giovedì 10 novembre 2011

PostLucca2011: intervista alle fumetterie


Ho fatto un primo reportage, ma ne avevo parlato anche prima, ora sentiamo il parere di alcuni illustri colleghi. Ho mandato un piccolo questionario a tredici fumetterie, solo cinque hanno risposto (UN GRAZIE a chi lo ha fatto, attirato sicuramente dalla fama e dalla grandiosa pubblicità che questo blog garantisce): Mondi Sommersi di Lecce (seguite il suo blog), Azuni di Sassari, Fumettopoli di Reggio Calabria, PanStore di Padova, Comic House di Sarzana.

-Presentati al nostro pubblico...

MONDI SOMMERSI: Sono Max di Mondi Sommersi, libreria specializzata in fumetti, sita a Lecce. Gestisco attivamente questa realtà da ormai 10 anni nel corso dei quali gli ho fatto cambiare molte facce e aspetti trainanti, in base all'evoluzione del mercato e la mia personale crescita.
AZUNI: Mi chiamo Emiliano Longobardi e sono il titolare della Libreria Azuni di Sassari.
FUMETTOPOLI: sono titolare della fumetteria Fumettopoli di Reggio Calabria, ed ho aperto da oltre 10 anni, oltre alla fumetteria organizzo incontri con autori, sono il fondatore del sito Verticalismi.it (assieme a Mirko ed Enrico dello staff).
PANSTORE PADOVA:
Sono Federico, uno dei due titolari della fumetteria Panstore (Padovacomics) di Padova.
COMIC HOUSE:
Mi chiamo Daniele Pignatelli, e sono il proprietario della libreria del fumetto “Comic House” di Sarzana (SP)

-Oltre al negozio, partecipi regolarmente come espositore a mostre mercato? Quante l'anno?
MONDI SOMMERSI: Si, ma poche. Lecce è una città geograficamente sconveniente per questo genere di cose dato che per la propria posizione nel sud Italia ha città confinanti solo spostandosi verso nord. Le fiere che frequento come standista sono fiere del libro (in cui comunque porto fumetti) e più che altro mercatini che si atteggiano a qualcosa di più grande di loro. Orientativamente siamo nell'ordine di 4/5 l'anno, anche se credo che quest'anno numericamente saliranno.
AZUNI: Non ho ancora partecipato a mostre mercato dedicate al fumetto, ma ho finora partecipato ad alcuni festival letterari dedicati al giallo al noir. Questo settore, infatti, unitamente ai fumetti e ai testi scolastico-universitari è uno dei miei ambienti specifici di movimento.
FUMETTOPOLI: Purtroppo non ho esperienza in merito, in quanto non ho mai partecipato ad una fiera come espositore.
PANSTORE PADOVA: No non facciamo mostre mercato, ma quest'anno abbiamo collaborato come organizzatori e espositori al primo Sugarpulp Festival qui a Padova, dedicato al fumetto e alla letteratura Pulp Noir che ha avuto ospiti illustri come Joe R, Lansdale, Massimo Carlotto, Victor Gischler Alberto Ponticelli, Andrea Mutti e molti altri. Un tentativo di trattare il fumetto come genere letterario, direi riuscito.
COMIC HOUSE: Non partecipo a nessuna fiera.

-Da Google Maps: quanti km dista il tuo negozio da Lucca?
MONDI SOMMERSI: Il percorso più breve conta 929 chilometri. Quello consigliato 978.
AZUNI: Sassari-Olbia-Mar Tirreno-Livorno-Lucca.
FUMETTOPOLI: Dista ben 1029 KM, questa è una delle tante motivazioni per cui non partecipo alle fiere del nord. Il viaggio e tutta la logistica, per noi del sud ha costi molto alti.
PANSTORE PADOVA: Troppi per farsela a piedi...
COMIC HOUSE: 63,7 km, pari a 48 minuti in auto.

