mercoledì 3 dicembre 2014

Quando la distribuzione fa FRAMM!

Alcuni mesi fa, avevamo spiegato e riassunto la situazione della distribuzione italiana.

Uno schifo, volendo essere buoni.


Ora...

FRAMM!






Quando nacque Meli Comics, branca di Messaggerie Libri, le cose dovevano cambiare.
Reso, agenti in giro nelle fumetterie. Un'altra musica.

Di fatto non fu così, ormai è storia. Da allora, la situazione si è sempre più ingarbugliata.
All'inizio, Meli Comics inglobò molti editori transfughi da Pan Distribuzione: GP, Tunue, Coconino, quindi BD/Jpop, ed altri che neanche ricordo, ma quasi tutti provenienti dallo stesso esclusivista. Motivazione? Il fatto che Pan Distribuzione trascurasse tutti i propri editori, a vantaggio di Panini Comics, col quale è una cosa sola.

Ma, poi, si è andati oltre.

Mentre Star Shop rimaneva abbastanza "neutrale" (di fatto un solo esclusivista, Star Comics), puntando essenzialmente sulla qualità del servizio - cosa che secondo me, gli riesce abbastanza bene - l'altro distributore storico, Alastor "scendeva in campo" da un punto di vista editoriale, con la nascita di RW, editore che acquisì, ad inizio 2012, l'esclusiva per l'Italia dei diritti DC Comics.

(Ah, tra l'altro: pare che i diritti siano stati rinnovati da poco, tanto per dare una piccola notizia, che sconvolgerà i critici dell'editore di Novara).

RW, diviso in Lion (che pubblica DC Comics), Lineachiara (materiale italiano e dal resto del mondo) e Goen (prima etichetta a nascere, con i manga come target), ha cambiato gli equilibri: ora anche Alastor aveva un editore di riferimento, come Pan. Anche se, va detto, il processo era iniziato già con Planeta/De Agostini, precedente licenziatario dei diritti DC, che era gestito in toto, per la parte commerciale e distributiva, da Alastor.

Evidentemente, questo ha portato ad una certa disaffezione da parte degli altri editori, che si sono sentiti trascurati, o che hanno comunque lamentato dei problemi: Magic Press, storico esclusivista Alastor, si è messo in proprio. Idem hanno fatto, o stanno facendo, altre realtà, in modo più o meno ufficiale, offrendosi direttamente alle fumetterie.
Più o meno tutte alle stesse condizioni, con sconti suppergiù uguali a quelli offerti dal distributore, ovviamente senza reso, almeno non in modo dichiarato e ufficiale ("ma magari in qualche caso si può fare", ma sempre come una mezza promessa fatta oralmente, nulla di scritto), propongono i propri albi in vendita diretta.

Il motivo di fondo è sempre quello: "il distributore non lavora bene, rifornitevi direttamente da noi".
Invece di provare a cambiare quello che non va, si prova l'offerta diretta.

Un osservatore esterno, potrebbe chiedersi quale sia il problema: alla fine, in questo modo, c'è la possibilità di avere il materiale prima, direttamente dalla fonte.

Ma il discorso non è così semplice. Anzi: questa visione è assolutamente semplicistica, se mi seguite in questa piccola digressione.


Cosa comporta avere UN fornitore, per un negozio? O, meglio: quanto e quale lavoro ti richiede?

Parlando a titolo personale, fino a cinque anni fa, era possibile per una fumetteria avere UN solo fornitore per poter ricevere la stragrande maggioranza dei fumetti da vendere. Anzi: contiamoci anche gadgets e dvd. UN fornitore per TUTTO, o quasi.

Da questo distributore, ricevevo circa otto spedizioni al mese, due a settimana. 
A lui facevo gli ordini, con un unico modulo (nota: stessa modalità da dieci anni... evviva il progresso tecnologico...), a lui pagavo le fatture. A lui segnalavo i fallati, gli errori, le mancanze.
A lui scrivevo per avere info sui prodotti in uscita.
Con lui trattavo gli sconti, discutevo quando c'era da farlo. Se c'era una mancanza, un problema, qualcosa da risolvere, il destinatario di tutto era l'unico distributore.

Poi le cose sono cambiate. 

Se volevi GP/JPOP/BD, dovevi rivolgerti a Messaggerie, o Terminal Video. Se volevi gli albi Magic e Mondadori per tempo, è meglio se li prendevi da loro (Magic Press fa da service per Mondadori).
E poi ci sono i distributori della libreria di varia, che per quanto di loro competenza danno il reso, e che da un po' di tempo hanno cominciato ad affacciarsi in fumetteria.

