giovedì 7 agosto 2014

Aprire una fumetteria... al metro!

Non ce la facciamo proprio.
Dopo la "Trilogia del Come si apre una fumetteria?", iniziata con "Ti piace la pizza? Perché non apri una pizzeria?", continuata con "Ma perché non apri una fumetteria?" e conclusa spiegando come si fa a chiuderla, sono usciti due "speciali": "Diventare una libreria vera...", e "I 7 vantaggi di aprire una fumetteria...

Ma poi abbiamo continuato e la cosa ci è sfuggita di mano. Ad esempio, uno su tanti, abbiamo parlato di che lavoro è, esattamente, il nostro...

Quindi, a grande richiesta (e per una volta diciamo il vero!), si continua.

Oggi parliamo di quanto deve essere grande un negozio e... di una nostra assoluta passione: la distribuzione!


L'estate è un momento magico: la maggiore disponibilità di tempo ti consente di recuperare letture accumulate, lavoro arretrato. E vecchi discorsi lasciati in sospeso.

Da sinistra: Alessio D'Uva (Kleiner Flug), Stefano Perullo
(fumetteria Comix Factory), Andrea Ferrari (edizioni BD), Claudio Curcio
(Comicon), Andrea Ciccarelli (saldaPress), Pasquale Saviano (RW Edizioni-Alastor)
e Gianni Veccia (Pan Distribuzione) nel corso della conferenza inerente
le problematiche del sistema distributivo

Sono passati tre mesi, ma solo ora mi riesce di parlare della conferenza sulla distribuzione che si è tenuta allo scorso Napoli-Comicon.
Capitò anche alcuni anni fa, nel 2011: allora fui invitato e, non avendo uno stand, ci andai appositamente.


Magari ne hanno fatte anche altre, nel corso degli anni: il Comicon è pieno di queste belle iniziative.
Ma questa mi ha particolarmente colpito.
Leggendo la lista dei partecipanti, se si tolgono Perullo (che è un collega libraio, ma che era presente come moderatore) e Claudio Curcio, organizzatore del Comicon, gli altri sono tre editori e due distributori. Va beh... uno di questi ultimi è pure editore... e l'altro lavora per un distributore che possiede (o è posseduto da?) un editore. Ma queste sono piccolezze.

Non manca qualcosa?
Insomma: facciamo una conferenza sul doping nel calcio e... non invitiamo un calciatore?
Oppure: parliamo del diritto allo studio, ci sono professori, ministri, rettori... ma uno studente no?

Quindi: si parla di distribuzione e non c'è manco una fumetteria.
Si inizia bene, direi.

Ma, nel corso della conferenza, viene fuori una affermazione che mi fa pensare molto:

A proposito della distribuzione, è parso evidente che sono pochi solo quattro distributori in Italia. «La distribuzione non è il male del sistema, noi siamo un importante punto di raccordo tra le due parti in causa. La crisi finanziaria colpisce anche il fumetto e le fumetterie, ma si fa prima a dire che la colpa è dei distributori» ha sottolineato Veccia da PAN distribuzione.
Gli interlocutori si sono anche chiesti se la fumetteria sia davvero matura per essere gestita come una libreria pur nascendo come prosecuzione dell’edicola, sottolineando al tempo stesso la necessità di aumentare il metraggio delle stesse.

Perché sarebbe necessario aumentare il metraggio delle fumetterie?
Ma è ovvio: perché... si vende di più. Maggiore è l'esposizione, più si vende.
Ma è vero? Forse si.

Rigiriamo il discorso: con più metri, si guadagna di più? Non è detto.
Quindi: il metraggio maggiore a chi serve?
Alla fumetteria per spendere di più.
Al distributore per vendere di più, senza reso poi, alla fumetteria stessa...

Andiamo con ordine.
Un negozio più grande, fa automaticamente più scontrini?
Facciamo un parallelo: prendere, ad una fiera, uno stand più spazioso, garantisce maggiori vendite?
Avere più metri, fa aumentare l'esposizione. Quindi, in teoria, aumenta la possibilità di vendere.
Ma il discorso va fatto a monte: che fiera è? Ho già partecipato? Ho uno storico ed un esperienza tale da poter dire che più spazio mi garantisce maggior fatturato? Perché, diciamocelo: l'unica cosa che aumenta di certo, sono i costi. Più metri, uguale più materiale da portare (più fatica, magari usare un furgone a noleggio invece dell'auto), significa avere qualcuno che ti aiuti (per l'allestimento ed il carico, per la sorveglianza, per la vendita) e, ovviamente, uno stand più grande da pagare.
Lo stesso vale per il negozio: magari si vende di più, sicuramente si deve comprare di più per coprire il maggior metraggio, oltre alle maggiori spese per ottenerlo. Costi certi, ricavi forse.

La mia esperienza, per fiere e negozi, mi porta a dire che in ogni città, in ogni location, fiera o negozio che sia, c'è un giusto equilibrio tra spazio/grandezza/costi, e numero di clienti relativamente alla possibilità di vendere. Partiamo piano, prendiamo un negozio piccolo in una bella posizione, poi si vedrà.
Perché, se già in un momento di crisi, bisogna lavorare quasi il doppio per guadagnare come qualche anno fa, se un locale più grande non garantisce un fatturato in grado di coprire le spese e realizzare, nel medio periodo, un guadagno maggiore, non ha senso cambiare negozio ed ingrandirsi.

Banalmente: se ho spese complessive di novanta, per realizzare un fatturato di cento ogni mese, che mi porta un guadagno di dieci... se raddoppio i costi, non dico che l'utile debba fare altrettanto, ma deve comunque aumentare sensibilmente. Altrimenti, se rimane uguale, c'è solo un maggior rischio da affrontare.