-Cosa pensi che le tante novità che gli autori portano in anteprima alle fiere, ed in particolare a Lucca? Credi che per il tuo negozio possa derivarne un danno?
MONDI SOMMERSI: Lucca Comics per il libraio penso sia sempre un danno, certamente lo è dal mio punto di vista. Rompe tutti gli equilibri, altera gli acquisti del libraio in deficit prima e in eccesso dopo la fiera. Per starci dentro ho optato per tagliare completamente o quasi alcuni settori e generi nella mia attività, per avere meno grattacapi e meno refusi e anche, inutile nasconderlo, meno problemi con quei miei clienti che hanno comprato i prodotti in fiera anzichè aspettarli in libreria. I clienti tendono ad acquistare in fiera anche ciò che hanno prenotato in negozio, o che comunque in negozio sarebbe indicato per loro, una volta distribuiti, dopo lo sforzo conoscitivo e promulgativo del libraio, e questo porta oltre ad una spesa reale anche ad una mancata vendita da cui derivano assenza di fondi e sfiducia verso il sistema editoriale, che a sua volta sfocia in quei tagli di determinati settori di cui parlavo all'inizio.
AZUNI: E' un comportamento che ritengo estremamente grave e che dovrebbe essere cambiato. Per il mio negozio ne deriva un danno in termini teorici o - a livello pratico - contenuti, ma non cambia minimamente i termini della questione. Soprattutto quegli editori che vogliano dimostrare coi fatti - e non solo con le parole - che vogliono far maturare un rapporto di reciproco vantaggio con le librerie, dovrebbero comportarsi coerentemente. Altrimenti - uso un termine tecnico derivato da una lingua straniera - diventa solo una presa per il culo.
FUMETTOPOLI: Beh è evidente, non sarà un caso che gli abbonamenti che escono in questo periodo subiscono un calo nelle vendite. Inoltre la fiera di lucca porta un danno, seppur indiretto, anche nel mese precedente, in quanto molti clienti cercano di risparmiare nella prospettiva di poter andare a lucca. Questo è un sondaggio che ho fatto internamente al mio negozio.
PANSTORE PADOVA: Un evento che dia entusiasmo al settore è positivo, ma andrebbe gestito con un occhio al mercato, purtroppo spesso si pensa che sia meglio un uovo oggi...
COMIC HOUSE: Per il mio negozio, la fiera di Lucca è un serio problema. Essendo la distanza così breve, mi ritrovo il negozio deserto prima della fiera perché i clienti risparmiano per Lucca. Durante la fiera, sono tutti a Lucca. E dopo la fiera, hanno tutti speso più di quanto avrebbero dovuto.
E penso che Lucca sia un problema in generale per il mondo del fumetto, una sorta di Paese dei Balocchi dove per 4 giorni (quest’anno 5) il fumetto non ha alcun problema, tutti vendono tutto a tutti, escono valanghe di novità… e poi si torna nella routine, in attesa della prossima fiera, e alla faccia delle fumetterie che, a differenza di certi “editori per passione”, cercano di svolgere il proprio lavoro (perché di questo si tratta) al meglio.
Solo che lavorare al meglio è impossibile: mesi e mesi di annunci di novità che escono tutte assieme a Lucca, col risultato di venir sommersi da valanghe di albi, senza lo spazio per esporli, con fatture stratosferiche da pagare, e clienti che si vedono costretti a razionare i loro soldi per riuscire ad acquistare tutto quello che, magari, aspettano da gennaio.
Col risultato che le fumetterie si vedono costrette a preordinare col contagocce, per evitare di venir travolte, il materiale viene esposto per una settimana, e poi deve sparire per far posto ad altre novità (mentre, ad esempio in estate o a Natale, non esce nulla…).


