giovedì 12 giugno 2014

Gipi e Strega: si ricomincia da tre



Come avevamo detto (anche qui), Gipi era tra i candidati per il prestigioso premio Strega 2014. Primo fumetto della storia.
Proprio alcune ore fa, è uscita la "cinquina" dei finalisti: Gipi non c'è

Delusione grandissima, da parte di tutti: addetti, fan. Penso anche da parte dello stesso autore.
Una sconfitta? Probabilmente si, per certi versi.


Ma qualcosa va salvato: non si può ripartire da zero, come diceva Troisi...
Se il fumetto di Gipi era bello e valido prima, se la sua arte ha appassionato decine di migliaia di lettori...
Se ogni volta che appariva in tv o in qualche palcoscenico, ascoltavamo rapiti il "personaggio" Gipi...
Se l'abbiamo sostenuto in questa sua candidatura...

Se tutto questo è vero, allora si può ripartire da questo premio mancato.

Non ho letto gli altri libri candidati: dai commenti, sembrava che non fossero un granché.
Ma, ripeto: non li ho letti. Quindi non posso parlare di scandalo. E, comunque, credo che non ci sia nessun preconcetto in questa esclusione. Lo spero, almeno.

Ma la validità del lavoro di Gipi rimane, e si è comunque arrivati - al primo tentativo - ad un passo dalla finale.

Il fumetto, una volta tanto, è arrivato anche nei "salotti buoni". E le vendite ne gioveranno. E la conoscenza dell'autore e del catalogo dell'editore pure.
Ecco: ora sta anche alla Coconino, "usare" questo suo autore importante per far conoscere i propri libri. E sta anche agli altri editori, pubblicare e pubblicizzare prodotti di qualità. Ai distributori l'onere di farli avere a librerie e fumetterie. A queste ultime, di saper indirizzare i propri clienti - come già fanno, ma sempre meglio - verso il "prodotto" giusto.

Insomma: è stata una bella ubriacatura, un bel sogno.
Ma nulla ci vieta di "ricominciare da tre", dal "tre" che questa ha significato. Non da zero.



Ricordandoci la lezione di Gipi:
Concita De Gregorio: “Voglio sempre evitare la parola fumetto, perché mi sembra che fumetto sia riduttivo. È riduttivo?” 
Gipi: “No. Anzi, secondo me bisognerà abituarsi ad usarla. Lo so, ha un carico strano, che viene da tempi passati, secondo me: ti dice che roba soltanto per bambini, ingenua. 
CDG:  “Sì, un po’ un genere minore…” 
G:  “Eh sì, perché poi viene usata anche in quei termini. Come quando si dice “questo film sembra un fumetto, come se fosse una cosa dispregiativa. Ma i tempi sono cambiati tantissimo.” 
CDG  “E quindi si può dire fumetto?” 
G:  “Si DEVE dire fumetto. E’ un mezzo potentissimo.” 
CDG:  “Allora questi sono libri a fumetti?” 
G:  “Sì.”
(trascrizione presa da Fumettologica)





Si, il fumetto è un mezzo potentissimo.
Leggiamolo, diffondiamolo, senza paura di essere figli di un dio minore, o vergogna che sia "per bambini", come se - tra l'altro - fosse un insulto esser tali.

Complimenti a Gipi, ed a chi, insieme a lui, ci ha provato e creduto.
E buona lettura a tutti.

1 commento:

  1. Concordo su tutto! Il fumetto è un potente mezzo di comunicazione e spero che con Gipi il mondo apra la mente...

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