martedì 8 novembre 2011

Intervista ai distributori parte 2: Lorenzo Martelli (Meli Comics)


Dopo l'intervista al grande capo di Star Shop Distribuzione, in attesa che anche altri ci rispondano, pubblichiamo quella a Lorenzo Martelli, di Messaggerie Libri.

-Quale è il tuo ruolo esatto in Meli Comics? Ci spieghi un attimo come funziona la struttura, e che differenze ci sono con "GP Promotion"?
Il mio ruolo e' di Responsabile delle reti di Promozione editoriali che fanno capo direttamente a Messaggerie Libri: si tratta di circa 70 sigle editoriali divise su varie reti di vendita: Me.Li. Comics e' una di queste realtà e si occupa, per gli editori che abbiamo sotto contratto di fumetti in Librerie di varia e per alcuni di essi di promozione nelle fumetterie. La struttura ha sede a Milano e un ufficio distaccato solo per Meli Comics a Bologna. A capo di quest'ufficio c'è Simone Bongiovanni che è l'interfaccia tra editori e la nostra struttura e collabora con la rete di agenti che visita le librerie indipendenti e Paola Mambelli che è Account per entrambi i canali e che segue per le Librerie le catene con acquisti centralizzati. Lavorando su canali diversi abbiamo delle anomalie per cui gestiamo i prodotti di alcuni editori (GP Publishing e Jpop) solo come promozione per le Librerie e Coconino e Fandango (e altri con produzioni occasionali) solo per le fumetterie. GP Promotion e' una struttura promozionale a se' stante che si avvale di Messaggerie Libri come distributore nazionale in esclusiva. La differenza principale è che Melicomics promuove prodotti di Editori diversi ed è un servizio aperto a altre collaborazioni. Gp nasce come promozione di editori controllati o partecipati.

-Dall'epoca del pioneristico "Alessandro Distribuzione" sono passati venti anni.. Il mercato è cambiato tantissimo da allora, ma le regole ed i sistemi di gestione sembrano ancora gli stessi. Cosa cambieresti, se dipendesse solo da te? Cosa terresti?
Credo che il mondo della produzione sia cambiato moltissimo. Ci sono stati momenti in cui c'erano più titoli di fumetti presso i Remainders che sul mercato del prezzo pieno e fame di titoli. Oggi siamo con una produzione molto più estesa e differenziata con pubblici diversi. Il problema della selezione, della rotazione degli stock, del reso e dei margini complessivi sono comuni a librerie e fumetterie. Cosa stiamo cambiando credo credo sia sotto gli occhi di tutti. Vogliamo dare certezze e informazioni chiare agli editori perché arrivino a sapere chi sono i loro retailers, cosa comprano e perché, quali giacenze di magazzino hanno, minore dispersione di prodotto, incassi certi insomma piena e totale trasparenza. Vogliamo dare alle fumetterie un servizio efficiente, puntuale; una possibilità di utilizzare le nostre giacenze di magazzino, sempre in linea con la disponibilità di prodotto dell'Editore, come se fosse il loro magazzino remoto.

-Come sono i rapporti con i tre distributori storici? C'è una vera concorrenza, o si va d'amore e d'accordo? Il fatto che, ad esempio, Alastor distribuisca il vostro materiale, e gli altri due no, ha qualche incidenza sul vostro lavoro?
Sostanzialmente siamo abituati alla corretta e sana concorrenza. Non sui prezzi ma sulla qualità del servizio offerto e sulla fiducia che ci stiamo conquistando sui clienti, editori e fumetterie. Alastor non è distributore dei titoli dei nostri editori ma un cliente che acquista per le sue fumetterie e per vendere a chi vuole come i grossisti per le Librerie. A loro non pratichiamo condizioni che possano consentire una concorrenza con gli acquisti che le fumetterie possono fare presso Messaggerie a meno di perderci, ma questo non è affar nostro.

-Recentemente ci sono stati diversi sommovimenti di mercato: grandi editori che acquistano "pesci piccoli" dell'editoria a fumetti, e magari riescono anche a proporre una loro distribuzione (pensiamo a Rizzoli che compra Lizard, e che rende acquistabili i propri albi anche attraverso la varia), nuovi distributori che provengono dalla varia (voi, appunto!). Che impatto pensi avete avuto sul mercato, e avrete in un prossimo futuro?
Prima che Lizard fosse venduta a Rizzoli ne ho curato la vendita presso le Librerie. In quel periodo c'era un distributore per le fumetterie ma la stragrande maggioranza delle copie finiva in Libreria. I gruppi che oggi acquistano piccoli editori di fumetti sono naturalmente più interessati a chi produce titoli vicini al mondo delle Librerie, che conoscono meglio. Noi, magari ambiziosamente, vogliamo riavvicinare i due mondi e seguire le Librerie, soprattutto di catena, nell'introduzione di reparti di fumetti, graphic novel e manga più convincenti e le fumetterie a cercare un pubblico oggi raccolto solo dalle librerie. Inoltre siamo già di supporto alle librerie on line, che saranno protagoniste di primo piano in un settore con così tanti titoli disponibili e una distribuzione sul territorio inadeguata.