In questa situazione, si ha spesso l'impressione - una impressione, eh! Nessuno dice che sia vero! - che ogni distributore - tranne Star, che è abbastanza equidistante, nel lavorare bene quanto nello sbagliare - punti sul proprio editore di riferimento (che è sempre lui, ma con un altro nome), prima ancora che sui propri esclusivisti. Che, di fatto, sono quelli "scontenti", ma che non possono cambiare, perché... di fatto, non c'è una vera concorrenza tra distributori.

E qui si hanno le complicazioni, perché una fumetteria, oggi, non riesce, se vuole offrire un servizio completo e di buon livello - cosa imprescindibile per sopravvivere, vista la concorrenza coi grossi siti di vendita online, foraggiati dal comportamento spesso scellerato proprio degli stessi editori, o con le fiere di settore, che fioccano come funghi - non può avere UN solo fornitore.

Parlando ancora per me stesso, posso dire che sono passato, in due o tre anni, ad avere almeno OTTO diversi fornitori, dai quali ricevo almeno una (e fino ad otto!) spedizione al mese.

E quale è il problema? Che l'attività di cui parlavo qui sopra, quella che prima dovevo ai rapporti con UN solo soggetto, si è moltiplicata per OTTO. Perché, tralasciando il discorso degli ordini (per il quale bisogna comunque vedere, considerando che ogni fornitore ha le proprie modalità e tempistiche per farli...), tutto il resto si è maledettamente complicato. Pagamenti, fatturazioni, errori e fallati, note credito, comunicazioni, problemi, lamentele, richieste di informazioni: a fronte di vendite sempre più ridotte, ma con maggiori quantità di materiale in distribuzione (ovvero: si fa un fatturato come qualche anno fa, forse, ma con MOLTE più cose da vendere... che evidentemente vendono molto di meno!), e con tanta concorrenza. Spesso direttamente dall'editore o distributore, che vende magari con lo sconto, magari con spese di spedizione ridotte o azzerate, ma sicuramente con anticipo sulla distribuzione.

Questa frammentazione, se in un primo momento poteva sembrare una soluzione, sta diventando sempre più un problema, visto che assistiamo continuamente ad editori che ti invitano a prendere gli albi del proprio catalogo direttamente da loro. Anche perché, diciamocelo: la tecnologia è spesso prossima allo zero - quanti sono gli editori o i distributori che hanno un sito decente, che ti permetta di ordinare novità ed arretrati in modo celere, con quantità certe e informazioni sul prodotto che aiutino il commerciante? - e gli errori o i fallati sono all'ordine del giorno. E, soprattutto, un libraio non ha la possibilità di tenere tutto sott'occhio, e spesso ci scappa l'errore, che poi è difficile da sistemare.

Tutto questo porta solo lavoro inutile (ovvero: lavoro privo di riscontro, se non di guadagno, sul piano commerciale) ed un guadagno per i soli corrieri: dal 2009 al 2014, sono passato dal ricevere otto/dieci spedizioni al mese, praticamente ad una ventina! Dove prima arrivavo da solo, ora mi serve aiuto. Tutti costi ulteriori.

FRAMM!

Intanto, dalla propria pagina FB con ben seicentosessantaquattro fan, annuncia la chiusura The Box, l'etichetta di Coconino, un editore che già pubblicava poco di suo.
Neanche un annetto fa, chiudeva Black Velvet, il cui catalogo passava a BD.

Tutti annunci ufficiali che non vengono mai "passati" nelle decine di mail che, ogni giorno, i nostri ottimi distributori ci passano.

Sarebbe il caso di dispiacersi... ma francamente mi preoccupano di più le mail che ricevo, costantemente, di qualche fumetteria che chiude e sta cercando di svendere il proprio catalogo.

Continuiamo così. Anche facendo conferenze tra editori, senza prendersi neanche la briga di consultare chi, i fumetti, li vende...

FRAMM!

1 commento:

  1. Ho letto l'articolo linkato sulla conferenza del BilBolBul. Cito:
    "quei dati risultavano già allora incompleti, se non errati. Per Stefanelli, basandosi sui dati di Informazioni Editoriali (circuito Arianna), i ricavi dalle vendite di graphic novel e fumetti in libreria si possono stimare non in 6, ma in 20 milioni di euro. Considerata la molto più grande diffusione del fumetto seriale (Tex, Diabolik, Dylan Dog…), il fatturato del settore potrebbe, secondo una stima molto approssimativa, raggiungere i 200 milioni di euro annuali."

    BOOOOOM! FRAAAAAM! SBADA-BOOOOOOOOM!

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