domenica 15 marzo 2015

Terni, la città coi parchi chiusi

Dal 5 marzo, il comune di Terni ha chiuso i parchi cittadini, a causa della situazione di pericolo che si è venuta a creare dopo la forte ondata di maltempo dei primi giorni del mese, soprattutto per colpa di un vento fortissimo, che ha abbattuto alberi, fatto cadere cornicioni e tegole.

Scelta legittima, e ci mancherebbe.
Ma, dieci giorni dopo, mi rimangono alcuni dubbi.


Lunedì scorso, nel pomeriggio, ho portato i miei figli allo storico parco di Terni, "La Passeggiata".
L'abbiamo trovato chiuso. Ho chiamato la Polizia Municipale, che mi ha avvisato dell'ordinanza, tralasciando qualunque ulteriore informazione, per le quali mi ha rimandato alla Protezione Civile "che risponde solo la mattina".

Un bel problema: mentre dovevo spiegare la cosa a mia figlia Aurora, che piangeva ("Non vogliono che noi bambini ridiamo!"), mi rendevo anche conto che eravamo lì costretti almeno fino alle 19,30, a causa del blocco del traffico.
Con due figli piccoli e tutti i parchi chiusi.

Così abbiamo camminato un po', e trovato un piccolo angolo di verde aperto, vicino ad una scuola, dove siamo rimasti un'oretta, senza che ci cadessero rami addosso.

In settimana mi sono un po' informato, ma mi sembrava che non ci fosse via d'uscita: ho avuto subito la sensazione che si sarebbe agito senza la sollecitudine che la situazione imponeva. Chiudere i parchi, con la primavera incombente, crea un notevole danno sociale.

La mia impressione è che l'amministrazione si sia preoccupata solo ed esclusivamente di evitare (evitarsi!) dei problemi legali, con le eventuali cause per danni da parte di persone colpite da rami o alberi. Giusto, da un lato, ma insufficiente se non accompagnato da una attività ispettiva e, quindi, di recupero.

E questo sospetto viene rafforzato da alcuni indizi (chiamiamoli così).

Il primo: in dieci giorni, come già detto, cosa si è fatto? Perché si sono chiusi totalmente anche parchi nei quali gli alberi non sono pericolanti, o comunque facilmente recintabili (visto che si trovano in una zona isolata), come quello di viale Trento?

Secondo e più forte indizio: se l'interesse è per l'incolumità, e non la semplice volontà di sollevarsi da responsabilità civili e penali... perché non sono stati messi dei cartelli nelle aree attigue ai parchi, non recintate, ma sempre di pubblico passaggio ed ugualmente pericolose? Mi riferisco ai percorsi esterni del parco di viale Trento, ma anche alla parte sotto alle mura del parco de "La Passeggiata", quella riservata ai cani. Possibile che le centinaia di persone che passano lì, per passeggiare o correre come il sottoscritto, non siano degne non dico di tutela, ma almeno di avviso?

Per finire: sabato pomeriggio il parco di viale Trento, sempre quello, visto che ci passo davanti svariate volte al giorno nel tragitto casa-lavoro, alle 17,30 era aperto, e con circa un centinaio di persone all'interno. Contenti della notizia, stamattina in famiglia organizziamo tutta la giornata intorno alla possibilità di andarci, finalmente.
Invece, oggi, lo abbiamo trovato chiuso.
Cosa è successo?

Ho telefonato alla municipale per chiedere informazioni.
Di fronte al "non sappiamo nulla" della vigilessa che rispondeva, mi sono permesso - ricordando anche il colloquio di lunedì - di uscire con un "voi non sapete mai nulla".
Al che, la vigilessa ha sbottato in un maleducato "allora chieda ad altri corpi di polizia".
Attaccandomi in faccia.

Dopo alcune chiamate, finalmente mi ha risposto un collega. Uomo, alla faccia dell'emancipazione.

Gli ho chiesto spiegazioni, ma mi ha solo detto confermato quello che già sapevo.
Senza rispondere in merito al mio incalzare sulla fine della telefonata precedente.
Un notevole rispetto, da parte di chi dovrebbe lavorare per informare e offrire un servizio ai cittadini...

Per finire: speriamo che questa situazione venga risolta al più presto.
Il comune di Terni ha ben operato durante l'ultimo anno, abbattendo moltissimi albi pericolanti.
Ora: se un reale e certificato pericolo esiste, che si lavori per eliminarlo.
Ma rimanere settimane coi parchi chiusi, solo per un generico ed imprecisato dubbio, senza che si arrivi a una effettiva e motivata decisione, rischia solo di creare un danno - l'ennesimo - alla collettività.

Perché, si, di parchi ce ne sono molti, ma per accorgersi che in molti i giochi, ad esempio, non sono in sicurezza, o dell'inesistenza o dell'insufficienza dei bagni, talvolta, assurdamente chiusi nei giorni festivi (e di maggior accesso), non serviva un evento eccezionale, come il maltempo della settimana scorsa.

Bastava, come per la maggior parte dei problemi, farsi un giro per la città.

2 commenti:

  1. La mia impressione è che l'amministrazione si sia preoccupata solo ed esclusivamente di evitare (evitarsi!) dei problemi legali, con le eventuali cause per danni da parte di persone colpite da rami o alberi.

    Per lo stesso motivo nella mia città hanno condannato a morte interi viali di pini marittimi, anche sani: dopo il nevone del 2012, durante il quale molti alberi non adatti a certi fenomeni meteorologici (*) sono crollati con conseguenti disagi e danni (ma nessun morto, per fortuna!), l'amministrazione comunale ha deciso di risolvere così, 'alla radice' (è il caso di dirlo) una questione che, potenzialmente, potrebbe portare infinite grane a ogni intemperanza del tempo atmosferico.
    Una tristezza che non ti dico :-\

    (*) Ma lo sarebbero di più se, negli anni, avessero ricevuto la giusta manutenzione. Peccato che i fondi per il verde pubblico siano sempre all'osso: una signora che conosco mi ha detto che è dovuta passare per avvocati per veder potati, dopo 30 anni, gli alberi di una proprietà comunale i cui rami pericolosi sporgevano nel suo giardino...

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