-Reso: per ora è solo parziale, e soprattutto ha il grosso difetto di non coinvolgere tutti gli editori. Come funzionerà, esattamente? Sarà possibile rendere per avere nota credito da scalare dalle fatture o, come fa Alastor, sarà necessario ordinare del materiale sostitutivo?
Noi abbiamo concesso, con parere favorevole dei nostri editori, il diritto di resa per tutte le sigle promosse da Meli Comics con l'eccazione di Moleskine che non produce fumetti e che vende ovunque senza resa, e di Comma22, che non ha aderito. La fumetteria potrà chiederci un'autorizzazione a rendere che verificheremo e autorizzeremo. La nota credito andrà in partita contabile e verrà scalata dai pagamenti con la stessa scadenza, una volta accreditata. Abitualmente le rese che pervengono a Messaggerie Libri vengono accreditate nei quindici giorni successivi all'arrivo al magazzino.

Perché le fumetterie dovrebbero apprezzare il reso del 20%, quando alle librerie gli stessi editori danno il 100%? Non è artificiosa la divisione tra queste due categorie?
Non voglio entrare in questa diatriba. Da noi si dice che "piuttosto che niente è meglio piuttosto".
Direi che adesso che noi cominciamo a concedere la resa
si sviluppa la polemica sulla serie A e B.
La realtà è che sulle librerie nel tempo la resa è diventata
norma perché la produzione è sterminata ma soprattutto ci sono reti vendita che visitano le librerie e fanno pressione per vendere di più.
Nel vostro settore questo non avviene e quindi la scelta e' completamente
non forzata.
Quando le librerie erano meno sotto pressione io, che ne avevo una, facevo rese
contenute una volta all'anno e lavoravo senza esposizione bancaria. Quando l'ho abbandonata due anni fa le rese erano tre volte l'anno e l'esposione bancaria era impegnativa e l'operazione di resa impegnativa e costosa.
Non tenere conto di questi fattori è miope quanto non concedere nessuna resa.


-Cosa pensi della prassi di portare novità in fiera (soprattutto a Lucca), sia da parte degli editori che dei distributori? Per te è possibile pensare che non danneggino i negozianti? Voi avete intenzione di iniziare a partecipare alle fiere, come fanno tutti i distributori, o di iniziare vendita online, come fa Pan, o rimarrete coerenti e continuerete ad occuparvi dei soli negozi?
E' una prassi che vige anche al Salone di Torino e che provoca malumore tra i librai torinesi. Tutto quanto si vende in più momenti, canali, luoghi da una parte favorisce la crescita del mercato e dall'altra restringe le vendite per i singoli protagonisti. Consiglio sempre sia ai librai che oggi alle fumetterie di pensare a cosa fare per vendere di più e allargare il proprio mercato e la propria clientela piuttosto che, con spirito tutto italiano, lamentarci del mondo per come è cattivo. Confermo che non venderemo come Messaggerie a privati in nessuna forma. I nostri soli clienti sono negozianti o grossisti che a loro volta abbiano come clienti i rivenditori.

-Fumetterie: in cosa sono carenti? Dove potrebbero rischiare di più? Cosa manca, invece, a voi per assisterle meglio?
Vista l'estensione dei rivenditori, l'arrivo prepotente dell'online, la crescita dei titoli, le fumetterie dovrebbero accettare di crescere adeguandosi ai tempi, allargando spazi e tipologie diassortimenti, informatizzarsi come destino obbligato, aprirsi e uscire dalla nicchia prima che diventi un ghetto. Il fatto che a Lucca si vende cosi' tanto è un segno di un mercato che cresce e che non viene intercettato dai rivenditori abituali. Dal nostro canto dovremo migliorare l'accesso al sito, la comunicazione, il numero dei titoli e degli editori disponibili, la capacità di interloquire e di offrire l'esperienza di un distributore quasi centenario.

-Secondo te, una fumetteria è una libreria? Le due attività sono assimilabili? Perché?
Sia la libreria che la fumetteria ricevono novità, acquistano catalogo, fanno commissionaria per i titoli mancanti, gestiscono un assortimento fisico e uno virtuale. Hanno delle differenze con le librerie ma non più di quanto ne abbiano tra di loro sia fumetterie che librerie. La vera differenza è che oggi le librerie sono per il 95% del fatturato prodotto informatizzate mentre le fumetterie si limitano a usare internet e le mail.

-Anche sul nostro blog, stiamo parlando spesso di dati di vendita. All'estero -pensiamo al mercato USA- vengono ufficializzati, da noi mai e poi mai. Da chi dipende? Quali sono, ad esempio, le vostre motivazioni?

Messaggerie non compra i libri degli editori (abbiamo tutti i 65000 titoli dei nostri editori nei magazzini) e quindi non fornisce i dati di vendita che sono degli editori che li ricevono, per quanto li riguarda, e possono farne ciò che vogliono. Noi abbiamo un sistema di gestione dei dati trasparente sia per gli editori che per i clienti, naturalmente riguardo la loro singola realtà. Per quanto riguarda l'editoria esistono delle riviste specializzate e Il giornale della libreria che pubblica i
dati del mercato forniti dai singoli editori o dalle associazioni dei librai all'AIE (Associazione Italiana Editori).

2 commenti:

  1. perchè non gli hai detto che la fumetteria E' una libreria, quindi il suo discorso è una cazzata?

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  2. "Non è artificiosa la divisione tra queste due categorie?"

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