giovedì 21 agosto 2014

"Svegliateme alle 3 e mezzo": riflessioni ferragostane.

Ovvero: che dai franzosi, purtroppo, c'è sempre da imparare.



L'antivigilia di ferragosto, indaffarato tra pacchi e problemi vari, mi ritrovo un gruppo di clienti, in negozio. Quasi tutti francesi, cercano un regalo per la figlia del loro ospite.
Uno di loro, ha una libreria di fumetti, in Francia.

Dopo i complimenti di rito - va detto che Antani Comics è una gran bella fumetteria... ed ora è certificato pure da quelli che, è riconosciuto, sono dei gran intenditori di fumetti!! - parliamo velocemente del nostro lavoro.

Mi conferma alcune cose che sapevo, e mi informa di altre che ignoravo.
I fumetti ed i libri hanno un "prezzo unico": è la famosa legge anti-Amazon, che impedisce il cumulo degli sconti (il massimo è il 5%) con le spese gratuite, in modo che - lo dico da tempo - si eviti che con l'aggiunta della spedizione a costo zero, si realizzi un extrasconto, che superi il limite massimo imposto (in Italia è il 15%).

Una piccola divagazione: non si tratta di "buoni" (Amazon e i suoi begli sconti) contro "cattivi" (i librai bruttibrutti che vogliono solo far soldi...). Il discorso è complesso, ma credo sia riassumibile in questo: è interesse di chi ama la lettura, oltre che di chi ci lavora, che il prezzo dei libri e dei fumetti sia ragionevolmente basso. Non "il più basso possibile", perché deve esser tale che convenga realizzare, produrre, e vendere libri, altrimenti la catena si spezza, e finiamo tutti a leggere solo i grandi classici, o magari ad impararli a memoria, come su Fahrenheit 451...

Dicevo: interesse di tutti. Prezzi popolari, ma anche imposti. Perché gli sconti folli fatti online da grandi siti, che lavorano sulla quantità, porterebbero alla chiusura le librerie indipendenti (il 90% delle fumetterie rientra in questa categoria), e quindi provocherebbero alla lunga, danni ad autori ed editori.

Credetemi: il vostro interesse non è pagare un volume da 50 euro la metà... quanto vederlo costare, magari, 45 euro... Fatevi qualche domanda, altrimenti rischiate di finire in un gioco perverso, complici di un sistema che stritola chi lavora.
Voi lavorereste alla metà dello stipendio che percepite ora, pur di lavorare?

Fine divagazione.

Il libraio francese mi parla di una sorta di consorzio che hanno realizzato.
Un pugno di librerie, che per esempio ha ottenuto un extrasconto, presentando unitariamente il fatturato globale, e facendolo valere.

Ci abbiamo provato tante volte, l'ultima appena pochi mesi fa, ma in Italia è davvero difficile unire le teste delle persone, e fare qualcosa di unitario, che richieda si impegno, ma porti vantaggi a tutti.
Perché?
A saperlo...

La mia idea è che, a fronte di pretesi vantaggi consistenti, immediati e duraturi, si rifiuta l'impegno necessario per ottenere l'obiettivo. Che, comunque, richiederebbe un impegno costante, e porterebbe risultati nel lungo tempo e, sicuramente, almeno all'inizio, di medio/basso livello.
"Armiamoci e partite", un classico.

Dopo tanti anni di impegno, mio e di (veramente) pochi altri, posso dire di essere giunto al capolinea: ho provato a fare tanto, sia con questo blog che in precedenza. Credo di aver dato quello che avevo, ma penso sia impossibile, o quasi, che le fumetterie riescano a consociarsi per "cambiare il mondo", in modo duraturo e con un progetto di lungo termine.

Ci pensavo qualche tempo fa quando, quasi in contemporanea, leggevo la mail di un editore che si lamentava, perché l'avrei insultato ed attaccato in un mio post, ed intanto mi sorbivo i messaggi di un rappresentante di una piccola realtà che mi dava del leccaculo perché non attaccavo i "potenti".

Cari colleghi: siamo responsabili anche noi di questa situazione difficile della distribuzione italiana. L'ho già detto qui. Possiamo dare la colpa agli autori, che spesso non si informano.
Possiamo prendercela con gli editori, che la scaricano sui distributori, che per loro lavorano sempre male (scordandosi che... sono loro clienti, e che se volessero potrebbero provare a cambiare qualcosa). E viceversa.
Ma la realtà è sempre quella: se non si fa DI TUTTO per cambiare una situazione, significa che questa ci sta bene così come è. Punto.

Per il resto, se qualcuno ha iniziative da prendere... io ci sono.


ps: questo pezzo è stato scritto prima di quello di un paio di giorni fa, che pure parla di temi affini, anche se viene pubblicato dopo...
Vi consiglio comunque di leggere anche il precedente.

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