Oggi, cento anni fa, nasceva mio nonno, Lorenzo Settembre.
Quando ero piccolo, era lui principalmente che mi comprava i fumetti.
Di tutto. Diabolik, Geppo, Braccio di Ferro, Nonna Abelarda, i supereroi Marvel-Corno, buste con fumetti a sorpresa, raccolte...
L'iter era questo: lui andava all'edicola sotto casa, prendeva un po' di novità, me le portava, io le sceglievo, quindi tenevo quello che mi interessava. Lui tornava indietro, portava "il reso" (da qui la mia passione per le "rese"!), e pagava il resto.
E intanto, mia nonna mi leggeva il bottino.
Viziatissimo.
Di quando in quando, prendeva tutto e lo portava ad un rivenditore di usato, che glieli "rottamava".
Ero il loro unico nipote, ed andare a trovarli era una festa.
Vivevano dignitosamente, con una piccola pensione: non ho mai capito come facessero a campare, senza praticamente elettrodomestici, riscaldamento, e mettendo pure da parte qualcosa per i momenti difficili!
Mai malati - ad ottanta anni, mia nonna si vantava di non essere mai entrata in ospedale - ad entrambi fu fatale la prima malattia. Nonno fu ricoverato in ospedale a fine '97: insufficienza renale, con un medico distratto che non si era preoccupato del repentino dimagrimento.
In pochi giorni, se ne andò.
Alla fine, non ci stava neanche più con la testa.
Gran lavoratore, fu licenziato dall'acciaieria di Terni nei primi anni cinquanta, insieme con migliaia di altre persone, in quella che fu una vera e propria epurazione.
Si era adattato a fare di tutto, e sapeva fare di tutto.
Forse, senza di lui, non avrei amato così tanto la lettura.
Probabilmente, non avrei scoperto che i fumetti si potevano anche vendere...
Cento anni: a pensarci c'è da stare male...
Quando moriamo, sparisce tutta la nostra storia, se non ci sono persone che ci ricordano.
Oggetti, mobili, case. Col tempo se ne va tutto.
Tutti i più intimi segreti: tutto sparisce.
Ma fin quando rimane la memoria di chi ci ha conosciuto, un pezzo di noi continua a vivere: ed entrerà a far parte dell'essere più intimo degli altri, germogliando e crescendo.
Non mi ricordo più tante cose, di mio nonno, come la sua voce. Non ho frasi celebri da citare, o aneddoti divertenti. Ma ho ben presente il tempo che ha speso con me e per me. Ho oggetti, situazioni, che ogni giorno me lo ricordano.
E questo mi aiuta a non dimenticare chi sono.
Auguri, nonno.
Nessun commento:
Posta un commento