domenica 4 settembre 2016

Il prezzo di #Fumetterni

Fumetterni ha un biglietto di ingresso.
Modico: 2 euro per il venerdì, 3 per il sabato ed altrettanto per la domenica.
Per capirci, nel 2013 chiedevamo 5 euro.

"Spiegare" un biglietto di ingresso è una cosa talmente banale che non so dove iniziare a farlo...

Intanto, sgombriamo il campo dagli equivoci: il biglietto non rende una manifestazione "commerciale". In passato, un sito locale pretendeva pagassimo per fare pubblicità, perché secondo il gestore avevamo questa caratteristica, visto che chiedevamo un biglietto di ingresso.

Ma l'essere "commerciali", è altro, e si traduce nella ricerca del lucro.
Se la tua attività ha come obiettivo il guadagno, è a scopo commerciale, sennò no.
Punto.

Puoi esser commerciale senza biglietto di ingresso: puoi non esserlo, e chiedere comunque di pagare a chi entra. Le due cose non sono necessariamente connesse.

La "modesta"folla del sabato pomeriggio a Fumetterni 2016


Il biglietto è una sponsorizzazione da parte del pubblico.
E' una tassa che si chiede a chi vuole visitare una manifestazione: la vuoi? Paga.
Un "biglietto" lo pagano gli espositori, acquistando stand.
Lo pagano gli sponsor, prendendo spazi pubblicitari.

Tutti hanno un rientro, da quello che pagano: dallo sponsor, che vuole un ritorno di immagine, dall'espositore, che usa lo spazio per vendere, al visitatore, che ha una manifestazione da visitare.

E, a meno che l'organizzazione non abbia finanziamenti più che sufficienti, il biglietto di ingresso ci DEVE essere: non troppo costoso, sicuramente commisurato all'evento, ma è indispensabile.

Perché ti da i soldi necessari a promuovere quello che fai. Se non fai pubblicità, non attiri pubblico. Questo sembra un passaggio ovvio, ma credetemi: difficilmente viene compreso da molti organizzatori di eventi medio/piccoli.

Inoltre, fatemelo dire con l'esperienza che ho da espositore in quasi centocinquanta fiere: alle manifestazioni con ingresso gratuito si lavora male, perché più pubblico non significa incasso più alto, e se una persona non è disposta a pagare qualche euro per entrare, non lo farà sicuramente per comprare fumetti!

Certo: il prezzo non deve essere alto ma, dicevamo, commisurato all'evento ed al programma: famiglie numerose, ragazzi, gente che ha pochi soldi da spendere? Puoi sempre inventarti promozioni, biglietti agevolati, omaggi. E, in ogni caso, non devi tenere alto il prezzo del biglietto: ma tra l'ingresso che si paga a Lucca, e il "gratis", ci sono molte sfumature...
E poi, diciamocelo: "ingresso gratuito", nella mentalità comune, corrisponde al "non vale nulla". Quindi la gente entrerà consapevole che sta vedendo, ed eventualmente trattando o comprando, roba di scarso valore. Ti chiederà uno "sconticino" di dieci euro su un prezzo di dodici, e simili... 
E tratterà i fumetti che vede come, appunto, "giornaletti".

Chi organizza eventi, ci DEVE guadagnare, se lo fa per lavoro.
Se lo fa per passione, se lo fa bene o male, se lo fa perché glielo dice Gozzilla in sogno o perché crede in Mister No, comunque è necessario che paghi chi lavora. Poco o, meglio ancora "il giusto"... 
Perché è un lavoro. E, per farlo bene, è necessario spenderci qualcosa: per fare quest'ultima cosa, è necessario averli, i soldi. Che non si possono chiedere solo agli espositori...

Ma poi, diciamocelo: tutti gli eventi hanno un prezzo di ingresso. Tutte le manifestazioni, i musei. Perché hanno dei costi, e ci mancherebbe. E perché proprio il fumetto deve essere sempre gratis, sempre a "prezzo minimo", sempre attento a non far spendere?
E, soprattutto: senza risorse, è possibile creare e far prosperare una manifestazione, senza finire per strada, con quattro gazebo e due tavoli?

A meno che l'obiettivo non sia, sfruttando l'assenza del biglietto, quello di dichiarare ingressi spropositati... Ma questa, come si suol dire, è un'altra storia.

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