parte sbagliata la comunicazione.
Anche perché, l'obiettivo di un negozio e quello di un editore, in fiera, sono diversi. Come diversi sono costi e margini, e spesso diverso è anche il pubblico.
Devo dire che, nonostante queste critiche, l'ARF mi è piaciuto molto.
Ci ho creduto subito, ed ho investito molto in questa manifestazione, perché ho visto il coraggio e la passione di chi sa quello che fa.
E spero che la "piccola rivoluzione" che questo festival sta facendo, che consiste nel mettere il fumetto al centro, possa essere l'inizio di un cambiamento bello ed auspicabile nel mondo delle manifestazioni "dedicate" al fumetto, e che possa diventare la strada che deve percorrere chi vuole fare eventi di qualità. Che servano al fumetto, ma anche a chi ci lavora.
In bocca al lupo all'Arf per il prossimo anno: noi ci saremo.
Piaciuto moltissimo, sono passato Sabato (allo stand vostro ho preso Gesù - La Trilogia :D) e sono rimasto soddisfattissimo.
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