Ovvio che i distributori e gli editori vi dicano che un negozio grande genera maggiori guadagni. E per due motivi:

1-perché se avete più metri, comprate da loro più materiale. E senza reso.
Loro ci guadagnano, rischiando sulle vostre spalle.

2-perché non hanno esperienza di vendita diretta, nel 99% dei casi.
Si, va bene: qualche fiera, sicuramente Lucca (che non è un metro attendibile), magari qualche temporary shop, o aver aiutato un amico libraio, o aver "visto come funziona". Ma sono tutte cose sporadiche: fare il libraio, con negozio da allestire e mantenere continuamente in ordine, starci tutti i giorni, escogitando modi alternativi per pagare i conti, fare ordini tutti i mesi a quattro-cinque fornitori diversi (e badate bene che questa è una lista MINIMA ed ESSENZIALE del da farsi), è un LAVORO vero che va fatto col cento per cento dell'impegno e del tempo.

La mia esperienza personale, mi porta a dire questo.
Ho cambiato TRE negozi. I primi due erano di circa trenta metri quadrati, il terzo di quasi cento.
E posso dire questo: dal primo al secondo, che era molto più visibile, ho fatto un gran salto.
Dal secondo al terzo no.
E, quest'ultimo, rispetto al precedente mi permette di esporre:
-il quadruplo di arretrati "a costoletta" (sulle pareti);
-almeno il doppio di arretrati formato "comics" (inscatolati);
-sei volte il numero di volumi, manga, comics e qualsiasi altra novità in uscita;
-una quantità spropositata di volumi/manga in offerta, che prima non riuscivo mai a far uscire dal magazzino, se non per le fiere.

Il tutto, uno spazio che, ripeto, è il TRIPLO dei precedenti, e che mi consente anche di gestire le spedizioni e gli incontri con autori, facendo entrare anche un centinaio di persone nel negozio.

Ecco. Secondo voi, tutto questo, aggiunto ad anni di esperienza, alla risistemazione di materiale che un trasloco necessariamente porta con se, ai numerosi acquisti e riassortimeti fatti per riempire a dovere il nuovo locale... anche in un momento di crisi, non doveva portarmi ALMENO a raddoppiare il venduto?
Se questo non è successo, come fa a reggere il teorema della "necessità di aumentare il metraggio" delle fumetterie?

Quanto è superficiale questa affermazione?
Rendiamoci conto di una cosa: non c'è reso, e qualsiasi investimento, in particolare quello "in metri" (e quello "in albi" necessari per riempire questi nuovi spazi...) lo fanno i librai.
Senza contributo alcuno da parte dei distributori... che non saranno magari i colpevoli unici della crisi di vendite, ma sicuramente sono i primi a non aiutare... magari dando possibilità di resi straordinari, come accadeva nel periodo estivo fino a qualche anno fa.

Crisi o meno, il sistema del fumetto, evidentemente, si regge così: sulle spalle dei negozi che comprano senza poter rendere, e su un sistema promozionale/informativo assente, senza miglioramenti in tecnologia o spinta alcuna da parte di distributori troppo pigri per investire, ed a fronte di fumetterie troppo ignave per muoversi ed imporre cambiamenti.

Sbaglio?

10 commenti:

  1. Cambiando zona, dopo 12 anni, siamo passati da 100 a 50 mq aumentando il fatturato del 20% in 6 mesi.

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  2. ciao Anonimo, chi sei? Sturiellet di torino? mi sembri proprio tu dal modo di scrivere. a proposito, non è vero che hai aumentato il fatturato! è evidente da i tuoi 15/20 scontrini al giorno, anche di sabato!

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  3. E da quando in qua gli scontrini fanno fede del fatturato?

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  4. Da quando un anonimo può liberamente fare insinuazioni...

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    1. Antani Comics sa dirmi per caso a chi potrei rivolgermi per sapere come e quanto pagare i fumetti dalle case editrici se diventassi un commerciante del settore ? Nonchè vorrei informazioni sull' iva (se devo pagarla io oppure la casa editrice). Mi farebbe piacere se potesse darmi informazioni in merito

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    2. ciao! dipende dai distributori.
      Sei proprio convinto di farlo?

      l'iva l'assolvono gli editori...

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  5. nessuna insinuazione: se l'anonimo di cui parlavo nn è la fumetteria di torino da me citata, chiedo scusa, ma a meno di non fare evasione fiscale, per una fumetteria in media 20 scontrini al giorno (quando gli va bene) sono pochini. poi è ovvio ke possiamo giracela dicendo ke "e se faccio 20 scontrini da 200 euro l'uno contro 150 scontrini da 3 euro l'uno?". ma ki è del mestiere, e voi lo siete, sa benissimo come vanno le cose: scontrini da 3 euro, 5 euro, scontrino da 10, da 30 e anche da 200!
    e quindi in media 20 scontrini sono pochini!

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    1. caro anonimo... ma lo sai che una libreria non è tenuta a fare scontrini? che non sono fiscali?
      Oltretutto, tu controlli ogni giorno quanti ne fanno?

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  6. vero, xchè l'iva è assolta dall'editore, ma dato ke proprio xchè nn fiscale lo scontrino diventa una comodità sia x il cliente ke x il negoziante. inoltre, il negozio in questione fa sempre gli scontrini, e solitamente sono 15/20 al giorno. e qui mi fermo xchè nn mi interessa continuare questa conversazione. se nn è S. allora scusa!

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    1. io non so chi sia.
      mi continuo a chiedere come faccia tu a sapere quanti ne fanno...

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