-Per finire: tre cose da cambiare nel mondo del fumetto?
MONDI SOMMERSI: Solo tre sono poche, devo rifletterci un attimo.
Direi che per primo andrebbe eliminata quell'idea che è meglio un idiota che ha passione di un professionista con i piedi per terra. L'idea di screditare i professionisti per portare un lettore in più alla propra scuderia è ridicola e dannosa. Già da questo ne deriverebbero tantissimi benefici. Si apparirebbe seri a qualunque altro settore, dove prima di ogni cosa viene dato peso al risultato e dove alla premessa "io lo faccio passione" corrisponde l'unica risposta plausibile: "ma per piacere, si tolga di mezzo e mi faccia parlare con un professionista".
In secondo luogo cambierei un pò l'approccio alla realtà. Se le vendite non vanno bene è perchè tu sbagli qualcosa. Se le vendite risalgono, migliorano, è perchè hai corretto il tiro e quindi stai facendo bene. Se vanno ancora male è perchè continui a sbagliare. Nessuno ce l'ha con te e non ci sono congiure e anche se ci fossero, non stai lavorando al meglio per superarle. E' commercio, non Topolinia. Migliorando i rapporti con gli altri si migliorano le vendite e quindi tutto il sistema.
Infine cambierei sistema distributivo. Introdurrei il reso senza se e senza ma. Se dieci anni fa si vendeva 100 e per tutti era poco, e i librai dicevano che era per l'assenza di reso, se cinque anni fa si vendeva 80 e per tutti era poco (e per la matematica a cui mai si è chiesto il parere, era anche meno di 100) e i librai dicevamo che era per l'assenza di reso, se oggi si vende 50 che è ancor meno dei precedenti due casi, e ancora i librai dicono che è perchè manca il reso, cosa stiamo aspettando a introdurlo? Che si faccia tutti la fine della Bottero Edizioni? Stampa on domand? O che si diventi tutti delle librerie specializzate in Panini Comics? Al libraio va bene, a me andrebbe bene, se a fine mese avessi il mio guadagno. E agli editori?
AZUNI: Maggior compattezza dei librai fra librai per quanto riguarda le problematiche comuni, maggior consapevolezza da parte degli editori che vogliano realmente affrontare questo periodo di grandissima sofferenza economica nel modo più virtuoso, maggior fluidità nella catena editori-distributori-librai, sbilanciata verso i primi due e che lascia a distanza i terzi.
FUMETTOPOLI: Basta una sola per poter risolvere molto: la distribuzione!
PANSTORE PADOVA:
1- gli editori dovrebbero puntare a creare un mercato del fumetto stabile invece che limitarsi a cavalcare le mode come spesso accade.
2- sempre editori e distributori dovrebbero investire in promozioni, tour, incontri con gli autori perchè non basta apparire sui cataloghi di settore per vendere un prodotto
3- andrebbe cambiato un vecchio punto di vista, cioè che la libreria specializzata è il cliente ultimo. E' necessario invece venga vista come partner commerciale perchè la logica che ha funzionato per anni, cioè che quando un prodotto viene ordinato dai negozianti è venduto e da li in poi non è più un problema dell'editore, non funziona più da un pezzo.
COMIC HOUSE:
1) Gli editori devono smettere di far concorrenza diretta ai propri clienti, ossia le fumetterie. Questo accade solo nel mondo del fumetto, non esistono altrove saloni specializzati dove le novità vengono svendute e gli arretrati introvabili da anni magicamente ricompaiono sui banchi di chi non li distribuisce ai negozi specializzati.
2) Nessuno di noi, a parte qualche editore evidentemente poco sicuro del proprio lavoro, teme la parola tabù “reso”. Anzi, nei pochi casi, spesso frutto di accordi personali tra fumetteria ed editore, in cui il reso viene concesso, temporaneamente o sotto forma di conto-vendita, le vendite aumentano, perché la fumetteria può avere maggior disponibilità di materiale senza dover investire soldi alla cieca su titoli che, a sentire chi li stampa, son tutti capolavori immancabili. Dunque, cos’è tutta questa paura nel proporre il reso alle fumetterie, come avviene per le librerie di varia o per le edicole? Certo, qualche editorucolo potrebbe sparire senza il paracadute delle 100 copie vendute in conto assoluto, ma sono editori, quelli che
campano di questo?
3) In generale, e soprattutto in un momento di crisi come questo, è di vitale importanza concentrarsi sulla promozione. Pro-mo-zio-ne! Il fumetto non si vende da solo, e rappresenta il terziario del terziario! Quindi, dal momento che il libraio non può far tutto da solo, è necessario che, se l’editore crede in un prodotto (e deve essere così, se spende soldi per stamparlo… o no?), questo prodotto venga spinto, con la creazione di materiale promozionale da inviare alle fumetterie perché esse lo girino ai clienti, con la partecipazione attiva quantomeno alla parte logistica dell’organizzazione di presentazioni presso le librerie, con promozioni sul catalogo di libri che prevedano PRIMA il coinvolgimento delle librerie, e solo dopo rivolte all’utente finale. Questi sono solo tre piccoli esempi di come si potrebbe, se ve ne fosse davvero la voglia (e se non si fosse tutti impegnati a testa bassa per preparare, sempre e solo, Luccaland…), incentivare la promozione del fumetto.

Come vedete, non sono l'unico a sostenere certe tesi...
Sull'argomento (anzi, sugli argomenti), lo sapete, torneremo.

2 commenti: